Calcio
Bari corsaro, la vittoria del cuore e della testa
I galletti espugnano Cremona e mettono fiducia nel serbatoio. Ora sprint sul mercato
Bari - domenica 27 agosto 2023
23.57
Massimo risultato col minimo sforzo, verrebbe da dire, se non fosse che lo sforzo è stato grande e importante, esattamente quanto il risultato. Il Bari centra la sua prima vittoria stagionale espugnando 0-1 il campo della Cremonese di Ballardini, che soccombe davanti al "delitto perfetto" ordito dal collega Mignani. Un tiro in porta basta per portare a casa il goal partita e salire a 4 punti; dopo appena due giornate di campionato non vorrà dire molto, certo, ma è comunque meglio averli che non averli.
Una vittoria che mette un primo, pesante, tassello sulla strada già tracciata lo scorso anno, quella di un Bari formato super in trasferta, quando c'è da fare la "guerra da corsa". E stavolta non era facile, al cospetto di una seria pretendente alla promozione diretta in serie A, e con una lista di assenze pesantissime che vanno ad aggravare il quadro di una squadra ancora incompleta, con una campagna acquisti estiva da perfezionare in diversi ruoli chiave.
Già, perché se ti mancano due pilastri come capitan Di Cesare e il suo vice Maita, se in settimana hai perso Menez (per tanto tempo, purtroppo) e Diaw (una faccenda più breve, fortunatamente) e se per contare le scelte in attacco bastano tre dita, allora vuol dire che allo Zini hai fatto un'impresa mica da niente. Una vittoria di cuore, certo; lo stesso che si era già visto nell'eroica sfida interna contro il Palermo, e che è marchio di fabbrica di ogni Bari sovrinteso dalla coppia Mignani-Polito, che sulla forza e l'unità del gruppo ha costruito le recenti fortune del club biancorosso.
Ma anche, e soprattutto, una vittoria di testa, di lucidità, di accortezza tattica. Che la Cremonese ne abbia più del Bari si vede fin dall'inizio: i lombardi di Ballardini spingono, lavorano sulle fasce con un 4-3-3 speculare che costringe gli ospiti a schiacciarsi. Ma i padroni di casa non sfondano. E quando la squadra grigiorossa alza i giri del motore e accelera, Mignani ridisegna il suo schema passando al 4-4-2, con Bellomo e Morachioli più larghi a centrocampo, per arginare Zanimacchia e Buonaiuto e togliere profondità agli avversari. Una mossa di nervi saldi, per far fronte alle difficoltà contingenti e alle carenze strutturali che il mercato dovrebbe a breve sanare.
Di fatto, la Cremo va al tiro solo dopo un erroraccio da matita blu commesso da Zuzek; il destro di Buonaiuto non è chirurgico come avrebbe potuto essere, Brenno soffia sul pallone e lo spinge dalla parte sbagliata del palo. Un bel colpo di fortuna, che però conferma quanto gli equilibri interi della squadra si facciano più fragili senza capitan Di Cesare a governare la difesa.
Insomma, un bel sospiro di sollievo: passata la nottata, i galletti ritornano a fare la partita di ordine e sacrificio preparata da Mignani, consapevole che - nella situazione attuale della squadra - più che difendersi non si poteva fare. E il Bari lo fa, sfruttando con il massimo del cinismo l'unica occasione buona, proprio sul finire di primo tempo: Morachioli si fa vedere anche in zona assist, dopo essersi fatto apprezzare per i numerosi ripiegamenti difensivi, Ghiglione la devia quanto basta per accomodare il piatto destro di Sibilli, ghiaccio nelle vene nell'infilare Sarr e siglare il goal decisivo.
E, forse, non è un caso che a mettere la firma sul successo biancorosso sia proprio lui, Peppe Sibilli, arrivato da poco ma già calato alla perfezione nello spirito e nelle richieste di Mignani, che lo sposta a piacimento da ala a trequartista, fino a seconda punta: cambia l'ordine degli addendi, ma il risultato no. Il lavoro della coppia Sibilli-Nasti è prezioso nell'economia di squadra: i due corrono, tengono alto il pallone, si alternano nel venire incontro e nel ricercare la profondità. In un momento in cui le soluzioni offensive di certo non sono in sovrannumero, questa è la migliore delle notizie per Mignani.
Certo, c'è da dire (e lo stesso Mignani l'ha ammesso, con la sua solita onestà), che non sempre si può portare a casa la sfangata con l'unico tiro in porta della partita. Grande merito va certamente dato ai due faticatori "oscuri" di questa squadra, Maiello e Benali (finalmente un fattore in biancorosso), ma di qualcosa ci sarà bisogno nell'immediato per evitare di dover stringere i denti più del legittimamente dovuto.
Però, per il momento, va bene anche registrare un altro dato: contro Vazquez, Zanimacchia, Ciofani, Afena-Gyan e Buonaiuto, il portiere brasiliano Brenno ha dovuto fare la prima vera parata soltanto nel pieno del recupero. E anche questo non è poco, sul campo di una squadra che (lo ripetiamo) fa sul serio anche dopo una partenza di campionato a rilento.
In definitiva, da migliorare c'è tanto, sia nello sviluppo tattico del nuovo Bari, sia nella costruzione della squadra. I quattro punti raccolti contro le big Palermo e Cremonese devono essere un ulteriore incentivo (qualora ce ne fosse bisogno, ma Polito lo sa già benissimo da sé) per completare l'organico e renderlo effettivamente competitivo per l'obiettivo più alto, quello sfumato l'11 giugno per appena 120 secondi. Arrivato il terzino sinistro Frabotta (da ufficializzare nelle prossime ore), serve un trequartista che sostituisca lo sfortunato Menez (a cui la squadra ha dedicato la vittoria, altro segnale chiaro della forza del gruppo) e almeno un attaccante che renda il Bari più pericoloso e propositivo in fase offensiva (Puscas farebbe assolutamente al caso dei biancorossi).
Mancano appena cinque giorni alla chiusura del mercato, e Polito deve accelerare; anche perché il 30 agosto si gioca di nuovo (in casa contro il Cittadella) e di tempo da perdere non ce n'è. Saranno cinque giorni di fuoco, poi definitivamente parola al campo.
Una vittoria che mette un primo, pesante, tassello sulla strada già tracciata lo scorso anno, quella di un Bari formato super in trasferta, quando c'è da fare la "guerra da corsa". E stavolta non era facile, al cospetto di una seria pretendente alla promozione diretta in serie A, e con una lista di assenze pesantissime che vanno ad aggravare il quadro di una squadra ancora incompleta, con una campagna acquisti estiva da perfezionare in diversi ruoli chiave.
Già, perché se ti mancano due pilastri come capitan Di Cesare e il suo vice Maita, se in settimana hai perso Menez (per tanto tempo, purtroppo) e Diaw (una faccenda più breve, fortunatamente) e se per contare le scelte in attacco bastano tre dita, allora vuol dire che allo Zini hai fatto un'impresa mica da niente. Una vittoria di cuore, certo; lo stesso che si era già visto nell'eroica sfida interna contro il Palermo, e che è marchio di fabbrica di ogni Bari sovrinteso dalla coppia Mignani-Polito, che sulla forza e l'unità del gruppo ha costruito le recenti fortune del club biancorosso.
Ma anche, e soprattutto, una vittoria di testa, di lucidità, di accortezza tattica. Che la Cremonese ne abbia più del Bari si vede fin dall'inizio: i lombardi di Ballardini spingono, lavorano sulle fasce con un 4-3-3 speculare che costringe gli ospiti a schiacciarsi. Ma i padroni di casa non sfondano. E quando la squadra grigiorossa alza i giri del motore e accelera, Mignani ridisegna il suo schema passando al 4-4-2, con Bellomo e Morachioli più larghi a centrocampo, per arginare Zanimacchia e Buonaiuto e togliere profondità agli avversari. Una mossa di nervi saldi, per far fronte alle difficoltà contingenti e alle carenze strutturali che il mercato dovrebbe a breve sanare.
Di fatto, la Cremo va al tiro solo dopo un erroraccio da matita blu commesso da Zuzek; il destro di Buonaiuto non è chirurgico come avrebbe potuto essere, Brenno soffia sul pallone e lo spinge dalla parte sbagliata del palo. Un bel colpo di fortuna, che però conferma quanto gli equilibri interi della squadra si facciano più fragili senza capitan Di Cesare a governare la difesa.
Insomma, un bel sospiro di sollievo: passata la nottata, i galletti ritornano a fare la partita di ordine e sacrificio preparata da Mignani, consapevole che - nella situazione attuale della squadra - più che difendersi non si poteva fare. E il Bari lo fa, sfruttando con il massimo del cinismo l'unica occasione buona, proprio sul finire di primo tempo: Morachioli si fa vedere anche in zona assist, dopo essersi fatto apprezzare per i numerosi ripiegamenti difensivi, Ghiglione la devia quanto basta per accomodare il piatto destro di Sibilli, ghiaccio nelle vene nell'infilare Sarr e siglare il goal decisivo.
E, forse, non è un caso che a mettere la firma sul successo biancorosso sia proprio lui, Peppe Sibilli, arrivato da poco ma già calato alla perfezione nello spirito e nelle richieste di Mignani, che lo sposta a piacimento da ala a trequartista, fino a seconda punta: cambia l'ordine degli addendi, ma il risultato no. Il lavoro della coppia Sibilli-Nasti è prezioso nell'economia di squadra: i due corrono, tengono alto il pallone, si alternano nel venire incontro e nel ricercare la profondità. In un momento in cui le soluzioni offensive di certo non sono in sovrannumero, questa è la migliore delle notizie per Mignani.
Certo, c'è da dire (e lo stesso Mignani l'ha ammesso, con la sua solita onestà), che non sempre si può portare a casa la sfangata con l'unico tiro in porta della partita. Grande merito va certamente dato ai due faticatori "oscuri" di questa squadra, Maiello e Benali (finalmente un fattore in biancorosso), ma di qualcosa ci sarà bisogno nell'immediato per evitare di dover stringere i denti più del legittimamente dovuto.
Però, per il momento, va bene anche registrare un altro dato: contro Vazquez, Zanimacchia, Ciofani, Afena-Gyan e Buonaiuto, il portiere brasiliano Brenno ha dovuto fare la prima vera parata soltanto nel pieno del recupero. E anche questo non è poco, sul campo di una squadra che (lo ripetiamo) fa sul serio anche dopo una partenza di campionato a rilento.
In definitiva, da migliorare c'è tanto, sia nello sviluppo tattico del nuovo Bari, sia nella costruzione della squadra. I quattro punti raccolti contro le big Palermo e Cremonese devono essere un ulteriore incentivo (qualora ce ne fosse bisogno, ma Polito lo sa già benissimo da sé) per completare l'organico e renderlo effettivamente competitivo per l'obiettivo più alto, quello sfumato l'11 giugno per appena 120 secondi. Arrivato il terzino sinistro Frabotta (da ufficializzare nelle prossime ore), serve un trequartista che sostituisca lo sfortunato Menez (a cui la squadra ha dedicato la vittoria, altro segnale chiaro della forza del gruppo) e almeno un attaccante che renda il Bari più pericoloso e propositivo in fase offensiva (Puscas farebbe assolutamente al caso dei biancorossi).
Mancano appena cinque giorni alla chiusura del mercato, e Polito deve accelerare; anche perché il 30 agosto si gioca di nuovo (in casa contro il Cittadella) e di tempo da perdere non ce n'è. Saranno cinque giorni di fuoco, poi definitivamente parola al campo.