
Calcio
Bari di vizi e virtù. Un pareggio che vale solo per il morale
I biancorossi a Catanzaro, con coraggio e tenacia, evitano l’ennesima rimonta. Ma i playoff si allontanano
Bari - lunedì 7 aprile 2025
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Un segno X che sembrava già scritto, anche prima del fischio d'inizio, nei numeri delle due squadre: Catanzaro e Bari erano le più "pareggione" del campionato, con 16 risultati di parità a testa racimolati prima dello scontro diretto, che serve solo a portare il conto a quota 17 per entrambe. Finisce con un rocambolesco, spettacolare e pazzo 3-3 al Ceravolo tra i giallorossi di Caserta e i biancorossi di Longo, nella sfida dei tanti ex, a cominciare dai due direttori sportivi, Polito e Magalini, che si sono scambiati le scrivanie la scorsa estate.
Eppure, a un certo punto, per i galletti sembrava il copione dell'ennesimo film horror già visto. La squadra di Longo passa in vantaggio con Lasagna, non la chiude, subisce la rimonta e poi il sorpasso. Tutto a cavallo tra primo e secondo tempo, esattamente come sette giorni prima nella disastrosa trasferta di Carrara. Eppure stavolta qualcosa di diverso c'è, a cominciare da una constatazione: per quanto tra alti e bassi, con diverse pause, il Bari è anche capace di rimanere per 90' e oltre minuti mentalmente attaccato alla partita. Un fatto che, considerato tutto l'andamento del campionato, non è affatto scontato constatare.
I galletti recriminano per la spinta di Quagliata a Lasagna e per quella di Scognamillo su Vicari in occasione del goal del vantaggio calabrese, marcato da Bonini; entrambi episodi giudicati regolari dal signor Giua, ma su cui rimane imposto un enorme dubbio. Ma questa è una squadra che porta in parallelo virtù e vizi, come i lunghi momenti di black out all'interno di una stessa partita, e l'andamento altalenante di molti singoli. Certo, la rete del pareggio giallorosso è un capolavoro di Iemmello, capocannoniere autoritario del campionato, ma colpevolmente lasciato libero di controllare e tirare da un centrocampo pigro e da una difesa che non esce a protezione della propria porta. Maggiore, rilanciato tra i titolari dopo un turno in panchina, è autore di una prova scialba, senza intensità e ricca di errori, in una mediana che - ultimamente - appare meno solida ed efficace del solito.
Ma, poi, ci sono anche gli aspetti positivi. La seconda considerazione da muovere è quella in merito alla relazione tra la quantità di elementi offensivi e la produzione di "expected goals" della squadra. Bene, il Bari colleziona occasioni pericolose sia con un più equilibrato 3-5-1-1, sia con l'arrembante 3-5-2 spurio del finale di gara. Pereiro dura un tempo, è vero, ma le sue giocate di qualità spesso creano scompiglio nella difesa avversaria e imbeccano Lasagna, che trova una rete ma se ne mangia almeno un altro paio. Nella ripresa, invece, con il risultato da recuperare, Longo vara la coppia pesante Bonfanti-Favilli, e comunque i biancorossi creano, costruiscono e vanno in rete, proprio con Favilli su assist di Bonfanti, per agguantare il pareggio in pieno recupero.
Va sottolineata, poi, la grande crescita di Favasuli a destra, che con la bella rete (su lodevole e pregevole iniziativa personale) che pareggia il vantaggio calabrese con l'ex Quagliata si sblocca anche in fase offensiva, dopo aver dato comunque ampie e buone certezze nelle operazioni di copertura in tutte le occasioni in cui è stato chiamato in causa.
Insomma, il Bari torna dalla Calabria con tante indicazioni positive, tra cui anche quella fibra morale che i tifosi chiedevano, e che basta e avanza per tramutare i fischi in applausi. Eppure, però, a sei giornate dalla fine del campionato le indicazioni positive rischiano di non bastare, se non accompagnare anche dai punti; quella cosa di cui tutti, al momento, hanno disperato bisogno. Bene la reazione, bene la risposta e la voglia di non arrendersi, ma la zona playoff continua ad allontanarsi, o quantomeno a mantenere la stessa distanza. Il pareggio, a conti fatti, evita una nuova rimonta e vale molto per il morale; ma alla classifica serve tanto poco quanto niente.
I galletti sono staccati di due punti dall'ottavo posto del Cesena, e per quanto il pareggio di Catanzaro mantenga il Bari a distanza di sicurezza dai playout, con una selva di squadre nel mezzo, l'obiettivo stagionale rischia seriamente di non concretizzarsi, al termine di un campionato dai tanti passi avanti e dagli altrettanti passi indietro. Un pezzo rilevante della verità verrà fuori venerdì prossimo, nell'anticipo al San Nicola contro un Palermo rilanciato, che sottoporrà a Longo e ai suoi il test decisivo per misurare la reale portata di un "sogno", quello playoff, che continua a essere troppo vagamente definito da una squadra e una società alla continua ricerca della propria dimensione.
Eppure, a un certo punto, per i galletti sembrava il copione dell'ennesimo film horror già visto. La squadra di Longo passa in vantaggio con Lasagna, non la chiude, subisce la rimonta e poi il sorpasso. Tutto a cavallo tra primo e secondo tempo, esattamente come sette giorni prima nella disastrosa trasferta di Carrara. Eppure stavolta qualcosa di diverso c'è, a cominciare da una constatazione: per quanto tra alti e bassi, con diverse pause, il Bari è anche capace di rimanere per 90' e oltre minuti mentalmente attaccato alla partita. Un fatto che, considerato tutto l'andamento del campionato, non è affatto scontato constatare.
I galletti recriminano per la spinta di Quagliata a Lasagna e per quella di Scognamillo su Vicari in occasione del goal del vantaggio calabrese, marcato da Bonini; entrambi episodi giudicati regolari dal signor Giua, ma su cui rimane imposto un enorme dubbio. Ma questa è una squadra che porta in parallelo virtù e vizi, come i lunghi momenti di black out all'interno di una stessa partita, e l'andamento altalenante di molti singoli. Certo, la rete del pareggio giallorosso è un capolavoro di Iemmello, capocannoniere autoritario del campionato, ma colpevolmente lasciato libero di controllare e tirare da un centrocampo pigro e da una difesa che non esce a protezione della propria porta. Maggiore, rilanciato tra i titolari dopo un turno in panchina, è autore di una prova scialba, senza intensità e ricca di errori, in una mediana che - ultimamente - appare meno solida ed efficace del solito.
Ma, poi, ci sono anche gli aspetti positivi. La seconda considerazione da muovere è quella in merito alla relazione tra la quantità di elementi offensivi e la produzione di "expected goals" della squadra. Bene, il Bari colleziona occasioni pericolose sia con un più equilibrato 3-5-1-1, sia con l'arrembante 3-5-2 spurio del finale di gara. Pereiro dura un tempo, è vero, ma le sue giocate di qualità spesso creano scompiglio nella difesa avversaria e imbeccano Lasagna, che trova una rete ma se ne mangia almeno un altro paio. Nella ripresa, invece, con il risultato da recuperare, Longo vara la coppia pesante Bonfanti-Favilli, e comunque i biancorossi creano, costruiscono e vanno in rete, proprio con Favilli su assist di Bonfanti, per agguantare il pareggio in pieno recupero.
Va sottolineata, poi, la grande crescita di Favasuli a destra, che con la bella rete (su lodevole e pregevole iniziativa personale) che pareggia il vantaggio calabrese con l'ex Quagliata si sblocca anche in fase offensiva, dopo aver dato comunque ampie e buone certezze nelle operazioni di copertura in tutte le occasioni in cui è stato chiamato in causa.
Insomma, il Bari torna dalla Calabria con tante indicazioni positive, tra cui anche quella fibra morale che i tifosi chiedevano, e che basta e avanza per tramutare i fischi in applausi. Eppure, però, a sei giornate dalla fine del campionato le indicazioni positive rischiano di non bastare, se non accompagnare anche dai punti; quella cosa di cui tutti, al momento, hanno disperato bisogno. Bene la reazione, bene la risposta e la voglia di non arrendersi, ma la zona playoff continua ad allontanarsi, o quantomeno a mantenere la stessa distanza. Il pareggio, a conti fatti, evita una nuova rimonta e vale molto per il morale; ma alla classifica serve tanto poco quanto niente.
I galletti sono staccati di due punti dall'ottavo posto del Cesena, e per quanto il pareggio di Catanzaro mantenga il Bari a distanza di sicurezza dai playout, con una selva di squadre nel mezzo, l'obiettivo stagionale rischia seriamente di non concretizzarsi, al termine di un campionato dai tanti passi avanti e dagli altrettanti passi indietro. Un pezzo rilevante della verità verrà fuori venerdì prossimo, nell'anticipo al San Nicola contro un Palermo rilanciato, che sottoporrà a Longo e ai suoi il test decisivo per misurare la reale portata di un "sogno", quello playoff, che continua a essere troppo vagamente definito da una squadra e una società alla continua ricerca della propria dimensione.