Calcio
Bari linea verde, solo i giovani strappano un sorriso
Il goal di Akpa-Chukwu una delle poche notizie positive della partita di Pisa. Biancorossi scarichi e con poche risorse
Bari - domenica 17 settembre 2023
Tutti possono essere eroi, fosse anche per un giorno solo. La famosa canzone di David Bowie ci invitava a sperare sempre, anche negli eroi a sorpresa. E per il Bari l'eroe a sorpresa ha il volto giovane e sorridente di un 18enne, al suo debutto tra i professionisti: Hemsley Akpa-Chukwu regala ai biancorossi il pari 1-1 sul campo del Pisa, in un momento in cui la squadra di Mignani emetteva lo spiacevole rumore di un motore che gira a vuoto.
Un'intuizione del tecnico ligure, che spedisce il giovanissimo belga nella mischia mosso dalla forza della disperazione. Già, perché affidarsi a un ragazzone di belle speranze, ma con zero esperienza alle spalle, è un chiaro atto di denuncia: le alternative scarseggiano, e qualcosa bisogna inventarsi.
Un goal liberatorio, che arriva a conclusione della settimana che ha ospitato la conferenza stampa del direttore sportivo Polito, il quale ha ribadito che «Il Bari ha sette attaccanti». Otto, ci permettiamo di correggerlo, dopo la scoperta quasi incidentale di Akpa-Chukwu. E sarà anche vero che la batteria offensiva offre a Mignani una serie di soluzioni che l'anno passato non c'erano, ed è anche vero che un buon attaccante non deve per forza portarsi dietro 190 centimetri di stazza, ma la partita di Pisa conforta chi pensa (e non sono pochi, tra i tifosi biancorossi) che il classico "boccione da due litri" in mezzo all'area faccia sempre comodo.
Dire che il Bari, per caso, si è trovato in casa quel centravanti che il mercato non ha portato sarebbe una leggerezza imperdonabile. Una rondine non fa primavera, diceva il filosofo Aristotele; il ragazzo è interessante, ma deve ancora sviluppare gli enormi margini di miglioramento che possiede. Due, però, sono le certezze che emergono dalla sfida dell'Arena Garibaldi: la prima è in area di rigore serve sempre qualcuno con le spalle larghe, la seconda è che investire sui giovani non è mai un investimento a perdere.
E di giovani interessanti, tutto sommato, il Bari ne ha. Akpa-Chukwu oggi si prende le copertine, e giustamente, ma una menzione di merito va data anche ad Achick, classe 2000 che all'esordio in biancorosso ha fatto già intravvedere qualcuna delle sue qualità tecniche non indifferenti. Tra i giovani galletti da tenere in vetrina andrebbe, in linea teorica, tenuto anche Mehdi Dorval, l'uomo dell'assist per il goal decisivo, non fosse però che il 22enne franco-algerino ormai è sempre meno scommessa e sempre più certezza. E se ci mettiamo anche Nasti (vent'anni oggi, auguri), tra i più positivi di inizio stagione, si può dire che la linea verde dei galletti promette più che bene.
Il resto? Poco o niente. Sì, perché se Mignani può sorridere per le sue giovani promesse, al mister non mancano i grattacapi altrove. Una partita brutta, quella di Pisa, tanto per i biancorossi quanto i nerazzurri di Aquilani, che però hanno il merito di trovare subito il vantaggio con la prodezza al volo di Beruatto, che manda in tilt tutto il programma di gara impostato da Mignani.
Sotto dopo meno di un quarto d'ora, la squadra biancorossa si trova inchiodata al problema diventato cronico in questo avvio di stagione, vale a dire l'enorme difficoltà nel creare pericoli in avanti. Sibilli ci prova un paio di volte da trenta metri senza troppa convinzione, Morachioli va a corrente alternata e prendergli le misure per Calabresi non è un grosso problema, Nasti regge la croce lì davanti ma si porta dietro le fatiche con gli azzurrini. In mezzo Maita si concede qualche giocata di pregio, ma niente di concreto, e Acampora (all'esordio in maglia Bari) pare un diesel che viene fuori alla distanza; di fatto qualcosa di buono viene fuori dalla destra, con le iniziative di Dorval, che però viene francobollato da Marin nelle sue discese sulla fascia.
Troppo poco, anche al cospetto di una squadra che non è apparsa affatto irresistibile. Il progressivo, ma inesorabile, calo fisico dei nerazzurri contribuisce a far emergere i galletti nell'ultima parte di gara, e Mignani è bravo a leggere la situazione e intervenire con i cambi. Akpa-Chukwu dà freschezza e fisicità, Achik e Aramu ci mettono tecnica e imprevedibilità, Frabotta ci mette più verve di Ricci a sinistra, e allora un po' più di concretezza assumono le parole di Polito sulla varietà di soluzioni offensive. E allora vengono fuori il colpo di testa pericoloso di Zuzek e la conclusione velenosa di Nasti che scaldano i guantoni di Nicolas.
L'indizio incoraggiante lo si legge nel fatto che il Bari finisce meglio di come inizia, il che si traduce in una condizione fisica che lentamente sta migliorando, grazie al lavoro dello staff tecnico in condizioni difficili (tanti, troppi, giocatori arrivati nell'ultimo scampolo del mercato). Però bisogna crescere, e anche rapidamente, perché questo Bari sarà anche imbattuto, ma colleziona praticamente soltanto pareggi (quattro in cinque partite, più la vittoria abbastanza episodica di Cremona). Con questo ritmo e con questa qualità di prestazioni anche l'obiettivo playoff dichiarato dal presidente Luigi De Laurentiis pare difficilmente raggiungibile.
Per ora c'è da prendersi il punto, guadagnato con l'anima e la forza del gruppo (il fattore costante di tutta la gestione Mignani) su un campo insidioso. Il resto verrà, ma bisognerà lavorarci ancora tanto. E dopo cinque giornate di campionato consegnate ai libri di storia, a settembre inoltrato, il ritardo accumulato in estate è abbagliante come il sole.
Un'intuizione del tecnico ligure, che spedisce il giovanissimo belga nella mischia mosso dalla forza della disperazione. Già, perché affidarsi a un ragazzone di belle speranze, ma con zero esperienza alle spalle, è un chiaro atto di denuncia: le alternative scarseggiano, e qualcosa bisogna inventarsi.
Un goal liberatorio, che arriva a conclusione della settimana che ha ospitato la conferenza stampa del direttore sportivo Polito, il quale ha ribadito che «Il Bari ha sette attaccanti». Otto, ci permettiamo di correggerlo, dopo la scoperta quasi incidentale di Akpa-Chukwu. E sarà anche vero che la batteria offensiva offre a Mignani una serie di soluzioni che l'anno passato non c'erano, ed è anche vero che un buon attaccante non deve per forza portarsi dietro 190 centimetri di stazza, ma la partita di Pisa conforta chi pensa (e non sono pochi, tra i tifosi biancorossi) che il classico "boccione da due litri" in mezzo all'area faccia sempre comodo.
Dire che il Bari, per caso, si è trovato in casa quel centravanti che il mercato non ha portato sarebbe una leggerezza imperdonabile. Una rondine non fa primavera, diceva il filosofo Aristotele; il ragazzo è interessante, ma deve ancora sviluppare gli enormi margini di miglioramento che possiede. Due, però, sono le certezze che emergono dalla sfida dell'Arena Garibaldi: la prima è in area di rigore serve sempre qualcuno con le spalle larghe, la seconda è che investire sui giovani non è mai un investimento a perdere.
E di giovani interessanti, tutto sommato, il Bari ne ha. Akpa-Chukwu oggi si prende le copertine, e giustamente, ma una menzione di merito va data anche ad Achick, classe 2000 che all'esordio in biancorosso ha fatto già intravvedere qualcuna delle sue qualità tecniche non indifferenti. Tra i giovani galletti da tenere in vetrina andrebbe, in linea teorica, tenuto anche Mehdi Dorval, l'uomo dell'assist per il goal decisivo, non fosse però che il 22enne franco-algerino ormai è sempre meno scommessa e sempre più certezza. E se ci mettiamo anche Nasti (vent'anni oggi, auguri), tra i più positivi di inizio stagione, si può dire che la linea verde dei galletti promette più che bene.
Il resto? Poco o niente. Sì, perché se Mignani può sorridere per le sue giovani promesse, al mister non mancano i grattacapi altrove. Una partita brutta, quella di Pisa, tanto per i biancorossi quanto i nerazzurri di Aquilani, che però hanno il merito di trovare subito il vantaggio con la prodezza al volo di Beruatto, che manda in tilt tutto il programma di gara impostato da Mignani.
Sotto dopo meno di un quarto d'ora, la squadra biancorossa si trova inchiodata al problema diventato cronico in questo avvio di stagione, vale a dire l'enorme difficoltà nel creare pericoli in avanti. Sibilli ci prova un paio di volte da trenta metri senza troppa convinzione, Morachioli va a corrente alternata e prendergli le misure per Calabresi non è un grosso problema, Nasti regge la croce lì davanti ma si porta dietro le fatiche con gli azzurrini. In mezzo Maita si concede qualche giocata di pregio, ma niente di concreto, e Acampora (all'esordio in maglia Bari) pare un diesel che viene fuori alla distanza; di fatto qualcosa di buono viene fuori dalla destra, con le iniziative di Dorval, che però viene francobollato da Marin nelle sue discese sulla fascia.
Troppo poco, anche al cospetto di una squadra che non è apparsa affatto irresistibile. Il progressivo, ma inesorabile, calo fisico dei nerazzurri contribuisce a far emergere i galletti nell'ultima parte di gara, e Mignani è bravo a leggere la situazione e intervenire con i cambi. Akpa-Chukwu dà freschezza e fisicità, Achik e Aramu ci mettono tecnica e imprevedibilità, Frabotta ci mette più verve di Ricci a sinistra, e allora un po' più di concretezza assumono le parole di Polito sulla varietà di soluzioni offensive. E allora vengono fuori il colpo di testa pericoloso di Zuzek e la conclusione velenosa di Nasti che scaldano i guantoni di Nicolas.
L'indizio incoraggiante lo si legge nel fatto che il Bari finisce meglio di come inizia, il che si traduce in una condizione fisica che lentamente sta migliorando, grazie al lavoro dello staff tecnico in condizioni difficili (tanti, troppi, giocatori arrivati nell'ultimo scampolo del mercato). Però bisogna crescere, e anche rapidamente, perché questo Bari sarà anche imbattuto, ma colleziona praticamente soltanto pareggi (quattro in cinque partite, più la vittoria abbastanza episodica di Cremona). Con questo ritmo e con questa qualità di prestazioni anche l'obiettivo playoff dichiarato dal presidente Luigi De Laurentiis pare difficilmente raggiungibile.
Per ora c'è da prendersi il punto, guadagnato con l'anima e la forza del gruppo (il fattore costante di tutta la gestione Mignani) su un campo insidioso. Il resto verrà, ma bisognerà lavorarci ancora tanto. E dopo cinque giornate di campionato consegnate ai libri di storia, a settembre inoltrato, il ritardo accumulato in estate è abbagliante come il sole.