Calcio
Bari-Parma 1-1, Di Cesare: «Annata maledetta, ma il gruppo non è spaccato»
Il capitano: «Contento della prestazione, spero sia la scintilla». Pecchia: «Promozione è merito di tutti»
Bari - mercoledì 1 maggio 2024
21.14
Finisce 1-1 tra Bari e Parma al San Nicola. Un punto che permette ai biancorossi di rimanere in vita per la corsa salvezza, grazie alla prodezza di capitan Di Cesare che mantiene a galla i suoi.
Proprio il 41enne difensore biancorosso ha commentato così la partita e anche l'intera, tribolata, stagione dei galletti: «Il punto non vale una vittoria, ma è importante contro una squadra che ha vinto meritatamente il campionato. Sono abbastanza contento della prestazione, ma con i tre punti sarebbe stata perfetta. Devo essere fiducioso, abbiamo la partita contro il Cittadella ed è troppo importante; dobbiamo uscire con i tre punti per salvarci. Spero che la prestazione di oggi sia di buon auspicio per la sfida con il Cittadella. Raggiungere Ternana e Ascoli è importante, stare sotto non è il massimo; spero che il punto di oggi ci dia la scintilla per affrontare le prossime nel migliore dei modi. Dobbiamo andare in campo per vincere e basta, siamo costretti a fare quello. A Parma sono stato un anno e mezzo, ho contribuito a vincere due campionati; la porterò sempre nel cuore, ma per noi era importante oggi portare a casa dei punti. I fischi? Frustrazione per l'annata, stiamo facendo malissimo e il tifoso è frustrato. Per me bisogna aiutare i ragazzi fino al 90', poi fischiare se le cose vanno male; non c'è solo Valerio Di Cesare, a cui non frega niente dei fischi, ma ci sono anche ragazzi che ne possono risentire. Dopo il goal ho creduto alla possibilità di vincere; è andata così. In campo ci sono gli avversari, davanti avevamo una squadra fortissima; a Cosenza abbiamo fatto otto tiri e solo un goal, ma oggi c'era una squadra in campo troppo più forte. I ritiri? Non servono a compattare il gruppo. Questi risultati non derivano da una spaccatura, abbiamo avuto grandi difficoltà e ce ne assumiamo la responsabilità; siamo umani e purtroppo sbagliamo. Il calcio è un lavoro, è difficile altrimenti ci giocherebbero tutti quanti. Noi ci assumiamo tutte le responsabilità di un'annata maledetta, ma non è colpa di un gruppo spaccato. Anche i miei compagni vogliono vincere, forse io sono più scenografico ma penso che tutti ce la stiano mettendo tutta. Ognuno ha la propria testa e le proprie difficoltà, ognuno la vive a modo suo. Polito e il presidente ci sono sempre stati vicini, tutti stiamo soffrendo per questa situazione e loro sono i primi. Il direttore ha deciso di guardare le partite dalla panchina e forse si sente anche di più».
Molto più felici le parole di Fabio Pecchia, tecnico del Parma che festeggia la promozione in serie A: «Noi oggi abbiamo giocato tre partite, quella del Como, quella del Venezia e la nostra. Il goal del Catanzaro ha reso tutti un po' più sereni, anche se il peso psicologico non è stato indifferente. Un finale duro, impegnativo e complicato di una stagione intensissima. Un campionato pazzesco, nessuno negli ultimi dieci anni con 73 punti non ha festeggiato con tre giornate di anticipo; Catanzaro e Cremonese hanno mollato, ma Como e Venezia ci sono state addosso. Le vittorie sono sempre belle, lasciano sempre tante emozioni dentro; il nostro è un percorso di 24 mesi, questa è stata più impegnativa e sofferta delle altre. Volevo abbracciare tutti, sono stati grandi. Ora dobbiamo alzare le braccia al cielo, sembra scontato ma non è così; il campionato però non finisce qui. La partita di Catanzaro ha lasciato delle scorie, la sconfitta ci ha bruciato e ha toccato l'ambiente. Con il Sudtirol ho avuto la conferma di lavorare con un gruppo straordinario. Questa è la vittoria di un club forte, ambizioso, che mi ha messo nelle condizioni migliori per esprimere il mio lavoro. Ognuno deve sentire questa vittoria come propria, ci siamo riusciti tutti insieme. Il gruppo si è distribuito bene le reti, il nostro modo di giocare non è dipendente solo da un rifinitore ma da tutti, che sono stati tutti partecipi. Ci sono mancati i goal dei difensori, ma è stato forzato perché a un certo punto abbiamo deciso di giocare solo palla a terra. Da qui bisogna ripartire con forza, la gente di Parma e il club devono costruire qualcosa di solido per stare nella massima serie, dove merita di stare».
Proprio il 41enne difensore biancorosso ha commentato così la partita e anche l'intera, tribolata, stagione dei galletti: «Il punto non vale una vittoria, ma è importante contro una squadra che ha vinto meritatamente il campionato. Sono abbastanza contento della prestazione, ma con i tre punti sarebbe stata perfetta. Devo essere fiducioso, abbiamo la partita contro il Cittadella ed è troppo importante; dobbiamo uscire con i tre punti per salvarci. Spero che la prestazione di oggi sia di buon auspicio per la sfida con il Cittadella. Raggiungere Ternana e Ascoli è importante, stare sotto non è il massimo; spero che il punto di oggi ci dia la scintilla per affrontare le prossime nel migliore dei modi. Dobbiamo andare in campo per vincere e basta, siamo costretti a fare quello. A Parma sono stato un anno e mezzo, ho contribuito a vincere due campionati; la porterò sempre nel cuore, ma per noi era importante oggi portare a casa dei punti. I fischi? Frustrazione per l'annata, stiamo facendo malissimo e il tifoso è frustrato. Per me bisogna aiutare i ragazzi fino al 90', poi fischiare se le cose vanno male; non c'è solo Valerio Di Cesare, a cui non frega niente dei fischi, ma ci sono anche ragazzi che ne possono risentire. Dopo il goal ho creduto alla possibilità di vincere; è andata così. In campo ci sono gli avversari, davanti avevamo una squadra fortissima; a Cosenza abbiamo fatto otto tiri e solo un goal, ma oggi c'era una squadra in campo troppo più forte. I ritiri? Non servono a compattare il gruppo. Questi risultati non derivano da una spaccatura, abbiamo avuto grandi difficoltà e ce ne assumiamo la responsabilità; siamo umani e purtroppo sbagliamo. Il calcio è un lavoro, è difficile altrimenti ci giocherebbero tutti quanti. Noi ci assumiamo tutte le responsabilità di un'annata maledetta, ma non è colpa di un gruppo spaccato. Anche i miei compagni vogliono vincere, forse io sono più scenografico ma penso che tutti ce la stiano mettendo tutta. Ognuno ha la propria testa e le proprie difficoltà, ognuno la vive a modo suo. Polito e il presidente ci sono sempre stati vicini, tutti stiamo soffrendo per questa situazione e loro sono i primi. Il direttore ha deciso di guardare le partite dalla panchina e forse si sente anche di più».
Molto più felici le parole di Fabio Pecchia, tecnico del Parma che festeggia la promozione in serie A: «Noi oggi abbiamo giocato tre partite, quella del Como, quella del Venezia e la nostra. Il goal del Catanzaro ha reso tutti un po' più sereni, anche se il peso psicologico non è stato indifferente. Un finale duro, impegnativo e complicato di una stagione intensissima. Un campionato pazzesco, nessuno negli ultimi dieci anni con 73 punti non ha festeggiato con tre giornate di anticipo; Catanzaro e Cremonese hanno mollato, ma Como e Venezia ci sono state addosso. Le vittorie sono sempre belle, lasciano sempre tante emozioni dentro; il nostro è un percorso di 24 mesi, questa è stata più impegnativa e sofferta delle altre. Volevo abbracciare tutti, sono stati grandi. Ora dobbiamo alzare le braccia al cielo, sembra scontato ma non è così; il campionato però non finisce qui. La partita di Catanzaro ha lasciato delle scorie, la sconfitta ci ha bruciato e ha toccato l'ambiente. Con il Sudtirol ho avuto la conferma di lavorare con un gruppo straordinario. Questa è la vittoria di un club forte, ambizioso, che mi ha messo nelle condizioni migliori per esprimere il mio lavoro. Ognuno deve sentire questa vittoria come propria, ci siamo riusciti tutti insieme. Il gruppo si è distribuito bene le reti, il nostro modo di giocare non è dipendente solo da un rifinitore ma da tutti, che sono stati tutti partecipi. Ci sono mancati i goal dei difensori, ma è stato forzato perché a un certo punto abbiamo deciso di giocare solo palla a terra. Da qui bisogna ripartire con forza, la gente di Parma e il club devono costruire qualcosa di solido per stare nella massima serie, dove merita di stare».