Calcio
Bari-Perugia 3-1, Andrada: «Ho saputo aspettare. Vogliamo inseguire il nostro sogno»
L'argentino nel post partita: «Non sapevo che avrei giocato; posso far bene da punta o esterno. Qui un grande gruppo»
Bari - sabato 5 maggio 2018
18.39
Il Bari vince e convince: il 3-1 maturato al San Nicola sul Perugia ha il volto giovane, spensierato e sorridente di Federico Andrada, protagonista all'esordio da titolare con un super goal (quello del 2-0 parziale) e una prestazione che testimonia quanto Grosso abbia avuto ragione a gettarlo nella mischia per la sorpresa di tutti, nella partita che ha regalato al Galletto la qualificazione ai playoff.
«Sono troppo felice; aspettavo da due mesi questo momento e finalmente è arrivato - dice Andrada nel post partita. Dobbiamo continuare così perché ci sono ancora due partite da vincere per continuare a credere nel nostro sogno. Sarebbe la cosa più importante per noi».
Da oggetto misterioso a nuovo idolo della città il passo è breve: «Una settimana fa il mister ha provato un nuovo assetto e mi ha buttato nella mischia. Oggi non sapevo che avrei giocato; Grosso me l'ha detto cinque minuti prima di consegnare la formazione ufficiale. Penso di aver fatto bene, così come tutta la squadra ha fatto una partita eccezionale. Sono troppo felice per questo», ammette l'attaccante argentino, che entra nei dettagli del suo bellissimo goal: «Ho fatto una giocata sulla destra, poi ho dialogato con Floro che mi ha lasciato lì una palla bellissima che ho calciato per fare un goal molto bello ma che soprattutto è servito per vincere la partita. Il goal lo dedico ai miei genitori che erano in tribuna; sono arrivati tre giorni fa e questa gioia è per loro».
Non solo, però, un goal di ottima fattura, ma anche una prestazione di sostanza e duttilità al servizio della squadra: «Nel primo tempo ho giocato da mezza punta e ho fatto una prestazione normale, seguendo quello che mi ha detto il mister. Nella ripresa, dopo 10' mi ha spostato sull'esterno destro e subito dopo ho fatto goal. Comunque posso giocare indifferentemente in entrambe le posizioni», spiega Andrada.
Nonostante il minutaggio finora scarso, Federico si è ben inserito nel gruppo dopo il suo arrivo nella finestra di gennaio: «In questa squadra ho tanti amici, siamo un gruppo unito fatto di tanti grandi calciatori; il nostro sogno è la Serie A e matematicamente è ancora possibile arrivare al secondo posto. La cosa più importante è continuare così, con questa serenità che abbiamo avuto in partita. Io devo continuare ad allenarmi bene, e a mettermi a disposizione del mister quando avrò bisogno di me, dando tutto per la squadra. Tutti mi hanno detto che sono un bravo calciatore e che dovevo aspettare e avere pazienza. Finalmente il mio momento è arrivato: dopo l'esordio di Palermo ho fatto bene alla mia prima da titolare insieme a tutta la squadra».
Lui arriva dalle giovanili del River Plate, di cui è stato top scorer prima di intraprendere l'avventura nel calcio europeo: «In Italia il campionato è più tattico, mentre in Argentina è più tecnico, si gioca più con la palla. Io però sono italiano per parte di mia nonna, che è di Salerno».
«Sono troppo felice; aspettavo da due mesi questo momento e finalmente è arrivato - dice Andrada nel post partita. Dobbiamo continuare così perché ci sono ancora due partite da vincere per continuare a credere nel nostro sogno. Sarebbe la cosa più importante per noi».
Da oggetto misterioso a nuovo idolo della città il passo è breve: «Una settimana fa il mister ha provato un nuovo assetto e mi ha buttato nella mischia. Oggi non sapevo che avrei giocato; Grosso me l'ha detto cinque minuti prima di consegnare la formazione ufficiale. Penso di aver fatto bene, così come tutta la squadra ha fatto una partita eccezionale. Sono troppo felice per questo», ammette l'attaccante argentino, che entra nei dettagli del suo bellissimo goal: «Ho fatto una giocata sulla destra, poi ho dialogato con Floro che mi ha lasciato lì una palla bellissima che ho calciato per fare un goal molto bello ma che soprattutto è servito per vincere la partita. Il goal lo dedico ai miei genitori che erano in tribuna; sono arrivati tre giorni fa e questa gioia è per loro».
Non solo, però, un goal di ottima fattura, ma anche una prestazione di sostanza e duttilità al servizio della squadra: «Nel primo tempo ho giocato da mezza punta e ho fatto una prestazione normale, seguendo quello che mi ha detto il mister. Nella ripresa, dopo 10' mi ha spostato sull'esterno destro e subito dopo ho fatto goal. Comunque posso giocare indifferentemente in entrambe le posizioni», spiega Andrada.
Nonostante il minutaggio finora scarso, Federico si è ben inserito nel gruppo dopo il suo arrivo nella finestra di gennaio: «In questa squadra ho tanti amici, siamo un gruppo unito fatto di tanti grandi calciatori; il nostro sogno è la Serie A e matematicamente è ancora possibile arrivare al secondo posto. La cosa più importante è continuare così, con questa serenità che abbiamo avuto in partita. Io devo continuare ad allenarmi bene, e a mettermi a disposizione del mister quando avrò bisogno di me, dando tutto per la squadra. Tutti mi hanno detto che sono un bravo calciatore e che dovevo aspettare e avere pazienza. Finalmente il mio momento è arrivato: dopo l'esordio di Palermo ho fatto bene alla mia prima da titolare insieme a tutta la squadra».
Lui arriva dalle giovanili del River Plate, di cui è stato top scorer prima di intraprendere l'avventura nel calcio europeo: «In Italia il campionato è più tattico, mentre in Argentina è più tecnico, si gioca più con la palla. Io però sono italiano per parte di mia nonna, che è di Salerno».