Calcio
Bel gioco, attacco sugli scudi e giusta rabbia. Il Bari torna a correre
Col Locri vittoria accompagnata da goal e prestazione: i biancorossi mettono subito a tacere le critiche
Bari - lunedì 29 ottobre 2018
3.03
Nemmeno il tempo per gli avversari del Girone I di abituarsi all'idea di poter portare via dei punti al Bari che i biancorossi tornano subito a mettere le cose in chiaro, schiantando per 3-0 il Locri ex secondo in classifica e riportandosi a +4 dai calabresi in cima alla graduatoria del raggruppamento, seguiti a -3 dalla Nocerina nuova seconda. E la squadra di Cornacchini lo fa offrendo probabilmente la prestazione più convincente di questo inizio di campionato: dopo due pareggi consecutivi il successo al San Nicola spazza via con un colpo di spugna le - ardite, in verità - polemiche che avevano iniziato a serpeggiare in città.
«In settimana abbiamo lavorato molto sull'aspetto nervoso», aveva detto Cornacchini alla vigilia. Un intervento sulla testa dei suoi che il mister ha potuto ampiamente riscontrare in partita. L'andamento della gara, infatti, ha seguito schemi differenti da quelli visti in precedenza, anche in occasione delle vittorie più rotonde e scintillanti, contraddistinte da un Bari che veniva fuori alla distanza, affidandosi alla verve dei singoli. Nella sfida di ieri, invece, una partenza al fulmicotone ha fin dal principio messo la museruola a un Locri venuto a Bari con l'intenzione, dichiarata nel pre-gara dall'allenatore Scorrano, di tentare il colpaccio. Dopo 7' il rigenerato Pozzebon («Se inizio a prendere fiducia sono un altro calciatore», ha detto l'attaccante romano nel post) infila già l'1-0 di prepotenza su assist di Floriano, che poco dopo la mezz'ora - di fatto - chiude i conti con una bella schiacciata di testa. Nel mezzo, forse il miglior Bari visto fin qui.
Il 4-2-3-1 convince e non poco, con Brienza che in posizione di trequartista è una fonte infinita di soluzioni pericolose per gli avversari. Piovanello nel suo ruolo naturale di ala destra ci mette tanta gamba e precisione: bellissima l'azione del 2-0 con la combinazione fra lui e Turi (canterano biancorosso che all'esordio ha fatto un'ottima impressione al posto di Aloisi infortunato), prima del cross per la zuccata di Floriano, altro elemento che - recuperata la forma migliore - praticamente diventa una freccia imprendibile per i terzini avversari.
La difesa (bene anche il giovane Nannini sulla fascia sinistra) non rischia nulla e Mafella - pre ravvivare gli animi in un secondo tempo più lento rispetto alla prima frazione - decide nel finale di avventurarsi in un dribbling spericolato su Tedesco, cavandosela con qualche affanno: il Locri, a conti fatti, è solo questo, soffocato da un Bari tornato a recitare la parte del leone. In mezzo al campo la coppia Bolzoni-Hamlili riesce con egual successo a rompere la manovra avversaria e a far ripartire il gioco con pochi e precisi tocchi, rovesciando l'azione per innescare un gioco sulle fasce arioso e ficcante, forse quello che era mancato nelle due gare non vinte dal Bari, oltre al goal degli attaccanti. Ieri, invece, tutti i tasselli sono tornati in fretta al loro posto, e la rete di Simeri nel recupero certifica l'ottimo valore delle punte biancorosse, smorzando i casi veri o presunti montati nelle ultime due/tre settimane intorno all'ambiente biancorosso. E il punteggio sarebbe potuto essere anche più rotondo, non fosse venuta a mancare nella ripresa un po' di lucidità sotto porta (golose occasioni non concretizzate da Floriano e dal subentrato Neglia) e un po' della brillantezza che aveva contraddistinto le azioni offensive dei biancorossi nel primo tempo.
«Erano tutti arrabbiati», l'analisi di Cornacchini in sala stampa. Sintomo del fatto che i mezzi passi falsi contro Turris e Marsala, in fondo, non sono venuti per nuocere. Il rischio di un "imborghesimento" della squadra dopo un inizio fin troppo facile c'era, così come tangibile era il pericolo che il Bari si "accontentasse" di vincere tutte le partite con tre goal di scarto affidandosi al valore dei singoli più che allo spirito corale («Anche dopo le vittorie non avevo mai visto prestazioni che mia avessero fatto impazzire», ha ricordato Cornacchini nel post di Bari-Locri). Un piccolo campanello d'allarme arrivato al momento giusto per permettere al tecnico di cambiare qualcosa nella testa dei suoi e lavorare su soluzioni tecniche e tattiche diverse. Il gioco è fatto: prestazione di cuore e tecnica e la seconda in classifica torna dal San Nicola con un passivo che ne smorza entusiasmi e velleità.
Stiamo, in fin dei conti, parlando di una squadra come il Bari, che con la dimensione dilettantistica ha poco o nulla a che fare: "basta" tenere sempre alta la soglia della concentrazione, seguire uno schema tattico semplice e ordinato, che metta i singoli nelle condizioni di esprimersi al meglio in un contesto di squadra, e neanche il più pessimista dei tifosi potrà dubitare che i biancorossi siano destinati a fare un sol boccone del campionato. Il vero banco di prova sarà, ancora una volta, lontano dal San Nicola, su campi corrispondenti al livello della categoria. Domenica ad Acireale sarà sfida difficile, contro la terza della graduatoria: una nuova occasione per il Bari di dimostrare che, una volta uscito dai blocchi, fermarlo è missione (quasi) impossibile.
«In settimana abbiamo lavorato molto sull'aspetto nervoso», aveva detto Cornacchini alla vigilia. Un intervento sulla testa dei suoi che il mister ha potuto ampiamente riscontrare in partita. L'andamento della gara, infatti, ha seguito schemi differenti da quelli visti in precedenza, anche in occasione delle vittorie più rotonde e scintillanti, contraddistinte da un Bari che veniva fuori alla distanza, affidandosi alla verve dei singoli. Nella sfida di ieri, invece, una partenza al fulmicotone ha fin dal principio messo la museruola a un Locri venuto a Bari con l'intenzione, dichiarata nel pre-gara dall'allenatore Scorrano, di tentare il colpaccio. Dopo 7' il rigenerato Pozzebon («Se inizio a prendere fiducia sono un altro calciatore», ha detto l'attaccante romano nel post) infila già l'1-0 di prepotenza su assist di Floriano, che poco dopo la mezz'ora - di fatto - chiude i conti con una bella schiacciata di testa. Nel mezzo, forse il miglior Bari visto fin qui.
Il 4-2-3-1 convince e non poco, con Brienza che in posizione di trequartista è una fonte infinita di soluzioni pericolose per gli avversari. Piovanello nel suo ruolo naturale di ala destra ci mette tanta gamba e precisione: bellissima l'azione del 2-0 con la combinazione fra lui e Turi (canterano biancorosso che all'esordio ha fatto un'ottima impressione al posto di Aloisi infortunato), prima del cross per la zuccata di Floriano, altro elemento che - recuperata la forma migliore - praticamente diventa una freccia imprendibile per i terzini avversari.
La difesa (bene anche il giovane Nannini sulla fascia sinistra) non rischia nulla e Mafella - pre ravvivare gli animi in un secondo tempo più lento rispetto alla prima frazione - decide nel finale di avventurarsi in un dribbling spericolato su Tedesco, cavandosela con qualche affanno: il Locri, a conti fatti, è solo questo, soffocato da un Bari tornato a recitare la parte del leone. In mezzo al campo la coppia Bolzoni-Hamlili riesce con egual successo a rompere la manovra avversaria e a far ripartire il gioco con pochi e precisi tocchi, rovesciando l'azione per innescare un gioco sulle fasce arioso e ficcante, forse quello che era mancato nelle due gare non vinte dal Bari, oltre al goal degli attaccanti. Ieri, invece, tutti i tasselli sono tornati in fretta al loro posto, e la rete di Simeri nel recupero certifica l'ottimo valore delle punte biancorosse, smorzando i casi veri o presunti montati nelle ultime due/tre settimane intorno all'ambiente biancorosso. E il punteggio sarebbe potuto essere anche più rotondo, non fosse venuta a mancare nella ripresa un po' di lucidità sotto porta (golose occasioni non concretizzate da Floriano e dal subentrato Neglia) e un po' della brillantezza che aveva contraddistinto le azioni offensive dei biancorossi nel primo tempo.
«Erano tutti arrabbiati», l'analisi di Cornacchini in sala stampa. Sintomo del fatto che i mezzi passi falsi contro Turris e Marsala, in fondo, non sono venuti per nuocere. Il rischio di un "imborghesimento" della squadra dopo un inizio fin troppo facile c'era, così come tangibile era il pericolo che il Bari si "accontentasse" di vincere tutte le partite con tre goal di scarto affidandosi al valore dei singoli più che allo spirito corale («Anche dopo le vittorie non avevo mai visto prestazioni che mia avessero fatto impazzire», ha ricordato Cornacchini nel post di Bari-Locri). Un piccolo campanello d'allarme arrivato al momento giusto per permettere al tecnico di cambiare qualcosa nella testa dei suoi e lavorare su soluzioni tecniche e tattiche diverse. Il gioco è fatto: prestazione di cuore e tecnica e la seconda in classifica torna dal San Nicola con un passivo che ne smorza entusiasmi e velleità.
Stiamo, in fin dei conti, parlando di una squadra come il Bari, che con la dimensione dilettantistica ha poco o nulla a che fare: "basta" tenere sempre alta la soglia della concentrazione, seguire uno schema tattico semplice e ordinato, che metta i singoli nelle condizioni di esprimersi al meglio in un contesto di squadra, e neanche il più pessimista dei tifosi potrà dubitare che i biancorossi siano destinati a fare un sol boccone del campionato. Il vero banco di prova sarà, ancora una volta, lontano dal San Nicola, su campi corrispondenti al livello della categoria. Domenica ad Acireale sarà sfida difficile, contro la terza della graduatoria: una nuova occasione per il Bari di dimostrare che, una volta uscito dai blocchi, fermarlo è missione (quasi) impossibile.