Calcio
Brenno, Farroni e Pissardo si presentano al pubblico di Bari
Questa mattina, 7 novembre, conferenza stampa congiunta dei tre portieri
Bari - martedì 7 novembre 2023
13.16
Conferenza stampa congiunta dei tre portieri del Bari, questa mattina, 7 novembre, all'interno della sala stampa "Gianluca Guido" dello stadio San Nicola.
Brenno ha sfoderato un sorprendente italiano, senza quasi mai ricorrere all'interprete, mentre Alessandro Farroni e Marco Pissardo hanno raccontato il loro momento da "seconde scelte", non facile, ma ugualmente stimolante e facente parte di un percorso di crescita.
Di seguito la sintesi delle loro dichiarazioni.
BRENNO
«Parata più bella sul primo palo contro l'Ascoli. Parata che vorrei dimenticare la prima contro il Palermo».
«È sempre stato un mio sogno giocare in Europa e quando c'è stata questa possibilità di venire a Bari, una piazza importante, non ho esitato. La mia famiglia sta molto bene qui».
«Non so perché la trattativa si è allungata tanto. Da quando mi è stata presentata questa possibilità, non ho mai avuto dubbi. Oggi mi sento meglio, l'inizio non è stato facile. Ma il processo di adattamento, anche alla lingua, sta andando bene. Per esempio ascolto la radio quando vado all'allenamento e questo mi aiuta a migliorare il mio italiano».
«Vorrei migliorare ogni giorno, è questo che voglio. Aiutare la mia squadra partita dopo partita e non mi pongo limiti. Posso dire che sto bene qui con la mia famiglia e voglio continuare a crescere. Poi vedremo quel che accadrà».
«La lingua è importante per sentirmi sicuro anche in campo. All'inizio non la conoscevo e magari volevo dire qualcosa ma parlavo in portoghese e facevo fatica a comunicare con i compagni».
«Mio nonno paterno era italiano, si chiamava Davoli, era originario di Cadelbosco di Sopra, nel reggiano».
«Essere portiere a Bari è una grande responsabilità, ne sono conscio. Per un portiere, come ho già detto, parlare in campo è fondamentale e farlo bene è essenziale. La comunicazione con il reparto difensivo è spesso decisiva».
«Voglio mostrare il mio talento e non voglio deludere chi ha creduto in me».
«La Puglia è una regione molto simile al Brasile, siamo a novembre e non ho bisogno di felpa. Clima simile e questo mi aiuta tanto nell'adattamento».
«Rigore di Moncini non parato a Brescia è sfortuna. Studiamo i tiratori avversari, ma purtroppo non ha alzato la palla, sapevo tirasse a sinistra, ma ha calciato rasoterra e mi è passata da sotto».
«Penso di dover migliorare nelle uscite, forse è vero. Ma sto acquisendo fiducia e amalgama con i compagni e questo credo sia importante».
«Le migliori partite contro l'Ascoli ed a Cremona; quella che voglio dimenticare individualmente è la gara di Pisa. Vorrei avere una carriera europea ed è questo il mio obiettivo».
«Al Gremio non so cosa sia successo ad un certo punto. Posso solo dire che l'unica cosa che conta ora è che sono qui».
PISSARDO
«Sapevo quello che doveva essere il mio ruolo qui in Puglia. Se ti alleni sempre bene è molto più probabile che ti faccia trovare pronto. E poi possiamo aiutare Brenno a fare migliori prestazioni».
«Sono stato espulso due o tre volte da ragazzino, ma negli ultimi anni non è più successo e credo di essermi calmato e maturato».
«Partendo dalla serie D, potersi confrontare in un campionato di categoria superiore era un'occasione da sfruttare, sebbene non siamo in una situazione ideale per mettersi in mostra».
«Trattativa arrivata a conclusione sul finire. Ero fuori dal progetto a Novara ed era il 29 agosto ed ho accettato subito dopo la chiamata del direttore Polito. Si è sbloccata al fotofinish, sono riuscito a rescindere e sono arrivato poi tre giorni dopo a Bari».
«Essermi formato all'Inter non è certo da poco. Poi per completarti devi giocare in altre società, magari meno blasonate ti aiuta a crescere. Non ho rimpianti ma sarò sempre grato all'Inter perché sono stato con loro dai 9 anni e mi hanno fatto crescere. Ma non ho alcun rimpianto».
FARRONI
«Ruolo delicato ed è assurdo pensare che noi speriamo che Brenno possa farsi male. Dobbiamo essere pronti, facendoci trovare al momento giusto. Ma per noi sarebbe bello se Brenno potesse giocarne 38».
«Questa esperienza a Bari è importante. In questi anni ho fatto sempre la Lega Pro e per me è una sfida, ho rincorso la B in tutti queste stagioni e non potevo farmi sfuggire l'occasione».
«Ci vediamo anche fuori dal campo con Pissardo e come si può capire è un aspetto assai importante per cementare il nostro rapporto».
«Trattativa per arrivare a Bari molto simile a quella di Pissardo, una volta arrivata la chiamata sul finire del mercato non potevo in alcun modo rifiutare».
«Il mister prende decisioni di settimana in settimana, ma bisogna sempre essere sul pezzo per metterlo in difficoltà nella scelta».
Brenno ha sfoderato un sorprendente italiano, senza quasi mai ricorrere all'interprete, mentre Alessandro Farroni e Marco Pissardo hanno raccontato il loro momento da "seconde scelte", non facile, ma ugualmente stimolante e facente parte di un percorso di crescita.
Di seguito la sintesi delle loro dichiarazioni.
BRENNO
«Parata più bella sul primo palo contro l'Ascoli. Parata che vorrei dimenticare la prima contro il Palermo».
«È sempre stato un mio sogno giocare in Europa e quando c'è stata questa possibilità di venire a Bari, una piazza importante, non ho esitato. La mia famiglia sta molto bene qui».
«Non so perché la trattativa si è allungata tanto. Da quando mi è stata presentata questa possibilità, non ho mai avuto dubbi. Oggi mi sento meglio, l'inizio non è stato facile. Ma il processo di adattamento, anche alla lingua, sta andando bene. Per esempio ascolto la radio quando vado all'allenamento e questo mi aiuta a migliorare il mio italiano».
«Vorrei migliorare ogni giorno, è questo che voglio. Aiutare la mia squadra partita dopo partita e non mi pongo limiti. Posso dire che sto bene qui con la mia famiglia e voglio continuare a crescere. Poi vedremo quel che accadrà».
«La lingua è importante per sentirmi sicuro anche in campo. All'inizio non la conoscevo e magari volevo dire qualcosa ma parlavo in portoghese e facevo fatica a comunicare con i compagni».
«Mio nonno paterno era italiano, si chiamava Davoli, era originario di Cadelbosco di Sopra, nel reggiano».
«Essere portiere a Bari è una grande responsabilità, ne sono conscio. Per un portiere, come ho già detto, parlare in campo è fondamentale e farlo bene è essenziale. La comunicazione con il reparto difensivo è spesso decisiva».
«Voglio mostrare il mio talento e non voglio deludere chi ha creduto in me».
«La Puglia è una regione molto simile al Brasile, siamo a novembre e non ho bisogno di felpa. Clima simile e questo mi aiuta tanto nell'adattamento».
«Rigore di Moncini non parato a Brescia è sfortuna. Studiamo i tiratori avversari, ma purtroppo non ha alzato la palla, sapevo tirasse a sinistra, ma ha calciato rasoterra e mi è passata da sotto».
«Penso di dover migliorare nelle uscite, forse è vero. Ma sto acquisendo fiducia e amalgama con i compagni e questo credo sia importante».
«Le migliori partite contro l'Ascoli ed a Cremona; quella che voglio dimenticare individualmente è la gara di Pisa. Vorrei avere una carriera europea ed è questo il mio obiettivo».
«Al Gremio non so cosa sia successo ad un certo punto. Posso solo dire che l'unica cosa che conta ora è che sono qui».
PISSARDO
«Sapevo quello che doveva essere il mio ruolo qui in Puglia. Se ti alleni sempre bene è molto più probabile che ti faccia trovare pronto. E poi possiamo aiutare Brenno a fare migliori prestazioni».
«Sono stato espulso due o tre volte da ragazzino, ma negli ultimi anni non è più successo e credo di essermi calmato e maturato».
«Partendo dalla serie D, potersi confrontare in un campionato di categoria superiore era un'occasione da sfruttare, sebbene non siamo in una situazione ideale per mettersi in mostra».
«Trattativa arrivata a conclusione sul finire. Ero fuori dal progetto a Novara ed era il 29 agosto ed ho accettato subito dopo la chiamata del direttore Polito. Si è sbloccata al fotofinish, sono riuscito a rescindere e sono arrivato poi tre giorni dopo a Bari».
«Essermi formato all'Inter non è certo da poco. Poi per completarti devi giocare in altre società, magari meno blasonate ti aiuta a crescere. Non ho rimpianti ma sarò sempre grato all'Inter perché sono stato con loro dai 9 anni e mi hanno fatto crescere. Ma non ho alcun rimpianto».
FARRONI
«Ruolo delicato ed è assurdo pensare che noi speriamo che Brenno possa farsi male. Dobbiamo essere pronti, facendoci trovare al momento giusto. Ma per noi sarebbe bello se Brenno potesse giocarne 38».
«Questa esperienza a Bari è importante. In questi anni ho fatto sempre la Lega Pro e per me è una sfida, ho rincorso la B in tutti queste stagioni e non potevo farmi sfuggire l'occasione».
«Ci vediamo anche fuori dal campo con Pissardo e come si può capire è un aspetto assai importante per cementare il nostro rapporto».
«Trattativa per arrivare a Bari molto simile a quella di Pissardo, una volta arrivata la chiamata sul finire del mercato non potevo in alcun modo rifiutare».
«Il mister prende decisioni di settimana in settimana, ma bisogna sempre essere sul pezzo per metterlo in difficoltà nella scelta».