Calcio
Brodino di Natale. Bari, è ancora mal di goal
Biancorossi a secco contro il Cosenza, un punto che serve a poco
Bari - domenica 24 dicembre 2023
Sarà il brodino il piatto principale dl pranzo natalizio in casa SSC Bari. I biancorossi fanno 0-0 in casa contro il Cosenza, nell'ultima del 2023 al San Nicola; un risultato buono solo per mettere qualcosa di caldo in pancia e per dar sollievo al cronico mal di goal di cui soffre la squadra di Marino. Di fatto, il punto non serve a nulla in termini di classifica, che per il Bari sta iniziando ad assumere gli imbarazzanti contorni del "senza infamia e senza lode".
La delusione regna sovrana, soprattutto perché i galletti mandano in scena la migliore prestazione del loro campionato senza riuscire a portare a casa la posta piena. Atavica è, infatti, la difficoltà dei biancorossi di concretizzare negli ultimi metri, lì dove Nasti fa un'enorme fatica a reggere il peso dell'attacco da solo, e dove il solo Sibilli appare l'unico in grado di sbrogliare la matassa con qualche azione personale. E se l'ex Pisa non si inventa qualcosa, allora è davvero notte fonda.
A maggior ragione, poi, se i galletti si prendono il lusso di gettare alle ortiche anche le occasioni clamorose create. Al 16' Achik si divora il vantaggio sparando addosso a Micai da posizione favorevole, e inquadrando con plastica efficacia il problema più grande (tra gli altri) che la squadra di Marino si porta sul groppone. Quando anche la manovra, pur con tutti i suoi limiti, manda al tiro gli attaccanti, lì davanti manca proprio il killer instinct per mandare gli avversari al tappeto.
Eh sì, perché la sfida contro il Cosenza qualcosa di buono la lascerebbe anche in eredità. A cominciare dalla confortante prestazione del centrocampo, dove Benali (un mezzo palo scheggiato con un tiro da fuori) appare sempre più a suo agio nell'ingrato compito di sostituire Maiello, e dove Maita pian piano sembra ritornare sui livelli che la piazza biancorossa sa che può raggiungere. Ma la nota più positiva è la prova di Edjouma, tornato titolare dopo una vita e autore di una prestazione confortante; il francese tocca tanti palloni, qualcuno lo sbaglia ma si rende sempre protagonista della manovra, andando anche al tiro dal limite con le sue lunghissime leve. Uno spiraglio incoraggiante, da cui ripartire.
Così come lietissima è la notizia del ritorno di Menez, a tempi di ultra-record dall'operazione al ginocchio. Il francese, nei dieci minuti finali, entra con il piglio giusto e fa vedere qualche scintilla del suo enorme talento; il suo recupero sarà il vero nuovo acquisto del Bari nell'anno che sta per cominciare. Tutta un'altra storia, per esempio, rispetto ad Aramu, a cui non è bastato un intero girone per dare un qualche contributo alla causa dei biancorossi.
Il resto? È tutto da rivedere e migliorare. A cominciare dalle fasce, dove Ricci e Dorval alternano buone prestazioni a pericolosi svarioni, anche perché senza ricambi all'altezza sono sempre loro a tirare la carretta. Però il fatto che la squadra finisca in crescendo, dopo il calo fisiologico accusato a metà ripresa (con un paio di occasioni pericolose concesse ai calabresi), lascia intendere che la condizione fisica sia in progressivo miglioramento.
Insomma, ce n'è abbastanza per pretendere interventi significativi sul mercato di gennaio, il luogo e il momento in cui si vedrà se la famiglia De Laurentiis vorrà provare sinceramente a ricucire il rapporto con la piazza di Bari, che ormai sembra irrimediabilmente logorato.
Ma prima, nel giorno di Santo Stefano, ci sarà la trasferta di Genova, in casa di una Sampdoria che - come il Bari - fatica a uscire dalla crisi. Sarà l'occasione per cercare quella continuità di prestazioni di cui hanno parlato Ricci e Marino, e soprattutto per tirare fuori una prestazione d'orgoglio a chiusura di un 2023 letteralmente sulle montagne russe per Bari e il suo Bari.
La delusione regna sovrana, soprattutto perché i galletti mandano in scena la migliore prestazione del loro campionato senza riuscire a portare a casa la posta piena. Atavica è, infatti, la difficoltà dei biancorossi di concretizzare negli ultimi metri, lì dove Nasti fa un'enorme fatica a reggere il peso dell'attacco da solo, e dove il solo Sibilli appare l'unico in grado di sbrogliare la matassa con qualche azione personale. E se l'ex Pisa non si inventa qualcosa, allora è davvero notte fonda.
A maggior ragione, poi, se i galletti si prendono il lusso di gettare alle ortiche anche le occasioni clamorose create. Al 16' Achik si divora il vantaggio sparando addosso a Micai da posizione favorevole, e inquadrando con plastica efficacia il problema più grande (tra gli altri) che la squadra di Marino si porta sul groppone. Quando anche la manovra, pur con tutti i suoi limiti, manda al tiro gli attaccanti, lì davanti manca proprio il killer instinct per mandare gli avversari al tappeto.
Eh sì, perché la sfida contro il Cosenza qualcosa di buono la lascerebbe anche in eredità. A cominciare dalla confortante prestazione del centrocampo, dove Benali (un mezzo palo scheggiato con un tiro da fuori) appare sempre più a suo agio nell'ingrato compito di sostituire Maiello, e dove Maita pian piano sembra ritornare sui livelli che la piazza biancorossa sa che può raggiungere. Ma la nota più positiva è la prova di Edjouma, tornato titolare dopo una vita e autore di una prestazione confortante; il francese tocca tanti palloni, qualcuno lo sbaglia ma si rende sempre protagonista della manovra, andando anche al tiro dal limite con le sue lunghissime leve. Uno spiraglio incoraggiante, da cui ripartire.
Così come lietissima è la notizia del ritorno di Menez, a tempi di ultra-record dall'operazione al ginocchio. Il francese, nei dieci minuti finali, entra con il piglio giusto e fa vedere qualche scintilla del suo enorme talento; il suo recupero sarà il vero nuovo acquisto del Bari nell'anno che sta per cominciare. Tutta un'altra storia, per esempio, rispetto ad Aramu, a cui non è bastato un intero girone per dare un qualche contributo alla causa dei biancorossi.
Il resto? È tutto da rivedere e migliorare. A cominciare dalle fasce, dove Ricci e Dorval alternano buone prestazioni a pericolosi svarioni, anche perché senza ricambi all'altezza sono sempre loro a tirare la carretta. Però il fatto che la squadra finisca in crescendo, dopo il calo fisiologico accusato a metà ripresa (con un paio di occasioni pericolose concesse ai calabresi), lascia intendere che la condizione fisica sia in progressivo miglioramento.
Insomma, ce n'è abbastanza per pretendere interventi significativi sul mercato di gennaio, il luogo e il momento in cui si vedrà se la famiglia De Laurentiis vorrà provare sinceramente a ricucire il rapporto con la piazza di Bari, che ormai sembra irrimediabilmente logorato.
Ma prima, nel giorno di Santo Stefano, ci sarà la trasferta di Genova, in casa di una Sampdoria che - come il Bari - fatica a uscire dalla crisi. Sarà l'occasione per cercare quella continuità di prestazioni di cui hanno parlato Ricci e Marino, e soprattutto per tirare fuori una prestazione d'orgoglio a chiusura di un 2023 letteralmente sulle montagne russe per Bari e il suo Bari.