Calcio
Carattere, lotta e stoccata vincente. Il Bari prende tre punti d'oro
La vittoria di Pagani fa emergere il lato più combattivo della squadra di Vivarini, che regge il passo in un campionato condizionato dal caso Rieti
Bari - lunedì 18 novembre 2019
9.41
Brutto, sporco, cattivo e vincente. Il Bari fa pochi complimenti e dal terreno fangoso della Paganese porta via tre punti che nell'economia del campionato valgono ben più di una "semplice" vittoria. Decide nella ripresa l'acrobazia del solito Antenucci, che vale lo 0-1 finale e spezza l'equilibrio di una partita ai limiti della regolarità.
Per il Bari era troppo importante vincere una partita che nata non sotto la migliore stella: la Paganese in casa non aveva mai perso, dall'altra parte il Monopoli si era portato avanti vincendo il derby col Bisceglie, e alla Reggina (ancora a +8 sul Bari) venivano attribuiti tre punti gratis sul campo del Rieti. Una situazione, quella della società laziale, che lascia più di un dubbio sulla regolarità dell'intero campionato: la squadra reatina non è stata in grado neanche di mandare in campo la Berretti al posto della prima squadra scioperante, a causa di un'irregolarità nella licenza dell'allenatore della formazione giovanile.
«Le nuove regole funzionano, consentono di difenderci meglio e di preservare il calcio - ha commentato il presidente della Lega pro Ghirelli in relazione alla partita non disputata. Hanno perso i "furbastri", chi nell'ombra (qualcuno c'è) spera di emergere, fregandosene del bene collettivo. Mi dispiace per i tifosi, lo so che soffrite, ma noi abbiamo l'obbligo di far pulizia. Oggi non è un bel giorno perché non si è giocato, ma oggi siamo più forti». Dichiarazioni che lasciano aperti diversi interrogativi, principalmente legati alla vera o presunta bontà delle normative a cui Ghirelli fa riferimento. La serie C, pur con evidenti passi avanti rispetto agli ultimi anni, resta un terreno minato, dove casi analoghi a quello del Rieti sono tristemente all'ordine del giorno in ogni stagione. I problemi societari dei laziali sono noti da luglio, in questa stagione nemmeno uno stipendio è stato pagato. E a farne le spese è, come sempre, la regolarità dei campionati e la credibilità intera del sistema calcio italiano. I fallimenti di Bari, Cesena, Foggia, Palermo, Modena e compagnia possono e devono insegnare qualcosa, e si spera che stavolta si colga davvero l'occasione per fare pulizia nel nostro pallone.
Un motivo in più, quindi, per tenersi stretta questa vittoria d'oro, al di là delle tante possibili speculazioni. Come giustamente ha sottolineato Vivarini, le considerazioni tecniche su Paganese-Bari lasciano il tempo che trovano: solo per pochissimi tratti si è giocata una partita di calcio, il resto è apparso come un incontro di pancrazio delle antiche olimpiadi greche, fra fango e sudore. Il Bari l'ha vinta perché l'ha voluta vincere, con un secondo tempo di carattere, nervi e lucidità dopo una prima frazione essenzialmente di lotta.
La decide Antenucci, l'uomo più rappresentativo della squadra: decimo goal in campionato per il bomber molisano, condito da un gesto atletico di pregevole fattura. Bravo Simeri (assist man anche nel primo tempo per Antenucci impreciso) a crederci sulla respinta del portiere dopo il tiro da fuori di uno Schiavone che da mezzala nel 4-3-1-2 sembra essersi rigenerato per diventare un reale fattore in questo Bari. Per il resto è bene sospendere il giudizio: la prova di Terrani da trequartista è ingiudicabile su quel campo, così come sarebbe inappropriato bocciare Folorunsho, che ha preso il posto di Hamlili, dispensato per più di un'ora dalla lotta nel fango.
Promossa, invece, la difesa: la linea a quattro, protetta dal lavoro organico di attaccanti e centrocampisti, regge bene, con Perrotta bloccato dietro insieme a Di Cesare e Sabbione e Berra più libero di farsi vedere e rendersi pericoloso. Resta da capire che posto ci sarà per Costa, ma questo è uno di quei problemi d'abbondanza che ogni allenatore vorrebbe avere.
Per ora è bene prendersi questa vittoria di carattere e solidità mentale, che va ad aggiungere un importante tassello nel percorso di crescita del Bari di Vivarini, che fa dieci risultati utili consecutivi ma che comunque si trova lì a dover sgomitare per cercare di risalire una classifica che - per ora - dice che i 29 punti totalizzati dai biancorossi sono ancora troppo pochi. Domenica prossima al San Nicola arriva il Teramo, per un esame che i galletti non possono fallire se vogliono tenere ancora viva la fiammella della "remuntada".
Per il Bari era troppo importante vincere una partita che nata non sotto la migliore stella: la Paganese in casa non aveva mai perso, dall'altra parte il Monopoli si era portato avanti vincendo il derby col Bisceglie, e alla Reggina (ancora a +8 sul Bari) venivano attribuiti tre punti gratis sul campo del Rieti. Una situazione, quella della società laziale, che lascia più di un dubbio sulla regolarità dell'intero campionato: la squadra reatina non è stata in grado neanche di mandare in campo la Berretti al posto della prima squadra scioperante, a causa di un'irregolarità nella licenza dell'allenatore della formazione giovanile.
«Le nuove regole funzionano, consentono di difenderci meglio e di preservare il calcio - ha commentato il presidente della Lega pro Ghirelli in relazione alla partita non disputata. Hanno perso i "furbastri", chi nell'ombra (qualcuno c'è) spera di emergere, fregandosene del bene collettivo. Mi dispiace per i tifosi, lo so che soffrite, ma noi abbiamo l'obbligo di far pulizia. Oggi non è un bel giorno perché non si è giocato, ma oggi siamo più forti». Dichiarazioni che lasciano aperti diversi interrogativi, principalmente legati alla vera o presunta bontà delle normative a cui Ghirelli fa riferimento. La serie C, pur con evidenti passi avanti rispetto agli ultimi anni, resta un terreno minato, dove casi analoghi a quello del Rieti sono tristemente all'ordine del giorno in ogni stagione. I problemi societari dei laziali sono noti da luglio, in questa stagione nemmeno uno stipendio è stato pagato. E a farne le spese è, come sempre, la regolarità dei campionati e la credibilità intera del sistema calcio italiano. I fallimenti di Bari, Cesena, Foggia, Palermo, Modena e compagnia possono e devono insegnare qualcosa, e si spera che stavolta si colga davvero l'occasione per fare pulizia nel nostro pallone.
Un motivo in più, quindi, per tenersi stretta questa vittoria d'oro, al di là delle tante possibili speculazioni. Come giustamente ha sottolineato Vivarini, le considerazioni tecniche su Paganese-Bari lasciano il tempo che trovano: solo per pochissimi tratti si è giocata una partita di calcio, il resto è apparso come un incontro di pancrazio delle antiche olimpiadi greche, fra fango e sudore. Il Bari l'ha vinta perché l'ha voluta vincere, con un secondo tempo di carattere, nervi e lucidità dopo una prima frazione essenzialmente di lotta.
La decide Antenucci, l'uomo più rappresentativo della squadra: decimo goal in campionato per il bomber molisano, condito da un gesto atletico di pregevole fattura. Bravo Simeri (assist man anche nel primo tempo per Antenucci impreciso) a crederci sulla respinta del portiere dopo il tiro da fuori di uno Schiavone che da mezzala nel 4-3-1-2 sembra essersi rigenerato per diventare un reale fattore in questo Bari. Per il resto è bene sospendere il giudizio: la prova di Terrani da trequartista è ingiudicabile su quel campo, così come sarebbe inappropriato bocciare Folorunsho, che ha preso il posto di Hamlili, dispensato per più di un'ora dalla lotta nel fango.
Promossa, invece, la difesa: la linea a quattro, protetta dal lavoro organico di attaccanti e centrocampisti, regge bene, con Perrotta bloccato dietro insieme a Di Cesare e Sabbione e Berra più libero di farsi vedere e rendersi pericoloso. Resta da capire che posto ci sarà per Costa, ma questo è uno di quei problemi d'abbondanza che ogni allenatore vorrebbe avere.
Per ora è bene prendersi questa vittoria di carattere e solidità mentale, che va ad aggiungere un importante tassello nel percorso di crescita del Bari di Vivarini, che fa dieci risultati utili consecutivi ma che comunque si trova lì a dover sgomitare per cercare di risalire una classifica che - per ora - dice che i 29 punti totalizzati dai biancorossi sono ancora troppo pochi. Domenica prossima al San Nicola arriva il Teramo, per un esame che i galletti non possono fallire se vogliono tenere ancora viva la fiammella della "remuntada".