Calcio
Castrovillari-Bari, il pareggio sta stretto ma sono troppe le occasioni sprecate
Il turn over funziona a metà: mira imprecisa e tanta sofferenza nel finale di gara. Il punto però è prezioso
Bari - giovedì 15 novembre 2018
11.26
Dopo tre vittorie consecutive arriva un nuovo stop per il Bari, fermato sull'1-1 in casa del Castrovillari in un delicato impegno infrasettimanale. Una partita dai tanti volti, che nasconde molteplici chiavi di lettura, a cominciare dal massiccio ricorso al turn over operato da Cornacchini. Una scelta che, con il senno di poi, convince ma solo per metà. «Una soluzione dettata dalla necessità», ha commentato il mister, che ha schierato 5 under contemporaneamente (Marfella, D'Ignazio, Langella, Piovanello e Turi) per dare un po' di fiato agli interpreti maggiormente impiegati fin qui e per preservare una pedina importante come Hamlili, attualmente sotto regime di diffida.
Il Bari è apparso meno disinvolto rispetto alle ultime uscite, e i vari passaggi dal 4-3-3 al 4-4-2, con Piovanello e Neglia bravi a fare da raccordo fra centrocampo e attacco e il doppio centravanti Simeri-Pozzebon a lottare su un terreno non del tutto adatto al gioco rasoterra, non hanno funzionato come nelle altre occasioni. La contemporanea assenza di Floriano e Brienza dal 1' ha privato la squadra biancorossa delle sue fonti di gioco avanzate predilette. Se la prima mezz'ora ha di fatto rispecchiato la strategia spesso messa in campo da Corncchini, che nelle fasi di avvio preferisce lasciar sfogare gli avversari imponendo un controllo "a distanza" delle operazioni, gli ultimi 20' sono stati contrassegnati da tanta, forse troppa, sofferenza. Raggiunto il vantaggio al 35' con la furbizia e la bravura di Neglia, nel finale il Bari è apparso sulle ginocchia, al cospetto di un avversario che ci ha messo veramente tanta "garra" e che per un attimo ha addirittura cullato il sogno di tornare negli spogliatoi con lo scalpo prestigioso dei pugliesi fra le mani, sparando però sempre fuori dal bersaglio. L'ingresso di Brienza per l'ultimo quarto d'ora ha dato alla squadra un po' di respiro, ispirando anche Piovanello per uno dei più ghiotti episodi del finale, ma è apparso più che evidente in conclusione di gara il debito di ossigeno del Bari, in sofferenza per l'impegno ravvicinato, figlio del ritardo di condizione dovuto alla preparazione iniziata con estremo ritardo.
Nel mezzo, tutto sommato, il Bari si è fatto preferire, tanto da far apparire più che giustificato il commento di Cornacchini nel finale: «Il pareggio è un risultato ingiusto», ha detto il mister. Analisi senz'altro corretta, alla luce dei numeri finali della partita. Di fatto il Castrovillari è arrivato al tiro in porta solo dal dischetto con Gallon, dopo un errore grossolano di Cacioli in disimpegno (sembrava esserci un rigore anche più netto su Floriano), mentre il Bari fra il primo e il secondo tempo ha collezionato più opportunità golose per andare al goal. Due di Simeri, due di Piovanello e una di Bolzoni le più clamorose e non concretizzate, un po' per la bravura del portiere Celliti, un po' per qualche difetto di mira di troppo.
Sono, come ha detto Cornacchini parlando del giovane Piovanello, errori che trovano diritto di cittadinanza nel percorso di crescita della squadra e dei singoli. Resta, però, il rammarico per due punti che con un po' più di concretezza sarebbero potuti salire insieme ai biancorossi sul pullman di ritorno a Bari.
Bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? La risposta è presto detta: il concomitante stop della Nocerina (1-1 al 96' in casa contro il Troina) permette al Bari di restare in vetta a +5. Circostanza che lascia ampio spazio per considerare un guadagno il punto di Castrovillari, contro una squadra estremamente rognosa e volitiva. Anche quando le cose non vanno benissimo per il Bari, la bagarre alle spalle dei biancorossi in classifica permette di vivere con un po' più di serenità questi fisiologici passaggi di maturazione dei Galletti, in una categoria come la Serie D, più ostica di quanto non si pronosticasse a bocce ferme. Tempo per speculazioni e ragionamenti, però, non ce n'è: domenica si ritorna in campo per ospitare al San Nicola la Palmese, l'altra compagine imbattuta del Girone I. Una nuova prova di maturità per il Bari, chiamato a dimostrare di aver fatto tesoro dei suoi errori.
Il Bari è apparso meno disinvolto rispetto alle ultime uscite, e i vari passaggi dal 4-3-3 al 4-4-2, con Piovanello e Neglia bravi a fare da raccordo fra centrocampo e attacco e il doppio centravanti Simeri-Pozzebon a lottare su un terreno non del tutto adatto al gioco rasoterra, non hanno funzionato come nelle altre occasioni. La contemporanea assenza di Floriano e Brienza dal 1' ha privato la squadra biancorossa delle sue fonti di gioco avanzate predilette. Se la prima mezz'ora ha di fatto rispecchiato la strategia spesso messa in campo da Corncchini, che nelle fasi di avvio preferisce lasciar sfogare gli avversari imponendo un controllo "a distanza" delle operazioni, gli ultimi 20' sono stati contrassegnati da tanta, forse troppa, sofferenza. Raggiunto il vantaggio al 35' con la furbizia e la bravura di Neglia, nel finale il Bari è apparso sulle ginocchia, al cospetto di un avversario che ci ha messo veramente tanta "garra" e che per un attimo ha addirittura cullato il sogno di tornare negli spogliatoi con lo scalpo prestigioso dei pugliesi fra le mani, sparando però sempre fuori dal bersaglio. L'ingresso di Brienza per l'ultimo quarto d'ora ha dato alla squadra un po' di respiro, ispirando anche Piovanello per uno dei più ghiotti episodi del finale, ma è apparso più che evidente in conclusione di gara il debito di ossigeno del Bari, in sofferenza per l'impegno ravvicinato, figlio del ritardo di condizione dovuto alla preparazione iniziata con estremo ritardo.
Nel mezzo, tutto sommato, il Bari si è fatto preferire, tanto da far apparire più che giustificato il commento di Cornacchini nel finale: «Il pareggio è un risultato ingiusto», ha detto il mister. Analisi senz'altro corretta, alla luce dei numeri finali della partita. Di fatto il Castrovillari è arrivato al tiro in porta solo dal dischetto con Gallon, dopo un errore grossolano di Cacioli in disimpegno (sembrava esserci un rigore anche più netto su Floriano), mentre il Bari fra il primo e il secondo tempo ha collezionato più opportunità golose per andare al goal. Due di Simeri, due di Piovanello e una di Bolzoni le più clamorose e non concretizzate, un po' per la bravura del portiere Celliti, un po' per qualche difetto di mira di troppo.
Sono, come ha detto Cornacchini parlando del giovane Piovanello, errori che trovano diritto di cittadinanza nel percorso di crescita della squadra e dei singoli. Resta, però, il rammarico per due punti che con un po' più di concretezza sarebbero potuti salire insieme ai biancorossi sul pullman di ritorno a Bari.
Bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? La risposta è presto detta: il concomitante stop della Nocerina (1-1 al 96' in casa contro il Troina) permette al Bari di restare in vetta a +5. Circostanza che lascia ampio spazio per considerare un guadagno il punto di Castrovillari, contro una squadra estremamente rognosa e volitiva. Anche quando le cose non vanno benissimo per il Bari, la bagarre alle spalle dei biancorossi in classifica permette di vivere con un po' più di serenità questi fisiologici passaggi di maturazione dei Galletti, in una categoria come la Serie D, più ostica di quanto non si pronosticasse a bocce ferme. Tempo per speculazioni e ragionamenti, però, non ce n'è: domenica si ritorna in campo per ospitare al San Nicola la Palmese, l'altra compagine imbattuta del Girone I. Una nuova prova di maturità per il Bari, chiamato a dimostrare di aver fatto tesoro dei suoi errori.