juve stabia bari. <span>Foto ssc bari</span>
juve stabia bari. Foto ssc bari
Calcio

Cinico e concreto, un Bari corsaro si rilancia anche in trasferta

La doppietta di Marras manda al tappeto la Juve Stabia e riaccende le ambizioni dei biancorossi. È lotta con l’Avellino

La trasferta non è più un tabù per il Bari. Dopo quella stentata vittoria a Bisceglie di metà gennaio, i biancorossi tornano a cogliere un successo fuori casa (il primo del nuovo corso Carrera) con lo 0-2 sul campo della Juve Stabia. Un pomeriggio infrasettimanale di gloria per i galletti, che sul terreno del Romeo Menti trovano tre punti fondamentali e un bel po' di sicurezze in più.

Una serata di tante prime volte: prima vittoria nella storia biancorossa in casa della Juve Stabia, prima vittoria di Carrera con due goal di scarto, prima volta che – da quando il nuovo mister è sulla panchina – non sono le reti di Pietro Cianci a levare le castagne dal fuoco per i pugliesi. Stavolta l'uomo copertina è Manuel Marras, il numero 10 intermittente che, quando si accende, dimostra tutto il suo enorme potenziale nel campionato di serie C.

E dire che per il Bari le premesse non erano delle migliori: centrocampo in emergenza totale con le squalifiche di Bianco e Maita, prima da titolare per Celiento dopo un'era zoologica, lo stop di Sabbione per un fastidio alla caviglia. Quando, poi, al 31' Vallocchia sfrutta l'errore in uscita di De Risio e colpisce il palo con un missile dalla distanza, le cose per il Bari sembrano mettersi davvero male. Di mezzo ci si mette anche il solito "vizietto" di Eugenio D'Ursi, che al 41' spreca clamorosamente un contropiede cercando un'improbabile soluzione personale invece di servire i liberissimi Antenucci e Marras al centro.

Poi, però, lo stesso D'Ursi si fa perdonare al 44', quando serve un assist visionario a Marras, bravissimo a liberarsi di Elizalde e a lasciar partire il suo mancino al veleno. La giornata di grazia del numero 10 si conferma anche a 2 giri di orologio dall'inizio della ripresa, quando chiude un triangolo delizioso con Antenucci e va in rete per il raddoppio.

Ed è proprio Antenucci, nella sua nuova posizione di suggeritore, la chiave di lettura del Bari di Carrera, ormai vicino alla sua conformazione titolare, al netto delle pesanti squalifiche. L'ex Spal lascia a Cianci, con la sua struttura fisica possente, il compito di riempire l'area, attirare su di sé i difensori avversari e aprire spazi alla batteria dei trequartisti per i loro dialoghi con i piedi buoni. Lo scambio stretto fra le maglie delle "vespe" che mettono in scena il 7 e il 10 per il secondo goal è da far vedere ai bambini delle scuole calcio.

Sta un po' tutta qui l'essenza del Bari in questo nuovo corso: magari non spettacolare, ma certamente cinico e capace di portare a casa punti sfruttando le sue migliori qualità. Un Bari corsaro, concreto e che sta trovando con Carrera nuove certezze anche in una rosa che tanti dubbi aveva destato in precedenza. A centrocampo Lollo (finalmente) è autore di una partita ordinata, sulla sinistra Sarzi Puttini è in crescita costante, Minelli è ormai una certezza e Celiento un gradito ritorno. Perrotta rischia saltando col braccio largo sul cross di Garattoni nella ripresa, e gli va bene; per il resto, sufficienza piena anche a lui. Bravi tutti i fidi scudieri di quei quattro lì davanti a cui – per qualità e personalità – Carrera deve affidarsi se vuol venire a capo di questo rebus di fine campionato.

Davanti, infatti, c'è ancora un Avellino che sembra fare maledettamente sul serio, e che con le buone o con le brutte vince le partite che deve vincere, come il delicatissimo scontro diretto di Catanzaro. La lotta sarà serrata, anche in considerazione dei calendari fittissimi e complicati di entrambe le squadre. Ora il Bari deve cercare continuità di prestazioni e risultati, e le sfide contro Potenza (in casa) e Ternana (fuori casa e vero banco di prova) ci diranno molto della reale portata delle ambizioni rilanciate dei biancorossi, finalmente vincenti e convincenti.
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