Calcio
Citro eroe a sorpresa, il Bari centra con il cuore una vittoria di platino
Il successo al 92' contro la Virtus Francavilla e il ko del Catanzaro lanciano i biancorossi verso un obiettivo non più ineffabile
Bari - domenica 6 marzo 2022
10.05
«Non ho più voce e sono paralizzato dal freddo. Ma che bello vincere al novantaduesimo con il gol straordinario di un ragazzo che è stato infortunato per un anno. Forza Bari». La sintesi perfetta di Bari-Virtus Francavilla la fa il sindaco Antonio Decaro, con un post sui social. La vittoria dei biancorossi, 2-1 a tempo quasi scaduto, contro la formazione brindisina solo in teoria vale tre punti come tutte le altre. In realtà, il successo dei galletti e la concomitante sconfitta del Catanzaro a Monopoli (i biancoverdi fanno un'altra partita della vita, mettendo a tacere chi diceva che fossero in grado di tirare fuori il meglio solo contro il Bari) aprono un varco importante verso la promozione e consegnano la 30ma giornata alla storia di questo campionato. Un allungo potenzialmente decisivo, ma meglio procedere con calma.
Un ragazzo infortunato per un anno, dice il primo cittadino. Il ragazzo in questione è Nicola Citro, 33 anni il prossimo maggio, che a Bari ha dovuto fare i conti con un crociato rotto, la lunga riabilitazione e un impiego molto più che occasionale. È suo il mancino che, al 92', conclude un contropiede lanciato da Maita (che si libera con una gomitata, intervento molto al limite) e s'infila alle spalle del portiere ospite Nobile dopo un bacio alla faccia interna della traversa. Un goal che sa di liberazione per il bomber con la valigia, a un passo dall'addio a gennaio e che - invece - si trova a firmare la vittoria più pazza e fin qui più importante del campionato biancorosso. Un professionista serio, un esempio di comportamento, che avrebbe meritato più spazio e che è stato capace di ritagliarsi un ruolo da protagonista nel film (con un finale ancora tutto da scrivere, beninteso) del campionato dei galletti. Così l'ha descritto Mignani nel post gara, e le sue parole non possono che essere anche le nostre.
Ma questa è la vittoria del gruppo, e anche un po' del suo leader. La partita contro la Virtus Francavilla appare come la naturale prosecuzione del secondo tempo di una settimana fa a Foggia, e non solo per il fattore comune del campo fangoso, veramente al limite della praticabilità. Sotto una pioggia incessante, nel gelo del San Nicola, il Bari si esalta, e la vince con il cuore di chi sa che la grande occasione è lì, alla portata della mano di chi avrà il coraggio di coglierla. Non che siano mancati i contrattempi, però. Già, perché nella palude del San Nicola trovare il goal era impresa ardua: quando al 21' Ricci crossa per Antenucci, che la rimette in mezzo e manda Cheddira a spingere in porta il più facile dei goal, il più sembra davvero fatto. Su un terreno del genere, di solito, un goal basta e avanza per portare a casa i tre punti; basta solo un po' di attenzione.
E, d'altronde, l'attenzione ai galletti non manca. Il primo tempo dei galletti è quasi perfetto, soprattutto in relazione alle complicate condizioni climatiche e della superficie di gioco. Il Bari non rischia quasi niente, con la solida coppia Gigliotti-Terranova in mezzo, il buon lavoro di pendolo svolto da Ricci a sinistra e la posizione più bloccata di Celiento (bravo a sostituire Belli e Pucino indisponibili) a destra. Nel mezzo Maiello, Maita e D'Errico assaltano di sciabola più che di fioretto, Galano-Chedddira-Antenucci non disdegnano il lavoro sporco. Insomma, per la Virtus la strada appare sbarrata. Ma il calcio, si sa, è imprevedibile, come imprevedibile è la traiettoria del pallone uscito dal piede di Maiorino: al 12' la punizione, l'episodio che inganna un Frattali non impeccabile e la riapre, all'improvviso.
L'equilibrio predicato come un mantra da Mignani porterebbe a pensare che un pareggio, tutto sommato, non sarebbe male. In fondo, da Monopoli arrivano notizie rassicuranti, il Catanzaro non riesce a rientrare contro il gabbiano. Però il tecnico anche stavolta si rende autore di un mezzo miracolo: entrano Mallamo, Botta, Simeri, Citro e Di Cesare (per Maiello, Galano, Cheddira, Antenucci e Gigliotti), la squadra si sbilancia ma non rischia nulla. E al 92' arriva la ciliegina, il goal-vittoria fortemente voluto, con il cuore, con la grinta, con la ritrovata ferocia di una squadra capace - ancora una volta - di uscire dalle sabbie mobili in cui si era andata a cacciare nel mese di febbraio grazie alla resilienza e al senso pragmatico di chi vuole raggiungere l'obiettivo. Il secondo tempo non è un granché dal punto di vista della tecnica (anche se Mignani dice che le squadre di qualità riescono a venir fuori anche su terreni impossibili), ma è l'esaltazione della concretezza che serve per avere la meglio in un campionato paludoso come la serie C.
Tre punti di platino, che iniziano a tracciare la cornice di una promozione in B che fino a ieri sembrava ancora ineffabile, e che oggi appare quantomeno un passo più vicina, con sole otto giornate ancora da giocare. Il tutto nel giorno del 43mo compleanno del presidente Luigi De Laurentiis, in tribuna insieme a babbo Aurelio, il proprietario della baracca, e sotto lo sguardo di 6mila coraggiosi, a cui andava regalata una vittoria come premio per tutta la pioggia e il freddo presi nel pomeriggio del San Nicola.
Insomma, un fatalista la vedrebbe come un segno del destino. Ma Mignani, che fatalista non è (o non vuole sembrare) predica calma e dice che nulla è ancora fatto. Fa il suo lavoro, in sintesi: l'entusiasmo fa bene, ma va tenuto a bada per non correre il rischio di sbandare all'ultima curva. Sì, perché domenica prossima c'è lo scontro diretto nella tana di un Catanzaro ferito, che cercherà immediato riscatto per non dire addio anzitempo alla corsa verso la B diretta. Uscire confermando il vantaggio di 7 punti sarebbe già un successo, vedere la forbice allargarsi addirittura a 10 potrebbe anche autorizzare i meno scaramantici a mettere lo spumante in fresco. Ma di questo riparleremo fra una settimana; per ora c'è da godersi una vittoria sofferta, meritata e splendida. Solo due settimane fa sembrava un miraggio, ma ora è tutto vero. Stamattina Bari e il Bari hanno il volto sorridente di Nicola Citro, eroe a sorpresa, eroe per un giorno. E che giorno…
Un ragazzo infortunato per un anno, dice il primo cittadino. Il ragazzo in questione è Nicola Citro, 33 anni il prossimo maggio, che a Bari ha dovuto fare i conti con un crociato rotto, la lunga riabilitazione e un impiego molto più che occasionale. È suo il mancino che, al 92', conclude un contropiede lanciato da Maita (che si libera con una gomitata, intervento molto al limite) e s'infila alle spalle del portiere ospite Nobile dopo un bacio alla faccia interna della traversa. Un goal che sa di liberazione per il bomber con la valigia, a un passo dall'addio a gennaio e che - invece - si trova a firmare la vittoria più pazza e fin qui più importante del campionato biancorosso. Un professionista serio, un esempio di comportamento, che avrebbe meritato più spazio e che è stato capace di ritagliarsi un ruolo da protagonista nel film (con un finale ancora tutto da scrivere, beninteso) del campionato dei galletti. Così l'ha descritto Mignani nel post gara, e le sue parole non possono che essere anche le nostre.
Ma questa è la vittoria del gruppo, e anche un po' del suo leader. La partita contro la Virtus Francavilla appare come la naturale prosecuzione del secondo tempo di una settimana fa a Foggia, e non solo per il fattore comune del campo fangoso, veramente al limite della praticabilità. Sotto una pioggia incessante, nel gelo del San Nicola, il Bari si esalta, e la vince con il cuore di chi sa che la grande occasione è lì, alla portata della mano di chi avrà il coraggio di coglierla. Non che siano mancati i contrattempi, però. Già, perché nella palude del San Nicola trovare il goal era impresa ardua: quando al 21' Ricci crossa per Antenucci, che la rimette in mezzo e manda Cheddira a spingere in porta il più facile dei goal, il più sembra davvero fatto. Su un terreno del genere, di solito, un goal basta e avanza per portare a casa i tre punti; basta solo un po' di attenzione.
E, d'altronde, l'attenzione ai galletti non manca. Il primo tempo dei galletti è quasi perfetto, soprattutto in relazione alle complicate condizioni climatiche e della superficie di gioco. Il Bari non rischia quasi niente, con la solida coppia Gigliotti-Terranova in mezzo, il buon lavoro di pendolo svolto da Ricci a sinistra e la posizione più bloccata di Celiento (bravo a sostituire Belli e Pucino indisponibili) a destra. Nel mezzo Maiello, Maita e D'Errico assaltano di sciabola più che di fioretto, Galano-Chedddira-Antenucci non disdegnano il lavoro sporco. Insomma, per la Virtus la strada appare sbarrata. Ma il calcio, si sa, è imprevedibile, come imprevedibile è la traiettoria del pallone uscito dal piede di Maiorino: al 12' la punizione, l'episodio che inganna un Frattali non impeccabile e la riapre, all'improvviso.
L'equilibrio predicato come un mantra da Mignani porterebbe a pensare che un pareggio, tutto sommato, non sarebbe male. In fondo, da Monopoli arrivano notizie rassicuranti, il Catanzaro non riesce a rientrare contro il gabbiano. Però il tecnico anche stavolta si rende autore di un mezzo miracolo: entrano Mallamo, Botta, Simeri, Citro e Di Cesare (per Maiello, Galano, Cheddira, Antenucci e Gigliotti), la squadra si sbilancia ma non rischia nulla. E al 92' arriva la ciliegina, il goal-vittoria fortemente voluto, con il cuore, con la grinta, con la ritrovata ferocia di una squadra capace - ancora una volta - di uscire dalle sabbie mobili in cui si era andata a cacciare nel mese di febbraio grazie alla resilienza e al senso pragmatico di chi vuole raggiungere l'obiettivo. Il secondo tempo non è un granché dal punto di vista della tecnica (anche se Mignani dice che le squadre di qualità riescono a venir fuori anche su terreni impossibili), ma è l'esaltazione della concretezza che serve per avere la meglio in un campionato paludoso come la serie C.
Tre punti di platino, che iniziano a tracciare la cornice di una promozione in B che fino a ieri sembrava ancora ineffabile, e che oggi appare quantomeno un passo più vicina, con sole otto giornate ancora da giocare. Il tutto nel giorno del 43mo compleanno del presidente Luigi De Laurentiis, in tribuna insieme a babbo Aurelio, il proprietario della baracca, e sotto lo sguardo di 6mila coraggiosi, a cui andava regalata una vittoria come premio per tutta la pioggia e il freddo presi nel pomeriggio del San Nicola.
Insomma, un fatalista la vedrebbe come un segno del destino. Ma Mignani, che fatalista non è (o non vuole sembrare) predica calma e dice che nulla è ancora fatto. Fa il suo lavoro, in sintesi: l'entusiasmo fa bene, ma va tenuto a bada per non correre il rischio di sbandare all'ultima curva. Sì, perché domenica prossima c'è lo scontro diretto nella tana di un Catanzaro ferito, che cercherà immediato riscatto per non dire addio anzitempo alla corsa verso la B diretta. Uscire confermando il vantaggio di 7 punti sarebbe già un successo, vedere la forbice allargarsi addirittura a 10 potrebbe anche autorizzare i meno scaramantici a mettere lo spumante in fresco. Ma di questo riparleremo fra una settimana; per ora c'è da godersi una vittoria sofferta, meritata e splendida. Solo due settimane fa sembrava un miraggio, ma ora è tutto vero. Stamattina Bari e il Bari hanno il volto sorridente di Nicola Citro, eroe a sorpresa, eroe per un giorno. E che giorno…