Calcio
Dal colpaccio al sospiro di sollievo. Frattali decisivo, per il Bari un punto d'oro a Catania
I biancorossi non mantengono il vantaggio e alla fine ringraziano il loro portiere. Per Carrera è emergenza totale, il tempo scorre e non si può più sbagliare
Bari - lunedì 22 febbraio 2021
Prima trasferta e primo stop per il Bari di Massimo Carrera. I biancorossi impattano 1-1 sull'ostico campo del Catania, per un punto che porta il volto dell'ormai solito uomo-copertina: Gigi Frattali para il rigore di Dall'Oglio al 93' e salva i galletti da una sconfitta che sarebbe stata tanto ingiusta quanto mortificante per le residue ambizioni del club di De Laurentiis. Il Bari passa dall'accarezzare il colpaccio esterno in totale emergenza al grosso sollievo per il miracolo del portiere nel recupero.
Già, perché il Bari a Catania fa con quel che ha. Nel primo tempo, quando la squadra tutta piena di cerotti può contare almeno sulla freschezza atletica, i galletti fanno vedere anche qualcosa di interessante: due tiri con D'Ursi nel primo quarto d'ora, poi tanto possesso, molto ordine, qualche sortita. Al 35' il Bari trova anche il meritato vantaggio con l'eroe del momento: Pietro Cianci è il centravanti che mancava a questa squadra, e con il suo fisico si fa beffe di Giosa anticipandolo sul cross del sempre più positivo Sarzi Puttini per battere di testa Confente.
Poi, nella ripresa, vengono fuori tutte le lacune della rosa, depauperata da un mercato invernale scriteriato. Alle assenze di Antenucci, Di Cesare, Andreoni, Rolando, Citro e dello squalificato Marras nell'intervallo si aggiunge il forfait di Minelli, sostituito da Celiento ancora a mezzo servizio. E quando Raffaele risponde gettando nella mischia Sarao e Golfo l'onda d'urto si fa troppo violenta perché il Bari possa reggere: le seconde palle sono tutte degli etnei, che con il loro pressing vanno a inserirsi fra le linee di passaggio di un Bari che perde gradualmente di lucidità. La rete proprio di Sarao arriva al 64' con lo stesso schema che aveva portato Cianci a realizzare il vantaggio: cross di Russotto da sinistra per il centravanti fisicato, che salta più alto di tutti e batte Frattali di testa. Duello fisico vinto contro Sabbione, il difensore esperto e navigato che, però, perde certezze senza al suo fianco il giovane ma impeccabile Minelli.
Poi a portare via un punto che, a posteriori, luccica come l'oro è Frattali, che mette una pezza alla plateale, ingenua e inutile trattenuta di Perrotta su Sarao parando a Dall'Oglio il suo terzo rigore consecutivo. Difficile da commentare l'espulsione che si va a cercare Bianco, che dopo il miracolo del suo portiere va a protestare ingenuamente con l'arbitro beccandosi il secondo giallo. Da un capitano esperto come lui ci si deve aspettare molto di più, soprattutto in un momento in cui ogni defezione è un ulteriore guaio.
Frattali a parte, rimangono i motivi per mangiarsi le mani. Innanzitutto per un vantaggio che il Bari si conquista con fatica contro un avversario di un certo spessore, senza però riuscire a consolidarlo con la rete del raddoppio. E, d'altra parte, quando all'assenza di Antenucci si aggiunge quella di Marras, ai galletti viene totalmente a mancare ogni fattore di imprevedibilità e fantasia. L'uscita di Cianci (fisiologica dopo l'infortunio) per Candellone toglie alla squadra anche l'unico punto di riferimento stabile in avanti. D'Ursi prova a far valere il suo tasso tecnico, ma troppe volte si intestardisce in azioni personali che portano pochissimi esiti, a centrocampo Bianco fa ordine, De Risio prova a metterci fosforo ma non ha le qualità del regista puro. L'unico che alza il tasso tecnico è Maita, bravo a interpretare questo nuovo ruolo di raccordo fra centrocampo e attacco che gli ha ritagliato Carrera. Però se nel 4-2-3-1 giochi con due centrali (Perrotta e Ciofani) da terzini, un esterno basso (Sarzi Puttini) all'ala, una mezzala (Maita) sulla trequarti, vuol dire che i problemi strutturali di questa squadra non possono essere coperti dalle assenze.
Bravo Carrera ogni volta a sottolineare come l'infermeria piena non debba essere un alibi, e a parlare di «Ottimo punto su un campo difficile, ottenuto con grinta e carattere». Lo stesso Frattali ha parlato di «Grinta e attaccamento su un campo da cui non sarebbe stato giusto uscire con una sconfitta». Certamente il pareggio di Catania dà continuità alla vittoria con il Monopoli, attendendo che il nuovo mister possa incidere significativamente anche sull'espressione di gioco della squadra. Di tempo, però, Carrera non ne ha: l'Avellino vince il derby con la Casertana e si porta (con una partita in più) a +4 sul Bari, che per restare agganciato con i denti al secondo posto deve depennare dal proprio vocabolario il verbo "sbagliare". Arrivare ai playoff con la migliore classifica possibile è un vantaggio troppo grande per potervi rinunciare.
Già, perché il Bari a Catania fa con quel che ha. Nel primo tempo, quando la squadra tutta piena di cerotti può contare almeno sulla freschezza atletica, i galletti fanno vedere anche qualcosa di interessante: due tiri con D'Ursi nel primo quarto d'ora, poi tanto possesso, molto ordine, qualche sortita. Al 35' il Bari trova anche il meritato vantaggio con l'eroe del momento: Pietro Cianci è il centravanti che mancava a questa squadra, e con il suo fisico si fa beffe di Giosa anticipandolo sul cross del sempre più positivo Sarzi Puttini per battere di testa Confente.
Poi, nella ripresa, vengono fuori tutte le lacune della rosa, depauperata da un mercato invernale scriteriato. Alle assenze di Antenucci, Di Cesare, Andreoni, Rolando, Citro e dello squalificato Marras nell'intervallo si aggiunge il forfait di Minelli, sostituito da Celiento ancora a mezzo servizio. E quando Raffaele risponde gettando nella mischia Sarao e Golfo l'onda d'urto si fa troppo violenta perché il Bari possa reggere: le seconde palle sono tutte degli etnei, che con il loro pressing vanno a inserirsi fra le linee di passaggio di un Bari che perde gradualmente di lucidità. La rete proprio di Sarao arriva al 64' con lo stesso schema che aveva portato Cianci a realizzare il vantaggio: cross di Russotto da sinistra per il centravanti fisicato, che salta più alto di tutti e batte Frattali di testa. Duello fisico vinto contro Sabbione, il difensore esperto e navigato che, però, perde certezze senza al suo fianco il giovane ma impeccabile Minelli.
Poi a portare via un punto che, a posteriori, luccica come l'oro è Frattali, che mette una pezza alla plateale, ingenua e inutile trattenuta di Perrotta su Sarao parando a Dall'Oglio il suo terzo rigore consecutivo. Difficile da commentare l'espulsione che si va a cercare Bianco, che dopo il miracolo del suo portiere va a protestare ingenuamente con l'arbitro beccandosi il secondo giallo. Da un capitano esperto come lui ci si deve aspettare molto di più, soprattutto in un momento in cui ogni defezione è un ulteriore guaio.
Frattali a parte, rimangono i motivi per mangiarsi le mani. Innanzitutto per un vantaggio che il Bari si conquista con fatica contro un avversario di un certo spessore, senza però riuscire a consolidarlo con la rete del raddoppio. E, d'altra parte, quando all'assenza di Antenucci si aggiunge quella di Marras, ai galletti viene totalmente a mancare ogni fattore di imprevedibilità e fantasia. L'uscita di Cianci (fisiologica dopo l'infortunio) per Candellone toglie alla squadra anche l'unico punto di riferimento stabile in avanti. D'Ursi prova a far valere il suo tasso tecnico, ma troppe volte si intestardisce in azioni personali che portano pochissimi esiti, a centrocampo Bianco fa ordine, De Risio prova a metterci fosforo ma non ha le qualità del regista puro. L'unico che alza il tasso tecnico è Maita, bravo a interpretare questo nuovo ruolo di raccordo fra centrocampo e attacco che gli ha ritagliato Carrera. Però se nel 4-2-3-1 giochi con due centrali (Perrotta e Ciofani) da terzini, un esterno basso (Sarzi Puttini) all'ala, una mezzala (Maita) sulla trequarti, vuol dire che i problemi strutturali di questa squadra non possono essere coperti dalle assenze.
Bravo Carrera ogni volta a sottolineare come l'infermeria piena non debba essere un alibi, e a parlare di «Ottimo punto su un campo difficile, ottenuto con grinta e carattere». Lo stesso Frattali ha parlato di «Grinta e attaccamento su un campo da cui non sarebbe stato giusto uscire con una sconfitta». Certamente il pareggio di Catania dà continuità alla vittoria con il Monopoli, attendendo che il nuovo mister possa incidere significativamente anche sull'espressione di gioco della squadra. Di tempo, però, Carrera non ne ha: l'Avellino vince il derby con la Casertana e si porta (con una partita in più) a +4 sul Bari, che per restare agganciato con i denti al secondo posto deve depennare dal proprio vocabolario il verbo "sbagliare". Arrivare ai playoff con la migliore classifica possibile è un vantaggio troppo grande per potervi rinunciare.