Un anno di Bari Calcio
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Dall’onta del fallimento alla speranza di rinascita: il 2018 del Bari calcio

Una città intera è ripartita dalla Serie D sotto la guida dei De Laurentiis cancellando la delusione del 16 luglio

16 luglio 2018: la data più triste nella storia del calcio barese, l'episodio più vergognoso in 110 anni di esistenza. La FC Bari 1908 fallisce, facendo sparire il galletto e i colori biancorossi dalla mappa del pallone professionistico italiano.

Dal punto più basso alla speranza di rinascita: il 2018 è stato l'anno della polvere e della riscossa del Bari calcio, di una città intera, dell'orgoglio biancorosso. Dopo due pre-fallimenti in due quattro anni, la scure cala sul popolo biancorosso, che però di andare alla ghigliottina proprio non ha manifestato alcuna intenzione.

Ma andiamo con ordine: all'inizio di maggio i deferimenti per mancato pagamento Irpef e ostacolo alla vigilanza Covisoc, con Giancaspro che nega ogni responsabilità. Sul campo il Bari di Grosso conquista il sesto posto nel campionato di Serie B, ma il tribunale federale (dopo il rinvio del pronunciamento e lo slittamento dei playoff) gli toglie due punti, costringendo i biancorossi a giocare il preliminare playoff in casa del Cittadella. Con il 2-2 del 3 giugno i veneti passano in semifinale, interrompendo il sogno Serie A del galletto.

Si aprono, dunque, gli scenari societari più devastanti: l'8 giugno Giancaspro riceve la visita della Guardia di finanza al San Nicola. Il giorno dopo la procura di Bari inizia un'indagine per ostacolo alla vigilanza. L'assemblea dei soci il 15 giugno stabilisce che entro le 23:59 del 6 luglio debba essere eseguito l'aumento di capitale, anticipato il 26 giugno dal pagamento delle ultime mensilità relative alla stagione '17/'18. Nel frattempo, il 18 giugno arriva la rescissione del contratto di Fabio Grosso. La panchina viene affidata a Zironelli, che porta la squadra in ritiro (13 luglio) con la società ormai sull'orlo del precipizio.

A luglio i giorni decisivi. Trascorsa nel silenzio la data del 6, il giorno dopo appare sul sito ufficiale del Bari un comunicato con cui si annuncia il sì alla ricapitalizzazione, rimandando il tutto al lunedì dopo in CdA. Una seduta a oltranza stabilisce in data 11 luglio l'apertura a soggetti terzi rispetto a Giancaspro e Paparesta, che il giorno prima si era chiamato fuori dalla corsa.

Il 12 luglio inizia la fine: prima che Giancaspro annunci di voler ricevere i soldi direttamente nelle sue mani, cominciano a circolare i nomi di Nicola Brienza, Pasquale Bacco e soprattutto Andrea Radrizzani. Una pista che diventa sempre più calda: il sindaco Decaro - regista della trattativa - convoca il 15 luglio Giancaspro in Comune per formalizzare la cessione alla cordata Radrizzani-Napoli del 70% delle quote societarie. Invito declinato da Giancaspro che, con un comunicato pubblicato a notte fonda rifiuta, dice di trovarsi a Roma. Nel pomeriggio del 16 arrivano le dimissioni di Giancaspro da presidente del consiglio di amministrazione, ma nemmeno questa mossa chiesta da Radrizzani serve a sbloccare la situazione. La trattativa salta per i troppi buchi visionati nel bilancio. Arrivano le 19 e la FC Bari fallisce.

Si configura così uno scenario inedito per il Bari calcio: il titolo sportivo passa al sindaco Antonio Decaro come statuito dalla FIGC. Il 20 luglio il primo cittadino incontra i tifosi al Della Vittoria e promette di trovare una società in grado di rilanciare le ambizioni della piazza. Per farlo, dal Comune il 23 luglio pubblicano un avviso a evidenza pubblica per la manifestazione d'interesse a rilevare il club. Si fanno avanti diverse proposte: da quella degli 8 imprenditori locali alla coppia Radrizzani-Napoli (che poi si ritira dalla corsa), fino ad arrivare ai grandi magnati Lotito, Preziosi e De Laurentiis. Proprio a questi la commissione presieduta da Decaro decide, il 31 luglio, di affidare il titolo sportivo. Il 1 agosto la conferenza stampa di passaggio del titolo dal Comune ad Aurelio De Laurentiis e alla FilmAuro. Nel frattempo il Comune riesce a "stanare" Gaincaspro dal San Nicola; i suoi ricorsi al Coni contro la decisione del sindaco sono tutti respinti.

Nei giorni successivi la neonata società, la SSC Bari, lavora nel silenzio per costituirsi da zero. Il 21 agosto, nel caldo della sala stampa di un San Nicola devastato dalla precedente gestione, l'annuncio: Giovanni Cornacchini è il nuovo allenatore e Luigi De Laurentiis (figlio primogenito di Aurelio) è il presidente; Matteo Scala è il club manager. Il primo embrione di squadra, intanto, è già in ritiro alle porte di Roma per preparare la stagione. La possibilità di un ripescaggio in Serie C tramonta, e il Bari si attrezza con uno squadrone per la Serie D. Arrivano nomi di spicco: Floriano, Simeri, Pozzebon, Bolzoni, Mattera e soprattutto i ritorni di Di Cesare e capitan Brienza, l'unico superstite della FC Bari. Insieme a loro tanti giovani, molti in orbita Napoli: Marfella, D'Ignazio, Liguori, Aloisi, Nannini, Piovanello, Langella e in corso d'opera anche il barese Turi.

Il 13 settembre la presentazione della squadra e il 16 partenza col botto: 0-3 a Messina. Il 21 settembre il passaggio dello stadio San Nicola dal Comune alla SSC Bari, che il 23 disputa la prima in casa, travolgendo 4-1 la piccola Sancataldese. Inizia così un cammino trionfale dei biancorossi nel girone d'andata: 13 vittorie e 4 pareggi in 17 partite, 37 goal segnati e 7 subiti. Solo il Bitonto ha strappato la vittoria al Bari, il 26 settembre (giorno dell'arresto di Giancaspro per il crack Cicolella) nel turno preliminare di Coppa Italia.

Il Bari è lanciato verso la promozione in Serie C, sostenuto da una piazza che non ha mai mollato un centimetro: 8mila abbonati in Serie D, picchi di 12mila presenze in casa e il solito esodo nelle trasferte non vietate sui campi di provincia. Dopo un 2018 fatto di amarezza e speranza, la piazza biancorossa confida in blocco che il 2019 coincida con il ritorno del Bari dove merita, fra i professionisti.
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