Calcio
Ecco perché il punto di La Spezia è un punto d'oro
L'analisi del match a mente fredda
Bari - sabato 26 ottobre 2024
12.27
L'analisi della partita tra Spezia e Bari non può prescindere dai due legni colpiti dai padroni di casa (Esposito nel primo tempo e Reca in avvio di ripresa) e da un paio di interventi di Radunovic ed è per questo che il punto del "Picco" è un punto d'oro per i biancorossi. Per questo ed altri motivi che cercheremo di indicarvi.
DIFESA ATTENTA
Diverse testate giornalistiche hanno dato i voti più alti giustamente ai difensori. Il palo e la traversa sono frutto di giocate individuali, ma il pacchetto arretrato del Bari, forse per la prima volta da inizio stagione, ha mostrato di sapersi compattare e, all'occorrenza, di saper difendere anche basso. Obaretin ha con mestiere insospettabile, vista la giovane età, saputo innervosire Francesco Pio Esposito, è sempre stato in grado di chiudere le incursioni di Elia quando questi (rare volte) ha superato Dorval. Già, Dorval...
L'algerino spesso accusato di essere incapace di difendere, ieri sera al "Picco" ha mostrato tenacia e senso della posizione, contenendo il bravo Elia sul versante offensivo destro spezzino e facendo sovente diagonali decisive quando i cross arrivavano tagliati dalla parte sinistra dell'attacco ligure.
Mantovani e Vicari due rocce, attenti, senza sbavature di sorta, presenti e sempre pronti a dare consigli ai compagni. Simic buon esordio: ha capito che doveva entrare per "fare a botte" ed è quello che ha fatto: fisicità, niente fronzoli, un muro di gomma (e muscoli) a respingere gli attacchi dello Spezia in un finale convulso e disordinato. Maita e Benali, al solito quest'anno, tanta corsa e tanta esperienza quando si è trattato di farsi fare fallo, di sporcare ancor di più una partita che D'Angelo voleva così, sporca e fisica, e che gli si è ritorta contro.
IL GRUPPO
Lo ha detto lo stesso Moreno Longo nel post-partita: l'aveva pensata così, voleva vedere i suoi ragazzi come si sarebbero comportati e la risposta definitiva l'ha data il campo, sublimata da quel cerchio tutti abbracciati a fine gara. Se mi impegno, se il gruppo c'è, raramente perdo e se perdo, almeno imparo, cosa che nello scorso campionato non avveniva. Mai.
Il coinvolgimento di chi è stato impiegato meno sinora mostra l'intendimento del tecnico piemontese: tutti sono utili, tutti contribuiscono alla causa, tutti avranno la loro chance. E così si compatta uno spogliatoio.
UN CAMPO DIFFICILISSIMO
Il punto di La Spezia è d'oro non solo perché loro hanno avuto tre palle gol ed hanno più rimpianti, ma perché l'aggressione continua delle squadre di D'Angelo è un marchio di fabbrica già evidenziato a Pisa. Non giocano alla grande, non ci sono trame che fanno strabuzzare gli occhi, non c'è la tecnica per intenderci del Sassuolo. C'è fisicità, grinta, ottima copertura degli spazi e verticalizzazioni se si può. E Longo gliel'ha incartata bene, primi dieci minuti a parte. Ha "snaturato" il suo Bari che va a prendere alto gli avversari e lo ha reso operaio, lo ha voluto vedere in trincea a respingere gli assalti. A proposito... Assalti sì, a sprazzi, ma non frutto di palleggio di chissà quale raffinatezza, in pieno credo D'Angelo: si gioca essenziale e lo Spezia farà strada perché è una tipica squadra di B che può vincere i campionati, subisce poco e tenta di vincere per asfissia sfruttando una marea di calci da fermo. E pure su quelli il Bari ha lasciato solo una vera occasione.
IL PROBLEMA ATTACCO
Resta l'attacco poco produttivo e poco cinico: al minuto 49 del primo tempo se Novakovich la passa a Lasagna in un due contro uno perfetto, il Bari fa gol e chiude la prima frazione in vantaggio. Ed allora sì che i liguri si sarebbero dovuti scoprire totalmente, lasciando campo ai biancorossi. L'americano deve sgrezzarsi, si impegna, ma deve fare le scelte giuste al momento giusto e quella di ieri sera fa il paio con quelle non fatte a Cremona nel finale.
Senza Favilli (chissà se avremmo punto di più in attacco con lui in campo) le possibili scelte di Longo si restringono. Ed è questo il segno di una campagna acquisti in cui Magalini e Di Cesare hanno davvero fatto il massimo col poco che avevano a disposizione.
Anche per questo motivo il punto di La Spezia è d'oro, con la premessa che contro Carrarese e Reggiana, in qualunque modo, devono arrivare sei punti fondamentali per non vivere con qualche patema di troppo un'altra stagione.
ORA BISOGNA VINCERE
Otto risultati utili, sei pareggi però. Quello di ieri ottimo, gli altri molto meno. All'appello, facendo i conti della serva e senza riprove, mancano ora 5 punti al Bari, persi per strada per errori propri ed arbitrali. Al "Picco", invece, finalmente se ne è guadagnato uno senza brillare. Signori è la B, che piaccia o meno. Un campionato in cui le incognite sono molte di più delle certezze.
DIFESA ATTENTA
Diverse testate giornalistiche hanno dato i voti più alti giustamente ai difensori. Il palo e la traversa sono frutto di giocate individuali, ma il pacchetto arretrato del Bari, forse per la prima volta da inizio stagione, ha mostrato di sapersi compattare e, all'occorrenza, di saper difendere anche basso. Obaretin ha con mestiere insospettabile, vista la giovane età, saputo innervosire Francesco Pio Esposito, è sempre stato in grado di chiudere le incursioni di Elia quando questi (rare volte) ha superato Dorval. Già, Dorval...
L'algerino spesso accusato di essere incapace di difendere, ieri sera al "Picco" ha mostrato tenacia e senso della posizione, contenendo il bravo Elia sul versante offensivo destro spezzino e facendo sovente diagonali decisive quando i cross arrivavano tagliati dalla parte sinistra dell'attacco ligure.
Mantovani e Vicari due rocce, attenti, senza sbavature di sorta, presenti e sempre pronti a dare consigli ai compagni. Simic buon esordio: ha capito che doveva entrare per "fare a botte" ed è quello che ha fatto: fisicità, niente fronzoli, un muro di gomma (e muscoli) a respingere gli attacchi dello Spezia in un finale convulso e disordinato. Maita e Benali, al solito quest'anno, tanta corsa e tanta esperienza quando si è trattato di farsi fare fallo, di sporcare ancor di più una partita che D'Angelo voleva così, sporca e fisica, e che gli si è ritorta contro.
IL GRUPPO
Lo ha detto lo stesso Moreno Longo nel post-partita: l'aveva pensata così, voleva vedere i suoi ragazzi come si sarebbero comportati e la risposta definitiva l'ha data il campo, sublimata da quel cerchio tutti abbracciati a fine gara. Se mi impegno, se il gruppo c'è, raramente perdo e se perdo, almeno imparo, cosa che nello scorso campionato non avveniva. Mai.
Il coinvolgimento di chi è stato impiegato meno sinora mostra l'intendimento del tecnico piemontese: tutti sono utili, tutti contribuiscono alla causa, tutti avranno la loro chance. E così si compatta uno spogliatoio.
UN CAMPO DIFFICILISSIMO
Il punto di La Spezia è d'oro non solo perché loro hanno avuto tre palle gol ed hanno più rimpianti, ma perché l'aggressione continua delle squadre di D'Angelo è un marchio di fabbrica già evidenziato a Pisa. Non giocano alla grande, non ci sono trame che fanno strabuzzare gli occhi, non c'è la tecnica per intenderci del Sassuolo. C'è fisicità, grinta, ottima copertura degli spazi e verticalizzazioni se si può. E Longo gliel'ha incartata bene, primi dieci minuti a parte. Ha "snaturato" il suo Bari che va a prendere alto gli avversari e lo ha reso operaio, lo ha voluto vedere in trincea a respingere gli assalti. A proposito... Assalti sì, a sprazzi, ma non frutto di palleggio di chissà quale raffinatezza, in pieno credo D'Angelo: si gioca essenziale e lo Spezia farà strada perché è una tipica squadra di B che può vincere i campionati, subisce poco e tenta di vincere per asfissia sfruttando una marea di calci da fermo. E pure su quelli il Bari ha lasciato solo una vera occasione.
IL PROBLEMA ATTACCO
Resta l'attacco poco produttivo e poco cinico: al minuto 49 del primo tempo se Novakovich la passa a Lasagna in un due contro uno perfetto, il Bari fa gol e chiude la prima frazione in vantaggio. Ed allora sì che i liguri si sarebbero dovuti scoprire totalmente, lasciando campo ai biancorossi. L'americano deve sgrezzarsi, si impegna, ma deve fare le scelte giuste al momento giusto e quella di ieri sera fa il paio con quelle non fatte a Cremona nel finale.
Senza Favilli (chissà se avremmo punto di più in attacco con lui in campo) le possibili scelte di Longo si restringono. Ed è questo il segno di una campagna acquisti in cui Magalini e Di Cesare hanno davvero fatto il massimo col poco che avevano a disposizione.
Anche per questo motivo il punto di La Spezia è d'oro, con la premessa che contro Carrarese e Reggiana, in qualunque modo, devono arrivare sei punti fondamentali per non vivere con qualche patema di troppo un'altra stagione.
ORA BISOGNA VINCERE
Otto risultati utili, sei pareggi però. Quello di ieri ottimo, gli altri molto meno. All'appello, facendo i conti della serva e senza riprove, mancano ora 5 punti al Bari, persi per strada per errori propri ed arbitrali. Al "Picco", invece, finalmente se ne è guadagnato uno senza brillare. Signori è la B, che piaccia o meno. Un campionato in cui le incognite sono molte di più delle certezze.