Calcio
Fallimento FC Bari, sospetti biglietti omaggio alla tifoseria per non contestare
Si parla anche di rimborsi a Giancaspro e Sogliano, ma l'ex diesse smentisce: «Io totalmente estraneo». Gli ultras: «Mai asserviti»
Bari - mercoledì 25 luglio 2018
15.17
Emergono nuovi particolari intorno alla vicenda del fallimento della FC Bari 1908, in relazione alla cattiva gestione del club sportivo da parte di Cosmo Giancaspro. Stando a quanto riportato nell'edizione odierna de La Gazzetta del Mezzogiorno, dall'interrogatorio di Antonella Indiveri (la contabile della società) la Procura di Bari sarebbe venuta a conoscenza di alcune ingenti somme prelevate in maniera sospetta dall'ormai ex presidente e dal diesse Sean Sogliano sotto forma di rimborsi, fino ad arrivare anche a 10.000 euro al mese. Un'operazione giustificata dalla mancanza di una carta di credito aziendale.
La tesi sostenuta dalla Indiveri davanti agli inquirenti, da una parte, metterebbe con le spalle al muro Sogliano (che si dice essere vicino al nuovo Milan), dettosi sempre all'oscuro delle irregolarità societarie, dall'altra spiegherebbe alcune anomalie riscontrate nei documenti della società. Su tutti, l'ormai famosa busta con su scritto "nero parcheggi", che andrebbe a fare il paio con alcuni ricavi non dichiarati dal servizio bar all'interno dello stadio.
A insospettire gli investigatori, inoltre, anche alcune sospette relazioni con gli esponenti della tifoseria organizzata, a cui sarebbero stati destinati biglietti omaggio e gadget della squadra in cambio del loro "silenzio", ovvero dell'assenza di una contestazione aperta alla società anche in presenza di gravi fatti come quelli emersi da marzo in poi.
Non si è fatta attendere la replica dei diretti interessati, a cominciare da Sogliano che, con un comunicato prende le distanze dalle indiscrezioni di stampa. «Leggendo l'edizione odierna de La Gazzetta del Mezzogiorno - scrive il diesse - ho appreso che la dott.ssa Antonella Indiveri, dipendente addetta all'amministrazione di Football Club Bari 1908 S.p.a., avrebbe dichiarato che avrei ricevuto compensi in contanti e non dichiarati ed avrei intrattenuto rapporti non corretti con parte della tifoseria. In ciò accomunandomi al presidente Giancaspro. Le accuse, totalmente infondate e che respingo integralmente, mi hanno lasciato esterrefatto per due motivi: perché mai e sottolineo mai nella mia carriera ho incassato somme che non fossero il regolare frutto del mio lavoro; inoltre conoscendo bene la dott.ssa Indiveri e la stima che reciprocamente ci riserviamo, non riesco a credere che la stessa abbia effettivamente pronunciato quelle parole. In particolare, come potrò agevolmente dimostrare, nel periodo trascorso a Bari non solo ho ricevuto unicamente le somme pattuite con il mio contratto, ma ho personalmente sostenuto ingenti spese delle quali mai ho avanzato richiesta di rimborso. Mi riferisco ai biglietti aerei, alle mie trasferte non al seguito della prima squadra, alle cene organizzate con i giocatori o con i loro procuratori, due anni di albergo, vitto ed alloggio, e sicuramente dimentico tanti esborsi che, in tutti i casi, ho sempre pagato personalmente. Ho già dato mandato ai miei legali di procedere in tutte le sedi e nei confronti di tutti i soggetti che fossero ritenuti responsabili, a tutela del mio nome, ingiustamente esposto e danneggiato da vicende alle quali sono totalmente estraneo».
Dura la risposta anche dei vari gruppi ultras che con una nota congiunta a firma di Seguaci, Bulldog, Re David e La Bari Siamo Noi, danno la loro versione dei fatti. «In merito ai vari articoli apparsi sul quotidiani locali (Gazzetta del mezzogiorno), secondo cui la tifoseria organizzata avrebbe ricevuto gadget e biglietti In cambio di "tranquillità". Esprimiamo la nostra più totale estraneità. Se abbiamo avuto del biglietti, ci sono arrivati secondo normativa vigente valevole per le associazioni riconosciute (lo siamo tutte, e senza scopo dl lucro). Molti di noi hanno un abbonamento che risulta regolarmente pagato. Quanto al gadget, abbiamo centInala di scontrini. Con la vecchia gestione non abbiamo mai avuto rapporti di sorta, tantomeno cl siamo mal fatti condizionare nelle scelte. Basterebbe ricordare i comunicati e le azioni intraprese nel corso della stagione, In cui abbiamo colpito chiunque, per noi, stesse sbagliando. Abbiamo sempre agito per II bene del Bari, senza mai vendere la dignità, con l'avvallo della quasi totalità della tifoseria. E non ci stiamo a questo gioco al massacro fatto di semplici illazioni finalizzate a rendere ancor pia caotica una situazione già complessa in un momento dove tutta la tifoseria deve unirsi e non permettere a nessuno di metterci contro. Giancaspro pezzente».
La tesi sostenuta dalla Indiveri davanti agli inquirenti, da una parte, metterebbe con le spalle al muro Sogliano (che si dice essere vicino al nuovo Milan), dettosi sempre all'oscuro delle irregolarità societarie, dall'altra spiegherebbe alcune anomalie riscontrate nei documenti della società. Su tutti, l'ormai famosa busta con su scritto "nero parcheggi", che andrebbe a fare il paio con alcuni ricavi non dichiarati dal servizio bar all'interno dello stadio.
A insospettire gli investigatori, inoltre, anche alcune sospette relazioni con gli esponenti della tifoseria organizzata, a cui sarebbero stati destinati biglietti omaggio e gadget della squadra in cambio del loro "silenzio", ovvero dell'assenza di una contestazione aperta alla società anche in presenza di gravi fatti come quelli emersi da marzo in poi.
Non si è fatta attendere la replica dei diretti interessati, a cominciare da Sogliano che, con un comunicato prende le distanze dalle indiscrezioni di stampa. «Leggendo l'edizione odierna de La Gazzetta del Mezzogiorno - scrive il diesse - ho appreso che la dott.ssa Antonella Indiveri, dipendente addetta all'amministrazione di Football Club Bari 1908 S.p.a., avrebbe dichiarato che avrei ricevuto compensi in contanti e non dichiarati ed avrei intrattenuto rapporti non corretti con parte della tifoseria. In ciò accomunandomi al presidente Giancaspro. Le accuse, totalmente infondate e che respingo integralmente, mi hanno lasciato esterrefatto per due motivi: perché mai e sottolineo mai nella mia carriera ho incassato somme che non fossero il regolare frutto del mio lavoro; inoltre conoscendo bene la dott.ssa Indiveri e la stima che reciprocamente ci riserviamo, non riesco a credere che la stessa abbia effettivamente pronunciato quelle parole. In particolare, come potrò agevolmente dimostrare, nel periodo trascorso a Bari non solo ho ricevuto unicamente le somme pattuite con il mio contratto, ma ho personalmente sostenuto ingenti spese delle quali mai ho avanzato richiesta di rimborso. Mi riferisco ai biglietti aerei, alle mie trasferte non al seguito della prima squadra, alle cene organizzate con i giocatori o con i loro procuratori, due anni di albergo, vitto ed alloggio, e sicuramente dimentico tanti esborsi che, in tutti i casi, ho sempre pagato personalmente. Ho già dato mandato ai miei legali di procedere in tutte le sedi e nei confronti di tutti i soggetti che fossero ritenuti responsabili, a tutela del mio nome, ingiustamente esposto e danneggiato da vicende alle quali sono totalmente estraneo».
Dura la risposta anche dei vari gruppi ultras che con una nota congiunta a firma di Seguaci, Bulldog, Re David e La Bari Siamo Noi, danno la loro versione dei fatti. «In merito ai vari articoli apparsi sul quotidiani locali (Gazzetta del mezzogiorno), secondo cui la tifoseria organizzata avrebbe ricevuto gadget e biglietti In cambio di "tranquillità". Esprimiamo la nostra più totale estraneità. Se abbiamo avuto del biglietti, ci sono arrivati secondo normativa vigente valevole per le associazioni riconosciute (lo siamo tutte, e senza scopo dl lucro). Molti di noi hanno un abbonamento che risulta regolarmente pagato. Quanto al gadget, abbiamo centInala di scontrini. Con la vecchia gestione non abbiamo mai avuto rapporti di sorta, tantomeno cl siamo mal fatti condizionare nelle scelte. Basterebbe ricordare i comunicati e le azioni intraprese nel corso della stagione, In cui abbiamo colpito chiunque, per noi, stesse sbagliando. Abbiamo sempre agito per II bene del Bari, senza mai vendere la dignità, con l'avvallo della quasi totalità della tifoseria. E non ci stiamo a questo gioco al massacro fatto di semplici illazioni finalizzate a rendere ancor pia caotica una situazione già complessa in un momento dove tutta la tifoseria deve unirsi e non permettere a nessuno di metterci contro. Giancaspro pezzente».