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Calcio
Ferrara omaggia Antenucci, Bari non lo ha neanche ringraziato
Il calciatore molisano ha chiuso la sua lunga carriera
Bari - lunedì 28 aprile 2025
16.44
771 gare, 225 gol, 56 assist e 23 anni di calcio in cui ha fatto conoscere non solo l'ottimo calciatore che è stato, ma soprattutto l'uomo ed il padre esemplare. Ferrara ha giustamente reso omaggio a Mirco Antenucci, simbolo della cavalcata della SPAL dalla C alla A, simbolo di un calcio in cui i valori umani vengono messi al primo posto.
Nel capoluogo emiliano, prima della partita contro il Gubbio che ha chiuso la stagione degli estensi in serie C, Antenucci è stato omaggiato con una passerella, mentre lo stadio gli ha tributato un lungo applauso e cori, dopo la coreografia di due settimane fa.
Mirco Antenucci «emoziona», racconta Alessio Duatti sulle pagine web de La Nuova Ferrara ed è proprio vero. L'ultima grande emozione per i tifosi del Bari l'ha data lui, che si alzò dalla panchina e siglò nel giugno 2023 il rigore al 94' della finale playoff d'andata a Cagliari. Freddo come non lo era stato il più celebrato Cheddira, professionista sempre a testa alta anche negli anni difficili del Covid. Ancora lui, sempre lui, quello che aveva pareggiato anche la finale playoff con la Reggiana, poi annullato per un fallo di mano visto al contrario.
Il "lupo" di Roccavivara se ne è andato da Bari dopo aver disputato 125 partite e segnato 58 gol, uno dei più prolifici bomber ad aver vestito la maglia biancorossa. Ma Bari non lo ha ringraziato, il Bari non lo ha ringraziato, eccetto laconici messaggi di circostanza nell'estate 2023, prima di una sciagurata annata in cui il suo talento, la sua visione di gioco ci avrebbero fatto comodo, eccome.
Nessun "grazie" da Bari, anche da una parte della tifoseria risentita per un suo gesto in serie C, quando portò le mani alle orecchie per sentire i fischi di quattro idioti che ebbero da ridire, in tempi grami, anche sulla sua classe e che si innamorarono invece di altri mediocri attori. Mistero delle fede...biancorossa.
Antenucci è il simbolo di un calcio sempre meno in voga, abnegazione, professionalità, il campo che parla, parole ponderate e sempre dette non a casaccio. Uomo esemplare, padre amorevole, laureatosi mentre giocava, sa pure suonare il piano, con un percorso di vita differente da altre mezze figure che hanno rapito il cuore di molti baresi, non si sa come, non si sa perché, nonostante la loro pochezza culturale. O forse proprio per questo, specchio di una parte della tifoseria, avvezza a farsi allisciare il pelo, prima di essere brutalmente tradita.
E se Mignani lo avesse schierato quella maledetta sera dell'11 giugno 2023, di quale storia staremmo parlando oggi? Se lo chiedono ancora in tanti.
Mirco Antenucci non ha mai tradito Bari, è rimasto nel bisogno, ha onorato i suoi impegni. Giusto pertanto che qualcuno se ne ricordi, almeno oggi. Mancherà al calcio e mancherà a chi ha imparato a volergli bene attraverso le gesta sul rettangolo verde. Adesso che la sua carriera da direttore sportivo abbia inizio, col suo acume potrebbe diventare davvero bravo.
Grazie Mirco, noi te lo scriviamo senza retorica. Grazie innanzitutto per la persona che sei.
Nel capoluogo emiliano, prima della partita contro il Gubbio che ha chiuso la stagione degli estensi in serie C, Antenucci è stato omaggiato con una passerella, mentre lo stadio gli ha tributato un lungo applauso e cori, dopo la coreografia di due settimane fa.
Mirco Antenucci «emoziona», racconta Alessio Duatti sulle pagine web de La Nuova Ferrara ed è proprio vero. L'ultima grande emozione per i tifosi del Bari l'ha data lui, che si alzò dalla panchina e siglò nel giugno 2023 il rigore al 94' della finale playoff d'andata a Cagliari. Freddo come non lo era stato il più celebrato Cheddira, professionista sempre a testa alta anche negli anni difficili del Covid. Ancora lui, sempre lui, quello che aveva pareggiato anche la finale playoff con la Reggiana, poi annullato per un fallo di mano visto al contrario.
Il "lupo" di Roccavivara se ne è andato da Bari dopo aver disputato 125 partite e segnato 58 gol, uno dei più prolifici bomber ad aver vestito la maglia biancorossa. Ma Bari non lo ha ringraziato, il Bari non lo ha ringraziato, eccetto laconici messaggi di circostanza nell'estate 2023, prima di una sciagurata annata in cui il suo talento, la sua visione di gioco ci avrebbero fatto comodo, eccome.
Nessun "grazie" da Bari, anche da una parte della tifoseria risentita per un suo gesto in serie C, quando portò le mani alle orecchie per sentire i fischi di quattro idioti che ebbero da ridire, in tempi grami, anche sulla sua classe e che si innamorarono invece di altri mediocri attori. Mistero delle fede...biancorossa.
Antenucci è il simbolo di un calcio sempre meno in voga, abnegazione, professionalità, il campo che parla, parole ponderate e sempre dette non a casaccio. Uomo esemplare, padre amorevole, laureatosi mentre giocava, sa pure suonare il piano, con un percorso di vita differente da altre mezze figure che hanno rapito il cuore di molti baresi, non si sa come, non si sa perché, nonostante la loro pochezza culturale. O forse proprio per questo, specchio di una parte della tifoseria, avvezza a farsi allisciare il pelo, prima di essere brutalmente tradita.
E se Mignani lo avesse schierato quella maledetta sera dell'11 giugno 2023, di quale storia staremmo parlando oggi? Se lo chiedono ancora in tanti.
Mirco Antenucci non ha mai tradito Bari, è rimasto nel bisogno, ha onorato i suoi impegni. Giusto pertanto che qualcuno se ne ricordi, almeno oggi. Mancherà al calcio e mancherà a chi ha imparato a volergli bene attraverso le gesta sul rettangolo verde. Adesso che la sua carriera da direttore sportivo abbia inizio, col suo acume potrebbe diventare davvero bravo.
Grazie Mirco, noi te lo scriviamo senza retorica. Grazie innanzitutto per la persona che sei.