Calcio
Foggia-Bari vietata ai tifosi biancorossi. Se c'è una legge non è uguale per tutti
Decisioni dell'ultimo minuto e lacune gestionali priveranno i baresi dell'atteso derby. Una sconfitta per il calcio pugliese
Bari - venerdì 20 aprile 2018
12.33
La triste notizia è arrivata, come un fulmine a ciel sereno: per i tifosi biancorossi sarà vietata la trasferta allo Zaccheria di Foggia in occasione del derby in programma domani alle 15. No, questa proprio non ce l'aspettavamo. E per una serie di motivi.
Per comprenderli meglio forse è utile fare un po' di cronistoria. Tutti ricorderanno quello che è successo all'andata, quando il divieto di trasferta per i tifosi foggiani al San Nicola fu revocato dopo un'attenta valutazione della Questura di Bari. Una scelta di coscienza e buon senso che ci regalò un bellissimo spettacolo sugli spalti (dove i Satanelli arrivarono in 1.300), nonché sul campo, dove la partita fu decisa da una rete di Galano all'ultimo sospiro.
Quello fu un giorno storico per il calcio pugliese, che riabbracciò il sempre prodigo di sussulti ed emozioni derby del Tavoliere, che in campionato non i verificava da molti, troppi anni. Non è, però, stavolta bastato il ricordo di una bella giornata di calcio e di una rivalità accesa e viscerale per compiere quello sforzo in più che un girone esatto fa aveva permesso al San Nicola di colorarsi come non succedeva da tempo.
Chiusa la parentesi storica, torniamo ai fatti di oggi. Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive, CASMS, Prefettura e Questura di Foggia non hanno dato il via libera alla trasferta, vietando la vendita dei tagliandi per il settore ospiti ai residenti di Bari e BAT. La domanda sorge spontanea: perché? Forse ha inciso qualche intemperanza di troppo dei tifosi foggiani nel derby di andata? Può darsi, ma non sembra comunque un motivo sufficiente per prendere una decisione così drastica.
Bene hanno scritto i Seguaci della Nord Bari sulla loro pagina Facebook: «Da mesi CASMS, GOS e Prefettura erano a conoscenza dell'impatto che tale evento avrebbe potuto portare. Mesi in cui avrebbero potuto tranquillamente lavorare per organizzare al meglio l'ordine pubblico e far giocare il derby con entrambe le tifoserie, come successo nella gara di andata. E, invece, hanno preferito tutti "lavarsi le mani" e divincolarsi da ogni responsabilità, dopo aver dichiarato per giorni che non ci sarebbero stati problemi se non riguardanti il numero di biglietti da concederci».
Parole tristi, ma profondamente vere. Se, da una parte, non si può negare che uno stadio piccolo e per giunta costruito nel pieno centro cittadino come lo Zaccheria comporti inevitabilmente degli sforzi maggiori da parte dei tutori dell'ordine rispetto a quanto verificatosi al San Nicola (edificato in uno spazio aperto e con ampie vie di fuga), dall'altra è impossibile non chiedersi come mai le autorità competenti non si siano mosse per tempo, elaborando un piano in grado di garantire sicurezza e di superare delle lacune logistiche che pur ci sono e nessuno vuol negare.
Ad aggiungere beffa al danno, poi, ci sono le tempistiche: una decisione battezzata con i crismi dell'ufficialità a sole 36 ore dal fischio d'inizio, quando i tifosi del Bari avevano già «Organizzato 20 pullman in 4 giorni per poi essere costretti ad annullare tutto», come scrivono ancora i SdN.
Per non parlare dell'ancora una volta straordinaria inutilità della Tessera del Tifoso, strumento che (nelle intenzioni mai di fatto mantenute del legislatore) avrebbe dovuto consentire ai possessori di viaggiare al seguito della propria squadra anche in capo al mondo, mettendo a tacere ogni possibile remora di prefetti, questure e autorità locali. Ebbene, le cose non stanno così, non sono mai state così. Il promesso dietrofront sulla TdT ventilato a inizio campionato si è rivelato per quello che è: uno specchietto per le allodole.
Da questa triste e assurda vicenda emerge con prepotenza solo una verità: non c'è una legge, o se c'è essa non è uguale per tutti. Il calcio romantico, passionale, popolare di una volta è morto da almeno vent'anni. Vietare la partecipazione a un derby così storico è soltanto un'altra pietra tombale su uno sport che ormai colleziona più vergogne che motivi d'orgoglio.
La rassegnazione, però, non lenisce la delusione per una sconfitta ingiusta e - diciamolo - premeditata. A questo punto è difficile immaginare passi indietro, ripensamenti e scelte di buon senso. Questa partita l'hanno persa tutti, ma soprattutto l'ha persa la Puglia, sportiva e non solo.
L'augurio è che almeno sul campo i 22 ragazzi in calzoncini ci regalino uno spettacolo degno di questo storico derby, mutilato dal settore ospiti vuoto. «Domani i nostri calciatori non saranno soli - scrivono ancora i Seguaci: saranno accompagnati dallo spirito, dalla rabbia e dal carattere di un intero popolo, le cui radici affondano nella Terra di Bari».
Per comprenderli meglio forse è utile fare un po' di cronistoria. Tutti ricorderanno quello che è successo all'andata, quando il divieto di trasferta per i tifosi foggiani al San Nicola fu revocato dopo un'attenta valutazione della Questura di Bari. Una scelta di coscienza e buon senso che ci regalò un bellissimo spettacolo sugli spalti (dove i Satanelli arrivarono in 1.300), nonché sul campo, dove la partita fu decisa da una rete di Galano all'ultimo sospiro.
Quello fu un giorno storico per il calcio pugliese, che riabbracciò il sempre prodigo di sussulti ed emozioni derby del Tavoliere, che in campionato non i verificava da molti, troppi anni. Non è, però, stavolta bastato il ricordo di una bella giornata di calcio e di una rivalità accesa e viscerale per compiere quello sforzo in più che un girone esatto fa aveva permesso al San Nicola di colorarsi come non succedeva da tempo.
Chiusa la parentesi storica, torniamo ai fatti di oggi. Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive, CASMS, Prefettura e Questura di Foggia non hanno dato il via libera alla trasferta, vietando la vendita dei tagliandi per il settore ospiti ai residenti di Bari e BAT. La domanda sorge spontanea: perché? Forse ha inciso qualche intemperanza di troppo dei tifosi foggiani nel derby di andata? Può darsi, ma non sembra comunque un motivo sufficiente per prendere una decisione così drastica.
Bene hanno scritto i Seguaci della Nord Bari sulla loro pagina Facebook: «Da mesi CASMS, GOS e Prefettura erano a conoscenza dell'impatto che tale evento avrebbe potuto portare. Mesi in cui avrebbero potuto tranquillamente lavorare per organizzare al meglio l'ordine pubblico e far giocare il derby con entrambe le tifoserie, come successo nella gara di andata. E, invece, hanno preferito tutti "lavarsi le mani" e divincolarsi da ogni responsabilità, dopo aver dichiarato per giorni che non ci sarebbero stati problemi se non riguardanti il numero di biglietti da concederci».
Parole tristi, ma profondamente vere. Se, da una parte, non si può negare che uno stadio piccolo e per giunta costruito nel pieno centro cittadino come lo Zaccheria comporti inevitabilmente degli sforzi maggiori da parte dei tutori dell'ordine rispetto a quanto verificatosi al San Nicola (edificato in uno spazio aperto e con ampie vie di fuga), dall'altra è impossibile non chiedersi come mai le autorità competenti non si siano mosse per tempo, elaborando un piano in grado di garantire sicurezza e di superare delle lacune logistiche che pur ci sono e nessuno vuol negare.
Ad aggiungere beffa al danno, poi, ci sono le tempistiche: una decisione battezzata con i crismi dell'ufficialità a sole 36 ore dal fischio d'inizio, quando i tifosi del Bari avevano già «Organizzato 20 pullman in 4 giorni per poi essere costretti ad annullare tutto», come scrivono ancora i SdN.
Per non parlare dell'ancora una volta straordinaria inutilità della Tessera del Tifoso, strumento che (nelle intenzioni mai di fatto mantenute del legislatore) avrebbe dovuto consentire ai possessori di viaggiare al seguito della propria squadra anche in capo al mondo, mettendo a tacere ogni possibile remora di prefetti, questure e autorità locali. Ebbene, le cose non stanno così, non sono mai state così. Il promesso dietrofront sulla TdT ventilato a inizio campionato si è rivelato per quello che è: uno specchietto per le allodole.
Da questa triste e assurda vicenda emerge con prepotenza solo una verità: non c'è una legge, o se c'è essa non è uguale per tutti. Il calcio romantico, passionale, popolare di una volta è morto da almeno vent'anni. Vietare la partecipazione a un derby così storico è soltanto un'altra pietra tombale su uno sport che ormai colleziona più vergogne che motivi d'orgoglio.
La rassegnazione, però, non lenisce la delusione per una sconfitta ingiusta e - diciamolo - premeditata. A questo punto è difficile immaginare passi indietro, ripensamenti e scelte di buon senso. Questa partita l'hanno persa tutti, ma soprattutto l'ha persa la Puglia, sportiva e non solo.
L'augurio è che almeno sul campo i 22 ragazzi in calzoncini ci regalino uno spettacolo degno di questo storico derby, mutilato dal settore ospiti vuoto. «Domani i nostri calciatori non saranno soli - scrivono ancora i Seguaci: saranno accompagnati dallo spirito, dalla rabbia e dal carattere di un intero popolo, le cui radici affondano nella Terra di Bari».