cremonese bari moreno longo. <span>Foto Ssc Bari</span>
cremonese bari moreno longo. Foto Ssc Bari
Calcio

Il Bari convince ma non vince. La pausa per ritrovare successo ed equità arbitrale

I biancorossi a Cremona sfoderano la solita buona prova, ma vengono puniti da sfortuna e (non) decisioni al Var

Se il calcio fosse un concorso in cui vincono organizzazione, coraggio e strategia, allora il Bari delle prime otto giornate avrebbe sicuramente in tasca qualcosa in più dei dieci punti attuali. Ma, sfortunatamente, il calcio è molto più semplice di così: basta un goal in più dell'avversario per portarsi a casa la posta piena. E, al netto dei sei risultati utili consecutivi, delle idee tattiche definite da mister Longo, ai galletti è successo solo due volte da inizio stagione.

E anche da Cremona, quindi, i galletti escono con un pareggio, un punto e una sincera dose di rimpianti, per quello che avrebbe potuto essere e non è stato. E non solo per i (pochi) demeriti della pattuglia biancorossa sul terreno dello Zini, teatro del pareggio 1-1 contro la Cremonese di Stroppa, una big del campionato messa seriamente in difficoltà da Longo e dai suoi. La sfortunata e imprudente deviazione di Vicari sul tiro (non irreprensibile) di Sernicola punisce oltremodo il Bari, passato in vantaggio con la splendida rete di Lasagna su suggerimento delizioso di Sibilli, ma inchiodato anche stavolta da una decisione più che discutibile della nutritissima squadra arbitrale. Sì, perché al minuto 87' l'intervento di Ceccherini su Favilli in area grigiorossa è parso solare un po' a tutti, meno che all'arbitro centrale Manganiello e alla sala Var, che ha ritenuto opportuno non richiamare il fischietto piemontese al monitor per vedere più da vicino quanto già sembrava chiarissimo a occhio nudo. Un episodio che fa il paio con la fiscale espulsione di Lella contro il Cosenza, coerente solo con il calcio della vivisezione Var; una pratica che non convince fino in fondo, ma che quantomeno è giusto pretendere venga applicata sempre, e non "a targhe alterne".

Bene, quindi, ha fatto Longo nel post partita a reclamare rispetto per Bari e quell'equità nelle valutazioni arbitrali che, fin qui, non ha trovato frequente applicazione con i biancorossi in campo. Soprattutto, poi, nel caso di specie: mandare il Bari dal dischetto, per un fallo palese, a 180'' dal recupero, avrebbe permesso ai galletti di costruirsi l'opportunità buona per portare con merito a casa il bottino pieno.

Sì, perché anche a Cremona la squadra di Longo ha dato ampia dimostrazione di saper giocare alla pari (o anche meglio) con le potenze del campionato, sopperendo con organizzazione, condizione atletica e determinazione al divario tecnico. Al cospetto della squadra di Stroppa, che può permettersi il lusso di mandare nella mischia della ripresa Sernicola, Bonazzoli, Vazquez e l'ex Nasti per recuperare lo svantaggio, il Bari con umiltà e buone idee non sfigura affatto.

Soprattutto nel primo tempo, quando il gioco di Longo reticolare ingabbia gli avversari, togliendo punti di riferimento e certezze a una squadra come la Cremonese, ancora alla ricerca del suo potenziale pieno. Dalla trasferta dello Zini, arrivano infatti conferme e smentite in abbondanza. Per quando riguarda il primo aspetto, sembra ormai superfluo sottolineare nuovamente la ritrovata centralità di Maita a centrocampo e il dinamismo intelligente di Benali, che costruisce, mette ordine e non disdegna anche il tiro da fuori. E se Mantovani sta si è già preso la leadership tecnica della retroguardia, insieme a lui stanno crescendo anche Pucino e Vicari, oltre agli esterni; Dorval (fresco di riconoscimenti per le buone prestazioni di settembre) sembra sempre più a suo agio a sinistra, come Oliveri dall'altra parte (peccato solo per l'occasione fallita perdendo il tempo del tiro in porta). Bene anche Favilli e Novakovich, l'attacco pesante schierato nel finale per tenere su la squadra e creare più di un'insidia alla difesa lombarda.

Le smentite, invece, sono rivolte a chi non credeva possibile la convivenza tra Sibilli e Falletti insieme a Lasagna. L'uruguaiano non solo continua a dimostrarsi fulcro della manovra offensiva, ma lo fa anche oscillando tra la mediana e la trequarti, in modo da lasciare libero lo stesso Sibilli di fare l'anarchico e di trovare la posizione migliore per far male agli avversari. Proprio il fantasista partenopeo, al rientro dall'infortunio e dal conseguente periodo complicato, confeziona un assist delizioso e visionario per mandare, con il tacco, Lasagna nello spazio a fulminare Fulignati con un colpo da biliardo con il mancino.

Nella ripresa, al netto di qualche fisiologica sofferenza in più, con la Cremonese protesa in avanti alla ricerca del pareggio, il Bari comunque tiene botta, replica colpo su colpo e non disdegna ripartenze veloci per mettere pressione ai grigiorossi. Peccato, davvero peccato, quell'intervento avventato di Vicari, che devia il tiro non particolarmente insidioso di Sernicola, e fredda un Radunovic fin lì insuperabile.

Insomma, sfortuna, imprecisione e anche un grosso torto: questo il mix velenoso che priva il Bari di due punti che avrebbero potuto dare una luce tutta diversa alla classifica, che comunque rimane discreta (dodicesimo posto, a -1 dalla zona playoff). Però, al netto di ingenuità evitabili, adesso tocca ritrovare un successo che premi anche con i punti la crescita rapida e - per tanti versi - inattesa della squadra di Longo. La nuova pausa per le nazionali capita nel momento migliore, per lavorare ancora sui concetti tattici, recuperare un po' di forze e proiettarsi alla sfida del 18 ottobre contro il Catanzaro al San Nicola, che potrebbe contribuire a meglio delineare ambizioni e possibilità dei galletti in questo campionato.
  • ssc bari
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