![Bari-Juve Stabia bagarre](https://bari.gocity.it/library/media/img_20250209_wa0035.jpg)
Calcio
Il Bari non sa dare battaglia e perde un'altra occasione in chiave playoff
Il catino di Castellammare di Stabia ancora una volta trappola per i biancorossi
Bari - lunedì 10 febbraio 2025
11.38
Che il "Menti" di Castellammare di Stabia fosse un catino infuocato lo sapeva benissimo anche Moreno Longo, che infatti nel dopo partita ha ripetuto che, al netto delle assenze decisive di Benali e Maita, il suo Bari è stato sostanzialmente incapace di "fare la guerra" in mezzo al campo.
Un'ammissione candida, di un uomo intellettualmente onesto e che non si nasconde mai nelle sue dichiarazioni, ma che celano un'altra verità ormai conclamata: il Bari non sa fare quel tipo di partita, soffre gli avversari che pressano e picchiano a centrocampo, che lo prendono per asfissia della mediana e verticalizzano. Non ha un piano B al palleggio ed al suo pressing alto.
La sconfitta per 3-1 a Castellammare di Stabia, condita purtroppo da un contorno antisportivo da campi di serie minori, un cliché visto e rivisto anche in passati incroci a cui nessuno pone rimedio, è molto più netta se si guarda l'atteggiamento in campo dell'undici biancorosso. Molle nella prima frazione, con alcuni elementi fuori forma (imbarazzante la prestazione di Vicari) ed altri appena arrivati che sono sembrati spaesati. La prima marcatura di Piscopo è certamente colpa di Maggiore che non lo segue come avrebbero fatto Benali o Maita in quella zona del campo, ma non si può gettar la croce addosso ad un ragazzo appena arrivato a Bari e che sta imparando gli automatismi su cui si basa il gioco di Longo.
Moreno Longo, già...
Non è stata felice la sua idea di giocare con due punte, senza un trequartista che spingesse in avanti le poche palle che il centrocampo delle "vespe" lasciava passare. Molto meglio gli ultimi 20 minuti con Bellomo ad incarnare la baresità e Pereiro a dare qualche lampo ad una manovra asfittica.
Ma la scelta che sembra pesare di più su questo Bari, vista l'assenza di Simic e un Vicari spaesato, irriconoscibile, è quella di non aver richiesto con forza un altro difensore dopo la partenza di Matino in direzione Cittadella. Il difensore campano non ha avuto minutaggio a Bari, anche per via di un infortunio, ma con i veneti ha esordito con una partita eccellente in chiave difensiva nientemeno che all'Arena Garibaldi di Pisa, dove il Cittadella ha fatto il colpaccio, mentre il Bari all'ombra della Torre pendente perse senza colpo ferire. Asfissiato, come in Campania, da una compagine capace di inaridirgli le fonti di gioco.
Valutazioni della dirigenza e del tecnico probabilmente errate durante il mercato invernale (forse sarebbe stato giusto far arrivare un altro calciatore) e domande su cui Valerio Di Cesare, in conferenza stampa, ha sostanzialmente glissato, asserendo che il Bari sta bene così dietro. Contenti loro, contenti tutti.
La sconfitta di domenica fa riaffiorare i consueti problemi, dunque: riserve non all'altezza dei presunti titolari assenti, mancanza di personalità se c'è da dare battaglia (doppia sfida allo Spezia esclusa) e soprattutto incapacità di rendersi conto preventivamente di dove ci si trova a giocare. «Più di così non potevamo fare», ha detto Longo a caldo davanti ai microfoni dei giornalisti. Ed è forse questo il motivo per cui dal club e dallo stesso staff tecnico si continua a parlare di playoff come obiettivo che sarebbe davvero un ottimo risultato.
Il Bari ha però, proprio in quell'ottica, perso punti preziosi a Cesena e Castellammare, dimostrando di fatto di non farcela a superare quasi mai gli esami di maturità, nonostante una rosa oggettivamente rinforzata a gennaio. Almeno sulla carta, che conta davvero poco se poi in campo si va molli. Sabato 15 febbraio arriva la Cremonese al San Nicola, una delle ultime chiamate se si vuol fare il salto di qualità per centrare una delle prime sei posizioni. Squadra diversa dalla Juve Stabia, con tecnica maggiore e meno corsa, ma squadra che sta lentamente prendendo ritmo. Considerati gli impegni apparentemente più agevoli degli stabiesi e del Catanzaro, anche contro una "blasonata" del torneo bisognerà ad ogni costo cercare i tre punti.
Intanto i tifosi ingoiano gli sfottò dei rivali napoletani, dopo aver perso anche a Palermo. Gli unici a rimetterci sempre, anche ieri presenti e rumorosi nonostante restrizioni, numero di biglietti a disposizione limitato e clima ostile.
Un'ammissione candida, di un uomo intellettualmente onesto e che non si nasconde mai nelle sue dichiarazioni, ma che celano un'altra verità ormai conclamata: il Bari non sa fare quel tipo di partita, soffre gli avversari che pressano e picchiano a centrocampo, che lo prendono per asfissia della mediana e verticalizzano. Non ha un piano B al palleggio ed al suo pressing alto.
La sconfitta per 3-1 a Castellammare di Stabia, condita purtroppo da un contorno antisportivo da campi di serie minori, un cliché visto e rivisto anche in passati incroci a cui nessuno pone rimedio, è molto più netta se si guarda l'atteggiamento in campo dell'undici biancorosso. Molle nella prima frazione, con alcuni elementi fuori forma (imbarazzante la prestazione di Vicari) ed altri appena arrivati che sono sembrati spaesati. La prima marcatura di Piscopo è certamente colpa di Maggiore che non lo segue come avrebbero fatto Benali o Maita in quella zona del campo, ma non si può gettar la croce addosso ad un ragazzo appena arrivato a Bari e che sta imparando gli automatismi su cui si basa il gioco di Longo.
Moreno Longo, già...
Non è stata felice la sua idea di giocare con due punte, senza un trequartista che spingesse in avanti le poche palle che il centrocampo delle "vespe" lasciava passare. Molto meglio gli ultimi 20 minuti con Bellomo ad incarnare la baresità e Pereiro a dare qualche lampo ad una manovra asfittica.
Ma la scelta che sembra pesare di più su questo Bari, vista l'assenza di Simic e un Vicari spaesato, irriconoscibile, è quella di non aver richiesto con forza un altro difensore dopo la partenza di Matino in direzione Cittadella. Il difensore campano non ha avuto minutaggio a Bari, anche per via di un infortunio, ma con i veneti ha esordito con una partita eccellente in chiave difensiva nientemeno che all'Arena Garibaldi di Pisa, dove il Cittadella ha fatto il colpaccio, mentre il Bari all'ombra della Torre pendente perse senza colpo ferire. Asfissiato, come in Campania, da una compagine capace di inaridirgli le fonti di gioco.
Valutazioni della dirigenza e del tecnico probabilmente errate durante il mercato invernale (forse sarebbe stato giusto far arrivare un altro calciatore) e domande su cui Valerio Di Cesare, in conferenza stampa, ha sostanzialmente glissato, asserendo che il Bari sta bene così dietro. Contenti loro, contenti tutti.
La sconfitta di domenica fa riaffiorare i consueti problemi, dunque: riserve non all'altezza dei presunti titolari assenti, mancanza di personalità se c'è da dare battaglia (doppia sfida allo Spezia esclusa) e soprattutto incapacità di rendersi conto preventivamente di dove ci si trova a giocare. «Più di così non potevamo fare», ha detto Longo a caldo davanti ai microfoni dei giornalisti. Ed è forse questo il motivo per cui dal club e dallo stesso staff tecnico si continua a parlare di playoff come obiettivo che sarebbe davvero un ottimo risultato.
Il Bari ha però, proprio in quell'ottica, perso punti preziosi a Cesena e Castellammare, dimostrando di fatto di non farcela a superare quasi mai gli esami di maturità, nonostante una rosa oggettivamente rinforzata a gennaio. Almeno sulla carta, che conta davvero poco se poi in campo si va molli. Sabato 15 febbraio arriva la Cremonese al San Nicola, una delle ultime chiamate se si vuol fare il salto di qualità per centrare una delle prime sei posizioni. Squadra diversa dalla Juve Stabia, con tecnica maggiore e meno corsa, ma squadra che sta lentamente prendendo ritmo. Considerati gli impegni apparentemente più agevoli degli stabiesi e del Catanzaro, anche contro una "blasonata" del torneo bisognerà ad ogni costo cercare i tre punti.
Intanto i tifosi ingoiano gli sfottò dei rivali napoletani, dopo aver perso anche a Palermo. Gli unici a rimetterci sempre, anche ieri presenti e rumorosi nonostante restrizioni, numero di biglietti a disposizione limitato e clima ostile.