Calcio
Il Bari si aggrappa al suo campione, ma il girone d’andata lascia tanti dubbi
I biancorossi fanno loro il derby con il Bisceglie dopo una partita inconcludente. E Auteri continua a non convincere
Bari - lunedì 18 gennaio 2021
Vittoria doveva essere, e vittoria è stata. Sì, ma come? Episodica certamente, segnata dalla giocata della stella più luminescente sull'intuizione di un altro elemento di spicco, appena rientrato dopo il lungo infortunio. Spunto di Citro sulla sinistra, palla in mezzo per Antenucci che la stoppa e di giustezza batte il portiere. Il tutto quando il cronometro segnava 86' di gioco. Così il Bari ha vinto il derby con il Bisceglie, squadra impelagata nella zona retrocessione, che prima del fischio d'inizio aveva 21 punti di distacco dai biancorossi secondi. Poco, davvero troppo poco per poter sorridere di una vittoria che appariva scontata e che invece è stata messa per quasi tutta la partita in discussione da un avversario che in campo poteva mettere poco più che impegno e buona volontà per contrastare una "corazzata" come i galletti di Auteri. Finisce 0-1, con il secondo e ultimo tiro in porta di tutta la partita del Bari (il primo un paio di minuti prima del goal, con Marras). Oltre ai tre punti (doverosi), non c'è davvero altro.
Al Ventura di Bisceglie il Bari conclude un girone d'andata in stile stella cometa, a intermittenza. È vero, i biancorossi hanno toppato clamorosamente "solo" due partite, il derby con il Foggia e lo scontro diretto con la Ternana al San Nicola, ma sono troppe le occasioni in cui il motore del Bari ha picchiato in testa. I pareggi con Teramo, Monopoli, Vibonese e Palermo hanno determinato un distacco dalla Ternana che, anche con un girone intero da giocare, a oggi appare incolmabile. Non solo, però, discontinuità nei risultati, ma anche nelle prestazioni. Non è raro, infatti, che a buone prove il Bari abbia alternato uscite molto meno convincenti: la performance incolore (anche se vittoriosa) di Bisceglie cozza terribilmente anche con quanto visto appena sette giorni prima, il pareggio interno contro la Turris, arrivato alla fine di una prestazione quasi perfetta degli uomini di Auteri. Insomma, il primo – vero – problema di questa squadra è il suo bipolarismo, e il fatto che il tecnico non sia ancora riuscito a dare al gruppo la forma di una squadra. La Ternana molte partite le ha vinte con la forza e l'unità del suo collettivo, mentre il Bari troppo spesso dà l'impressione di aggrapparsi ad Antenucci come un naufrago farebbe con un pezzo di legno in mezzo al mare.
Auteri lo ha fatto capire: non impazzisce all'idea del calciomercato aperto a gennaio, con il campionato che continua ad andare avanti per la sua strada. Obiezione condivisibile, ma "dura lex, sed lex". Le regole sono queste, meglio adeguarsi. Ma il Bari non sembra essersi adeguato. Romairone ancora indugia: acquisti ufficiali ancora niente, solamente i rumors di ogni anno. Da sciogliere c'è il nodo legato alle uscite, innanzitutto per la questione delle liste a 24 elementi, poi perché in un tempo di crisi economica come questo se non si vende non si può comprare. Auteri ha stabilito che Simeri ormai è superfluo e che per Hamlili non c'è posto nemmeno in un centrocampo che più e più volte è apparso l'anello debole della catena. Gli ex pezzi pregiati del Bari avrebbero anche un buon mercato, ma in questo momento gli ingaggi corrispostigli da contratto sono inaccessibili per tutte o quasi le altre società di serie C. Fortuna che Maita finalmente ha avuto il tampone negativo, che Andreoni (buona prova a Bisceglie) sembra recuperato e che quindi Ciofani può tornare utile anche per la difesa. Restano, però, da risolvere alcuni nodi urgenti: un vice D'Orazio che possa dargli ogni tanto il cambio sulla fascia sinistra, un altro difensore (ieri senza Di Cesare e Ciofani squalificati e Celiento acciaccato in panchina non c'era nessuno) e un po' di razionalizzazione in attacco. Candellone non ha convinto, Montalto va a corrente alternata: se serve qualcuno va capito prima di subito.
Era arrivato promettendo bel gioco, risultati, strada spianata verso la B. Ma finora mister Gaetano Auteri è stato l'incognita più difficile da decifrare di questo Bari ondivago, quasi da mal di mare. In questo girone d'andata abbiamo visto anche ottime prestazioni da parte della squadra, che ha vinto e convinto contro Potenza, Avellino e Catania, ha vinto stentando contro Cavese, Paganese, Catanzaro, Casertana, Juve Stabia. Virtus Francavilla e Bisceglie, e ha forato praticamente a ogni esame di maturità. Ieri il tecnico se l'è presa con il terreno di gioco (molto meno peggio di altri) e con l'atteggiamento del Bisceglie (cosa avrebbe dovuto fare la squadra di Bucaro se non difendersi e ripartire?); ai tifosi ha dato l'impressione di volersi arrampicare sugli specchi e non volersi prendere qualche responsabilità per una squadra che, troppo spesso, è come una Ferrari col serbatoio vuoto. Di tempo per recuperare ce n'è, forse non il divario dalla Ternana (sembrano davvero troppi 8 punti contro una squadra che ha una marcia irreale), ma almeno la credibilità del progetto Bari davanti a una piazza che si scoraggia molto prima di quanto ci metta ad accendersi. Giocarsi i playoff, farlo da secondi e quindi da favoriti, non è un dramma, anzi. Però c'è bisogno di un Bari diverso, che almeno riesca a diventare una squadra. A luglio 2020 forse il problema in quella finale disgraziata è stato proprio lì. Quindi, con l'esempio del predecessore Vivarini a portata di mano, l'impresa da compiere, a ben vedere, non è poi così proibitiva.
Discontinuità
Al Ventura di Bisceglie il Bari conclude un girone d'andata in stile stella cometa, a intermittenza. È vero, i biancorossi hanno toppato clamorosamente "solo" due partite, il derby con il Foggia e lo scontro diretto con la Ternana al San Nicola, ma sono troppe le occasioni in cui il motore del Bari ha picchiato in testa. I pareggi con Teramo, Monopoli, Vibonese e Palermo hanno determinato un distacco dalla Ternana che, anche con un girone intero da giocare, a oggi appare incolmabile. Non solo, però, discontinuità nei risultati, ma anche nelle prestazioni. Non è raro, infatti, che a buone prove il Bari abbia alternato uscite molto meno convincenti: la performance incolore (anche se vittoriosa) di Bisceglie cozza terribilmente anche con quanto visto appena sette giorni prima, il pareggio interno contro la Turris, arrivato alla fine di una prestazione quasi perfetta degli uomini di Auteri. Insomma, il primo – vero – problema di questa squadra è il suo bipolarismo, e il fatto che il tecnico non sia ancora riuscito a dare al gruppo la forma di una squadra. La Ternana molte partite le ha vinte con la forza e l'unità del suo collettivo, mentre il Bari troppo spesso dà l'impressione di aggrapparsi ad Antenucci come un naufrago farebbe con un pezzo di legno in mezzo al mare.
Mercato: quando i rinforzi?
Auteri lo ha fatto capire: non impazzisce all'idea del calciomercato aperto a gennaio, con il campionato che continua ad andare avanti per la sua strada. Obiezione condivisibile, ma "dura lex, sed lex". Le regole sono queste, meglio adeguarsi. Ma il Bari non sembra essersi adeguato. Romairone ancora indugia: acquisti ufficiali ancora niente, solamente i rumors di ogni anno. Da sciogliere c'è il nodo legato alle uscite, innanzitutto per la questione delle liste a 24 elementi, poi perché in un tempo di crisi economica come questo se non si vende non si può comprare. Auteri ha stabilito che Simeri ormai è superfluo e che per Hamlili non c'è posto nemmeno in un centrocampo che più e più volte è apparso l'anello debole della catena. Gli ex pezzi pregiati del Bari avrebbero anche un buon mercato, ma in questo momento gli ingaggi corrispostigli da contratto sono inaccessibili per tutte o quasi le altre società di serie C. Fortuna che Maita finalmente ha avuto il tampone negativo, che Andreoni (buona prova a Bisceglie) sembra recuperato e che quindi Ciofani può tornare utile anche per la difesa. Restano, però, da risolvere alcuni nodi urgenti: un vice D'Orazio che possa dargli ogni tanto il cambio sulla fascia sinistra, un altro difensore (ieri senza Di Cesare e Ciofani squalificati e Celiento acciaccato in panchina non c'era nessuno) e un po' di razionalizzazione in attacco. Candellone non ha convinto, Montalto va a corrente alternata: se serve qualcuno va capito prima di subito.
Auteri: promessa mantenuta a metà
Era arrivato promettendo bel gioco, risultati, strada spianata verso la B. Ma finora mister Gaetano Auteri è stato l'incognita più difficile da decifrare di questo Bari ondivago, quasi da mal di mare. In questo girone d'andata abbiamo visto anche ottime prestazioni da parte della squadra, che ha vinto e convinto contro Potenza, Avellino e Catania, ha vinto stentando contro Cavese, Paganese, Catanzaro, Casertana, Juve Stabia. Virtus Francavilla e Bisceglie, e ha forato praticamente a ogni esame di maturità. Ieri il tecnico se l'è presa con il terreno di gioco (molto meno peggio di altri) e con l'atteggiamento del Bisceglie (cosa avrebbe dovuto fare la squadra di Bucaro se non difendersi e ripartire?); ai tifosi ha dato l'impressione di volersi arrampicare sugli specchi e non volersi prendere qualche responsabilità per una squadra che, troppo spesso, è come una Ferrari col serbatoio vuoto. Di tempo per recuperare ce n'è, forse non il divario dalla Ternana (sembrano davvero troppi 8 punti contro una squadra che ha una marcia irreale), ma almeno la credibilità del progetto Bari davanti a una piazza che si scoraggia molto prima di quanto ci metta ad accendersi. Giocarsi i playoff, farlo da secondi e quindi da favoriti, non è un dramma, anzi. Però c'è bisogno di un Bari diverso, che almeno riesca a diventare una squadra. A luglio 2020 forse il problema in quella finale disgraziata è stato proprio lì. Quindi, con l'esempio del predecessore Vivarini a portata di mano, l'impresa da compiere, a ben vedere, non è poi così proibitiva.