Calcio
Il miglior Bari della stagione senza Brienza. Una grande prova di maturità
Con la Nocerina il risultato più rotondo del campionato. Cornacchini voleva responsabilizzazione e l'ha avuta
Bari - lunedì 3 dicembre 2018
0.46
Il mese di Natale inizia sotto la miglior stella per il Bari, che centra la decima vittoria in campionato strapazzando 4-0 la Nocerina, uscita dal San Nicola con il pallottoliere in mano. La miglior prestazione della stagione a suggellare la conferma dei biancorossi, ancora imbattuti dopo 13 giornate, in cima alla classifica. È stato tutto troppo facile, ma solo perché il Bari ha voluto che lo fosse. Quel goal di Floriano, una vera forza della natura quando scatta palla-al-piede, dopo appena un giro d'orologio è il biglietto da visita di una squadra cattiva, affamata, che ha saputo azzannare l'avversario alla gola alla prima opportunità. Già, perché se l'atteggiamento voluto da mister Viscido per la sua Nocerina, riversatasi in 9 dentro l'area biancorossa per una punizione dopo appena pochi secondi, è apparso sconsiderato, cinico e famelico è stato invece il Bari di Cornacchini nel - di fatto - decidere la partita già dopo la prima azione. Il raddoppio di Piovanello prima del 20' ha fatto barcollare ancor di più una Nocerina già tramortita dal goal al pronti-via, e il 3-0 di super Valerio Di Cesare (che fa partire l'azione dall'area del Bari e la chiude in quella dei molossi) ha agito da gancio al mento per mandare definitivamente KO un'avversaria ancora sotto shock per la parata di Mafella su Simonetti in occasione di un rigore generosamente offerto dall'arbitro Zucchetti; ma se i valori del campionato sono questi possiamo anche passarci sopra.
L'impressione è che se anche il centravanti rossonero avesse realizzato dal dischetto poco o nulla sarebbe cambiato nell'esito finale della partita: un Bari apparso sempre in controllo, capace di arrivare in porta soltanto palesando l'intenzione di farlo. Manca il goal a Simeri, che pure ci ha provato in ogni modo cogliendo anche un palo nel finale, ed ecco che a chiudere il conto ci pensa la prima rete biancorossa di Bollino, altro uomo sapientemente rivitalizzato da Cornacchini dopo un periodo in cui era sparito dai radar. Il percorso di crescita che ha contraddistinto la squadra di Cornacchini, bravo a tenere coinvolti tutti gli effettivi, da inizio stagione è evidente nell'atteggiamento di un collettivo che si presenta in campo non con il desiderio di guardarsi allo specchio e scoprirsi bello, ma con la voglia di fare punti preziosi per mettere fine il più presto possibile a questo viaggio dantesco in Purgatorio.
Tutto facile, ma gli spunti d'analisi non mancano. A cominciare dal fatto che una prestazione così scintillante, corredata dal risultato più rotondo della stagione, sia arrivata senza Brienza, ancora alle prese con l'infortunio alla caviglia rimediato a Gela. Alla vigilia della gara Cornacchini aveva chiesto ai suoi una maggiore responsabilizzazione quale effetto dell'assenza forzata della stella più luminescente nel chiarissimo firmamento barese; in risposta ha avuto una prova di grande maturità da parte dei suoi. Già, perché sebbene Ciccio sia un puro lusso in una categoria del genere e in un roster ottimamente fornito come quello del Bari, perderlo avrebbe potuto significare un duro contraccolpo dal punto di vista psicologico per la squadra. Invece la prestazione è stata di quelle da rimanere a bocca aperta, esattamente come l'incantevole coreografia preparata dalla Nord al fischio d'inizio.
Il folletto Floriano si è caricato la squadra sulle spalle, trascinando con sé i giovani (Piovanello, l'under che certamente è cresciuto di più da inizio stagione, ed è solo un 2000) e i meno giovani. A cominciare da Simeri (altra prova di sacrificio per la squadra, anche senza goal), passando per Neglia fino ad arrivare a Di Cesare, difensore con licenza di segnare e di offrire giocate d'alta scuola come il sombrero su Simonetti che ha lanciato l'azione del terzo goal.
Il Bari è una macchina perfetta: anche Marfella, che ha giocato con gli strascichi dell'influenza addosso, fa il suo parando il rigore di Simonetti. Una nuova prova di grande concentrazione per il portiere meno battuto d'Italia (solo 4 palloni raccolti in fondo al sacco), e non è facile soprattutto se sei giovanissimo e gli attaccanti avversari dalle tue parti arrivano non più di un paio di volte a partita.
Tutto rose e fiori, quindi, meno una cosa: il Bari proprio non riesce a scrollarsi di dosso questa Turris che rimane sì a distanza di sicurezza (-6), ma continua a inanellare vittorie e a mettere pressione da lontano ai Galletti. Può essere, tuttavia, anche un bene, uno stimolo in più per la squadra a non allentare la tensione e a cercare di migliorare quel poco, pochissimo, che ancora può essere migliorato. Resta, però, la sensazione che questo dicembre possa davvero essere il mese decisivo per mettere la promozione in ghiaccio e progettare di alzare i tacchi e salutare una categoria con cui Bari non ha davvero nulla a che vedere.
L'impressione è che se anche il centravanti rossonero avesse realizzato dal dischetto poco o nulla sarebbe cambiato nell'esito finale della partita: un Bari apparso sempre in controllo, capace di arrivare in porta soltanto palesando l'intenzione di farlo. Manca il goal a Simeri, che pure ci ha provato in ogni modo cogliendo anche un palo nel finale, ed ecco che a chiudere il conto ci pensa la prima rete biancorossa di Bollino, altro uomo sapientemente rivitalizzato da Cornacchini dopo un periodo in cui era sparito dai radar. Il percorso di crescita che ha contraddistinto la squadra di Cornacchini, bravo a tenere coinvolti tutti gli effettivi, da inizio stagione è evidente nell'atteggiamento di un collettivo che si presenta in campo non con il desiderio di guardarsi allo specchio e scoprirsi bello, ma con la voglia di fare punti preziosi per mettere fine il più presto possibile a questo viaggio dantesco in Purgatorio.
Tutto facile, ma gli spunti d'analisi non mancano. A cominciare dal fatto che una prestazione così scintillante, corredata dal risultato più rotondo della stagione, sia arrivata senza Brienza, ancora alle prese con l'infortunio alla caviglia rimediato a Gela. Alla vigilia della gara Cornacchini aveva chiesto ai suoi una maggiore responsabilizzazione quale effetto dell'assenza forzata della stella più luminescente nel chiarissimo firmamento barese; in risposta ha avuto una prova di grande maturità da parte dei suoi. Già, perché sebbene Ciccio sia un puro lusso in una categoria del genere e in un roster ottimamente fornito come quello del Bari, perderlo avrebbe potuto significare un duro contraccolpo dal punto di vista psicologico per la squadra. Invece la prestazione è stata di quelle da rimanere a bocca aperta, esattamente come l'incantevole coreografia preparata dalla Nord al fischio d'inizio.
Il folletto Floriano si è caricato la squadra sulle spalle, trascinando con sé i giovani (Piovanello, l'under che certamente è cresciuto di più da inizio stagione, ed è solo un 2000) e i meno giovani. A cominciare da Simeri (altra prova di sacrificio per la squadra, anche senza goal), passando per Neglia fino ad arrivare a Di Cesare, difensore con licenza di segnare e di offrire giocate d'alta scuola come il sombrero su Simonetti che ha lanciato l'azione del terzo goal.
Il Bari è una macchina perfetta: anche Marfella, che ha giocato con gli strascichi dell'influenza addosso, fa il suo parando il rigore di Simonetti. Una nuova prova di grande concentrazione per il portiere meno battuto d'Italia (solo 4 palloni raccolti in fondo al sacco), e non è facile soprattutto se sei giovanissimo e gli attaccanti avversari dalle tue parti arrivano non più di un paio di volte a partita.
Tutto rose e fiori, quindi, meno una cosa: il Bari proprio non riesce a scrollarsi di dosso questa Turris che rimane sì a distanza di sicurezza (-6), ma continua a inanellare vittorie e a mettere pressione da lontano ai Galletti. Può essere, tuttavia, anche un bene, uno stimolo in più per la squadra a non allentare la tensione e a cercare di migliorare quel poco, pochissimo, che ancora può essere migliorato. Resta, però, la sensazione che questo dicembre possa davvero essere il mese decisivo per mettere la promozione in ghiaccio e progettare di alzare i tacchi e salutare una categoria con cui Bari non ha davvero nulla a che vedere.