Calcio
Natale amaro in casa Bari. Due partite per invertire la rotta
Seconda sconfitta consecutiva per i galletti, con poche alternative e certezze smarrite
Bari - domenica 22 dicembre 2024
2.14
Festività natalizie dal sapore amaro in casa SSC Bari, dove si addensano le nubi cupe della seconda sconfitta consecutiva. I biancorossi cedono 0-1 contro il Sudtirol al San Nicola, e questo ko apre tutta una serie di interrogativi sul momento dei galletti.
Mister Longo ha parlato, con la solita lucidità che lo contraddistingue, di un'evidente flessione, nella condizione fisica e nella continuità di risultati. Se, infatti, per il Bari che aveva inanellato quattordici partite senza sconfitte il passo falso di Pisa poteva avere l'alibi dello scarto tecnico considerevole con l'avversario, la brutta figura contro il Sudtirol assume contorni ben diversi. Già, perché la rete di El Kaouakibi al 90' certifica un successo meritato dal Sudtirol, fermato in precedenza solo da un Radunovic in formato extra-large. I galletti soffrono fin dalle primissime battute l'intensità e la fisicità della squadra altoatesina, rimessa a nuovo dalla cura Castori, senza riuscirsi ad adattare a un tipo di partita più di sciabola che di fioretto.
Nei fatti, il Bari esiste solo in un contropiede malamente sciupato da Novakovich che perde il tempo per servire Falletti, e in un paio di iniziative solitarie di Dorval, l'unico (insieme al portiere) a raggiungere la sufficienza. Però il divario dal punto di vista fisico, atletico e anche tattico appare netto, pur al cospetto di un'avversaria parecchio attardata in classifica. Sembra, infatti, evidente che il Bari non possa fare a meno di Maita, a cui il tecnico dà un turno di riposo in vista delle sfide di fine anno contro Palermo e Spezia, e anche per far rivedere Lella tra i titolari. Mossa che, però, non porta dividenti: il 3-4-1-2 del Bari paga l'inferiorità numerica a centrocampo contro il compatto 3-5-2 allestito da Castori, che con Casiraghi, Arrigoni e Praszelik vince il match nella zona nevralgica del campo grazie a tecnica e intensità.
E qui, poi, emerge lo squilibrio che c'è nel Bari tra titolari e alternative, sia come quantità che come qualità. Il fatto che Longo aspetti fin quasi il 70' per operare le prime sostituzioni la dice lunga sulle soluzioni a cui può attingere il tecnico dalla panchina; l'assenza forzata di Favilli, inoltre, lascia l'allenatore biancorosso senza carte da giocare in attacco, reparto in cui Lasagna viene facilmente neutralizzato dalla difesa ospite, e Novakovich finisce con il serbatoio totalmente vuoto.
Ecco, quindi, che si fa sempre più urgente la necessità di intervenire sul mercato di gennaio, per dare più profondità a una rosa in cui Sibilli e Falletti fanno fatica a entrare a regime, l'attacco scarseggia in termini di goal e alternative credibili, il centrocampo si regge per intero su Maita e Benali, e la difesa non può prescindere dall'integrità di Mantovani. Troppo poco, a conti fatti, per mantenere quelle posizioni di vertice che la squadra aveva conquistato con fatica e applicazione, e che avrebbero potuto essere anche più interessanti senza tanti errori e con qualche freccia in più nella faretra.
Ma prima che la palla passi di nuovo a Di Cesare e Magalini per giocarla sul mercato, ci sono due appuntamenti-verità che porteranno alla fine dell'anno solare. La trasferta,nel giorno di Santo Stefano, contro un Palermo in crisi e a caccia di rilancio, e poi la sfida interna allo Spezia per chiudere il 2024 e aprire il girone di ritorno saranno due occasioni importanti per testare le reali ambizioni di questo Bari, chiamato a fare quel salto di qualità che ancora sfugge a Longo e ai suoi, alla ricerca anche di quelle piccole certezze smarrite, ma che vanno urgentemente ritrovate.
Mister Longo ha parlato, con la solita lucidità che lo contraddistingue, di un'evidente flessione, nella condizione fisica e nella continuità di risultati. Se, infatti, per il Bari che aveva inanellato quattordici partite senza sconfitte il passo falso di Pisa poteva avere l'alibi dello scarto tecnico considerevole con l'avversario, la brutta figura contro il Sudtirol assume contorni ben diversi. Già, perché la rete di El Kaouakibi al 90' certifica un successo meritato dal Sudtirol, fermato in precedenza solo da un Radunovic in formato extra-large. I galletti soffrono fin dalle primissime battute l'intensità e la fisicità della squadra altoatesina, rimessa a nuovo dalla cura Castori, senza riuscirsi ad adattare a un tipo di partita più di sciabola che di fioretto.
Nei fatti, il Bari esiste solo in un contropiede malamente sciupato da Novakovich che perde il tempo per servire Falletti, e in un paio di iniziative solitarie di Dorval, l'unico (insieme al portiere) a raggiungere la sufficienza. Però il divario dal punto di vista fisico, atletico e anche tattico appare netto, pur al cospetto di un'avversaria parecchio attardata in classifica. Sembra, infatti, evidente che il Bari non possa fare a meno di Maita, a cui il tecnico dà un turno di riposo in vista delle sfide di fine anno contro Palermo e Spezia, e anche per far rivedere Lella tra i titolari. Mossa che, però, non porta dividenti: il 3-4-1-2 del Bari paga l'inferiorità numerica a centrocampo contro il compatto 3-5-2 allestito da Castori, che con Casiraghi, Arrigoni e Praszelik vince il match nella zona nevralgica del campo grazie a tecnica e intensità.
E qui, poi, emerge lo squilibrio che c'è nel Bari tra titolari e alternative, sia come quantità che come qualità. Il fatto che Longo aspetti fin quasi il 70' per operare le prime sostituzioni la dice lunga sulle soluzioni a cui può attingere il tecnico dalla panchina; l'assenza forzata di Favilli, inoltre, lascia l'allenatore biancorosso senza carte da giocare in attacco, reparto in cui Lasagna viene facilmente neutralizzato dalla difesa ospite, e Novakovich finisce con il serbatoio totalmente vuoto.
Ecco, quindi, che si fa sempre più urgente la necessità di intervenire sul mercato di gennaio, per dare più profondità a una rosa in cui Sibilli e Falletti fanno fatica a entrare a regime, l'attacco scarseggia in termini di goal e alternative credibili, il centrocampo si regge per intero su Maita e Benali, e la difesa non può prescindere dall'integrità di Mantovani. Troppo poco, a conti fatti, per mantenere quelle posizioni di vertice che la squadra aveva conquistato con fatica e applicazione, e che avrebbero potuto essere anche più interessanti senza tanti errori e con qualche freccia in più nella faretra.
Ma prima che la palla passi di nuovo a Di Cesare e Magalini per giocarla sul mercato, ci sono due appuntamenti-verità che porteranno alla fine dell'anno solare. La trasferta,nel giorno di Santo Stefano, contro un Palermo in crisi e a caccia di rilancio, e poi la sfida interna allo Spezia per chiudere il 2024 e aprire il girone di ritorno saranno due occasioni importanti per testare le reali ambizioni di questo Bari, chiamato a fare quel salto di qualità che ancora sfugge a Longo e ai suoi, alla ricerca anche di quelle piccole certezze smarrite, ma che vanno urgentemente ritrovate.