Calcio
Natale in casa Bari: un pareggio amaro e una sosta al momento giusto
Il rocambolesco 2-2 in casa contro il Roccella non toglie nulla al girone d'andata super degli uomini di Cornacchini
Bari - lunedì 24 dicembre 2018
3.23
Natale con l'amaro in bocca per il Bari e i suoi tifosi. L'ultimo appuntamento del 2018 e del girone d'andata coincide con una beffa clamorosa subita dai biancorossi, che impattano 2-2 al San Nicola contro il piccolo Roccella, autore però di una rimonta che resterà negli annales della squadra jonica. Sì, perché se il finale di primo tempo, con l'uno-due micidiale Floriano-Simeri (su rigore) lasciava presagire un finale in bellezza, la squadra di Cornacchini ha lentamente lasciato il campo ai calabresi nella ripresa, pagando un serbatoio ormai da qualche settimana in riserva. La rete dell'ex Colaianni (assistito su punizione dall'altro barese Pizzutelli) e il bolide con cui Amelio trova il goal della domenica al 91' hanno fatto andare di traverso panettone e cartellate al popolo biancorosso.
Non hanno convinto le scelte in corso d'opera di Cornacchini, che con le dichiarazioni post gara ha offerto la solita lettura onesta della partita. Le uscite di Floriano, Piovanello e Neglia nel secondo tempo per far posto ai più difensivi Feola, Langella e Cacioli - quando ancora si era sul 2-1 - hanno dato la sensazione di un tecnico insolitamente pauroso di un'avversaria infinitamente inferiore rispetto al Bari. Eppure quello che ha detto Cornacchini ha un senso. Che il Bari fosse ormai sulle ginocchia lo si era avvertito già in occasione delle ultime due gare, vinte un po' stentando contro Troina e Rotonda (contendenti tutt'altro che irresistibili). Fin da inizio ripresa era evidente che la squadra non aveva più la birra sufficiente per sorreggere il peso dei quattro attaccanti nel 442 di partenza scelto dal mister, che ha provato a dare più equilibrio schierando due mediani sugli esterni (Feola e Langella) e nel finale addirittura passando a 5 dietro. Soluzioni che non si sono dimostrate vincenti, ma comunque figlie di una logica tattica cui Cornacchini ha sempre fin qui dimostrato di attenersi.
In fondo il Bari è stato punito da una disattenzione in occasione della punizione, con la linea difensiva troppo più bassa rispetto alla barriera, e poi con la prodezza di Amelio, che ha colto di sorpresa il forse colpevole Marfella con un siluro da oltre 30 metri. Un calo che ci sta, alla luce del grosso sforzo compiuto dal Bari per fare il girone d'andata che ha fatto, dopo essere partito con praticamente un mese e mezzo di ritardo rispetto agli altri.
Sembra, comunque, troppo poco per giustificare addirittura i sonori fischi che hanno accompagnato il mister fuori dal campo a fine gara. Forse giova ricordare che il Bari ha disputato 17 partite di campionato vincendone 13 e pareggiandone 4, segnando la bellezza di 37 reti (con ben 13 calciatori diversi, una cooperativa del goal) e prendendone solo 7. Chiunque avrebbe firmato per arrivare al giro di boa con 9 punti di vantaggio sulla seconda, proiettati a vele spiegate verso la promozione diretta in C. Non sarà un pareggio, per quanto amaro e beffardo, a far cambiare i giudizi sulla prima parte di stagione dei galletti. E poco male se è sfumato il record di 7 vittorie consecutive: il Bari ha dalla sua tempo e qualità per riprovarci nel girone di ritorno.
In questi primi tre mesi abbiamo imparato a conoscere la Serie D come una categoria magari povera di contenuti tecnici, ma durissima dal punto di vista fisico-agonistico. Il Bari l'ha affrontata fin qui con una determinazione, una fame e una mentalità da vera squadra ammazza-campionato, facendoci anche per larghi tratti divertire. Il calo era fisiologico; nascondere che prima o poi sarebbe arrivato significherebbe mentire a se stessi. In soccorso dei biancorossi giunge una sosta che può solo fare bene a tutto il collettivo. Una settimana di riposo completo per ricaricare le batterie e tornare in campo con la stessa brillantezza vista fino a Portici-Bari. Il 6 gennaio si riprende: l'astinenza non sarà così lunga. C'è ancora un campionato da vincere e una promozione da conquistare.
Non hanno convinto le scelte in corso d'opera di Cornacchini, che con le dichiarazioni post gara ha offerto la solita lettura onesta della partita. Le uscite di Floriano, Piovanello e Neglia nel secondo tempo per far posto ai più difensivi Feola, Langella e Cacioli - quando ancora si era sul 2-1 - hanno dato la sensazione di un tecnico insolitamente pauroso di un'avversaria infinitamente inferiore rispetto al Bari. Eppure quello che ha detto Cornacchini ha un senso. Che il Bari fosse ormai sulle ginocchia lo si era avvertito già in occasione delle ultime due gare, vinte un po' stentando contro Troina e Rotonda (contendenti tutt'altro che irresistibili). Fin da inizio ripresa era evidente che la squadra non aveva più la birra sufficiente per sorreggere il peso dei quattro attaccanti nel 442 di partenza scelto dal mister, che ha provato a dare più equilibrio schierando due mediani sugli esterni (Feola e Langella) e nel finale addirittura passando a 5 dietro. Soluzioni che non si sono dimostrate vincenti, ma comunque figlie di una logica tattica cui Cornacchini ha sempre fin qui dimostrato di attenersi.
In fondo il Bari è stato punito da una disattenzione in occasione della punizione, con la linea difensiva troppo più bassa rispetto alla barriera, e poi con la prodezza di Amelio, che ha colto di sorpresa il forse colpevole Marfella con un siluro da oltre 30 metri. Un calo che ci sta, alla luce del grosso sforzo compiuto dal Bari per fare il girone d'andata che ha fatto, dopo essere partito con praticamente un mese e mezzo di ritardo rispetto agli altri.
Sembra, comunque, troppo poco per giustificare addirittura i sonori fischi che hanno accompagnato il mister fuori dal campo a fine gara. Forse giova ricordare che il Bari ha disputato 17 partite di campionato vincendone 13 e pareggiandone 4, segnando la bellezza di 37 reti (con ben 13 calciatori diversi, una cooperativa del goal) e prendendone solo 7. Chiunque avrebbe firmato per arrivare al giro di boa con 9 punti di vantaggio sulla seconda, proiettati a vele spiegate verso la promozione diretta in C. Non sarà un pareggio, per quanto amaro e beffardo, a far cambiare i giudizi sulla prima parte di stagione dei galletti. E poco male se è sfumato il record di 7 vittorie consecutive: il Bari ha dalla sua tempo e qualità per riprovarci nel girone di ritorno.
In questi primi tre mesi abbiamo imparato a conoscere la Serie D come una categoria magari povera di contenuti tecnici, ma durissima dal punto di vista fisico-agonistico. Il Bari l'ha affrontata fin qui con una determinazione, una fame e una mentalità da vera squadra ammazza-campionato, facendoci anche per larghi tratti divertire. Il calo era fisiologico; nascondere che prima o poi sarebbe arrivato significherebbe mentire a se stessi. In soccorso dei biancorossi giunge una sosta che può solo fare bene a tutto il collettivo. Una settimana di riposo completo per ricaricare le batterie e tornare in campo con la stessa brillantezza vista fino a Portici-Bari. Il 6 gennaio si riprende: l'astinenza non sarà così lunga. C'è ancora un campionato da vincere e una promozione da conquistare.