Calcio
Pareggio e rimpianti, per il Bari un punto dal sapore amaro
La Vibonese "zemaniana" mette a nudo molte delle carenze strutturali e comportamentali dei biancorossi. Ora sbagliare diventa (quasi) impossibile
Bari - lunedì 4 novembre 2019
Doveva essere il primo impegno di un ciclo sulla carta favorevole per il Bari, e invece è stata l'occasione per far luce su una serie di difficoltà strutturali e di atteggiamento che gli ultimi buoni risultati sotto la gestione Vivarini avevano solo nascosto sotto il tappeto. I biancorossi si fanno fermare sul 2-2 al San Nicola dalla piccola ma estremamente tenace Vibonese, in una partita che trova una logica proprio nella sua assenza di logica. Un pareggio che lascia l'amaro in bocca a squadra e tifosi, non solo (o non tanto) per un risultato che rende la classifica un pelo più lacunosa, ma perché era una partita che il Bari poteva e doveva vincere.
La rete al pronti-via di Antenucci, con il pasticcio del portiere Greco che travolge in uscita Altobello e lo spedisce in ospedale, con il senno del poi si può dire che sia stata più un male che un bene per il Bari. La squadra punta troppo a gestire e poco a imporsi, l'analisi post gara lucida e saggia di Vivarini, che ha ereditato una squadra col "braccino" da chi l'ha preceduto. Il Bari ha pensato - sbagliando - di poter aver meglio di un'avversaria più modesta dal punto di vista tecnico semplicemente amministrando l'1-0 per 85' e oltre. Errore da matita blu, che la squadra dei galletti ha pagato: nel primo tempo Berardi e Bernardotto, nella ripresa Tito, Eammusso e Taurino hanno messo in grande difficoltà la retroguardia di Vivarini, riaprendo anche qualche ferita che sembrava ormai cicatrizzata (errore grave di Sabbione sul secondo goal). L'uno-due terribile fra il 15' e il 20' firmato da Taurino ed Emmausso sa di un doppio gancio al mento del Bari, che almeno ha saputo reagire bene allo shock della rimonta, portando a casa un pareggio che almeno non spedisce il morale sotto i tacchetti.
Certo, da considerare c'è il fattore-assenze: a centrocampo non avere Hamlili e Scavone (e Bianco, convocato giusto per far numero) fa tutta la differenza del mondo. Schiavone è uomo d'ordine ma non brilla per dinamismo, Awua per una domenica rende al 60% delle sue possibilità, Folorunsho ci mette certamente voglia e impegno ma ancora non ha la brillantezza giusta per garantire alla mediana inserimenti e cambio di passo. Stavolta, a differenza di quanto accaduto in passato, Vivarini ha avuto però tanto dai cambi: Corsinelli e Terrani di fatto spaccano l'impasse e confezionano il (pregevolissimo) goal del definitivo 2-2, e anche Neglia e Floriano (in misura minore) fanno intravvedere spunti interessanti. Il sorriso più grande per il mister arriva certamente dalla prova del jolly ex Piacenza e Perugia: Terrani si sta ritagliando lo spazio da mezzala (lui che è esterno offensivo o trequartista), e in un momento come questo la sua qualità a centrocampo serve come acqua nel deserto. Se crescerà, come gli chiede il tecnico, anche sul piano della personalità in questo Bari il numero 27 potrà davvero essere un fattore.
Sono, però, più i rimpianti delle notizie positive alla fine di Bari-Vibonese. «Di questa partita dovremo parlare molto», ha detto Vivarini, conscio del passo indietro fatto dai suoi ragazzi. Quando serviva spingere sull'acceleratore il Bari ha tirato il freno a mano, a provato a controllare e ha finito per salvarsi al cospetto di una Vibonese che - e non è una bestemmia dirlo - avrebbe meritato di uscire con la posta piena dal San Nicola, giocando bene alla "zemaniana" maniera (il 4-3-3, modulo tutt'altro che demodé se lo si sa interpretare bene), con la palla sempre sul manto verde, peccando solo un po' di lucidità negli ultimi metri.
Insomma, una bella sveglia per un Bari ora costretto a depennare la parola "sbagliare" dal suo dizionario. La Reggina sbanca anche Potenza, vola a +8 sul Bari e si candida seriamente almeno al titolo (virtuale ma non troppo) di campione d'inverno del gruppo C. Il Bari, ripete Vivarini come un mantra, deve puntare da qui a Natale a restare a contatto con la vetta, e poi cambiare marcia nelle "ultime due vasche", un po' la tattica che ha portato Federica Pellegrini a collezionare ori e record. La speranza è che il finale sia lo stesso; domenica ci sarà il derby in casa del Bisceglie a mettere alla prova la tenuta di un Bari ancora alla ricerca di se stesso.
La rete al pronti-via di Antenucci, con il pasticcio del portiere Greco che travolge in uscita Altobello e lo spedisce in ospedale, con il senno del poi si può dire che sia stata più un male che un bene per il Bari. La squadra punta troppo a gestire e poco a imporsi, l'analisi post gara lucida e saggia di Vivarini, che ha ereditato una squadra col "braccino" da chi l'ha preceduto. Il Bari ha pensato - sbagliando - di poter aver meglio di un'avversaria più modesta dal punto di vista tecnico semplicemente amministrando l'1-0 per 85' e oltre. Errore da matita blu, che la squadra dei galletti ha pagato: nel primo tempo Berardi e Bernardotto, nella ripresa Tito, Eammusso e Taurino hanno messo in grande difficoltà la retroguardia di Vivarini, riaprendo anche qualche ferita che sembrava ormai cicatrizzata (errore grave di Sabbione sul secondo goal). L'uno-due terribile fra il 15' e il 20' firmato da Taurino ed Emmausso sa di un doppio gancio al mento del Bari, che almeno ha saputo reagire bene allo shock della rimonta, portando a casa un pareggio che almeno non spedisce il morale sotto i tacchetti.
Certo, da considerare c'è il fattore-assenze: a centrocampo non avere Hamlili e Scavone (e Bianco, convocato giusto per far numero) fa tutta la differenza del mondo. Schiavone è uomo d'ordine ma non brilla per dinamismo, Awua per una domenica rende al 60% delle sue possibilità, Folorunsho ci mette certamente voglia e impegno ma ancora non ha la brillantezza giusta per garantire alla mediana inserimenti e cambio di passo. Stavolta, a differenza di quanto accaduto in passato, Vivarini ha avuto però tanto dai cambi: Corsinelli e Terrani di fatto spaccano l'impasse e confezionano il (pregevolissimo) goal del definitivo 2-2, e anche Neglia e Floriano (in misura minore) fanno intravvedere spunti interessanti. Il sorriso più grande per il mister arriva certamente dalla prova del jolly ex Piacenza e Perugia: Terrani si sta ritagliando lo spazio da mezzala (lui che è esterno offensivo o trequartista), e in un momento come questo la sua qualità a centrocampo serve come acqua nel deserto. Se crescerà, come gli chiede il tecnico, anche sul piano della personalità in questo Bari il numero 27 potrà davvero essere un fattore.
Sono, però, più i rimpianti delle notizie positive alla fine di Bari-Vibonese. «Di questa partita dovremo parlare molto», ha detto Vivarini, conscio del passo indietro fatto dai suoi ragazzi. Quando serviva spingere sull'acceleratore il Bari ha tirato il freno a mano, a provato a controllare e ha finito per salvarsi al cospetto di una Vibonese che - e non è una bestemmia dirlo - avrebbe meritato di uscire con la posta piena dal San Nicola, giocando bene alla "zemaniana" maniera (il 4-3-3, modulo tutt'altro che demodé se lo si sa interpretare bene), con la palla sempre sul manto verde, peccando solo un po' di lucidità negli ultimi metri.
Insomma, una bella sveglia per un Bari ora costretto a depennare la parola "sbagliare" dal suo dizionario. La Reggina sbanca anche Potenza, vola a +8 sul Bari e si candida seriamente almeno al titolo (virtuale ma non troppo) di campione d'inverno del gruppo C. Il Bari, ripete Vivarini come un mantra, deve puntare da qui a Natale a restare a contatto con la vetta, e poi cambiare marcia nelle "ultime due vasche", un po' la tattica che ha portato Federica Pellegrini a collezionare ori e record. La speranza è che il finale sia lo stesso; domenica ci sarà il derby in casa del Bisceglie a mettere alla prova la tenuta di un Bari ancora alla ricerca di se stesso.