Calcio
Pro Vercelli-Bari, il lato positivo di una delusione che brucia
Bene la rimonta, ma la vittoria esterna resta tabù
Bari - sabato 14 ottobre 2017
23.16
Svanisce al 93' il doppio obiettivo del Bari: il gollonzo con cui la Pro Vercelli fissa il finale sul 2-2 a tempo scaduto nega ai biancorossi la gioia del primo successo esterno della stagione e fa sfumare l'ancor più appetitosa possibilità di issarsi al comando della classifica insieme a Palermo, Empoli, Frosinone e compagnia.
Più rimpianti, quindi, che motivi per sorridere: il punticino (il primo esterno della stagione) è buono per smuovere le acque e cancellare l'inquietante zero dalla voce "trasferta", nonché per rimanere a contatto col gruppone di testa, ma l'occasione era troppo ghiotta per prendersi in giro con frasi di circostanza.
Grosso, sbagliando, ha puntato il dito contro l'arbitraggio, parlando di un legittimo «Amaro in bocca per un pari che sta stretto», ma sfociando nel campo delle recriminazioni che non appartengono allo stile finora mostrato dall'ex campione del Mondo. «Un risultato che sarebbe stato diverso con la VAR operativa anche in Serie B», dice Grosso, di fatto sgravando i suoi dalle responsabilità sul goal di Morra in mischia su azione da fermo. Una leggerezza che, fuorigioco o no (anche con il fermo immagine non è possibile arrivare a una verità incontrovertibile sulla posizione di Legati e di Berra), al 93' con la tanto sospirata vittoria ormai in saccoccia non si può in nessun modo commettere.
A maggior ragione se si considera che il Bari era stato capace, con l'ormai consueta svegliata post svantaggio, di recuperare l'iniziale rete dei Bianchi piemontesi firmata da Castiglia su un'altra dormita della difesa biancorossa in occasione di un'azione da fermo. Della prova del Piola, dunque, bisogna prendere più che il risultato (sono due punti persi e non uno guadagnato, e su questo ci sono pochi dubbi) la seconda prova consecutiva di grande carattere della squadra, che ha avuto la forza di venir fuori dalla situazione difficile mostrando compattezza e continuità di gioco come l'allenatore va predicando da inizio stagione. Ancora una volta è la prestazione a salvare il Bari versione trasferta, e di nuovo ci troviamo a lodare una grande rimonta che lascia intendere tutti gli ancora tanti margini di miglioramento del Galletto targato Fabio Grosso.
Inutile ricordarlo, Galano è fondamentale per questo Bari: seppur a tratti, il Robben della Capitanata ha dato un'accelerata determinante alle azioni del Bari, firmando entrambe le reti baresi nel soleggiato pomeriggio piemontese di metà ottobre. A prescindere dalla svolta verso il 3-4-3 di Grosso (comunque meno positivo rispetto alla gara interna contro l'Avellino), quello che emerge con prepotenza dalla gara del Piola è il carattere di un gruppo che partita dopo partita si sta rivelando sempre più solido, affiatato e voglioso di superare anche le oggettive difficoltà di un primo tempo decisamente troppo lunatico per essere giudicato sufficiente; e gran parte del merito va alla capacità del leader tecnico di questa squadra di caricarsi sulle spalle la responsabilità di trascinare i compagni verso l'obiettivo. Non è un caso che insieme a Galano siano cresciuti anche Tello, Cassani e Morleo, elementi che agiscono in ruoli chiave di una squadra che, almeno dal punto di vista del gioco, è quasi sempre stata ineccepibile finora.
Il risultato, ovviamente, non lascia soddisfatti: è, per l'ennesima volta, il soldo che manca per fare una lira, almeno fuori casa. Un dettaglio non da poco, su cui Grosso deve lavorare ancora tantissimo, perché ormai il Bari sta arrivando a un livello di gioco e di consapevolezza di se stesso come squadra in cui sono soltanto i particolari a fare la differenza. Nulla, e a maggior ragione una punizione a tempo scaduto, può esser lasciato al caso: è arrivato il momento che tutti in casa Bari lo capiscano onde evitare di gettare altre preziose opportunità dalla finestra. La ragione, tuttavia, ci spinge a credere che l'appuntamento con il tanto sospirato successo esterno sia soltanto rimandato.
Più rimpianti, quindi, che motivi per sorridere: il punticino (il primo esterno della stagione) è buono per smuovere le acque e cancellare l'inquietante zero dalla voce "trasferta", nonché per rimanere a contatto col gruppone di testa, ma l'occasione era troppo ghiotta per prendersi in giro con frasi di circostanza.
Grosso, sbagliando, ha puntato il dito contro l'arbitraggio, parlando di un legittimo «Amaro in bocca per un pari che sta stretto», ma sfociando nel campo delle recriminazioni che non appartengono allo stile finora mostrato dall'ex campione del Mondo. «Un risultato che sarebbe stato diverso con la VAR operativa anche in Serie B», dice Grosso, di fatto sgravando i suoi dalle responsabilità sul goal di Morra in mischia su azione da fermo. Una leggerezza che, fuorigioco o no (anche con il fermo immagine non è possibile arrivare a una verità incontrovertibile sulla posizione di Legati e di Berra), al 93' con la tanto sospirata vittoria ormai in saccoccia non si può in nessun modo commettere.
A maggior ragione se si considera che il Bari era stato capace, con l'ormai consueta svegliata post svantaggio, di recuperare l'iniziale rete dei Bianchi piemontesi firmata da Castiglia su un'altra dormita della difesa biancorossa in occasione di un'azione da fermo. Della prova del Piola, dunque, bisogna prendere più che il risultato (sono due punti persi e non uno guadagnato, e su questo ci sono pochi dubbi) la seconda prova consecutiva di grande carattere della squadra, che ha avuto la forza di venir fuori dalla situazione difficile mostrando compattezza e continuità di gioco come l'allenatore va predicando da inizio stagione. Ancora una volta è la prestazione a salvare il Bari versione trasferta, e di nuovo ci troviamo a lodare una grande rimonta che lascia intendere tutti gli ancora tanti margini di miglioramento del Galletto targato Fabio Grosso.
Inutile ricordarlo, Galano è fondamentale per questo Bari: seppur a tratti, il Robben della Capitanata ha dato un'accelerata determinante alle azioni del Bari, firmando entrambe le reti baresi nel soleggiato pomeriggio piemontese di metà ottobre. A prescindere dalla svolta verso il 3-4-3 di Grosso (comunque meno positivo rispetto alla gara interna contro l'Avellino), quello che emerge con prepotenza dalla gara del Piola è il carattere di un gruppo che partita dopo partita si sta rivelando sempre più solido, affiatato e voglioso di superare anche le oggettive difficoltà di un primo tempo decisamente troppo lunatico per essere giudicato sufficiente; e gran parte del merito va alla capacità del leader tecnico di questa squadra di caricarsi sulle spalle la responsabilità di trascinare i compagni verso l'obiettivo. Non è un caso che insieme a Galano siano cresciuti anche Tello, Cassani e Morleo, elementi che agiscono in ruoli chiave di una squadra che, almeno dal punto di vista del gioco, è quasi sempre stata ineccepibile finora.
Il risultato, ovviamente, non lascia soddisfatti: è, per l'ennesima volta, il soldo che manca per fare una lira, almeno fuori casa. Un dettaglio non da poco, su cui Grosso deve lavorare ancora tantissimo, perché ormai il Bari sta arrivando a un livello di gioco e di consapevolezza di se stesso come squadra in cui sono soltanto i particolari a fare la differenza. Nulla, e a maggior ragione una punizione a tempo scaduto, può esser lasciato al caso: è arrivato il momento che tutti in casa Bari lo capiscano onde evitare di gettare altre preziose opportunità dalla finestra. La ragione, tuttavia, ci spinge a credere che l'appuntamento con il tanto sospirato successo esterno sia soltanto rimandato.