Calcio
Prova di forza, il Bari di Mignani promosso all’esame della resilienza
La vittoria contro la Turris restituisce ai biancorossi nuove consapevolezze e un vantaggio in classifica già interessante
Bari - lunedì 11 ottobre 2021
1.32
Un avvio di stagione scoppiettante, quello del Bari di Michele Mignani, a cui fino a ieri mancava un vero crash test attendibile. E nel momento in cui l'esame di maturità arriva, i galletti si fanno trovare pronti. Sì, perché il 4-2 con cui il Bari supera la Turris al San Nicola è una prova di forza netta e inequivocabile, che mette in luce le qualità e gli ampi margini di crescita che questa squadra possiede.
La sfida offerta dai corallini è di quelle probanti. La squadra di Caneo è la prima ad affrontare (in casa o fuori) il Bari a viso aperto, senza troppi complimenti. Un fatto che Mignani sa, ma che comunque sfugge al controllo del maniacale tecnico biancorosso. Il goal di Giannone all'8' coincide con la prima volta in cui il Bari si trova sotto in questo campionato, e arriva con uno schema su cui ampiamente si è ragionato nel primo mese e mezzo di stagione. Il Bari è proteso in avanti fin dall'avvio, e quando la Turris ha spazio sugli esterni sfondare è più facile: Varutti va via a sinistra, palla arretrata per Giannone che di prima scaraventa il suo sinistro in rete.
Può essere un colpo da ko precoce, ma il Bari di Mignani mostra per la prima volta una qualità che ancora non era stato chiamato a tirare fuori: la resilienza. Maniche arrotolate, coltello fra i denti, identità di gioco e subito sotto a cercare il pareggio. Al 21' va in scena il paradigma del calcio "mignaneo" al grado eminente: palla deliziosa di Scavone che va dentro per Cheddira, scudo con il corpo su Di Nunzio, girata e tocco rapace in porta. Un goal in cui c'è la tecnica sublime del singolo e il killer instinct del bomber ex Mantova, a cui in passato avevamo chiesto un po' di freddezza in più nei 16 metri.
E Cheddira risponde con una prova gigantesca: attacca la profondità, difende palla, va al tiro, smista, fa salire la squadra. Mignani sa che può essere la sua partita, lo butta dentro dal 1' e l'attaccante risponde presente. Ma qui emerge quello che - finora - è l'unico vero limite del galletto, che crea un volume inimmaginabile di gioco ma concretizza forse il 10% di quanto produce. I terzini scendono che è una bellezza e vanno al cross, ma dentro non c'è nessuno. Le mezze ali si inseriscono ma nel primo tempo di tirare non se ne parla. E, allora, ecco l'altra beffa: Varutti va via in fotocopia sulla sinistra, palla in mezzo per Leonetti che appoggia in rete il nuovo vantaggio dei corallini, sul finire di frazione.
Può essere un altro colpo al mento, ma per mandare al tappeto il resiliente Bari di Mignani ci vuole ancora qualcosa in più. Il tecnico all'intervallo toglie Simeri (tantissimo, importantissimo, lavoro sporco, ma in zona goal è praticamente inesistente) per Marras. Antenucci ancora in panchina, una scelta coraggiosa che paga: passano appena 20" che proprio Marras lancia Botta, cross perfetto per l'inserimento di D'Errico che trova il suo primo goal biancorosso.
I 10' iniziali della ripresa sono spettacolo puro sotto la pioggia del San Nicola, e a illuminare la serata è la tecnica fuori concorso di D'Errico e Botta. Cheddira e Marras sfiorano la traversa, Botta la centra in pieno e dà avvio al flipper: ancora Cheddira è malamente messo già in area, vantaggio e palla a Scavone che la scaraventa dentro (già tre goal per una riserva di lusso, peccato per l'infortunio nel finale). Quando Di Nunzio abbatte il solito Cheddira lanciato in porta da un D'Errico visionario e si becca il rosso la partita finisce: Frattali e Terranova chiudono su Tascone, poi la capocciona dello stesso Terranova mette il sigillo di ceralacca su un piccolo capolavoro.
Lo stesso D'Errico nel post gara ha parlato di segnale importante dato al campionato. All'ottava giornata guardare la classifica ha poco senso, però quel +6 sul Catanzaro secondo un po' di gola la fa. Ora la sfida si fa più dura, e anche più stimolante: mantenere la barra dritta, non cedere ai facili entusiasmi e allungare una striscia già di per sé importante. Prossima fermata Campobasso, poi i derby con Foggia e Francavilla come tappe di avvicinamento alla sfida-verità col Catanzaro di fine mese. Con la nuova consapevolezza di essere una squadra che può davvero sognare in grande.
La sfida offerta dai corallini è di quelle probanti. La squadra di Caneo è la prima ad affrontare (in casa o fuori) il Bari a viso aperto, senza troppi complimenti. Un fatto che Mignani sa, ma che comunque sfugge al controllo del maniacale tecnico biancorosso. Il goal di Giannone all'8' coincide con la prima volta in cui il Bari si trova sotto in questo campionato, e arriva con uno schema su cui ampiamente si è ragionato nel primo mese e mezzo di stagione. Il Bari è proteso in avanti fin dall'avvio, e quando la Turris ha spazio sugli esterni sfondare è più facile: Varutti va via a sinistra, palla arretrata per Giannone che di prima scaraventa il suo sinistro in rete.
Può essere un colpo da ko precoce, ma il Bari di Mignani mostra per la prima volta una qualità che ancora non era stato chiamato a tirare fuori: la resilienza. Maniche arrotolate, coltello fra i denti, identità di gioco e subito sotto a cercare il pareggio. Al 21' va in scena il paradigma del calcio "mignaneo" al grado eminente: palla deliziosa di Scavone che va dentro per Cheddira, scudo con il corpo su Di Nunzio, girata e tocco rapace in porta. Un goal in cui c'è la tecnica sublime del singolo e il killer instinct del bomber ex Mantova, a cui in passato avevamo chiesto un po' di freddezza in più nei 16 metri.
E Cheddira risponde con una prova gigantesca: attacca la profondità, difende palla, va al tiro, smista, fa salire la squadra. Mignani sa che può essere la sua partita, lo butta dentro dal 1' e l'attaccante risponde presente. Ma qui emerge quello che - finora - è l'unico vero limite del galletto, che crea un volume inimmaginabile di gioco ma concretizza forse il 10% di quanto produce. I terzini scendono che è una bellezza e vanno al cross, ma dentro non c'è nessuno. Le mezze ali si inseriscono ma nel primo tempo di tirare non se ne parla. E, allora, ecco l'altra beffa: Varutti va via in fotocopia sulla sinistra, palla in mezzo per Leonetti che appoggia in rete il nuovo vantaggio dei corallini, sul finire di frazione.
Può essere un altro colpo al mento, ma per mandare al tappeto il resiliente Bari di Mignani ci vuole ancora qualcosa in più. Il tecnico all'intervallo toglie Simeri (tantissimo, importantissimo, lavoro sporco, ma in zona goal è praticamente inesistente) per Marras. Antenucci ancora in panchina, una scelta coraggiosa che paga: passano appena 20" che proprio Marras lancia Botta, cross perfetto per l'inserimento di D'Errico che trova il suo primo goal biancorosso.
I 10' iniziali della ripresa sono spettacolo puro sotto la pioggia del San Nicola, e a illuminare la serata è la tecnica fuori concorso di D'Errico e Botta. Cheddira e Marras sfiorano la traversa, Botta la centra in pieno e dà avvio al flipper: ancora Cheddira è malamente messo già in area, vantaggio e palla a Scavone che la scaraventa dentro (già tre goal per una riserva di lusso, peccato per l'infortunio nel finale). Quando Di Nunzio abbatte il solito Cheddira lanciato in porta da un D'Errico visionario e si becca il rosso la partita finisce: Frattali e Terranova chiudono su Tascone, poi la capocciona dello stesso Terranova mette il sigillo di ceralacca su un piccolo capolavoro.
Lo stesso D'Errico nel post gara ha parlato di segnale importante dato al campionato. All'ottava giornata guardare la classifica ha poco senso, però quel +6 sul Catanzaro secondo un po' di gola la fa. Ora la sfida si fa più dura, e anche più stimolante: mantenere la barra dritta, non cedere ai facili entusiasmi e allungare una striscia già di per sé importante. Prossima fermata Campobasso, poi i derby con Foggia e Francavilla come tappe di avvicinamento alla sfida-verità col Catanzaro di fine mese. Con la nuova consapevolezza di essere una squadra che può davvero sognare in grande.