kevin lasagna bari sassuolo. <span>Foto Ssc Bari</span>
kevin lasagna bari sassuolo. Foto Ssc Bari
Calcio

Punto di partenza. Tre giorni per dare un senso al nuovo Bari

Con il Sassuolo premiata la caparbietà, ma Longo averte: «Guai a scherzare con la serie B»

Con due partite e 93' di ritardo, ma il campionato del Bari è finalmente iniziato. Contro il Sassuolo arriva il punto di partenza, guadagnato in pieno recupero al cospetto di un'avversaria costretta in dieci per un tempo e mezzo; però questo 1-1 muove la classifica e dà un minimo di morale a un ambiente uscito totalmente tramortito dalle prime due apparizioni della nuova serie B, e con alle spalle la spaventosa esperienza della stagione passata.

Che questo Bari sia un diesel? Chissà, magari sarà così. Fatto sta, però, che il goal di Lasagna a tempo scaduto premia i galletti per la dedizione e la caparbietà, ma è impossibile non credere che l'espulsione di Lovato alla mezzora di gioco non sia stata la vera sliding door della partita. Già, perché in parità numerica il Sassuolo si è dimostrata la squadra «illegale» (parola di mister Moreno Longo) costruita con il preciso intento di ritornare quanto prima nel paradiso della serie A. Thorstvedt fa goal e giocate da far ammattire la povera difesa di casa, Doig e Russo dominano il gioco sulle fasce, Boloca è il padrone incontrastato del centrocampo. Di match, a uomini pari, ce n'è poco, anche perché quando il Bari perde l'acciaccato Sibilli, poco prima di andare sotto al 19', rimettere ordine tra le fila biancorosse è un'impresa improba.

Maita e Benali si strapazzano in mezzo, Sgarbi entra a freddo e comunque ci mette buona volontà, Novakovich fa a sportellate con il suo gran fisico, Oliveri spinge a destra, Lasagna prova a inventare ma si mangia il goal del pareggio; di indicazioni positive (come peraltro contro Juve Stabia e Modena) ce ne sarebbero anche, però poi ci sono anche le tante cose che non vanno. Un Dorval sempre più spaesato e senza una reale alternativa (Ricci, indeciso partente, sembra ormai ai margini) a sinistra combina poco oltre all'assist per l'occasione fallita da Lasagna, e dietro si balla che è una bellezza. Il torto dei neroverdi è non chiudere la partita dopo il primo goal, approfittando anche di qualche incertezza di Radunovic tra i pali. Poi il contropiede di Sgarbi che porta al fallo da rosso di Lovato su Lasagna spacca la partita e ridà un po' di animo al Bari, che era sembrato un motore fuori giri.

Nella ripresa, al netto della superiorità numerica, i galletti ci provano con spirito e volizione, facendo abbassare sempre più il baricentro degli emiliani di Grosso, ma si nota che qualcosa manca in fase di realizzazione. Certo, prima Oliveri e poi Novakovich si vedono annullare due goal per questione di dettagli sfortunati (un fuorigioco millimetrico e un tocco di mano), ma comunque manca sempre un centesimo per fare un euro. Gli ingressi di Maiello e Manzari, con l'allargamento di Sgarbi sulla corsia di destra e il trasferimento di Benali sulla trequarti, ridanno brio alla manovra offensiva dei galletti, che testardamente cercano il goal del pareggio e finalmente lo trovano per il rotto della cuffia.

Insomma, una piccola ma significativa iniezione di fiducia dopo lo shock iniziale, ma non basta. Già, perché ora mancano tre giorni per completare una rosa che, come ripete Longo in prosa e in musica da due mesi, è ancora molto distante dal definirsi competitiva. Se le lacune in difesa, a centrocampo e sulla trequarti sono particolarmente evidenti, il mister ha richiamato l'attenzione anche su un intervento in attacco. Eh sì, perché quando Lasagna e Novakovich sono contemporaneamente in campo, il tecnico si gira in panchina alla caccia di alternative e scopre dietro di sé lo zero assoluto.

D'altra parte, il monito lanciato dallo stesso Longo nelle ultime ore è chiaro: «Con la serie B non si scherza». Difficile, quindi, pensare che anche nella testa del tecnico piemontese non stiano galleggiando gli stessi dubbi che tormentano l'animo dei tifosi biancorossi, speranzosi di vedere un nuovo film dopo il disastro sfiorato appena a maggio scorso, ma fin qui assai delusi. La domanda è: saranno messe a disposizione del duo mercato Di Cesare-Magalini le risorse necessarie per completare non meno di cinque o sei acquisti di qualità (e non solo di numero) nelle ultime 72 ore prima del fischio finale del mercato? Sembra una missione impossibile, ma d'altra parte è lo stretto indispensabile per dare una forma e un senso compiuto a questo Bari, che al momento non potrebbe candidarsi a molto più che una salvezza da conquistare sgomitando.

Ma se, come dichiarato dal presidente Luigi De Laurentiis, l'obiettivo sono i playoff, per arrivare nelle prime otto posizioni del campionato c'è bisogno (e alla svelta) di interventi "poderosi" (scelta terminologica non casuale) per rinforzare una squadra a cui le buone idee di Longo non bastano neanche lontanamente. Ci sarebbe da chiedersi come mai si sia arrivati anche quest'anno al fotofinish per rinforzare la rosa, ma si rischierebbe di cadere in una retorica ormai stucchevole. Così come pesante è diventata l'aria di contestazione che si respira allo stadio e in città nei confronti dei De Laurentiis, sempre più scollati dal sentimento popolare della piazza biancorossa, e arrivati in questi tre giorni davvero all'ultima chiamata buona per provare a ricucire un rapporto con Bari consumato fino quasi all'osso.
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