Calcio
Querelle Bari, gli ultras della Nord: «Inizia linea dura»
Il tifo organizzato traccia la linea sino a fine stagione
Bari - mercoledì 7 febbraio 2024
22.43
«Le parole di Aurelio De Laurentiis non hanno fatto altro che confermare che la linea intrapresa dalla Curva Nord in questi mesi fosse quella giusta: una società allo sbando, incapace di programmare una stagione vincente dopo essere arrivata a 100 secondi dalla serie A. Una società che ha preferito smantellare la squadra quando sarebbe stato sufficiente puntellarla. Una società che non ha mai chiarito quelle scelte e non ci ha mai messo la faccia, facendo perdere la dignità anche al DS davanti ai microfoni».
Così i gruppi organizzati della Curva Nord nella giornata della querelle che ha visto come protagonista la famiglia De Laurentiis e la FilmAuro, gruppo proprietario del Bari. Prima la parole di Aurelio De Laurentiis, poi la richiesta di scuse del sindaco Antonio Decaro, poi ancora Luigi che ribalta quanto detto dal padre e infine lo stesso ADL che ha detto di essere stato frainteso. Bari è Bari, Napoli è Napoli.
Lo sanno bene i ragazzi e le ragazze che si fanno chilometri ogni due settimane per difendere quei colori, spesso sacrificando sonno, affetti, danaro.
«In tanti anni ne abbiamo viste tante - prosegue il comunicato della Nord -, ma non ci eravamo mai trovati davanti ad una situazione del genere, dove un padre (Aurelio) umilia pubblicamente suo figlio (Luigi) facendolo apparire come lo scemo di turno che ha in mano un giocattolino di secondo rango: la "seconda squadra del Napoli".
Noi non abbiamo mai vinto scudetti, non abbiamo mai viaggiato in Europa e non pretendiamo fare paragoni con Napoli e col Napoli. Ma abbiamo una storia, un'identità, un bacino di utenza tra i più grandi in Italia - rimarcano orgogliosi -. E pertanto, non potremo mai essere la "seconda squadra" di nessuno. Per questi motivi, invitiamo la famiglia De Laurentiis a passare la mano e a sparire al più presto dalla nostra città. Annunciamo, quindi, l'inizio di una linea dura che ci vedrà comunque presenti - a dimostrazione di quanto attaccamento e partecipazione siano tratti distintivi della nostra tifoseria - ma ancora più intransigenti nell'esprimere all'unisono la richiesta di una nuova proprietà che tratti Bari con rispetto», è la loro conclusione.
Così i gruppi organizzati della Curva Nord nella giornata della querelle che ha visto come protagonista la famiglia De Laurentiis e la FilmAuro, gruppo proprietario del Bari. Prima la parole di Aurelio De Laurentiis, poi la richiesta di scuse del sindaco Antonio Decaro, poi ancora Luigi che ribalta quanto detto dal padre e infine lo stesso ADL che ha detto di essere stato frainteso. Bari è Bari, Napoli è Napoli.
Lo sanno bene i ragazzi e le ragazze che si fanno chilometri ogni due settimane per difendere quei colori, spesso sacrificando sonno, affetti, danaro.
«In tanti anni ne abbiamo viste tante - prosegue il comunicato della Nord -, ma non ci eravamo mai trovati davanti ad una situazione del genere, dove un padre (Aurelio) umilia pubblicamente suo figlio (Luigi) facendolo apparire come lo scemo di turno che ha in mano un giocattolino di secondo rango: la "seconda squadra del Napoli".
Noi non abbiamo mai vinto scudetti, non abbiamo mai viaggiato in Europa e non pretendiamo fare paragoni con Napoli e col Napoli. Ma abbiamo una storia, un'identità, un bacino di utenza tra i più grandi in Italia - rimarcano orgogliosi -. E pertanto, non potremo mai essere la "seconda squadra" di nessuno. Per questi motivi, invitiamo la famiglia De Laurentiis a passare la mano e a sparire al più presto dalla nostra città. Annunciamo, quindi, l'inizio di una linea dura che ci vedrà comunque presenti - a dimostrazione di quanto attaccamento e partecipazione siano tratti distintivi della nostra tifoseria - ma ancora più intransigenti nell'esprimere all'unisono la richiesta di una nuova proprietà che tratti Bari con rispetto», è la loro conclusione.