Calcio
Sofferenza e rimpianti, a Catania un altro passo nella crescita del Bari
I biancorossi escono indenni dalla trasferta in Sicilia. Con un 8 punti Vivarini e i suoi superano un poker di impegni ad alto coefficiente di difficoltà
Bari - lunedì 28 ottobre 2019
Se il pareggio di Avellino poteva essere classificato come "due punti persi", lo 0-0 di Catania per il Bari sa di punto guadagnato. E non solo per il diverso peso specifico dei due avversari, ma anche - e soprattutto - per l'andamento delle partite. Nelle ultime due trasferte i biancorossi di Vivarini raccolgono altrettanti punti, portando a sette la striscia di risultati utili consecutivi e mettendo nel bagaglio esperienze importanti in un percorso di crescita generale della squadra, intrapreso con l'arrivo del nuovo mister.
Si poteva fare di più al Massimino? Certamente sì, ma forse è fin troppo scontato dire che non si può sempre vincere. E quando non riesci a portate a casa la posta piena allora è bene limitare i danni, uscirne indenni, e mettere un altro po' di fieno in cascina in vista del rigido inverno alle porte. Alla luce soprattutto della prestazione quasi feroce (soprattutto nei primi 45') del Catania, apparentemente rigenerato dalla cura Lucarelli.
La sfida del Massimino costituisce, però, un prezioso banco di prova per il Bari, che la sfanga contro quello che, finora, è stato l'avversario più tosto della squadra guidata da Vivarini, incapace di imporre il proprio ritmo contro una squadra a tratti incontenibile. Al netto delle difficoltà a imporre gioco fuori casa mostrate nelle ultime trasferte, quello catanese è un altro piccolo passo avanti nel percorso di crescita intrapreso un mese e mezzo fa, col cambio in panchina. La partita all'ombra dell'Etna denota due aspetti fondamentali di questo nuovo Bari: in primo luogo la capacità di soffrire (ed è quello positivo), poi una certa superficialità in fase di conclusione (nota un po' meno lieta).
Andando con ordine, come ha ribadito Vivarini nel post c'è da sottolineare un altro clean sheet per i biancorossi, che dopo le due reti subite ad Avellino tengono la porta blindata contro i temibili attacchi di Catanzaro e Catania. Menzione di merito per Frattali, che con un paio di parate strappa-applausi tiene serrato il caveau e permette al Bari di tirare un bel sospiro di sollievo. Certo, sull'andamento della gara pesa l'errore clamoroso di Mazzarani a porta vuota e l'imprecisione dell'arbitro, che sanziona con un calcio di punizione dal limite un fallo di mano commesso da Awua molto probabilmente all'interno dell'area. Ciò, comunque, nulla toglie alla buona prestazione della fase difensiva: Costa e soprattutto Berra presidiano con attenzione le fasce dalle scorribande di Pinto e Calapai, in mezzo Sabbione-Di Cesare-Perrotta riescono a mettere guinzaglio e museruola al temibile Di Piazza.
Alti e bassi, invece, in fase propositiva. L'uscita di Scavone dopo appena 15' di gioco impone a Vivarini di rivedere l'assetto in campo, mandando nella mischia un Folorunsho ancora pesantemente in ritardo di condizione. Il centrocampista ex Francavilla nel finale spreca un ottimo assist di Simeri ciabattando con il mancino il pallone che avrebbe quasi certamente mandato ko i siciliani. Non è, però, il caso di gettare la croce addosso al giovane ex Lazio, che per stazza richiede un po' più di tempo degli altri a entrare in condizione, soprattutto dopo lo stop forzato dall'intervento al ginocchio. Va rivisto con un po' più di calma.
Chi, invece, si conferma a pieno titolo è Awua. Resistenza da mezzofondista, intensità, grinta: l'ex Rende non sta facendo rimpiangere Hamlili a centrocampo, e anche quando tornerà il più esperto compagno saprà mettere in difficoltà Vivarini nelle scelte. Benino anche Schiavone, che fa per la prima volta 90' filati, mette un po' d'ordine in mezzo al campo senza però brillare più di tanto.
Debito lieve, invece, per la fase offensiva: Antenucci si vede solo in un tiro dal limite su punizione di Schiavone, Simeri s'impegna come al solito ma combina poco, eccezion fatta per l'assist malamente sprecato da Folorunsho nel finale. Di fatto, la migliore occasione del Bari capita a Costa in avvio, ma anche il portiere catanese Furlan (meteora barese) si guadagna la pagnotta respingendo sicuro. Mezzo sorriso nel finale per l'ingresso di Floriano e il passaggio a un 4-3-1-2 forse anticamera di un cambio tattico in un prossimo futuro.
Insomma, di lavoro da fare ce n'è per Vivarini e i suoi, che però possono mandare in archivio questo poker di impegni probanti (Ternana e Catanzaro battute in casa, pareggi esterni ad Avellino e Catania) con 8 punti e qualche certezza in più. Resta qualche rimpianto per l'allungo della Reggina al primo posto in classifica, ma con 22 punti il Bari resta agganciato al treno delle inseguitrici Potenza, Ternana e Monopoli. Per ora va bene così; come ripete Vivarini, l'assalto alla diligenza è in programma da gennaio in poi.
Si poteva fare di più al Massimino? Certamente sì, ma forse è fin troppo scontato dire che non si può sempre vincere. E quando non riesci a portate a casa la posta piena allora è bene limitare i danni, uscirne indenni, e mettere un altro po' di fieno in cascina in vista del rigido inverno alle porte. Alla luce soprattutto della prestazione quasi feroce (soprattutto nei primi 45') del Catania, apparentemente rigenerato dalla cura Lucarelli.
La sfida del Massimino costituisce, però, un prezioso banco di prova per il Bari, che la sfanga contro quello che, finora, è stato l'avversario più tosto della squadra guidata da Vivarini, incapace di imporre il proprio ritmo contro una squadra a tratti incontenibile. Al netto delle difficoltà a imporre gioco fuori casa mostrate nelle ultime trasferte, quello catanese è un altro piccolo passo avanti nel percorso di crescita intrapreso un mese e mezzo fa, col cambio in panchina. La partita all'ombra dell'Etna denota due aspetti fondamentali di questo nuovo Bari: in primo luogo la capacità di soffrire (ed è quello positivo), poi una certa superficialità in fase di conclusione (nota un po' meno lieta).
Andando con ordine, come ha ribadito Vivarini nel post c'è da sottolineare un altro clean sheet per i biancorossi, che dopo le due reti subite ad Avellino tengono la porta blindata contro i temibili attacchi di Catanzaro e Catania. Menzione di merito per Frattali, che con un paio di parate strappa-applausi tiene serrato il caveau e permette al Bari di tirare un bel sospiro di sollievo. Certo, sull'andamento della gara pesa l'errore clamoroso di Mazzarani a porta vuota e l'imprecisione dell'arbitro, che sanziona con un calcio di punizione dal limite un fallo di mano commesso da Awua molto probabilmente all'interno dell'area. Ciò, comunque, nulla toglie alla buona prestazione della fase difensiva: Costa e soprattutto Berra presidiano con attenzione le fasce dalle scorribande di Pinto e Calapai, in mezzo Sabbione-Di Cesare-Perrotta riescono a mettere guinzaglio e museruola al temibile Di Piazza.
Alti e bassi, invece, in fase propositiva. L'uscita di Scavone dopo appena 15' di gioco impone a Vivarini di rivedere l'assetto in campo, mandando nella mischia un Folorunsho ancora pesantemente in ritardo di condizione. Il centrocampista ex Francavilla nel finale spreca un ottimo assist di Simeri ciabattando con il mancino il pallone che avrebbe quasi certamente mandato ko i siciliani. Non è, però, il caso di gettare la croce addosso al giovane ex Lazio, che per stazza richiede un po' più di tempo degli altri a entrare in condizione, soprattutto dopo lo stop forzato dall'intervento al ginocchio. Va rivisto con un po' più di calma.
Chi, invece, si conferma a pieno titolo è Awua. Resistenza da mezzofondista, intensità, grinta: l'ex Rende non sta facendo rimpiangere Hamlili a centrocampo, e anche quando tornerà il più esperto compagno saprà mettere in difficoltà Vivarini nelle scelte. Benino anche Schiavone, che fa per la prima volta 90' filati, mette un po' d'ordine in mezzo al campo senza però brillare più di tanto.
Debito lieve, invece, per la fase offensiva: Antenucci si vede solo in un tiro dal limite su punizione di Schiavone, Simeri s'impegna come al solito ma combina poco, eccezion fatta per l'assist malamente sprecato da Folorunsho nel finale. Di fatto, la migliore occasione del Bari capita a Costa in avvio, ma anche il portiere catanese Furlan (meteora barese) si guadagna la pagnotta respingendo sicuro. Mezzo sorriso nel finale per l'ingresso di Floriano e il passaggio a un 4-3-1-2 forse anticamera di un cambio tattico in un prossimo futuro.
Insomma, di lavoro da fare ce n'è per Vivarini e i suoi, che però possono mandare in archivio questo poker di impegni probanti (Ternana e Catanzaro battute in casa, pareggi esterni ad Avellino e Catania) con 8 punti e qualche certezza in più. Resta qualche rimpianto per l'allungo della Reggina al primo posto in classifica, ma con 22 punti il Bari resta agganciato al treno delle inseguitrici Potenza, Ternana e Monopoli. Per ora va bene così; come ripete Vivarini, l'assalto alla diligenza è in programma da gennaio in poi.