Calcio
Solido ma sprecone. Bari, rimandato ancora l’esame di maturità
I biancorossi strappano un buon punto a Brescia, ma escono di nuovo con tanti rimpianti
Bari - domenica 1 dicembre 2024
0.40
Un buon punto, per cui alla vigilia si sarebbe potuto anche firmare. Il Bari esce dal Rigamonti con il pareggio per 1-1 contro il Brescia, che per la classifica tutto sommato non fa male, e tuttavia va ad aggiungersi alla già nutrita collezione di occasioni sprecate del girone d'andata.
I galletti di Longo mettono in mostra contro le rondinelle tutto il loro ampio campionario di pregi e di difetti; un mix che ha portato la squadra biancorossa a competere nel cuore della zona playoff, ma ancora senza aver superato l'esame di maturità per capire cosa potrà diventare da grande. Bene, benissimo la reazione al goal di Galazzi dopo appena 32'' di gioco, che avrebbe potuto mandare al tappeto una compagine che, invece, è più abituata a farsi raggiungere che a inseguire. Eppure, dopo 15' di sbando quasi totale, sorpreso dal 4-4-2 in linea di Maran e non dall'atteso rombo di centrocampo, Longo alla lunga riesce a ridisegnare il suo Bari, rendendolo solido come sempre e pericoloso.
Il pareggio arriva a metà della prima frazione sull'asse Maita-Dorval, i due migliori in campo: il centrocampista domina con forza e tecnica, l'esterno si prende un'altra bella rivincita sui suoi detrattori con un pregevole goal di testa, non la specialità della casa, a coronamento di una prova maiuscola. Al Bari va riconosciuto l'indubbio merito di saper ribaltare totalmente l'inerzia della partita, di mettere il Brescia alle corde e di meritare - nel computo totale - anche la vittoria.
Ma i galletti continuano a essere vittime di alcuni fattori K che ancora impediscono il definitivo salto di qualità. Il primo è senza dubbio la grande difficoltà che la squadra palesa nell'andare in goal e chiudere le partite. E questo anche davanti ad occasioni colossali, come il rigore che Falletti spedisce direttamente sul palo, e la sfortunata traversa stampata dal colpo di testa di Novakovich al crepuscolo del primo tempo.
Un Bari solido in copertura, sì, ma sprecone all'inverosimile in fase conclusiva; il cocktail produce l'ennesimo pareggio, ma comunque il tredicesimo risultato utile consecutivo, che da buttare non è affatto. Rimane, però, il rimpianto anche per la grande difficoltà che il gruppo di Longo continua a palesare nei secondi tempi, anche a causa di cambi che fanno troppa fatica a entrare in partita e a cambiare i destini dalla panchina. Lì dove Falletti e Sibilli non vivono la loro giornata migliore (per usare un eufemismo), apparendo spaesati e incapaci di dialogare negli spazi, anche l'ingresso del rientrante Lasagna non porta vantaggi alla manovra offensiva dei biancorossi. Per carità, Manzari e Sgarbi nel finale ci provano anche, ma finiscono quasi per pestarsi i piedi, senza trovarsi mai.
Meglio, invece, dietro, dove pure senza brillare il trio Pucino-Simic-Mantovani tiene botta, protetto da un Maita gigantesco e dal solito, ordinato, Benali. Tutto bene, insomma, per rimanere agganciati al gruppone dei playoff e sgomitare nel vivo dell'azione, ma non basta per quel salto di qualità che i tifosi chiedono alla squadra, per superare i propri limiti e diventare protagonista effettiva del campionato. Tra meno di una settimana, sabato prossimo, ci sarà un'altra occasione importante: al San Nicola è atteso il Cesena dell'ex Mignani, per offrire l'ennesimo test di maturità a un Bari che deve ancora far collimare le ambizioni della piazza con le proprie.
I galletti di Longo mettono in mostra contro le rondinelle tutto il loro ampio campionario di pregi e di difetti; un mix che ha portato la squadra biancorossa a competere nel cuore della zona playoff, ma ancora senza aver superato l'esame di maturità per capire cosa potrà diventare da grande. Bene, benissimo la reazione al goal di Galazzi dopo appena 32'' di gioco, che avrebbe potuto mandare al tappeto una compagine che, invece, è più abituata a farsi raggiungere che a inseguire. Eppure, dopo 15' di sbando quasi totale, sorpreso dal 4-4-2 in linea di Maran e non dall'atteso rombo di centrocampo, Longo alla lunga riesce a ridisegnare il suo Bari, rendendolo solido come sempre e pericoloso.
Il pareggio arriva a metà della prima frazione sull'asse Maita-Dorval, i due migliori in campo: il centrocampista domina con forza e tecnica, l'esterno si prende un'altra bella rivincita sui suoi detrattori con un pregevole goal di testa, non la specialità della casa, a coronamento di una prova maiuscola. Al Bari va riconosciuto l'indubbio merito di saper ribaltare totalmente l'inerzia della partita, di mettere il Brescia alle corde e di meritare - nel computo totale - anche la vittoria.
Ma i galletti continuano a essere vittime di alcuni fattori K che ancora impediscono il definitivo salto di qualità. Il primo è senza dubbio la grande difficoltà che la squadra palesa nell'andare in goal e chiudere le partite. E questo anche davanti ad occasioni colossali, come il rigore che Falletti spedisce direttamente sul palo, e la sfortunata traversa stampata dal colpo di testa di Novakovich al crepuscolo del primo tempo.
Un Bari solido in copertura, sì, ma sprecone all'inverosimile in fase conclusiva; il cocktail produce l'ennesimo pareggio, ma comunque il tredicesimo risultato utile consecutivo, che da buttare non è affatto. Rimane, però, il rimpianto anche per la grande difficoltà che il gruppo di Longo continua a palesare nei secondi tempi, anche a causa di cambi che fanno troppa fatica a entrare in partita e a cambiare i destini dalla panchina. Lì dove Falletti e Sibilli non vivono la loro giornata migliore (per usare un eufemismo), apparendo spaesati e incapaci di dialogare negli spazi, anche l'ingresso del rientrante Lasagna non porta vantaggi alla manovra offensiva dei biancorossi. Per carità, Manzari e Sgarbi nel finale ci provano anche, ma finiscono quasi per pestarsi i piedi, senza trovarsi mai.
Meglio, invece, dietro, dove pure senza brillare il trio Pucino-Simic-Mantovani tiene botta, protetto da un Maita gigantesco e dal solito, ordinato, Benali. Tutto bene, insomma, per rimanere agganciati al gruppone dei playoff e sgomitare nel vivo dell'azione, ma non basta per quel salto di qualità che i tifosi chiedono alla squadra, per superare i propri limiti e diventare protagonista effettiva del campionato. Tra meno di una settimana, sabato prossimo, ci sarà un'altra occasione importante: al San Nicola è atteso il Cesena dell'ex Mignani, per offrire l'ennesimo test di maturità a un Bari che deve ancora far collimare le ambizioni della piazza con le proprie.