Calcio
Spezia-Bari, l’ennesima lezione da imparare
Grosso, tra coraggio e avventatezza, è ancora alla ricerca dell’assetto giusto
Bari - domenica 1 ottobre 2017
11.29
«Di solito non parlo ai ragazzi a fine gara. Stavolta l'ho fatto perché sentivo di dover dire una cosa che per me è importante. Ho detto loro che dobbiamo essere bravi a riconoscere le partite e a non farcele scivolare dalle mani. Da questa di oggi, avremmo dovuto portare a casa almeno un punto. Non ci siamo riusciti, nonostante, ripeto, la buona gara. Dovremmo continuare a lavorare su questo. Abbiamo fatto la partita che dovevamo fare ma purtroppo non abbiamo sfruttato le occasioni». È dimesso Fabio Grosso nel post di Spezia-Bari, partita persa dai biancorossi per 1-0 con una caterva di rimpianti, a cominciare dal goal-partita arrivato con i liguri già in dieci per l'espulsione di Capelli nel finale.
Parla di occasioni non sfruttate il tecnico biancorosso, che stavolta, però, deve cospargersi il capo di cenere e analizzare una gestione della gara insoddisfacente. A cominciare dal rapporto possesso palla/occasioni create: il Bari ha avuto il 53% di controllo sulle operazioni di gioco, creando appena 2 occasioni (entrambe nel primo tempo) e la bellezza di un inquietante 0 nella casella dei tiri nello specchio della porta. Cosa diversa dicasi dello Spezia (fermo al 47% di possesso e quasi sempre nella propria metà campo), che con il goal della domenica di Lopez ha portato al 100% il bilancio tra tiri in porta e goal segnati.
Certo, di traverso ci si è messa una buona dose di sfortuna, perché stando a quanto visto in campo i biancorossi meritavano di strappare almeno un punticino dal Picco. Ma appellarsi solo agli episodi negativi non sarebbe giusto, e Grosso lo sa. Le scelte in attacco sono state senza dubbio sconsiderate: il confine tra il coraggio di Grosso e la sua avventatezza inizia a farsi labile. Se una settimana fa avevamo lodato la sorprendente decisione di gettare nella mischia la coppia freschissima Iocolano-Cissé, stavolta la scelta di mandare in panchina i due funamboli in favore di Brienza e Floro Flores non ha pagato.
Probabilmente nemmeno Grosso si aspettava che il suo amico e collega Fabio Gallo giocasse in casa una partita così difensiva, chiudendo al Bari ogni possibile sbocco offensivo della manovra e rendendo di fatto sterile il possesso. Ed è altrettanto probabile che il tecnico stia cercando di dare più minuti possibile ai suoi tanti attaccanti, per recuperare la condizione e sentirsi importanti nel progetto. Resta, però, il dubbio, perché quando è entrato l'attaccante guineano ha spaccato a metà la difesa chiusissima dello Spezia, provocando l'espulsione di Capelli tanto per dirne una. E anche il rientrante Galano probabilmente andava inserito con qualche minuto di anticipo, prima che la caccia al meritato punticino diventasse disperata.
Un'ennesima lezione, quindi, che il mister barese deve imparare il più in fretta possibile: trovare al più presto possibile una formazione tipo anche in attacco, dove troppo spesso è mancato (vuoi per ritardo di condizione, vuoi per bravura degli avversari) lo spunto decisivo per concretizzare una manovra avvolgente e che in molti suoi ingranaggi (Busellato sempre ineccepibile, solo a tratti Tello e Basha) funziona già discretamente bene. Serve, inoltre, trovare anche una soluzione di gioco che comprenda il reinserimento di Galano, che nel 3-5-2 difficilmente potrebbe fare l'esterno a tutta fascia (la fase di copertura non è il suo forte) e sarebbe sprecato chiuderlo in gabbia nella zona centrale senza dargli la possibilità di partire da destra e accentrarsi col mancino.
Tanti i grattacapi per Grosso, quindi: il suo lavoro merita rispetto e pazienza ma il bisogno di punti inizia a farsi impellente. Quattro sconfitte in sette partite sono tante, tre su altrettante trasferte ancora di più. Ognuna di esse va analizzata e presa con le molle, ma resta il fatto che non è mai bene concedere agli altri troppo vantaggio, specialmente se si punta alla promozione (cosa che, in effetti, non è mai stata dichiarata).
A Grosso però va dato merito di non aver cercato alibi nel post partita, nemmeno aggrappandosi a un arbitraggio indubbiamente mediocre che ha privato il Bari di un rigore solare al 92'. Un atteggiamento maturo che segna un certo distacco dal passato capriccioso che ha contraddistinto le ultime stagioni biancorosse. Siamo certi che non lo farà nemmeno se domenica prossima le cose dovessero andare storte contro l'Avellino, quando tra infortuni e convocazioni nelle varie nazionali mancherà in pratica l'intera difesa. Motivo in più per riversare in Grosso tutta la fiducia che merita.
Parla di occasioni non sfruttate il tecnico biancorosso, che stavolta, però, deve cospargersi il capo di cenere e analizzare una gestione della gara insoddisfacente. A cominciare dal rapporto possesso palla/occasioni create: il Bari ha avuto il 53% di controllo sulle operazioni di gioco, creando appena 2 occasioni (entrambe nel primo tempo) e la bellezza di un inquietante 0 nella casella dei tiri nello specchio della porta. Cosa diversa dicasi dello Spezia (fermo al 47% di possesso e quasi sempre nella propria metà campo), che con il goal della domenica di Lopez ha portato al 100% il bilancio tra tiri in porta e goal segnati.
Certo, di traverso ci si è messa una buona dose di sfortuna, perché stando a quanto visto in campo i biancorossi meritavano di strappare almeno un punticino dal Picco. Ma appellarsi solo agli episodi negativi non sarebbe giusto, e Grosso lo sa. Le scelte in attacco sono state senza dubbio sconsiderate: il confine tra il coraggio di Grosso e la sua avventatezza inizia a farsi labile. Se una settimana fa avevamo lodato la sorprendente decisione di gettare nella mischia la coppia freschissima Iocolano-Cissé, stavolta la scelta di mandare in panchina i due funamboli in favore di Brienza e Floro Flores non ha pagato.
Probabilmente nemmeno Grosso si aspettava che il suo amico e collega Fabio Gallo giocasse in casa una partita così difensiva, chiudendo al Bari ogni possibile sbocco offensivo della manovra e rendendo di fatto sterile il possesso. Ed è altrettanto probabile che il tecnico stia cercando di dare più minuti possibile ai suoi tanti attaccanti, per recuperare la condizione e sentirsi importanti nel progetto. Resta, però, il dubbio, perché quando è entrato l'attaccante guineano ha spaccato a metà la difesa chiusissima dello Spezia, provocando l'espulsione di Capelli tanto per dirne una. E anche il rientrante Galano probabilmente andava inserito con qualche minuto di anticipo, prima che la caccia al meritato punticino diventasse disperata.
Un'ennesima lezione, quindi, che il mister barese deve imparare il più in fretta possibile: trovare al più presto possibile una formazione tipo anche in attacco, dove troppo spesso è mancato (vuoi per ritardo di condizione, vuoi per bravura degli avversari) lo spunto decisivo per concretizzare una manovra avvolgente e che in molti suoi ingranaggi (Busellato sempre ineccepibile, solo a tratti Tello e Basha) funziona già discretamente bene. Serve, inoltre, trovare anche una soluzione di gioco che comprenda il reinserimento di Galano, che nel 3-5-2 difficilmente potrebbe fare l'esterno a tutta fascia (la fase di copertura non è il suo forte) e sarebbe sprecato chiuderlo in gabbia nella zona centrale senza dargli la possibilità di partire da destra e accentrarsi col mancino.
Tanti i grattacapi per Grosso, quindi: il suo lavoro merita rispetto e pazienza ma il bisogno di punti inizia a farsi impellente. Quattro sconfitte in sette partite sono tante, tre su altrettante trasferte ancora di più. Ognuna di esse va analizzata e presa con le molle, ma resta il fatto che non è mai bene concedere agli altri troppo vantaggio, specialmente se si punta alla promozione (cosa che, in effetti, non è mai stata dichiarata).
A Grosso però va dato merito di non aver cercato alibi nel post partita, nemmeno aggrappandosi a un arbitraggio indubbiamente mediocre che ha privato il Bari di un rigore solare al 92'. Un atteggiamento maturo che segna un certo distacco dal passato capriccioso che ha contraddistinto le ultime stagioni biancorosse. Siamo certi che non lo farà nemmeno se domenica prossima le cose dovessero andare storte contro l'Avellino, quando tra infortuni e convocazioni nelle varie nazionali mancherà in pratica l'intera difesa. Motivo in più per riversare in Grosso tutta la fiducia che merita.