Calcio
SSC Bari, Antenucci: «Pensiamo a una partita dopo l’altra. Futuro? Vorrei continuare qui»
Il bomber: «A Pisa sarà difficile, ci hanno impressionati all’andata. Ho sempre creduto al doppio salto, non molliamo adesso»
Bari - giovedì 20 aprile 2023
14.27
È il bomber della squadra, simbolo della scalata dalla C alla B, e ora leader nel sogno di proseguire il percorso fino alla serie A. Mirco Antenucci incarna lo spirito di questo Bari, tecnico, combattivo e ambizioso, e che domenica andrà a Pisa per una sfida che si prevede fondamentale nella corsa al miglio piazzamento playoff possibile.
«All'andata ci avevano impressionati, come organizzazione e fase difensiva - dice Antenucci nella conferenza stampa di metà settimana. Hanno una rosa di qualità, l'anno scorso sono arrivati fino in fondo e quest'anno se la stanno giocando per i playoff. Partita difficile come tante altre; noi abbiamo bisogno di fare punti, andremo lì con la voglia di sempre».
Ancora il numero 7 biancorosso sul finale di stagione regolare e sul duello a distanza col Genoa per il secondo posto e la promozione diretta: «Mancano cinque partite, bisogna pensare a una partita dopo l'altra, senza fare progetti. Noi stiamo bene, anche fisicamente; giochiamo in maniera aperta ogni partita. Il Genoa? Facciamo il nostro percorso, non abbiamo mai pensato agli altri. A me non interessa fare polemiche, sicuramente una squadra retrocessa ha più pressioni di chi ha appena vinto la C. Loro hanno 6 punti di vantaggio, per noi sono la squadra da battere».
Antenucci continua parlando della solidità dimostrata dai galletti nel recente periodo, anche al netto dei due goal subiti nella sfida (pareggiata 2-2) contro il Como al San Nicola: «Quando arrivi alle ultime 10 inizia un mini campionato in cui si decide tutto. I punti contano di più, le squadre si scoprono meno e le partite sono più difficili. La fase offensiva e quella difensiva dipendono dalla squadra; se prendiamo pochi goal è perché attaccanti, centrocampisti e difensori si sacrificano. Se facciamo tanti goal è perché siamo bravi a giocare da dietro e le punte realizzano.
Sulla concorrenza interna tra gli attaccanti e sui vari assetti tattici della squadra, il "lupo" di Roccavivara aggiunge: «Siamo tanti, il mister ha diverse soluzioni e le sceglie di volta in volta. Noi cerchiamo sempre di metterci in difficoltà l'uno con l'altro in maniera sportiva. Vogliamo essere protagonisti, ma sempre con rispetto per gli altri e disponibilità ad accettare qualsiasi scelta per il bene del Bari. Nel secondo tempo le partite cambiano, ci sono più spazi. A volte è più semplice trovare la giocata. Giocando con due esterni larghi hai più ampiezza e più sfogo rispetto al 4-3-1-2, ma queste sono decisioni che prenderà il mister di volta in volta. Noi ci troviamo bene con entrambi i moduli, i nostri principi non cambiano. Anche mister Mignani è migliorato, i risultati ti aiutano a crescere. L'ho visto migliorato, fa parte di un percorso che un allenatore deve fare».
Il Bari sente la responsabilità di avere sule proprie spalle le ambizioni di una città intera? «La responsabilità ce l'hanno tutti i professionisti - commenta Antenucci. Abbiamo delle responsabilità professionale ed etico: noi vogliamo dare più soddisfazioni possibili a Bari e alla società. Non so cosa succederà; siamo orgogliosi del percorso fatto, ma non molliamo adesso».
Insieme ad Antenucc c'è anche capitan Di Cesare, amico di lungo corso, compagno di mille battaglie e anche di studi, visto che i due hanno appena superato insieme l'esame da direttore sportivo. «Di Cesare è il simbolo di questa squadra e della società - spiega Antenucci». È venuto qui in D, lasciando la serie A; il limite non è nell'età ma nella testa, lui è un esempio lampante» E su Cheddira aggiunge: «Ha fatto molto bene, ma fino alla fine bisogna migliorarsi ancora».
A 39 anni, con una carriera di direttore sportivo in vista, Antenucci pensa a cosa fare da grande: Continuare tanti anni ancora? Non lo so, però vorrei ancora continuare a giocare. Ho fatto il corso da diesse per conoscenza, forse sarà la mia strada ma ancora non lo so. È importante iniziare a formarsi, vedere cosa c'è il calcio giocato. Provi a immaginare quello che ci sarà dopo, ma senza assilli. Sono diverso da Polito, lui interpreta quel ruolo molto bene; abbiamo giocato insieme tanti anni fa, ora l'ho ritrovato da diesse. I risultati che ha ottenuto a Bari parlano per lui».
Il contratto del bomber molisano con il Bari è in scadenza a giugno, anche se la sua volontà è quella di continuare in biancorosso: «Quattro anni fa, quando mi sono presentato, ho detto di aver fatto una scelta coraggiosa, ma era anche la sfida più stimolate della mia carriera. In C sarei venuto solo per il Bari, ci abbiamo messo un po' ma ci siamo riusciti. Fin dal primo giorno pensavo di poterci giocare questo, il doppio salto. Sono contento che ora stiamo vivendo questo momento, ci proveremo e daremo battaglia fino alla fine. Non credo nella riconoscenza nel calcio, sono rimasto più volte scottato. Se uno rimane in un posto è perché merita di starci e perché si crede che possa dare una mano alla squadra. Non nego che sarei onorato e felice di rimanere ancora qui a Bari».
«All'andata ci avevano impressionati, come organizzazione e fase difensiva - dice Antenucci nella conferenza stampa di metà settimana. Hanno una rosa di qualità, l'anno scorso sono arrivati fino in fondo e quest'anno se la stanno giocando per i playoff. Partita difficile come tante altre; noi abbiamo bisogno di fare punti, andremo lì con la voglia di sempre».
Ancora il numero 7 biancorosso sul finale di stagione regolare e sul duello a distanza col Genoa per il secondo posto e la promozione diretta: «Mancano cinque partite, bisogna pensare a una partita dopo l'altra, senza fare progetti. Noi stiamo bene, anche fisicamente; giochiamo in maniera aperta ogni partita. Il Genoa? Facciamo il nostro percorso, non abbiamo mai pensato agli altri. A me non interessa fare polemiche, sicuramente una squadra retrocessa ha più pressioni di chi ha appena vinto la C. Loro hanno 6 punti di vantaggio, per noi sono la squadra da battere».
Antenucci continua parlando della solidità dimostrata dai galletti nel recente periodo, anche al netto dei due goal subiti nella sfida (pareggiata 2-2) contro il Como al San Nicola: «Quando arrivi alle ultime 10 inizia un mini campionato in cui si decide tutto. I punti contano di più, le squadre si scoprono meno e le partite sono più difficili. La fase offensiva e quella difensiva dipendono dalla squadra; se prendiamo pochi goal è perché attaccanti, centrocampisti e difensori si sacrificano. Se facciamo tanti goal è perché siamo bravi a giocare da dietro e le punte realizzano.
Sulla concorrenza interna tra gli attaccanti e sui vari assetti tattici della squadra, il "lupo" di Roccavivara aggiunge: «Siamo tanti, il mister ha diverse soluzioni e le sceglie di volta in volta. Noi cerchiamo sempre di metterci in difficoltà l'uno con l'altro in maniera sportiva. Vogliamo essere protagonisti, ma sempre con rispetto per gli altri e disponibilità ad accettare qualsiasi scelta per il bene del Bari. Nel secondo tempo le partite cambiano, ci sono più spazi. A volte è più semplice trovare la giocata. Giocando con due esterni larghi hai più ampiezza e più sfogo rispetto al 4-3-1-2, ma queste sono decisioni che prenderà il mister di volta in volta. Noi ci troviamo bene con entrambi i moduli, i nostri principi non cambiano. Anche mister Mignani è migliorato, i risultati ti aiutano a crescere. L'ho visto migliorato, fa parte di un percorso che un allenatore deve fare».
Il Bari sente la responsabilità di avere sule proprie spalle le ambizioni di una città intera? «La responsabilità ce l'hanno tutti i professionisti - commenta Antenucci. Abbiamo delle responsabilità professionale ed etico: noi vogliamo dare più soddisfazioni possibili a Bari e alla società. Non so cosa succederà; siamo orgogliosi del percorso fatto, ma non molliamo adesso».
Insieme ad Antenucc c'è anche capitan Di Cesare, amico di lungo corso, compagno di mille battaglie e anche di studi, visto che i due hanno appena superato insieme l'esame da direttore sportivo. «Di Cesare è il simbolo di questa squadra e della società - spiega Antenucci». È venuto qui in D, lasciando la serie A; il limite non è nell'età ma nella testa, lui è un esempio lampante» E su Cheddira aggiunge: «Ha fatto molto bene, ma fino alla fine bisogna migliorarsi ancora».
A 39 anni, con una carriera di direttore sportivo in vista, Antenucci pensa a cosa fare da grande: Continuare tanti anni ancora? Non lo so, però vorrei ancora continuare a giocare. Ho fatto il corso da diesse per conoscenza, forse sarà la mia strada ma ancora non lo so. È importante iniziare a formarsi, vedere cosa c'è il calcio giocato. Provi a immaginare quello che ci sarà dopo, ma senza assilli. Sono diverso da Polito, lui interpreta quel ruolo molto bene; abbiamo giocato insieme tanti anni fa, ora l'ho ritrovato da diesse. I risultati che ha ottenuto a Bari parlano per lui».
Il contratto del bomber molisano con il Bari è in scadenza a giugno, anche se la sua volontà è quella di continuare in biancorosso: «Quattro anni fa, quando mi sono presentato, ho detto di aver fatto una scelta coraggiosa, ma era anche la sfida più stimolate della mia carriera. In C sarei venuto solo per il Bari, ci abbiamo messo un po' ma ci siamo riusciti. Fin dal primo giorno pensavo di poterci giocare questo, il doppio salto. Sono contento che ora stiamo vivendo questo momento, ci proveremo e daremo battaglia fino alla fine. Non credo nella riconoscenza nel calcio, sono rimasto più volte scottato. Se uno rimane in un posto è perché merita di starci e perché si crede che possa dare una mano alla squadra. Non nego che sarei onorato e felice di rimanere ancora qui a Bari».