Calcio
SSC Bari, Di Cesare: «Col Portici contava solo vincere. Goal più bello? Quello al Rotonda»
Il difensore-bomber parla il giorno dopo la gara: «Spiace per la squalifica, a questi arbitraggi ormai ci siamo abituati. Siamo un grande gruppo»
Bari - lunedì 15 aprile 2019
15.32
«Ieri contava vincere, siamo a un passo dall'obiettivo e questo è fondamentale. La partita più importante dell'anno; con un pareggio o una sconfitta potevamo dare speranze alla Turris. Ci sta che qualcuno potesse sentire di più la pressione, in questa categoria si gioca con quattro under e per ragazzi di 20 anni non è facile qui al San Nicola. Siamo un bel gruppo; l'esultanza è stata dovuta all'importanza della partita. Dopo il goal di Simeri eravamo tutti in campo ad abbracciarci». Parole e musica di Valerio Di Cesare, che interviene in sala stampa dopo la vittoria del suo Bari per 2-1 contro il Portici, con cui i biancorossi prenotano il biglietto per la Serie C.
Un successo arrivato con il cuore, in un momento in cui la brillantezza atletica proprio non c'è: «Sono otto mesi che spingiamo al massimo, poi le squadre contro di noi danno tutto per poi perdere la partita dopo. Quest'anno va così», dice Di Cesare. L'esperto difensore, però, non ci sarà giovedì prossimo a Troina per squalifica: «Ci sta dopo aver giocato quasi tutte le partite prendere 5 ammonizioni. Poi il fallo che ho fatto ieri poteva anche non essere da giallo. Era il mio primo in 90', forse è stato un po' eccessivo. Ormai siamo abituati a questi arbitraggi, ma io mi avveleno ugualmente perché sembra che lo facciano apposta. Mi è sembrato un anno eterno, non vedo l'ora che finisca. Mi dispiacerebbe non poter festeggiare a Troina. Sarà una partita difficile, su un campo sintetico con fondo in cemento. All'andata mi piacquero come squadra, vincemmo 1-0 con un goal mio, o forse autogoal. Vorranno regalare gioia alla città. Anche per la Turris sarà difficile in casa della Palmese, ma noi non dobbiamo guardarli».
Mancherà in difesa e mancherà in attacco. Di Cesare, difensore goleador con ben sette marcature, l'ultima in ordine di tempo proprio ieri: «I miei 7 goal sono una cosa secondaria; faccio il difensore non mi aspettavo di segnare così tanto. Potevo farne di più, un paio me li sono mangiati come all'andata con il Portici o contro il Città di Messina. Ho preso due pali, poi in qualche occasione i portieri hanno fatto belle parate. Dipende dalle annate; a Bari in precedenza ne avevo fatto solo uno. Il più bello? Contro il rotonda di sinistro a giro, poi quello contro il Locri».
Archiviare il prima possibile la matematica promozione in C, per poi affrontare la poule scudetto: «Pensiamo a vincere il campionato, poi cercheremo di vincere anche quella - continua Di Cesare. Otto punti a tre dalla fine è un bel margine; è normale che Troina sarà un'altra partita importante. Andremo lì per vincere».
Senatore, leader, mentore di tanti giovani. Ma occhio a chiamarlo capitano: «Ce n'è solo uno ed è Ciccio Brienza. Quando non gioca lui c'è Cacioli, solo dopo c'è Di Cesare. Io ho avuto capitani che avevano solo la fascia; siamo sette vecchi che parlano ai ragazzi, ma l'unico vero capitano è Ciccio. I giovani devono stare tranquilli; ormai siamo arrivati alla fine e in questa categoria sono fondamentali. Devono continuare a lavorare così», conclude il difensore.
Un successo arrivato con il cuore, in un momento in cui la brillantezza atletica proprio non c'è: «Sono otto mesi che spingiamo al massimo, poi le squadre contro di noi danno tutto per poi perdere la partita dopo. Quest'anno va così», dice Di Cesare. L'esperto difensore, però, non ci sarà giovedì prossimo a Troina per squalifica: «Ci sta dopo aver giocato quasi tutte le partite prendere 5 ammonizioni. Poi il fallo che ho fatto ieri poteva anche non essere da giallo. Era il mio primo in 90', forse è stato un po' eccessivo. Ormai siamo abituati a questi arbitraggi, ma io mi avveleno ugualmente perché sembra che lo facciano apposta. Mi è sembrato un anno eterno, non vedo l'ora che finisca. Mi dispiacerebbe non poter festeggiare a Troina. Sarà una partita difficile, su un campo sintetico con fondo in cemento. All'andata mi piacquero come squadra, vincemmo 1-0 con un goal mio, o forse autogoal. Vorranno regalare gioia alla città. Anche per la Turris sarà difficile in casa della Palmese, ma noi non dobbiamo guardarli».
Mancherà in difesa e mancherà in attacco. Di Cesare, difensore goleador con ben sette marcature, l'ultima in ordine di tempo proprio ieri: «I miei 7 goal sono una cosa secondaria; faccio il difensore non mi aspettavo di segnare così tanto. Potevo farne di più, un paio me li sono mangiati come all'andata con il Portici o contro il Città di Messina. Ho preso due pali, poi in qualche occasione i portieri hanno fatto belle parate. Dipende dalle annate; a Bari in precedenza ne avevo fatto solo uno. Il più bello? Contro il rotonda di sinistro a giro, poi quello contro il Locri».
Archiviare il prima possibile la matematica promozione in C, per poi affrontare la poule scudetto: «Pensiamo a vincere il campionato, poi cercheremo di vincere anche quella - continua Di Cesare. Otto punti a tre dalla fine è un bel margine; è normale che Troina sarà un'altra partita importante. Andremo lì per vincere».
Senatore, leader, mentore di tanti giovani. Ma occhio a chiamarlo capitano: «Ce n'è solo uno ed è Ciccio Brienza. Quando non gioca lui c'è Cacioli, solo dopo c'è Di Cesare. Io ho avuto capitani che avevano solo la fascia; siamo sette vecchi che parlano ai ragazzi, ma l'unico vero capitano è Ciccio. I giovani devono stare tranquilli; ormai siamo arrivati alla fine e in questa categoria sono fondamentali. Devono continuare a lavorare così», conclude il difensore.