Calcio
SSC Bari, ecco Maiello: «Ho lasciato la B per tornarci con questa maglia»
Il centrocampista biancorosso: «Qui ho ritrovato tanti amici, è stato facile inserirmi in questo bel gruppo»
Bari - giovedì 3 febbraio 2022
15.19
Appena arrivato e subito titolare nelle ultime due partite del Bari, entrambe in trasferta. Raffaele Maiello è biancorosso da meno di una settimana, ma si è già preso le chiavi del centrocampo negli schemi di mister Mignani.
«Ringrazio i miei compagni che mi hanno accolto benissimo - dice Maiello presentandosi alla stampa e ai tifoso. Molti già li conoscevo, alcuni fin dalle giovanili del Napoli e con Bianco addirittura nella scuola calcio del mio paese. Il mio inserimento è stato facile, con la metà dei compagni ho già giocato insieme. on altri, invece, ci ho giocato contro. Sono venuto a Bari per aiutare la squadra a raggiungere un obiettivo comune che è troppo importante».
Parlando del suo ruolo, della sua carriera e delle sue ambizioni in biancorosso, Maiello aggiunge: «Sono un playmaker. Nella mia carriera ho fatto il trequartista e la mezzala, poi negli anni sono stato spostato play. A Frosinone ho giocato da regista in un centrocampo a tre o da mediano in un centrocampo a due. Lasciare Frosinone dopo cinque anni non è stato facile, ringrazio la società, il presidente Stirpe e il popolo ciociaro dell'affetto. Sono passato al Bari perché non potevo non accettare una piazza e una società del genere. Ho lasciato la serie B per ritornarci con il Bari. Sono in prestito con obbligo di riscatto in caso di promozione; mi piacerebbe fare un percorso qui a Bari, in una piazza calorosa, dove si può fare calcio con una bella tifoseria. È sempre stato bello venire a giocare al San Nicola, con i tifosi che si facevano sentire. È una piazza importante, non vedo l'ora di fare l'esordio casalingo».
Una trattativa condotta in porto con facilità: «Nell'ultima settimana di mercato c'è stato l'affondo decisivo, da parte del diesse Polito e della società - racconta Maiello. Mi ha parlato del progetto e mi ha detto di volere uomini prima che calciatori in squadra. È una persona decisa, come piacciono a me. Grosso? Mi ha parlato bene di Bari, ha speso belle parole per la piazza e per il calore dei tifosi. A Frosinone, dopo l'infortunio, sono partito poco da titolare, ma il mister mi ha sempre fatto sentire importante. Stellone? Lo ringrazio delle belle parole che ha avuto per me, ma non ci ho mai lavorato. In passato sono già stato vicino al Bari, ma non se n'è fatto mai niente prima d'ora».
E a Bari ritrova anche un pezzo della sua carriera calcistica: «Io sono nato con la famiglia De Laurentiis, a 13 anni ho iniziato con il settore giovanile del Napoli fino ad arrivare a fare qualche presenza in prima squadra - prosegue il centrocampista dei galletti. Sono contento di ritrovarli dopo tanti anni. La squadra è forte, da fuori si vedeva un gruppo sano, cosa confermata anche dopo pochi giorni nello spogliatoio. C'è un grande gruppo».
Subito in campo contro Paganese e Monterosi, due trasferte conclusesi con altrettante vittorie per il Bari: «Sono state due partite toste, non è facile giocare in trasferta su campi del genere - l'analisi di Maiello. A Pagani ci siamo complicati la vita da soli, nella ripresa dopo il goal subito è stato più difficile; contro il Bari tutti danno qualcosa in più. Siamo stati fortunati alla fine, ma sarebbe stato una beffa non vincere. Col Monterosi abbiamo meritato di vincere, ma dobbiamo imparare a chiudere le partite; basta un episodio per mettere tutto in bilico. Dobbiamo lavorare, ma era importante conquistare i tre punti».
Parlando di Mattia Maita, compagno di centrocampo, e del suo rapporto con il goal, Maiello conclude: «Maita è un ragazzo interessante. Ha molta forza, ottimi tempi d'inserimento e un buon piede. È completo, può ricoprire tanti ruoli a centrocampo. Deve continuare su questa strada e migliorare ancora di più. I miei goal? Non ne faccio molti, ma come ha detto Polito quando segno ne faccio di belli. Da quando sono stato abbassato di ruolo sono più lontano dalla porta, faccio un gioco di squadra. Se capita l'occasione non mi tiro indietro; spero di farne uno per il Bari quanto prima».
«Ringrazio i miei compagni che mi hanno accolto benissimo - dice Maiello presentandosi alla stampa e ai tifoso. Molti già li conoscevo, alcuni fin dalle giovanili del Napoli e con Bianco addirittura nella scuola calcio del mio paese. Il mio inserimento è stato facile, con la metà dei compagni ho già giocato insieme. on altri, invece, ci ho giocato contro. Sono venuto a Bari per aiutare la squadra a raggiungere un obiettivo comune che è troppo importante».
Parlando del suo ruolo, della sua carriera e delle sue ambizioni in biancorosso, Maiello aggiunge: «Sono un playmaker. Nella mia carriera ho fatto il trequartista e la mezzala, poi negli anni sono stato spostato play. A Frosinone ho giocato da regista in un centrocampo a tre o da mediano in un centrocampo a due. Lasciare Frosinone dopo cinque anni non è stato facile, ringrazio la società, il presidente Stirpe e il popolo ciociaro dell'affetto. Sono passato al Bari perché non potevo non accettare una piazza e una società del genere. Ho lasciato la serie B per ritornarci con il Bari. Sono in prestito con obbligo di riscatto in caso di promozione; mi piacerebbe fare un percorso qui a Bari, in una piazza calorosa, dove si può fare calcio con una bella tifoseria. È sempre stato bello venire a giocare al San Nicola, con i tifosi che si facevano sentire. È una piazza importante, non vedo l'ora di fare l'esordio casalingo».
Una trattativa condotta in porto con facilità: «Nell'ultima settimana di mercato c'è stato l'affondo decisivo, da parte del diesse Polito e della società - racconta Maiello. Mi ha parlato del progetto e mi ha detto di volere uomini prima che calciatori in squadra. È una persona decisa, come piacciono a me. Grosso? Mi ha parlato bene di Bari, ha speso belle parole per la piazza e per il calore dei tifosi. A Frosinone, dopo l'infortunio, sono partito poco da titolare, ma il mister mi ha sempre fatto sentire importante. Stellone? Lo ringrazio delle belle parole che ha avuto per me, ma non ci ho mai lavorato. In passato sono già stato vicino al Bari, ma non se n'è fatto mai niente prima d'ora».
E a Bari ritrova anche un pezzo della sua carriera calcistica: «Io sono nato con la famiglia De Laurentiis, a 13 anni ho iniziato con il settore giovanile del Napoli fino ad arrivare a fare qualche presenza in prima squadra - prosegue il centrocampista dei galletti. Sono contento di ritrovarli dopo tanti anni. La squadra è forte, da fuori si vedeva un gruppo sano, cosa confermata anche dopo pochi giorni nello spogliatoio. C'è un grande gruppo».
Subito in campo contro Paganese e Monterosi, due trasferte conclusesi con altrettante vittorie per il Bari: «Sono state due partite toste, non è facile giocare in trasferta su campi del genere - l'analisi di Maiello. A Pagani ci siamo complicati la vita da soli, nella ripresa dopo il goal subito è stato più difficile; contro il Bari tutti danno qualcosa in più. Siamo stati fortunati alla fine, ma sarebbe stato una beffa non vincere. Col Monterosi abbiamo meritato di vincere, ma dobbiamo imparare a chiudere le partite; basta un episodio per mettere tutto in bilico. Dobbiamo lavorare, ma era importante conquistare i tre punti».
Parlando di Mattia Maita, compagno di centrocampo, e del suo rapporto con il goal, Maiello conclude: «Maita è un ragazzo interessante. Ha molta forza, ottimi tempi d'inserimento e un buon piede. È completo, può ricoprire tanti ruoli a centrocampo. Deve continuare su questa strada e migliorare ancora di più. I miei goal? Non ne faccio molti, ma come ha detto Polito quando segno ne faccio di belli. Da quando sono stato abbassato di ruolo sono più lontano dalla porta, faccio un gioco di squadra. Se capita l'occasione non mi tiro indietro; spero di farne uno per il Bari quanto prima».