Calcio
SSC Bari, ecco Misuraca: «Qui per rimettermi in gioco. Vorrei vedere lo stadio pieno»
Il centrocampista: «Sono una mezzala ma mi adatto. Carriera? Non ho rimpianti, ora cerco di raggiungere l’obiettivo in biancorosso»
Bari - giovedì 17 febbraio 2022
14.58
«Non ci speravo di approdare a Bari, poi nell'ultimo giorno di mercato si è aperta questa possibilità e sono contentissimo che nelle battute finali si sia chiusa la trattativa. Il mio ruolo è la mezzala, ma l'anno scorso ho giocato anche davanti alla difesa in un centrocampo a due. Mi adatto a tutti i ruoli della mediana». Si presenta così Gianvito Misuraca, centrocampista arrivato al Bari dal Pordenone nell'ultimo giorno del mercato di gennaio.
«È stato abbastanza semplice ambientarmi, ho trovato un gruppo sano in cui si lavora bene - spiega Misuraca. Conoscevo diversi ragazzi con cui ho un bellissimo rapporto, sono contento di condividere con loro quest'alta esperienza. A Pordenone ho vissuto bellissimi anni, centrando la promozione e sfiorando la serie A; l'anno scorso, da capitano, ho centrato una bellissima salvezza con la squadra. Quest'anno purtroppo ho giocato poco perché sono stato male fisicamente; da lì ho deciso di tirare una linea, sono andato a curarmi per bene. Quando ero finalmente pronto, a fine dicembre, è stato bloccato il campionato; ora sono qui mettendomi a disposizione, non è detto che se vieni dalla B allora devi fare il titolare in C. So di giocarmi il posto con gente molto forte, ora devo riprendere la condizione di campo».
Una carriera, quella du Misuraca, che ha mantenuto forse meno di quello che prometteva all'inizio: «Sono partito dalla nazionale Under 21, c'erano aspettative su di me ma alla fine il percorso di ognuno rispecchia la propria carriera - l'analisi di Misuraca. Non mi piace parlare di rimpianti; ero proiettato verso una carriera a livelli alti, potevo fare di più ma ogni giocatore ha la sua storia. Ricordo bene il 2009 a Palermo, vissuto con Mazzotta, dopo la vittoria del campionato primavera solo io e lui facemmo in salto in prima squadra; da lì ho intrapreso una strada che avrebbe dovuto portarmi al altri livelli, ma sono contento di com'è andata. A Nova Gorica ho conquistato una coppa, c'erano tanti giocatori validi come Coda e Lapadula, ma abbiamo perso un po' quello che era il mercato in Italia. Vengo a Bari mettendomi a disposizione di un centrocampo già rodato, i punti che sono stati fatti parlano chiaro. Volevo rimettermi in gioco, e una piazza del genere è difficile da rifiutare. Era un sogno arrivare qui, sperando di centrare un obiettivo che è chiaro a tutti».
Bari che viene dalla vittoria fondamentale di Torre del Greco, che Misuraca spiega così: «Con la Turris potevamo sfruttare la superiorità numerica, ma non siamo stati timorosi. Dobbiamo migliorare nello sfruttare le occasioni che creiamo in superiorità numerica; non possiamo rischiare di prendere goal su un corner alla fine, dopo non aver mai subito un tiro. La C è difficile, contro il Bari tutti danno qualcosa in più. Dobbiamo calarci nella realtà e capire che a volte bisogna essere anche più sporchi e meno belli, l'importante è portare a casa i punti. Questa squadra è piena di gente esperta, sono venuto qui per cercare di dare il massimo e garantire un'alternativa in più, con la mia esperienza per gestire momenti particolari e situazioni di gara. Darò il massimo per mettere in difficoltà il mister e aiutare i compagni».
E ora sotto con il prossimo impegno, contro il Campobasso, sabato al San Nicola: «Per il Campobasso ci stiamo preparando come per ogni sfida. Siamo la capolista, dobbiamo essere pronti sotto tutti i punti di vista. Dobbiamo pareggiare l'intensità, poi le nostre qualità ci porteranno al risultato. Si dà quasi per scontato che il Bari debba vincere il campionato, quindi se qualche risultato non viene può scattare qualcosa che tolga certezze. Dobbiamo tirare dritti per la nostra strada, partendo dai punti che abbiamo di distacco dalle inseguitrici; la nostra certezza è poter guardare solo a noi. L'obiettivo sembra vicino ma non lo è, dobbiamo essere forti e andare avanti. La C è difficile in tutti i gironi, quando ho vinto il campionato con il Pordenone abbiamo fatto il record europeo fuori casa, neanche una sconfitta. I tre punti sono sempre tre punti, in casa e fuori; non vedo l'ora di trovare uno stadio strapieno, che ci possa dare la spinta giusta. Remare tutti dalla stessa parte sarebbe una spunta in più, voglio vedere lo stadio pieno che ci dia la spinta finale», conclude Misuraca.
«È stato abbastanza semplice ambientarmi, ho trovato un gruppo sano in cui si lavora bene - spiega Misuraca. Conoscevo diversi ragazzi con cui ho un bellissimo rapporto, sono contento di condividere con loro quest'alta esperienza. A Pordenone ho vissuto bellissimi anni, centrando la promozione e sfiorando la serie A; l'anno scorso, da capitano, ho centrato una bellissima salvezza con la squadra. Quest'anno purtroppo ho giocato poco perché sono stato male fisicamente; da lì ho deciso di tirare una linea, sono andato a curarmi per bene. Quando ero finalmente pronto, a fine dicembre, è stato bloccato il campionato; ora sono qui mettendomi a disposizione, non è detto che se vieni dalla B allora devi fare il titolare in C. So di giocarmi il posto con gente molto forte, ora devo riprendere la condizione di campo».
Una carriera, quella du Misuraca, che ha mantenuto forse meno di quello che prometteva all'inizio: «Sono partito dalla nazionale Under 21, c'erano aspettative su di me ma alla fine il percorso di ognuno rispecchia la propria carriera - l'analisi di Misuraca. Non mi piace parlare di rimpianti; ero proiettato verso una carriera a livelli alti, potevo fare di più ma ogni giocatore ha la sua storia. Ricordo bene il 2009 a Palermo, vissuto con Mazzotta, dopo la vittoria del campionato primavera solo io e lui facemmo in salto in prima squadra; da lì ho intrapreso una strada che avrebbe dovuto portarmi al altri livelli, ma sono contento di com'è andata. A Nova Gorica ho conquistato una coppa, c'erano tanti giocatori validi come Coda e Lapadula, ma abbiamo perso un po' quello che era il mercato in Italia. Vengo a Bari mettendomi a disposizione di un centrocampo già rodato, i punti che sono stati fatti parlano chiaro. Volevo rimettermi in gioco, e una piazza del genere è difficile da rifiutare. Era un sogno arrivare qui, sperando di centrare un obiettivo che è chiaro a tutti».
Bari che viene dalla vittoria fondamentale di Torre del Greco, che Misuraca spiega così: «Con la Turris potevamo sfruttare la superiorità numerica, ma non siamo stati timorosi. Dobbiamo migliorare nello sfruttare le occasioni che creiamo in superiorità numerica; non possiamo rischiare di prendere goal su un corner alla fine, dopo non aver mai subito un tiro. La C è difficile, contro il Bari tutti danno qualcosa in più. Dobbiamo calarci nella realtà e capire che a volte bisogna essere anche più sporchi e meno belli, l'importante è portare a casa i punti. Questa squadra è piena di gente esperta, sono venuto qui per cercare di dare il massimo e garantire un'alternativa in più, con la mia esperienza per gestire momenti particolari e situazioni di gara. Darò il massimo per mettere in difficoltà il mister e aiutare i compagni».
E ora sotto con il prossimo impegno, contro il Campobasso, sabato al San Nicola: «Per il Campobasso ci stiamo preparando come per ogni sfida. Siamo la capolista, dobbiamo essere pronti sotto tutti i punti di vista. Dobbiamo pareggiare l'intensità, poi le nostre qualità ci porteranno al risultato. Si dà quasi per scontato che il Bari debba vincere il campionato, quindi se qualche risultato non viene può scattare qualcosa che tolga certezze. Dobbiamo tirare dritti per la nostra strada, partendo dai punti che abbiamo di distacco dalle inseguitrici; la nostra certezza è poter guardare solo a noi. L'obiettivo sembra vicino ma non lo è, dobbiamo essere forti e andare avanti. La C è difficile in tutti i gironi, quando ho vinto il campionato con il Pordenone abbiamo fatto il record europeo fuori casa, neanche una sconfitta. I tre punti sono sempre tre punti, in casa e fuori; non vedo l'ora di trovare uno stadio strapieno, che ci possa dare la spinta giusta. Remare tutti dalla stessa parte sarebbe una spunta in più, voglio vedere lo stadio pieno che ci dia la spinta finale», conclude Misuraca.