Calcio
SSC Bari, ecco Novakovich: «Una piazza speciale. Qui per aiutare la squadra»
L’attaccante serbo-americano: «Che emozione giocare nello stadio dove la Stella Rossa ha vinto la Champions»
Bari - martedì 20 agosto 2024
14.22
È arrivato nel mercato estivo a Bari per prendersi le chiavi dell'attacco biancorosso e capitalizzare il gioco della squadra di mister Longo. Andrija Novakovich, attaccante serbo-americano, si è già presentato in campo, sfiorando la reta nella partita d'esordio in campionato, persa 1-3 con la Juve Stabia, e promette di lasciare il segno con la maglia dei galletti.
«Ringrazio la società, sono contentissimo di essere qui - ha detto Novakovich in conferenza stampa. Sto bene, sono disponibile, poi le scelte le fa il mister. Il mio obiettivo quest'anno è fare il meglio possibile per la società, quindi devo fare goal. Sono uno che vuole far giocare bene la squadra, poi sono un attaccante e cerco di alzare i numeri il più possibile».
Ancora l'attaccante serbo-americano: «Cerco di fare sempre il meglio, faccio sempre il massimo per la squadra, cercando di creare più goal possibili. Do sempre il massimo, poi sono sicuro che i goal arriveranno. Da quando sono venuto in Italia ho giocato quasi sempre da prima punta, sia da solo che con un compagno accanto. In Inghilterra e in Olanda ho giocato anche da esterno o sottopunta; secondo me posso fare tutti i ruoli, poi decide il mister. Faccio tutto quello che chiede il mister, può darsi anche che io e Lasagna giocheremo insieme. Abbiamo un buon attacco, dobbiamo essere sul pezzo».
Tornando sulla pesante sconfitta di sabato scorso, Novakovich analizza: «Non ci aspettavamo una prestazione così contro la Juve Stabia, ci è mancata la fame che ci vuole in serie B. Abbiamo creato occasioni per fare goal, loro sono Tati bravi a giocare sporco sulle seconde palle. Ci è mancato il gioco sporco, ma lo metteremo a posto nelle prossime partite. Il mister chiede agli attaccanti di muoversi, se uno viene incontro l'altro va in profondità. In serie B molti giocano a uomo, quindi bisogna vincere i duelli e quando hai la palla devi far male. Preferisco qualsiasi soluzione buona per arrivare al goal; se c'è da crossare va bene, ma non sono neanche scarsissimo con la palla ai piedi, anche se sono alto. Non gioco solo di sponda, mi piace puntare e dribblare gli avversari. Faccio quello che mi chiede il mister, provare a far giocare bene la squadra, fare goal e soprattutto fare punti».
Sulla piazza di Bari e sulla trattativa che l'ha portato in biancorosso, Novakovich aggiunge: «C'erano altre squadre interessate, ma questa per me è sempre stata la piazza più interessante. C'è la tifoseria, una società vera e seria; per noi serbi questo stadio è particolare, perché qui nel '91 la Stella Rossa ha vinto la Champions. Ogni volta che ho giocato qui mi sono venuti i brividi, quindi sono stato contentissimo quando ho ricevuto la chiamata. Non potevo dire no. Io sono figlio di genitori serbi, però sono nato e cresciuto negli Stati Uniti. A 17 anni sono andato in Inghilterra, dove ho iniziato la mia carriera con il Reading. Negli Usa giocavo ma non da professionista, la mia cultura è più serba e ho la sensazione di essere un giocatore europeo. Sono cresciuto guardando calcio, da piccolo seguivo la Premier ma anche la serie A. Nesta mi ha chiamato a Frosinone, sono stato contento perché ho sempre seguito il Milan da bambino; questa chiamata mi ha spinto a venire in Italia. Ho avuto degli infortuni, ma nelle ultime stagioni ho fatto bene, anche se i numeri non dicono questo. Cerco di migliorare sempre».
L'attaccante biancorosso conclude: «Il calcio italiano è più difensivo, più chiuso, in Inghilterra si attacca. Il calcio italiano è più compatto, è molto tattico. Mi trovo bene qui, sono contento di esserci. Conoscevo tanti giocatori come Maiello, poi Lulic è uno dei miei migliori amici nel calcio. Tutti mi hanno detto che Bari è una società speciale, non ci devi neanche pensare. La scelta è stata molto facile».
«Ringrazio la società, sono contentissimo di essere qui - ha detto Novakovich in conferenza stampa. Sto bene, sono disponibile, poi le scelte le fa il mister. Il mio obiettivo quest'anno è fare il meglio possibile per la società, quindi devo fare goal. Sono uno che vuole far giocare bene la squadra, poi sono un attaccante e cerco di alzare i numeri il più possibile».
Ancora l'attaccante serbo-americano: «Cerco di fare sempre il meglio, faccio sempre il massimo per la squadra, cercando di creare più goal possibili. Do sempre il massimo, poi sono sicuro che i goal arriveranno. Da quando sono venuto in Italia ho giocato quasi sempre da prima punta, sia da solo che con un compagno accanto. In Inghilterra e in Olanda ho giocato anche da esterno o sottopunta; secondo me posso fare tutti i ruoli, poi decide il mister. Faccio tutto quello che chiede il mister, può darsi anche che io e Lasagna giocheremo insieme. Abbiamo un buon attacco, dobbiamo essere sul pezzo».
Tornando sulla pesante sconfitta di sabato scorso, Novakovich analizza: «Non ci aspettavamo una prestazione così contro la Juve Stabia, ci è mancata la fame che ci vuole in serie B. Abbiamo creato occasioni per fare goal, loro sono Tati bravi a giocare sporco sulle seconde palle. Ci è mancato il gioco sporco, ma lo metteremo a posto nelle prossime partite. Il mister chiede agli attaccanti di muoversi, se uno viene incontro l'altro va in profondità. In serie B molti giocano a uomo, quindi bisogna vincere i duelli e quando hai la palla devi far male. Preferisco qualsiasi soluzione buona per arrivare al goal; se c'è da crossare va bene, ma non sono neanche scarsissimo con la palla ai piedi, anche se sono alto. Non gioco solo di sponda, mi piace puntare e dribblare gli avversari. Faccio quello che mi chiede il mister, provare a far giocare bene la squadra, fare goal e soprattutto fare punti».
Sulla piazza di Bari e sulla trattativa che l'ha portato in biancorosso, Novakovich aggiunge: «C'erano altre squadre interessate, ma questa per me è sempre stata la piazza più interessante. C'è la tifoseria, una società vera e seria; per noi serbi questo stadio è particolare, perché qui nel '91 la Stella Rossa ha vinto la Champions. Ogni volta che ho giocato qui mi sono venuti i brividi, quindi sono stato contentissimo quando ho ricevuto la chiamata. Non potevo dire no. Io sono figlio di genitori serbi, però sono nato e cresciuto negli Stati Uniti. A 17 anni sono andato in Inghilterra, dove ho iniziato la mia carriera con il Reading. Negli Usa giocavo ma non da professionista, la mia cultura è più serba e ho la sensazione di essere un giocatore europeo. Sono cresciuto guardando calcio, da piccolo seguivo la Premier ma anche la serie A. Nesta mi ha chiamato a Frosinone, sono stato contento perché ho sempre seguito il Milan da bambino; questa chiamata mi ha spinto a venire in Italia. Ho avuto degli infortuni, ma nelle ultime stagioni ho fatto bene, anche se i numeri non dicono questo. Cerco di migliorare sempre».
L'attaccante biancorosso conclude: «Il calcio italiano è più difensivo, più chiuso, in Inghilterra si attacca. Il calcio italiano è più compatto, è molto tattico. Mi trovo bene qui, sono contento di esserci. Conoscevo tanti giocatori come Maiello, poi Lulic è uno dei miei migliori amici nel calcio. Tutti mi hanno detto che Bari è una società speciale, non ci devi neanche pensare. La scelta è stata molto facile».