raffaele pucino
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Calcio

SSC Bari, la carica di Pucino: «Qui per Polito. Vogliamo entrare nella storia del club»

Il terzino: «Con società e mister si sta creando un bell’ambiente, la competizione è sana. Mettiamo a tacere le voci esterne»

È arrivato, da svincolato, il giorno dopo la chiusura del mercato estivo, e pian piano si sta rimettendo in sesto per diventare un calciatore importante per questo Bari, come impone il suo curriculum. Raffaele Pucino, terzino destro della squadra di Mignani, si racconta nella tradizionale conferenza stampa di metà settimana.

«In passato mi è capitato di ricevere la chiamata del Parma in C, erroneamente feci la scelta di non scendere di categoria perché mi sentivo importante per la B e aspiravo a fare il grande salto. Ho accettato di scendere di categoria per due motivi: Bari e Polito. A lui ho detto che anche davanti a diverse proposte dalla B avrei avuto piacere a venire a Bari. Non sono qui per l'aspetto economico, la scintilla è scattata quando ho deciso di venire qui a lottare per qualcosa di importante e rimanere nella storia del Bari».

Pucino si accoda al "mantra" dei calciatori e del tecnico in questo avvio di stagione: «In questa squadra non ci sono titolari, e nessuno si sente titolare. È un punto di partenza, dobbiamo dare il 110% in settimana perché chi rimane fuori vale chi gioca dall'inizio. Il minutaggio mi è servito; l'ultima da titolare l'ho fatta il 7 maggio, poi non ho fatto ritiro e sono arrivato in condizioni fisiche che ancora ora non sono ottimali. In queste partite da 90' ho messo dentro qualcosa a livello fisico; è ciò che mi serve, il nostro ruolo richiede prestanza fisica. Mi ha fatto bene».

Un Bari che ha iniziato bene il campionato: 17 punti, cinque vittorie e due pareggi, +4 sul treno delle seconde. Pucino analizza così: «Sulla carta c'erano i presupposti per iniziare il campionato così, ma l'esperienza insegna che con le figurine ci fai ben poco. Per fare dei grandi campionati e ottenere risultati ci devono essere varie componenti, che noi stiamo mettendo in mostra in queste partite: tecnica, guida societaria, gruppo. Si sta creando qualcosa di importante, col passare del tempo può solo migliorare».

E ancora: «Il valore di questa squadra deve ancora venire fuori, molti - me compreso - sono arrivati a fine mercato e solo giocando acquisisci la forma fisica. Molti altri per il Covid hanno avuto complicazioni in ritiro, e questo non ha permesso di lavorare bene. Fra qualche giornata vedo una squadra più forte e pronta a fare un campionato importante. Possono capitare i momenti difficili, ma mettendoci dentro tante cose ci faremo trovare prontissimi. Sarà il momento decisivo della stagione: chi tiene botta durante il calo fisiologico è la squadra più pronta a essere promossa».

Insomma, la parola chiave è "gruppo": «Quando si parla di creare qualcosa di sano, dietro non ci sono solo i calciatori - dice Pucino. Il presidente domenica era emozionato più di noi, c'è anche tanta gente che lavora dietro le quinte. Il direttore l'ho vissuto in tre vesti: da amico, compagno di squadra e direttore sportivo. È sempre rimasto la stessa persona, questo è un grande pregio. Poi c'è il lavoro di mister e staff: la gestione è importante, ci sarà sempre sana competizione, qui nessuno sta pensando alle cose sue. Dietro la parola "gruppo" c'è tanto del tecnico; è lui a capo, noi da persone intelligenti dobbiamo facilitargli il compito di fare scelte importanti. Se si sta creando qualcosa di bello è merito anche suo. Ho girato tanti spogliatoi, come questo ne ho visti pochi perché ci sono tante cose belle, tra cui il piacere di venire al campo e di stare insieme. E questo non è scontato. Soprattutto in Italia la base di tutto sono i risultati; anche se non dovessero arrivare dovremo essere compatti, una squadra e un ambiente sano».

A 30 anni, Pucino torna a cimentarsi con la serie C, dopo gli esordi da giovanissimo nell'Alessandria: «Negli ultimi dieci anni ho fatto nove campionati di B e uno di A, in cui però ho giocato pochissimo. La serie C l'ho seguita poco, la cosa più difficile è calarsi nella mentalità della categoria. Se la sottovaluti o la affronti con presunzione puoi solo far danni. A detta di tutti è un campionato difficile, si gioca su campi difficili ed è un po' più sporco rispetto alla B. Questo ci fa capire che abbiamo fatto una gran partenza, ma non bisogna mollare; gli altri contro di noi giocano come se fosse una finale, dobbiamo mantenere alta l'attenzione e la cattiveria agonistica».

E ora sotto con la Turris, che domenica arriverà al San Nicola da seconda: «Con la Turris è ancora più importante di quella contro il Monopoli, perché affrontiamo una squadra in salute e noi vogliamo mettere ancora più consapevolezza e dare un segnale a chi sta dietro - la carica di Pucino. Molti danno favorite altre squadre rispetto a noi, altri pensano che non siamo in testa perché abbiamo qualità e mentalità: vincere domenica darebbe un segnale a tante voci esterne. Per essere qui bisogna prendersi le responsabilità e le pressioni, essere ritenuti i favoriti non ci dà problemi».

Del suo arrivo e di quello di Brosco (poi sfumato) a Bari si è parlato per tutta l'estate. Pucino svela i retroscena: «Appena terminata la stagione ad Ascoli io e Brosco eravamo senza contratto. Le trattative erano in piedi per arrivare a Bari anche prima, ma purtroppo per motivi di mercato questo non è stato possibile. Si è verificato dopo, sono contento. Sapevo che il direttore mi stimava, mi avrebbe voluto prendere prima e sarebbe stato tutto più semplice per ambientarmi. Ma anche essendo arrivato un mese fa, mi sembra di essere qui da mesi; e questo è merito della società, del mister e dei compagni».

In biancorosso Pucino ritrova l'amico Terranova: «Con Emanuele ho giocato a Sassuolo tempo fa, abbiamo stretto un bellissimo rapporto e ci siamo sempre tenuti in contatto. La squadra? Abbiamo piacere ad allenarci e a fare una cena insieme. Credo che queste cose a volte vengono sottovalutate, ma fanno parte di qualcosa che lascia il segno. Nelle prime partite avevamo l'obiettivo di riaccendere l'entusiasmo nei tifosi che venivano da stagioni negative; pian piano ci stiamo riuscendo, con i risultati e con le prestazione. Questo alla gente fa piacere».

Una storia, quella fra il Bari e Raffaele Pucino, che ha dei precedenti importanti. In conclusione, il terzino biancorosso ricorda: «Ho ricordi importanti a Bari: è stato il mio esordio assoluto in B, qui ho fatto il goal più bello della mia carriera. Qualsiasi calciatore è affascinato da piazze importanti; io ne ho vissute nella mia carriera, questo di dà qualcosa in più. Queste piazze devono sempre avere l'onore di lottare per qualcosa di importante. Ho disputato due finali playoff per la serie A; purtroppo non mi è riuscito il grande salto, ma quest'anno può essere quello giusto».
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