Calcio
SSC Bari, nel silenzio matura la rivoluzione? La piazza pretende chiarezza
Da quasi un mese non si hanno notizie ufficiali del club. Scala e Vivarini pronti a salutare
Bari - sabato 15 agosto 2020
Era la serata del 22 luglio: il Bari perdeva a Reggio Emilia, stendendo il tappeto rosso alla Reggiana verso la serie B. Da quel giorno è passato quasi un mese, e della SSC Bari non si è saputo più nulla. Un silenzio ufficiale rotto solo dalle voci di corridoio, dagli spifferi che filtrano dalle stanze capresi dove la famiglia De Laurentiis sta trascorrendo l'estate discutendo del futuro delle due squadre di calcio di proprietà della FilmAuro.
La piazza di Bari, in tutto questo, inizia a mugugnare. E non senza motivo. Innanzitutto, ai tifosi biancorossi non fa impazzire l'idea che si sia iniziato a parlare del galletto solo una volta conosciuto il destino del Napoli in Champions League (sfortunato, esattamente come quello di Atalanta e Juventus); in secondo luogo, la totale assenza di comunicazioni ufficiali ha fatto scatenare gli esperti di mercato con le ricostruzioni più fantasiose, che hanno giustamente disorientato una piazza assetata di rassicurazioni. Aspetto che non hanno mancato di sottolineare non solo i tifosi nei forum social, ma anche alcuni gruppi organizzati con un eloquente striscione davanti allo stadio.
L'unico segnale di vita dall'isola campana arriva da una piccata risposta su Instagram del presidente Luigi De Laurentiis a un tifoso, che chiedeva di accelerare i tempi e dedicare maggiore attenzione al Bari: «Parli a vanvera, non sai il grande lavoro che stiamo facendo da remoto», il messaggio di DeLa.
Lavoro da remoto e a fari spenti che sembra aver portato a delle ipotetiche certezze (ossimoro non casuale): Matteo Scala andrà a fare il club manager del Napoli, e Vincenzo Vivarini saluterà Bari, dove ha quasi firmato un'impresa, sfumata all'ultimo atto playoff. Al loro posto dovrebbero arrivare Giancarlo Romairone (ex Spezia e Chievo) nei panni di direttore sportivo, e Gaetano Auteri in panchina. Sfuma la figura dell'esperto tecnico Attilio Tesser, apparso per qualche ora vicino ai biancorossi, ma fresco di rinnovo con il Pordenone.
Questi i fatti, o almeno le ricostruzioni della rivoluzione silenziosa su cui starebbe meditando la società. Sulla figura di Scala la piazza ha sempre avuto pochi dubbi: troppo giovane, è giusto che resti "in famiglia" a fare esperienza con un ruolo più defilato, fra qualche anno ne riparliamo. La posizione di Vivarini è più complessa: la scelta del tecnico abruzzese già a settembre era apparsa completamente fuori contesto. Un allenatore che predilige il gioco, la coralità, quell'esuberanza collettiva che ha predicato come un mantra per tutta la stagione, a cui viene affidata una squadra che - alla fine dei conti - è apparsa incapace di uscire dallo schema del "palla ad Antenucci". Vivarini ha provato a fare la rivoluzione tattica, a portare il "sarrismo" a Bari, ma più volte ha dato l'impressione di essere un Boccioni a cui è stato chiesto di dipingere un'opera futurista utilizzando i colori pastello dei preraffaelliti. Ne è venuto fuori un ibrido che non ha convinto nessuno, e che si è pian piano afflosciato fino a quella brutta finale di metà luglio, preceduta però dalla striscia record di 27 risultati utili. Il tecnico di Ari avrebbe chiesto di rovesciare la rosa come un calzino, con più di 10 innesti funzionali al suo progetto; alla fine pare che convenga cambiare il pittore invece che sostituire la tavolozza. Un po' come è successo al maestro Sarri con la Juventus.
Romairone, direttore giovane ma già con le ossa ben solide, probabilmente una chiacchierata con Vivarini la farà (qualora davvero dovesse essere lui il nuovo ds, viste le ritrosie del Chievo a liberarlo), più per forma che per convinzione. L'identikit è quello di Gaetano Auteri, tecnico di categoria, che conosce la C, le sue trappole e i suoi pericoli, ma che nel recente passato ha fatto vedere un gioco gradevole e offensivo in quel di Catanzaro. Un ottimo compromesso fra l'esigenza di affidarsi a un uomo di solide certezze e la voglia della tifoseria di vedere un calcio più propositivo e meno speculativo (i baresi, palati fini).
Quella che parte dal 17 sarà, a quanto filtra, la settimana decisiva. Alternative non ce ne sono: c'è da preparare una stagione molto più delicata di quella appena conclusa, con più incognite (non che quella '19/'20 non ne abbia avute) e con l'obbligo di vincere a tutti i costi. La piazza essenzialmente chiede decisioni in tempi rapidi e che marchino una netta distanza da Napoli. Dopo due anni di "luna di miele", anche De Laurentiis sta conoscendo un momento di poca fiducia da parte della tifoseria. Un momento di frizione da cui può ripartire una storia d'amore ancor più bella. Basta solo essere chiari.
La piazza di Bari, in tutto questo, inizia a mugugnare. E non senza motivo. Innanzitutto, ai tifosi biancorossi non fa impazzire l'idea che si sia iniziato a parlare del galletto solo una volta conosciuto il destino del Napoli in Champions League (sfortunato, esattamente come quello di Atalanta e Juventus); in secondo luogo, la totale assenza di comunicazioni ufficiali ha fatto scatenare gli esperti di mercato con le ricostruzioni più fantasiose, che hanno giustamente disorientato una piazza assetata di rassicurazioni. Aspetto che non hanno mancato di sottolineare non solo i tifosi nei forum social, ma anche alcuni gruppi organizzati con un eloquente striscione davanti allo stadio.
L'unico segnale di vita dall'isola campana arriva da una piccata risposta su Instagram del presidente Luigi De Laurentiis a un tifoso, che chiedeva di accelerare i tempi e dedicare maggiore attenzione al Bari: «Parli a vanvera, non sai il grande lavoro che stiamo facendo da remoto», il messaggio di DeLa.
Lavoro da remoto e a fari spenti che sembra aver portato a delle ipotetiche certezze (ossimoro non casuale): Matteo Scala andrà a fare il club manager del Napoli, e Vincenzo Vivarini saluterà Bari, dove ha quasi firmato un'impresa, sfumata all'ultimo atto playoff. Al loro posto dovrebbero arrivare Giancarlo Romairone (ex Spezia e Chievo) nei panni di direttore sportivo, e Gaetano Auteri in panchina. Sfuma la figura dell'esperto tecnico Attilio Tesser, apparso per qualche ora vicino ai biancorossi, ma fresco di rinnovo con il Pordenone.
Questi i fatti, o almeno le ricostruzioni della rivoluzione silenziosa su cui starebbe meditando la società. Sulla figura di Scala la piazza ha sempre avuto pochi dubbi: troppo giovane, è giusto che resti "in famiglia" a fare esperienza con un ruolo più defilato, fra qualche anno ne riparliamo. La posizione di Vivarini è più complessa: la scelta del tecnico abruzzese già a settembre era apparsa completamente fuori contesto. Un allenatore che predilige il gioco, la coralità, quell'esuberanza collettiva che ha predicato come un mantra per tutta la stagione, a cui viene affidata una squadra che - alla fine dei conti - è apparsa incapace di uscire dallo schema del "palla ad Antenucci". Vivarini ha provato a fare la rivoluzione tattica, a portare il "sarrismo" a Bari, ma più volte ha dato l'impressione di essere un Boccioni a cui è stato chiesto di dipingere un'opera futurista utilizzando i colori pastello dei preraffaelliti. Ne è venuto fuori un ibrido che non ha convinto nessuno, e che si è pian piano afflosciato fino a quella brutta finale di metà luglio, preceduta però dalla striscia record di 27 risultati utili. Il tecnico di Ari avrebbe chiesto di rovesciare la rosa come un calzino, con più di 10 innesti funzionali al suo progetto; alla fine pare che convenga cambiare il pittore invece che sostituire la tavolozza. Un po' come è successo al maestro Sarri con la Juventus.
Romairone, direttore giovane ma già con le ossa ben solide, probabilmente una chiacchierata con Vivarini la farà (qualora davvero dovesse essere lui il nuovo ds, viste le ritrosie del Chievo a liberarlo), più per forma che per convinzione. L'identikit è quello di Gaetano Auteri, tecnico di categoria, che conosce la C, le sue trappole e i suoi pericoli, ma che nel recente passato ha fatto vedere un gioco gradevole e offensivo in quel di Catanzaro. Un ottimo compromesso fra l'esigenza di affidarsi a un uomo di solide certezze e la voglia della tifoseria di vedere un calcio più propositivo e meno speculativo (i baresi, palati fini).
Quella che parte dal 17 sarà, a quanto filtra, la settimana decisiva. Alternative non ce ne sono: c'è da preparare una stagione molto più delicata di quella appena conclusa, con più incognite (non che quella '19/'20 non ne abbia avute) e con l'obbligo di vincere a tutti i costi. La piazza essenzialmente chiede decisioni in tempi rapidi e che marchino una netta distanza da Napoli. Dopo due anni di "luna di miele", anche De Laurentiis sta conoscendo un momento di poca fiducia da parte della tifoseria. Un momento di frizione da cui può ripartire una storia d'amore ancor più bella. Basta solo essere chiari.