luigi de laurentiis
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Calcio

SSC Bari, parla De Laurentiis: «Questa una succursale? Speculazioni. Lavoriamo per il nuovo Ds»

Il presidente: «Ci vuole l'ambizione di vincere. Abbiamo investito tanto nel progetto, la mia famiglia c'è. Svincolati? Non abbiamo trovato nessuno»

«Il momento è difficile, non sono contento dei risultati. Mi sembrava doveroso parlare con la piazza; sono a Bari per dare sostegno alla squadra, al mister e a tutti».

A parlare è Luigi De Laurentiis, presidente della SSC Bari, nel momento più duro della stagione dei biancorossi, in crisi di risultati, gioco e identità. DeLa, però, tiene a fugare i dubbi sull'impegno della società: «La mia presenza è sempre stata costante, e dà fastidio leggere speculazioni su una società assente. Sono menzogne, qui si lavora da mattina a sera in prima persona. Notizie sulla volontà di andar via della mia famiglia non contribuiscono alla serenità che il gruppo deve mantenere per cercare un ottimo risultato alla fine del campionato. Ho rinnovato il contratto a Maita, ci siamo aggiudicati un lotto importante dello stadio, continueremo ad aggiungere pezzo dopo pezzo elementi a questa "astronave" che è partita e la abbelliremo sempre. Si è parlato anche della presenza di Giuseppe Pompilio, una persona di famiglia che è venuta a trovarmi in occasione della pausa per le nazionali».

Approfondendo il discorso su Giuseppe Pompilio, collaboratore del diesse del Napoli Giuntoli, che ha assistito martedì all'allenamento dei biancorossi insieme allo stesso De Laurentiis, il presidente spiega: «Si parla di una nostra risorsa, che si rivolge alla squadra. Si dice che Bari sia una succursale: ma perché? Il gruppo ha tante aziende ed è unito. Ci confrontiamo, siamo la stessa proprietà. Ho il nervo scoperto quando si parla di certe cose in un certo modo: ho sentito che la mia famiglia che dovrebbe andare via da Bari quando sono stati fatti molti investimenti anche in epoca di Covid. Mio padre al San Nicola è venuto per venire a vedere una partita e sostenere un'azienda del gruppo».

Sugli aspetti più di campo, il numero uno dice: «Siamo concentrati sulle prossime sei partite, per arrivare preparatissimi ai playoff. La Ternana si è involata, noi ci siamo focalizzati ancora di più per prepararci per una fase playoff dura e difficile. Ogni giorno parliamo di preparazione, per affrontare ogni singola partita e soprattutto per gli spareggi. C'è tanto lavoro messo in campo, poi i risultati sono frutto di tante variabili che non ci hanno permesso di ribaltare delle partite che potevano essere "clou" o meno. Tra infortuni, rigori sbagliati, cambiamenti abbiamo incontrato difficoltà. Per le prossime sei partite ci vuole l'ambizione di vincere. Per ora do una sufficienza striminzita, perché chiedo innanzitutto a me il massimo ed è il motivo per cui vengo a Bari per parlare con i giocatori, fomentarli e motivarli, così come faccio con il mister, anche se non basta».

E sull'indebolimento della squadra dopo il mercato di riparazione, il presidente spiega: «A gennaio abbiamo avuto degli infortuni che ci hanno ammazzati. Antenucci, Cianci, Andreoni, Citro, Ciofani: un disastro che non ci ha permesso di mantenere il secondo posto saldo. Nel calcio si prendono decisioni coraggiose, si lavora giorno per giorno per preparare la migliore partita. Il mercato è stato gestito da Romairone, il nostro direttore sportivo. Il discorso svincolati è stato valutato, ma non abbiamo trovato un elemento che potesse esserci utile».

Romairone che, dopo il licenziamento di inizio febbraio, ancora non è stato sostituito: «L'assenza di un diesse è una lacuna, ma ci stiamo lavorando perché il Bari non può stare senza direttore sportivo. Non è facile a prendere una decisione con il campionato ancora in atto, quando tutti i migliori diesse sono occupati in ottime squadre. Abbiamo preparato una lista con i migliori candidati, stiamo lavorando per cercare la migliore soluzione. Nelle prime quattro partite con Carrera abbiamo fatto risultati favolosi, poi forse la squadra si è seduta o ha avuto un calo. Ora siamo motivatissimi: il gruppo c'è, il mister c'è, la società non manca. Un direttore generale non esiste neanche nell'altra squadra del nostro gruppo. Mi occupo io del Bari, incontrando sponsor e gestendo la costruzione delle aree e dei campi. La mia funzione non è solo quella di presidente, ma anche quella di direttore generale che prende le decisioni».

Andando a ritroso, De Laurentiis mette in discussione le scelte di questa estate: «Aver mandato via Vivarini e aver cambiato il gruppo può essere stato un errore. Ad agosto, però, ci siamo chiesti più volte quanti di quei giocatori avrebbero potuto rimanere bruciati dalla sconfitta in finale. Uno dei tanti possibili errori commessi, come se ne compiono anche nei campionati che alla fine si vincono. Il consolidamento dirigenziale poteva anche dare risultati ottimi, pur prendendo tanti rischi a dicembre siamo arrivati poco dietro alla squadra col punteggio più alto d'Europa. Purtroppo quando si rischia si può fare benissimo o si possono incontrare difficoltà, a maggior ragione quando abbiamo mandato a casa allenatore e direttore sportivo. Il girone C è il più difficile, e anche con investimenti e una società presente può non bastare».

DeLa continua: «Di errori nel calcio ce ne sono centinaia, pur prendendo il miglior diesse o investendo la cifra più alta non è detto che si vinca il campionato. Una squadra di calcio è costruita da migliaia di variabili, non solo il diesse, l'allenatore, i calciatori, gli infortuni e la sorte. Tante cose devono funzionare tutte insieme. Pur con professionalità si può sbagliare; non è un mestiere comune, si è in mano a 11 giocatori in campo, alla sorte, a tante variabili. L'anno scorso abbiamo perso la finale dopo 27 risultati utili consecutivi, con un goal preso in avvio e uno annullato».

Una chiosa, infine, sul prossimo campionato e sullo sviluppo del settore giovanile: «Avere oggi un'idea del prossimo campionato è difficilissimo. Ci sono aziende che hanno chiuso, altre che stanno chiudendo, uffici ridimensionati o che non riapriranno mai più. Quest'anno l'investimento è stato impattante e non facile da sostenere. Mi auguro di trovarmi davanti a un mondo che ripartirà, ai tifosi di ritorno allo stadio; le perdite sono tante, le condizioni non ci agevolano. Essere partiti con il settore giovanile e averlo sviluppato ci ha permesso di avere Mercurio con già due presenze in prima squadra. Il mister ha avuto coraggio ed è stato un bel risultato per le giovanili. Siamo partiti con SSC Bari generation per arrivare in tutte le scuole calcio pugliesi, alcuni hanno già trasferito calciatori alle giovanili e alla prima squadra».
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