Calcio
SSC Bari, parla Pucino: «Gruppo la nostra forza. Quest’anno gli altri si preoccupano di noi»
Il terzino biancorosso: «Con Polito rapporto speciale, per me c’è sempre stato. Aver ricevuto fiducia qui è motivo d’orgoglio»
Bari - martedì 11 ottobre 2022
13.49
È stato uno dei protagonisti della cavalcata promozione dalla serie C alla B lo scorso anno, e anche nella serie cadetta si sta dimostrando un leader della squadra e un prezioso elemento tattico. Raffaele Pucino, terzino destro del Bari di mister Michele Mignani, è intervenuto nella consueta conferenza stampa di metà mattinata, innanzitutto per fare le carte alla sfida di sabato prossimo al San Nicola contro l'Ascoli, una delle sue ex squadre.
«Giochiamo contro una squadra in cui ho passato due anni intensi - racconta Pucino. Nel mio ultimo anno ad Ascoli abbiamo fatto qualcosa di miracoloso, insieme al direttore Polito. Ascoli è una piazza che vive di calcio, ringrazio per l'opportunità di averci giocato».
Per lui un piede destro educato, che spesso in carriera l'ha mandato anche in goal. Un feeling con la rete che, però, a Bari va ritrovato: «Sono stato abituato a fare dei goal in carriera, almeno un paio all'anno ne ho fatti - rivela Pucino. Spero di farne qualcuno anche quest'anno, anche se - finché va così - possiamo lasciarli agli altri e va benissimo lo stesso. Abbiamo chi va al tiro e lo fa bene, è un momento in cui dobbiamo pensare più alla squadra che all'io».
Parlando del momento magici dei biancorossi, primi in classifica, Pucino spiega: «In queste otto partite il Bari ha dimostrato di poter dar fastidio a tutti e di vincere le partite. Non pensiamo di settimana in settimana, senza guardare in là; i risultati ti portano consapevolezza, vincere è sempre bello e ti aiuta a lavorare col sorriso. Continuiamo così, il lavoro che stiamo svolgendo è sotto gli occhi di tutti: una squadra pronta è quella che mantiene la sua idea di gioco contro tutti. Poi vediamo pronta a fare cosa. Uno dei punti di forza del Bari è il gruppo. È giusto che ci sia concorrenza tra di noi, ma deve essere sana: rispetto tra noi e rispetto per le scelte del mister. Pensare sempre al bene del Bari, con le brave persone che abbiamo nello spogliatoio lo manterremo fino alla fine. Questa è la forza di una squadra che vuole fare qualcosa di importante. Il grande segreto dietro i traguardi è sempre il lavoro, nostro e dello staff. Quando si lavora con costanza, anima e corpo, si fanno le cose bene. Abbiamo iniziato un percorso l'ano scorso, c'era solo una strada: vincere e ci siamo riusciti, meritandolo ampiamente. La strada anche quest'anno è la stessa: lavorare ed essere umili».
Nella trasferta di Cagliari, il terzino biancorosso è stato protagonista di un'espulsione che - per molti - è rimasta inspiegabile. Pucino ricostruisce così l'accaduto: «Sono molto autocritico, quando sbaglio chiedo scusa, ma da quando gioco non ho mai visto un arbitro che ti butta fuori per un "Che cazzo fischi?". Dopo la partita mi ha detto che non dovevo rivolgermi a lui in quel modo, ma ci sono atteggiamenti molto più irrispettosi nei confronti del direttore di gara. È stato un in insegnamento anche quello, la prossima volta farò tesoro di questa esperienza; non me la sento, però, di darmi colpe. Ho un carattere un po' così, ma quando rimani nei ranghi si può fare tutto».
A Bari c'è stato il nuovo incontro tra Pucino e il diesse Polito, che l'anno scorso lo ha fortemente voluto nella rosa biancorossa: «Il direttore è una persona molto diretta, sanguigna, ha un rapporto importante con tutti i giocatori, li ritiene suoi figli. Si getterebbe nel fuoco per ognuno di noi. Lui mi ha dimostrato tanto, con i fatti e non con le parole; quando doveva esserci, c'è stato. Senza fare sconti, perché certe scelte non le fai per simpatia o affetto, ma per scelte professionali. Indipendentemente da come andranno le cose, gli dirò per sempre grazie; quando mi sono girato l'ho trovato lì a darmi una mano», racconta Pucino.
La sua lunga esperienza in serie B è uno dei motivi per cui, in queste prime partite, si è dimostrato indispensabile nello scacchiere di Mignani: «La serie B è un campionato in cui non devi dare nulla per scontato, la continuità fa molto - analizza Pucino. Noi dobbiamo pensare di partita in partita, stiamo dimostrando di avere tante qualità per questo campionato. L'anno scorso avevamo l'obbligo di vincere sempre, di dimostrare di essere nettamente superiori alle altre; quest'anno si stanno preoccupando più gli altri di noi, mentre l'anno scorso eravamo noi a doverci preoccupare».
A sorprendere più di tutto di questo Bari è stata l'invidiabile condizione atletica, merito del lavoro dello staff di Mignani, coordinato dal professor D'Urbano per quanto riguarda la preparazione. «Il professor D'Urbano pretende sempre impegno, anche quando c'è un allenamento più leggero - racconta il terzino biancorosso. Anche sentendo l'allenatore del Venezia, le squadre fanno fatica a reggere il confronto fisico con noi: è una cosa che va riconosciuta al professor D'Urbano e a noi che lo seguiamo. Quest'anno sto molto meglio rispetto all'anno scorso, quando non ho fatto preparazione; quest'estate ho lavorato duramente con tutto lo staff e la mia condizione fisica è cresciuta».
Sulla sua collocazione tattica nella difesa a quattro, Pucino spiega: «Per caratteristiche, Ricci è più offensivo di me. Dobbiamo avere un equilibrio di squadra, se lui ha più propensione offensiva è giusto che io rimanga dietro, anche se quando c'è la possibilità è giusto che anche io vada».
A giugno scadrà il suo contratto con il Bari, ma Pucino non sembra volerci pensare almeno per ora. «Io sono a scadenza, ma non ho mai avanzato richieste. Ci sono persone che riconoscono il lavoro fatto, in settimana e in partita; penso al lavoro che devo svolgere. Sono rimasto ad Ascoli a scadenza, sapendo di non rinnovare; l'ho fatto perché ho scelto le persone, che ringrazio anche se non mi hanno riscelto, perché per merito loro mi sono ritrovato a Bari. Io meritavo Bari, sono ben contento. Rimanendo in questa categoria, è difficile trovare qualcosa meglio del Bari; è motivo di orgoglio il fatto che mi sia stata rinnovata la fiducia, da parte mia c'è massima disponibilità e mi farebbe piacere rimanere qui. Però ora c'è da far bene, se le cose devono arrivare, arriveranno».
Dopo l'ottima prova di Dorval contro il Brescia sulla fascia destra, Pucino a Venezia si è ripreso la maglia da titolare: «Le cose te le devi meritare, se il mister mi ha riconfermato al posto di Dorval vuol dire che lo meritavo. L'ho meritato fino all'83' contro il Cagliari, e se anche un mio compagno ha fatto bene al posto mio, dimostrando di poter stare in questa rosa, il mister non ha messo da parte le partite che avevo fatto e il giocatore che ritengo di essere. Penso di non essere uno che à nell'occhio per qualità offensive, ma l'allenatore riconosce altre qualità a cui il tifoso fa meno caso. Essere schierato dall'inizio, dopo che un compagno aveva fatto bene, è un attestato di stima», conclude Pucino.
«Giochiamo contro una squadra in cui ho passato due anni intensi - racconta Pucino. Nel mio ultimo anno ad Ascoli abbiamo fatto qualcosa di miracoloso, insieme al direttore Polito. Ascoli è una piazza che vive di calcio, ringrazio per l'opportunità di averci giocato».
Per lui un piede destro educato, che spesso in carriera l'ha mandato anche in goal. Un feeling con la rete che, però, a Bari va ritrovato: «Sono stato abituato a fare dei goal in carriera, almeno un paio all'anno ne ho fatti - rivela Pucino. Spero di farne qualcuno anche quest'anno, anche se - finché va così - possiamo lasciarli agli altri e va benissimo lo stesso. Abbiamo chi va al tiro e lo fa bene, è un momento in cui dobbiamo pensare più alla squadra che all'io».
Parlando del momento magici dei biancorossi, primi in classifica, Pucino spiega: «In queste otto partite il Bari ha dimostrato di poter dar fastidio a tutti e di vincere le partite. Non pensiamo di settimana in settimana, senza guardare in là; i risultati ti portano consapevolezza, vincere è sempre bello e ti aiuta a lavorare col sorriso. Continuiamo così, il lavoro che stiamo svolgendo è sotto gli occhi di tutti: una squadra pronta è quella che mantiene la sua idea di gioco contro tutti. Poi vediamo pronta a fare cosa. Uno dei punti di forza del Bari è il gruppo. È giusto che ci sia concorrenza tra di noi, ma deve essere sana: rispetto tra noi e rispetto per le scelte del mister. Pensare sempre al bene del Bari, con le brave persone che abbiamo nello spogliatoio lo manterremo fino alla fine. Questa è la forza di una squadra che vuole fare qualcosa di importante. Il grande segreto dietro i traguardi è sempre il lavoro, nostro e dello staff. Quando si lavora con costanza, anima e corpo, si fanno le cose bene. Abbiamo iniziato un percorso l'ano scorso, c'era solo una strada: vincere e ci siamo riusciti, meritandolo ampiamente. La strada anche quest'anno è la stessa: lavorare ed essere umili».
Nella trasferta di Cagliari, il terzino biancorosso è stato protagonista di un'espulsione che - per molti - è rimasta inspiegabile. Pucino ricostruisce così l'accaduto: «Sono molto autocritico, quando sbaglio chiedo scusa, ma da quando gioco non ho mai visto un arbitro che ti butta fuori per un "Che cazzo fischi?". Dopo la partita mi ha detto che non dovevo rivolgermi a lui in quel modo, ma ci sono atteggiamenti molto più irrispettosi nei confronti del direttore di gara. È stato un in insegnamento anche quello, la prossima volta farò tesoro di questa esperienza; non me la sento, però, di darmi colpe. Ho un carattere un po' così, ma quando rimani nei ranghi si può fare tutto».
A Bari c'è stato il nuovo incontro tra Pucino e il diesse Polito, che l'anno scorso lo ha fortemente voluto nella rosa biancorossa: «Il direttore è una persona molto diretta, sanguigna, ha un rapporto importante con tutti i giocatori, li ritiene suoi figli. Si getterebbe nel fuoco per ognuno di noi. Lui mi ha dimostrato tanto, con i fatti e non con le parole; quando doveva esserci, c'è stato. Senza fare sconti, perché certe scelte non le fai per simpatia o affetto, ma per scelte professionali. Indipendentemente da come andranno le cose, gli dirò per sempre grazie; quando mi sono girato l'ho trovato lì a darmi una mano», racconta Pucino.
La sua lunga esperienza in serie B è uno dei motivi per cui, in queste prime partite, si è dimostrato indispensabile nello scacchiere di Mignani: «La serie B è un campionato in cui non devi dare nulla per scontato, la continuità fa molto - analizza Pucino. Noi dobbiamo pensare di partita in partita, stiamo dimostrando di avere tante qualità per questo campionato. L'anno scorso avevamo l'obbligo di vincere sempre, di dimostrare di essere nettamente superiori alle altre; quest'anno si stanno preoccupando più gli altri di noi, mentre l'anno scorso eravamo noi a doverci preoccupare».
A sorprendere più di tutto di questo Bari è stata l'invidiabile condizione atletica, merito del lavoro dello staff di Mignani, coordinato dal professor D'Urbano per quanto riguarda la preparazione. «Il professor D'Urbano pretende sempre impegno, anche quando c'è un allenamento più leggero - racconta il terzino biancorosso. Anche sentendo l'allenatore del Venezia, le squadre fanno fatica a reggere il confronto fisico con noi: è una cosa che va riconosciuta al professor D'Urbano e a noi che lo seguiamo. Quest'anno sto molto meglio rispetto all'anno scorso, quando non ho fatto preparazione; quest'estate ho lavorato duramente con tutto lo staff e la mia condizione fisica è cresciuta».
Sulla sua collocazione tattica nella difesa a quattro, Pucino spiega: «Per caratteristiche, Ricci è più offensivo di me. Dobbiamo avere un equilibrio di squadra, se lui ha più propensione offensiva è giusto che io rimanga dietro, anche se quando c'è la possibilità è giusto che anche io vada».
A giugno scadrà il suo contratto con il Bari, ma Pucino non sembra volerci pensare almeno per ora. «Io sono a scadenza, ma non ho mai avanzato richieste. Ci sono persone che riconoscono il lavoro fatto, in settimana e in partita; penso al lavoro che devo svolgere. Sono rimasto ad Ascoli a scadenza, sapendo di non rinnovare; l'ho fatto perché ho scelto le persone, che ringrazio anche se non mi hanno riscelto, perché per merito loro mi sono ritrovato a Bari. Io meritavo Bari, sono ben contento. Rimanendo in questa categoria, è difficile trovare qualcosa meglio del Bari; è motivo di orgoglio il fatto che mi sia stata rinnovata la fiducia, da parte mia c'è massima disponibilità e mi farebbe piacere rimanere qui. Però ora c'è da far bene, se le cose devono arrivare, arriveranno».
Dopo l'ottima prova di Dorval contro il Brescia sulla fascia destra, Pucino a Venezia si è ripreso la maglia da titolare: «Le cose te le devi meritare, se il mister mi ha riconfermato al posto di Dorval vuol dire che lo meritavo. L'ho meritato fino all'83' contro il Cagliari, e se anche un mio compagno ha fatto bene al posto mio, dimostrando di poter stare in questa rosa, il mister non ha messo da parte le partite che avevo fatto e il giocatore che ritengo di essere. Penso di non essere uno che à nell'occhio per qualità offensive, ma l'allenatore riconosce altre qualità a cui il tifoso fa meno caso. Essere schierato dall'inizio, dopo che un compagno aveva fatto bene, è un attestato di stima», conclude Pucino.