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Calcio

È tornato il vero Bari, dai fischi agli applausi in una settimana

I biancorossi ritrovano il successo al San Nicola con una prestazione maiuscola. Ora lo sprint di Natale

Sembra passata una vita, eppure è solo una settimana. Appena sette giorni fa commentavamo i fischi (crudeli e ingenerosi, a dire il vero) con cui alcuni giocatori del Bari uscivano dal San Nicola dopo lo 0-0 contro il Pisa, mentre oggi parliamo di applausi a scena aperta per una prestazione di squadra semplicemente perfetta. Il Baro batte 4-1 il Modena e spezza il sortilegio che aveva tenuto lontani i biancorossi dal successo interno addirittura dal 1 ottobre, quando a farne le spese fu il Brescia, strapazzato 6-2 da un'altra prestazione maiuscola.

Il Bari porta a due il conto dei successi consecutivi, dopo il rotondo 0-3 di Cittadella nel giorno dell'Immacolata, nonché quello dei successi interni. Verrebbe da dire che, per vincere tra le mura amiche del San Nicola, il Bari ha bisogno sempre di fare la partita perfetta; i fatti dicono questo, ma a vincere anche le partite più sporche e bruttine magari ci si penserà in un secondo momento.Ora c'è da godersi una vittoria che scaccia i fantasmi e che fa il paio con quella raggiunta nell'infrasettimanale, per riportare serenità in un ambiente scosso oltre la soglia del ragionevole dai cinque pareggi consecutivi, che non saranno stati un granché ma che hanno comunque aiutato il Bari a raggiungere un terzo posto in solitaria che - a due giornate dal giro di boa - fa parecchio sorridere.

Il filo conduttore che lega le vittorie contro Cittadella e Modena è certamente il piccolo cambio tattico operato da Mignani, che con il passaggio al 4-3-2-1 ad albero di Natale ha rivitalizzato una squadra che sembrava in grande difficoltà offensiva. La vittoria contro i canarini di Tesser conferma la bontà della scelta: Botta si trova parecchio a suo agio con un uomo come Folorunsho più avanzato, da lanciare negli spazi come succedeva all'epoca di Cheddira, oggi impegnato a scrivere la storia con il suo Marocco in Qatar. Antenucci da unico riferimento offensivo non brilla come aveva fatto Scheidler a Cittadella, ma comunque sa disimpegnarsi bene andando a ricucire il gioco e aprendo gli spazi per le galoppate di Folorunsho, uno che è ritornato il "cavallo pazzo" inarrestabile che era a inizio campionato.




Poi, chiaramente, c'è bisogno che le cose vadano in un certo modo per rendere tutto più facile. Se al 5' ti trovi avanti con una demi-volée di Botta, che calcia da casa sua e pesca l'angolino, allora tutto assume un contorno più chiaro e la partita si mette su un binario favorevole. Sì, perché il Bari è bravissimo a giocare sull'effetto "fisarmonica": i biancorossi si abbassano, lasciano l'iniziativa al Modena che, però, va a sbattere su una fase difensiva pressoché perfetta del Bari, prontissimo a distendersi e ribaltare l'azione con un paio di passaggi. Il goal con cui Folorunsho fa 2-0 è tratto dalla copertina del manuale sul vecchio, sano, contropiede che - se applicato con giudizio - porta sempre i suoi frutti.

È il Bari di inizio stagione, quello che sapevi come giocava ma che non riuscivi a fermare neanche con le cannonate. Quando può distendersi e ripartire in 50 metri, la squadra di Mignani funziona come un orologio svizzero, anche senza Cheddira, uno che di questa particolare specialità è interprete sublime. Ma il Bari non è solo catenaccio è contropiede; i galletti sono anche testa, disciplina tattica e abnegazione. Sì, perché sul 2-0 sembrava tutto già fatto; eppure alla mezz'ora Maiello rimedia il secondo giallo (ingenuo lui, veramente troppo fiscale l'arbitro Aureliano) in un paio di minuti e quello che sembrava un pomeriggio in scioltezza si trasforma in una serata di evitabile apprensione.



Mignani nel post gara ha scherzato, dicendo che il suo migliore in campo è stato Maiello, perché ha permesso alla squadra di fare quello che ha fatto; vale a dire una prestazione ancor più sontuosa. Sì, sarà anche una boutade, però c'è un fondo di verità: il "barone" Nils Liedholm era convinto che in 10 si giochi meglio, e forse anche Mignani non disprezza. In inferiorità numerica il Bari può mettere in mostra alcune delle sue qualità migliori, come stringere i denti, soffrire compatto e - tanto per cambiare - ripartire. Alla fine il Modena chiude con un passivo fin troppo severo per i suoi demeriti, ma è anche una spia della bontà della partita condotta dai biancorossi. I canarini ci provano in tutti i modi a riaprire la contesa, ma per farcela devono prima superare la sontuosa coppia di centrocampo Maita-Benedetti (auguri), poi la "Maginot" di ferro Di Cesare-Vicari (buona fortuna), e se riesci a passare anche quello devi fare i conti con un Caprile semplicemente colossale (addio speranze), che si arrende solo al 95' alla punizione di Diaw con deviazione di Terranova, quando ormai però non conta quasi più nulla.

Sarebbe fin troppo facile dare la palma del migliore a uno tra Caprile, Botta, Folorunsho e Di Cesare (un ragazzino di 40 anni che al 90' prende palla in difesa, i fa tutto il campo di corsa e firma il quarto goal), ma la fotografia di questo Bari tornato vincente è la prestazione di Mazzotta: buttato nella mischia alla bisogna, il terzino siciliano propizia l'autorete di Cittadini con una gran giocata e chiude la porta in faccia a Magnino, perfezionando la parata irreale di Caprile sulla rovesciata di Pergreffi. È la forza del gruppo, quello che non è mai mancato, anche nei momenti più difficili, e che ha spinto i galletti a venir via dal periodo di appannamento.

Per il resto, ci pensa un campionato straordinariamente equilibrato a soffiare il vento nelle vele dei biancorossi. I pareggi di Genoa e Ternana lanciano i galletti al terzo posto in solitaria, a -3 dalla Reggina seconda. E sabato prossimo la squadra di Mignani incrocerà i guantoni proprio con quella di Pippo Inzaghi: il secondo posto è lì, perché non crederci? Lo sprint di Natale sarà un'altra prova delicata per questo Bari, che a Santo Stefano chiuderà il girone d'andata contro il Genoa al San Nicola. Servirà la ciliegina sulla torta per avvicinarsi ancora di più alla quota salvezza (i famosi 40 punti sono distanti appena 11 lunghezze), raggiungere l'obiettivo stagionale e continuare a sognare. Il prossimo passo sarà tornare a riempire il San Nicola di quel "priscio" che da queste parti fa davvero il suo effetto.
  • ssc bari
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