Calcio
Tre punti d'oro nella calza. Il Bari inizia l'anno nuovo col piede giusto
Contro il Messina biancorossi portano a casa una partita dai due volti con una ripresa ad alto ritmo
Bari - lunedì 7 gennaio 2019
9.54
Vittoria doveva essere e vittoria è stata. La Befana porta al Bari una calza appesantita dai tre punti fatti d'oro che i biancorossi fanno propri nella sfida interna contro il Messina, battuto 2-0 al San Nicola. Un inizio di girone di ritorno e di 2019 come meglio non si poteva: dopo il pari-beffa nell'ultimo impegno del 2018 (2-2 al San Nicola contro il Roccella, sconfitto ieri 5-0 in casa della Turris), i galletti di mister Cornacchini riprendono il discorso lasciato a metà al giro di boa e tornano a dare un'importante dimostrazione di forza.
Sì, perché il Bari l'ha vinta nonostante qualche difficoltà dovuta al rientro dalla sosta per le festività natalizie. Certo, anche per il Messina c'è stato lo stop, ma gli uomini di Biagioni sono scesi in campo motivati dalla sfida al grande avversario, dalla voglia di vendicare lo 0-3 del San Filippo e dal desiderio di mostrare quanto questa classifica anonima sia menzognera per i reali valori dei giallorossi dello Stretto. Una partita dai due volti: il Bari nel primo tempo ha fatto fatica a trovare i ritmi giusti, finendo per subire in mediana un Messina messo meglio e favorito dalla tecnica individuale di Genevier e dalla facilità di corsa di Arcidiacono, protetti dietro da un Candè eroico. Eppure Marfella ha rischiato poco e niente, mentre i biancorossi sono andati almeno in tre circostanze vicini al goal. Prima con il palo di Brienza su punizione, poi con il rigore in movimento sparato fuori da Piovanello dopo un'azione ubriacante di Floriano, e infine con Simeri, troppo lezioso nel cercare il pallonetto davanti a Lourencon piuttosto che spaccare la porta.
Chissà, però, che non sia stato proprio il difetto di mira - unitamente alla tegola dell'uscita anticipata di Floriano per un polpaccio capriccioso - a dare la scossa ai biancorossi, tornati in campo nella ripresa con un altro piglio, dopo quella che sarà stata una bella sveglia da parte di Cornacchini negli spogliatoi. Manovra più fluida, gioco più ampio per coinvolgere gli esterni nello sviluppo dell'azione e una buona dose di concretezza in area di rigore. Il resto lo fa Simeri, per una volta più decisivo in versione assist-man che nei panni di goleador. Il numero 9 del Bari (ancora una volta in total black) prima serve Piovanello con un cross mancino studiato con compasso e goniometro, poi conduce un contropiede fulminante e serve Neglia (entrato a fine primo tempo per Floriano), bravo a chiudere i conti con un sinistro chirurgico.
Insomma, in appena 4' - dal 63' al 67' - la sfida si è rovesciata: il Bari è tornato a fare il Bari, punendo le uniche due disattenzioni difensive nella partita di un Messina ordinato e spavaldo. «Non siamo una squadra di palleggiatori», ha ricordato Cornacchini nel post gara. Quindi agli esteti del calcio il consiglio è di cambiare canale; inutile aspettarsi dai biancorossi un tiki-taka lungo e avvolgente, un gioco di fino nello stretto. «Dobbiamo essere bravi a sfruttare le nostre qualità e a saperci adattare alla partita», ha invece ricordato Neglia dando una chiave di lettura importante di tutto il sistema di gioco dei biancorossi. Il Bari è squadra dal contropiede fulminante, da azione repentina sulla fascia, da triangolo per lanciare in verticale lo scatto profondo dell'ala o della prima punta (ecco perché Simeri è il centravanti più suffragato dalle presenze). Quando la truppa di Cornacchini riesce a mettere in pratica questo schema diventa letale per qualsiasi avversario di questa categoria, anche quello arrivato alla sfida contro i galletti con la migliore preparazione fisica, tattica e teorica.
Ora, però, ci sono due esami importanti, le sfide in trasferta contro Sancataldese e Cittanovese. Due impegni consecutivi e delicati lontano dal San Nicola da cui, almeno potenzialmente, dipenderà gran parte del restante cammino dei biancorossi nel Girone I. Ma per ora è giusto godersi le prelibatezze trovate nella calza della Befana; il carbone, invece, sarà tutto per gli altri.
Sì, perché il Bari l'ha vinta nonostante qualche difficoltà dovuta al rientro dalla sosta per le festività natalizie. Certo, anche per il Messina c'è stato lo stop, ma gli uomini di Biagioni sono scesi in campo motivati dalla sfida al grande avversario, dalla voglia di vendicare lo 0-3 del San Filippo e dal desiderio di mostrare quanto questa classifica anonima sia menzognera per i reali valori dei giallorossi dello Stretto. Una partita dai due volti: il Bari nel primo tempo ha fatto fatica a trovare i ritmi giusti, finendo per subire in mediana un Messina messo meglio e favorito dalla tecnica individuale di Genevier e dalla facilità di corsa di Arcidiacono, protetti dietro da un Candè eroico. Eppure Marfella ha rischiato poco e niente, mentre i biancorossi sono andati almeno in tre circostanze vicini al goal. Prima con il palo di Brienza su punizione, poi con il rigore in movimento sparato fuori da Piovanello dopo un'azione ubriacante di Floriano, e infine con Simeri, troppo lezioso nel cercare il pallonetto davanti a Lourencon piuttosto che spaccare la porta.
Chissà, però, che non sia stato proprio il difetto di mira - unitamente alla tegola dell'uscita anticipata di Floriano per un polpaccio capriccioso - a dare la scossa ai biancorossi, tornati in campo nella ripresa con un altro piglio, dopo quella che sarà stata una bella sveglia da parte di Cornacchini negli spogliatoi. Manovra più fluida, gioco più ampio per coinvolgere gli esterni nello sviluppo dell'azione e una buona dose di concretezza in area di rigore. Il resto lo fa Simeri, per una volta più decisivo in versione assist-man che nei panni di goleador. Il numero 9 del Bari (ancora una volta in total black) prima serve Piovanello con un cross mancino studiato con compasso e goniometro, poi conduce un contropiede fulminante e serve Neglia (entrato a fine primo tempo per Floriano), bravo a chiudere i conti con un sinistro chirurgico.
Insomma, in appena 4' - dal 63' al 67' - la sfida si è rovesciata: il Bari è tornato a fare il Bari, punendo le uniche due disattenzioni difensive nella partita di un Messina ordinato e spavaldo. «Non siamo una squadra di palleggiatori», ha ricordato Cornacchini nel post gara. Quindi agli esteti del calcio il consiglio è di cambiare canale; inutile aspettarsi dai biancorossi un tiki-taka lungo e avvolgente, un gioco di fino nello stretto. «Dobbiamo essere bravi a sfruttare le nostre qualità e a saperci adattare alla partita», ha invece ricordato Neglia dando una chiave di lettura importante di tutto il sistema di gioco dei biancorossi. Il Bari è squadra dal contropiede fulminante, da azione repentina sulla fascia, da triangolo per lanciare in verticale lo scatto profondo dell'ala o della prima punta (ecco perché Simeri è il centravanti più suffragato dalle presenze). Quando la truppa di Cornacchini riesce a mettere in pratica questo schema diventa letale per qualsiasi avversario di questa categoria, anche quello arrivato alla sfida contro i galletti con la migliore preparazione fisica, tattica e teorica.
Ora, però, ci sono due esami importanti, le sfide in trasferta contro Sancataldese e Cittanovese. Due impegni consecutivi e delicati lontano dal San Nicola da cui, almeno potenzialmente, dipenderà gran parte del restante cammino dei biancorossi nel Girone I. Ma per ora è giusto godersi le prelibatezze trovate nella calza della Befana; il carbone, invece, sarà tutto per gli altri.