Calcio
Tre schiaffi a freddo, il Bari cade e fa rumore. Bagno di umiltà che fa bene
La sconfitta in casa della Virtus Francavilla mette in discussione le vecchie certezze. Ora serve la forza del gruppo
Bari - lunedì 25 ottobre 2021
Più in alto sali, più rumore fai quando cadi. E il fracasso dopo il 3-0 patito dal Bari in casa della Virtus Francavilla è di quelli assordanti. Una partita che è anche difficile commentare: i biancorossi praticamente non l'hanno mai giocata. Goal di Ekuban subito, dopo appena 7', raddoppio di Caporale al 27', la chiude Ventola al 71'; la squadra brindisina fa tre tiri in porta, con il cento per cento di realizzazione.
Tre goal che hanno tante cose in comune: tutti e tre che nascono dal lato destro del Bari, con una difesa "allegra" e un centrocampo che fa zero filtro. Volendo provare ad abbozzare una analisi tattica, si può dire che la scelta di schierare una mediana tutta tecnica da parte di Mignani stavolta non paga. Maita è stanco (ci sta, ha tirato la carretta fino a ora), D'Errico e Botta si perdono in una serie di inutili leziosismi, Mallamo palesa evidenti limiti in fase di copertura. L'assenza di Scavone si è trasformata in un grosso limite così, quasi all'improvviso; forse adesso si inizierà a rivalutare l'utilità di un equilibratore come Bianco.
Ma ogni disamina tattica, davanti a un capitombolo così clamoroso, rischia quasi di essere riduttiva. Il Bari praticamente non l'ha beccata mai, soprattutto nel primo tempo. Caporale fa goal dopo una discesa alla Roberto Carlos sulla sinistra, senza che nessuno gli andasse in contrasto. È la fotografia di una partita tutta sbagliata, in cui il Bari tira verso la porta solo in pieno recupero (palo al 92' di Citro, che prima ne spara un'altra in curva da due metri).
Una giornata stortissima? Verrebbe da pensare di sì, soprattutto se si considera la prestazione dominante offerta a Campobasso appena una settimana fa. Nel giro di sette giorni è impossibile pensare che si sia passati da una squadra tosta, coriacea e volitiva alla mollezza di Francavilla. Nel mezzo c'è stato il dispendioso derby col Foggia, e questo Bari - a corto di preparazione - ancora non sembra poter reggere tre partite in sette giorni.
Ma Mignani, con la grande onestà che lo contraddistingue, ha parlato un problema più mentale che atletico. Un errore di sottovalutazione dell'avversario? Sembrerebbe di sì. E questo il Bari proprio non se lo può permettere. Il livello fissato nelle prime dieci giornate è di quelli altissimi, e la sfida ora è mantenerlo costante o addirittura alzarlo. Dopo la sconfitta del Catanzaro (in casa col Monopoli) a Francavilla poteva essere già un primo set point nel girone d'andata, gettato alle ortiche con una superficialità che non può e non deve ripetersi.
E, quindi, ben vengano questi tre ceffoni presi a freddo, quando si correva il rischio di pensarsi imbattibili; tornare coi piedi per terra, bagnati di umiltà, non può che far bene. Ora preparare il big match di sabato contro il Catanzaro paradossalmente diventa più facile. Il grande gruppo di cui ha parlato Terranova è chiamato all'immediato riscatto nella partita più importante: sarà un test-verità per saggiare potenzialità e ambizioni di un Bari che non può essere (e non è) quello di Francavilla.
Tre goal che hanno tante cose in comune: tutti e tre che nascono dal lato destro del Bari, con una difesa "allegra" e un centrocampo che fa zero filtro. Volendo provare ad abbozzare una analisi tattica, si può dire che la scelta di schierare una mediana tutta tecnica da parte di Mignani stavolta non paga. Maita è stanco (ci sta, ha tirato la carretta fino a ora), D'Errico e Botta si perdono in una serie di inutili leziosismi, Mallamo palesa evidenti limiti in fase di copertura. L'assenza di Scavone si è trasformata in un grosso limite così, quasi all'improvviso; forse adesso si inizierà a rivalutare l'utilità di un equilibratore come Bianco.
Ma ogni disamina tattica, davanti a un capitombolo così clamoroso, rischia quasi di essere riduttiva. Il Bari praticamente non l'ha beccata mai, soprattutto nel primo tempo. Caporale fa goal dopo una discesa alla Roberto Carlos sulla sinistra, senza che nessuno gli andasse in contrasto. È la fotografia di una partita tutta sbagliata, in cui il Bari tira verso la porta solo in pieno recupero (palo al 92' di Citro, che prima ne spara un'altra in curva da due metri).
Una giornata stortissima? Verrebbe da pensare di sì, soprattutto se si considera la prestazione dominante offerta a Campobasso appena una settimana fa. Nel giro di sette giorni è impossibile pensare che si sia passati da una squadra tosta, coriacea e volitiva alla mollezza di Francavilla. Nel mezzo c'è stato il dispendioso derby col Foggia, e questo Bari - a corto di preparazione - ancora non sembra poter reggere tre partite in sette giorni.
Ma Mignani, con la grande onestà che lo contraddistingue, ha parlato un problema più mentale che atletico. Un errore di sottovalutazione dell'avversario? Sembrerebbe di sì. E questo il Bari proprio non se lo può permettere. Il livello fissato nelle prime dieci giornate è di quelli altissimi, e la sfida ora è mantenerlo costante o addirittura alzarlo. Dopo la sconfitta del Catanzaro (in casa col Monopoli) a Francavilla poteva essere già un primo set point nel girone d'andata, gettato alle ortiche con una superficialità che non può e non deve ripetersi.
E, quindi, ben vengano questi tre ceffoni presi a freddo, quando si correva il rischio di pensarsi imbattibili; tornare coi piedi per terra, bagnati di umiltà, non può che far bene. Ora preparare il big match di sabato contro il Catanzaro paradossalmente diventa più facile. Il grande gruppo di cui ha parlato Terranova è chiamato all'immediato riscatto nella partita più importante: sarà un test-verità per saggiare potenzialità e ambizioni di un Bari che non può essere (e non è) quello di Francavilla.