Calcio
Turris-Bari 1-0, Cornacchini: «Fatto poco a livello agonistico. Ci sono mancati gli attributi»
Il tecnico nel post gara: «Poteva finire con un pareggio, ma gli episodi ci hanno condannato»
Bari - domenica 3 febbraio 2019
17.22
Seconda sconfitta consecutiva in trasferta per il Bari, la più amara perché arriva in uno scontro diretto. I biancorossi cedono 1-0 in casa della Turris, punti dal goal di Riccio e dalla maggiore voglia dei campani di portare a casa un risultato che, potenzialmente, riapre il discorso per il primo posto (corallini a -6 se dovessero vincere il recupero contro il Rotonda). Amaro anche il commento di Cornacchini nel post gara, che biasima l'atteggiamento della squadra in campo: «Abbiamo fatto poco a livello agonistico - è il mea culpa del tecnico. Loro hanno avuto un paio di opportunità, noi in due o forse tre occasioni potevamo fare meglio, ma e mancata la mentalità da categoria. La Turris l'ha avuta e si è visto».
Sul banco degli imputati sono finite le scelte; non ha convinto la decisione di lasciare fuori Hamlili. Cornacchini la spiega così: «C'è una regola degli under - ricorda il mister. Conoscendo i loro attaccanti ho preferito mettere un over come Mattera a fare il terzino perché Celiento poteva darci fastidio. Mi servivano anche centimetri in mezzo al campo e Bolzoni ce li ha, e chiaramente dovevo mettergli di fianco un under. Hamlili per me è fondamentale, ma pensavo che potessimo comunque fare meglio. Dovevamo giocare con Brienza e con gli esterni chiamati a dare una mano dietro per chiudere moltissimo. La differenza è stata, secondo me, solo la mentalità di categoria: la partita era da pareggio, ma noi abbiamo toppato da quel punto di vista. Poi gli episodi ci hanno condannati».
Nei commenti post gara il tecnico insiste molto sul deficit morale della squadra: «Ci devi mettere qualcosa di più a livello di "palle", la Turris ha avuto più fame. A noi è mancata cattiveria agonistica e mentalità da Serie D. Questa l'unica differenza perché alla fine abbiamo perso per gli episodi».
Il Bari l'ha persa al cospetto di una squadra che in casa ha fatto dodici su dodici. Cornacchini prova a dare la sua lettura: «Il vantaggio di saper giocare in un campo del genere era della Turris», spiega il mister che poi glissa sui battibecchi in campo e fuori. «Non ho avuto screzi con nessuno, tranne quando Fabiano è venuto a insultarmi perché Piovanello non aveva ridato la palla. È mancata la voglia di fare una partita diversa su un campo complicato; abbiamo perso troppi contrasti», l'analisi del tecnico biancorosso.
Ora l'obbligo è ripartire e farlo il più in fretta possibile. Ci sono ancora 12 giornate da disputare e per il Bari la parola "sbagliare" è da eliminare dal dizionario: «Se sei veramente forte devi superare anche questi momenti - è il mantra del tecnico dei galletti. L'autocritica nostra è giusta in questo momento; ora si riparte. Già da martedì lavoreremo per affrontare le partite con qualità e personalità. Io spero e penso che la squadra non si sia adagiata dopo essere arrivata a +12. Dobbiamo svegliarci di più a livello di mentalità da categoria».
Sorrisi a trentadue denti, invece, per il presidente della Turris Colantonio: «Il Bari è una squadra costruita per vincere, e l'aver vinto una partita non significa che potremo vincere il campionato. Il calcio non è una scienza esatta; possiamo vincere la partita ma il Bari resta la squadra destinata al primo posto. È stata una partita dura, mi è piaciuta molto. Un bel divertimento e un bel patire. Questo è quel che voglio», dice il numero uno dei corallini.
Sul banco degli imputati sono finite le scelte; non ha convinto la decisione di lasciare fuori Hamlili. Cornacchini la spiega così: «C'è una regola degli under - ricorda il mister. Conoscendo i loro attaccanti ho preferito mettere un over come Mattera a fare il terzino perché Celiento poteva darci fastidio. Mi servivano anche centimetri in mezzo al campo e Bolzoni ce li ha, e chiaramente dovevo mettergli di fianco un under. Hamlili per me è fondamentale, ma pensavo che potessimo comunque fare meglio. Dovevamo giocare con Brienza e con gli esterni chiamati a dare una mano dietro per chiudere moltissimo. La differenza è stata, secondo me, solo la mentalità di categoria: la partita era da pareggio, ma noi abbiamo toppato da quel punto di vista. Poi gli episodi ci hanno condannati».
Nei commenti post gara il tecnico insiste molto sul deficit morale della squadra: «Ci devi mettere qualcosa di più a livello di "palle", la Turris ha avuto più fame. A noi è mancata cattiveria agonistica e mentalità da Serie D. Questa l'unica differenza perché alla fine abbiamo perso per gli episodi».
Il Bari l'ha persa al cospetto di una squadra che in casa ha fatto dodici su dodici. Cornacchini prova a dare la sua lettura: «Il vantaggio di saper giocare in un campo del genere era della Turris», spiega il mister che poi glissa sui battibecchi in campo e fuori. «Non ho avuto screzi con nessuno, tranne quando Fabiano è venuto a insultarmi perché Piovanello non aveva ridato la palla. È mancata la voglia di fare una partita diversa su un campo complicato; abbiamo perso troppi contrasti», l'analisi del tecnico biancorosso.
Ora l'obbligo è ripartire e farlo il più in fretta possibile. Ci sono ancora 12 giornate da disputare e per il Bari la parola "sbagliare" è da eliminare dal dizionario: «Se sei veramente forte devi superare anche questi momenti - è il mantra del tecnico dei galletti. L'autocritica nostra è giusta in questo momento; ora si riparte. Già da martedì lavoreremo per affrontare le partite con qualità e personalità. Io spero e penso che la squadra non si sia adagiata dopo essere arrivata a +12. Dobbiamo svegliarci di più a livello di mentalità da categoria».
Sorrisi a trentadue denti, invece, per il presidente della Turris Colantonio: «Il Bari è una squadra costruita per vincere, e l'aver vinto una partita non significa che potremo vincere il campionato. Il calcio non è una scienza esatta; possiamo vincere la partita ma il Bari resta la squadra destinata al primo posto. È stata una partita dura, mi è piaciuta molto. Un bel divertimento e un bel patire. Questo è quel che voglio», dice il numero uno dei corallini.