bari palermo. <span>Foto Ssc Bari</span>
bari palermo. Foto Ssc Bari
Calcio

Tutto cuore, il nuovo Bari prende forma. Ora all-in sul mercato

Partita eroica dei galletti contro il Palermo. Servono gli ultimi rinforzi, ma la piazza già è calda

Al 100' sembrava il finale di un film già visto. E non un bel film, peraltro. Il goal di Brunori all'ultimo secondo ha fatto correre la mente di tutti a quel maledetto 11 giugno, e alla rete di Pavoletti in pieno recupero che ha tolto al Bari e a Bari il sogno della serie A. Però, a volte, il Var toglie e il Var dà. E in Bari-Palermo, opening act della serie B 2023/2024, di dare e avere ce n'è quanto basta per un campionato intero. E siamo solo all'inizio…

«Una partita da eroi», l'ha definita mister Michele Mignani nel post gara; formula non particolarmente originale, certo, ma assai efficace. Sì, perché il Var al Bari toglie ben due giocatori, portando il signor Mariani a espellere prima Maita (fallaccio horror su Vasic), poi capitan Di Cesare in occasione del rigore che Di Mariano spara direttamente in curva nord. Sarebbe stato davvero troppo per il Bari essere punito a tempo abbondantemente scaduto, ma per fortuna dei biancorossi la tecnologia pizzica un mezzo ginocchio di Brunori in offside e premia la resistenza strenua dei galletti, eroici a difendersi nel secondo tempo con due uomini in meno.

Al di là delle valutazioni tattiche, che pure contano e sono importanti, partite del genere contribuiscono e non poco a forgiare lo spirito di squadra, il cuore e il carattere; caratteristiche fondamentali nella cavalcata della scorsa stagione, e che Mignani conta di ritrovare anche in questa, sperando in un finale diverso. Privo dei suoi due capitani, il Bari tira fuori una prestazione di grinta e denti stretti che frutta un punto, strettissimo parente di una vittoria piena, al cospetto della corazzata di Corini, tra le super favorite per la promozione in A.Ma, ovviamente, non c'è solo questo. A uomini pari, nel primo tempo, il Bari si fa largamente preferire al Palermo, mettendo in mostra anche i nuovi arrivi. Brenno, superato lo shock iniziale del pallone non controllato e salvato dal palo, si prende con autorità l'area di rigore e difende la porta che fino a due mesi fa è stata di Caprile; non uno qualsiasi da sostituire. Il nuovo attacco sembra già funzionare bene, con lo schema consolidato di Mignani: attacco alla profondità, per prendere alle spalle la difesa avversaria, soprattutto se bella alta come quella rosanero. Sibilli sembra essersi già ben calato in questo ruolo di jolly offensivo, libero di svariare tra la fascia e la zona centrale dietro le punte, Nasti e Diaw, che hanno le perfette caratteristiche dei contropiedisti che il tecnico ligure cerca per concretizzare il suo gioco verticale. Peccato che proprio Diaw duri appena un quarto d'ora, per poi uscire con una coscia dolorante e i muscoli in protesta. La speranza è che non sia nulla di particolarmente grave, ma serviranno le analisi.

Ovviamente, con l'ingresso di Scheidler al centro dell'attacco lo schema cambia: gioco verticale, certo, ma con la palla alta per sfruttare i centimetri del francese. Peccato, però, che l'acquisto più oneroso dell'era De Laurentiis continui ad apparire un corpo totalmente estraneo alla squadra e alla manovra: Scheidler tocca pochi palloni e li gestisce male, diventando un bersaglio fin troppo facile per l'esperta difesa guidata da un volpone come Lucioni.

Ma, va detto anche questo, l'ex Digione è trai pochi "vecchi" a non brillare. Vicari nel cuore della difesa è il solito muro di gomma, Maiello e Benali nel mezzo fanno un buon filtro e disegnano interessanti geometrie, Dorval a destra è una scheggia imprendibile. E anche Menez, nel finale, entra col piglio giusto e la necessaria cattiveria agonistica, che però gli costa un giallo e un problema al ginocchio; non la migliore delle notizie, considerando che il 36enne ex Milan già fa i conti con le noie fisiche dell'età.

L'unica "colpa" dei biancorossi nella prima frazione è non concretizzare: le occasioni che capitano a Sibilli e Maita potevano e dovevano essere sfruttate molto meglio, almeno centrando la porta. Ah già, Maita… Dal finale dello scorso campionato non è più il padrone del centrocampo che ci aveva abituati a vedere; va urgentemente recuperato, soprattutto mentalmente, perché il fallaccio su Vasic denuncia una condizione di poca tranquillità da parte del ragazzo.

Insomma, tanti pregi e qualche difetto. Il più grande, ovviamente, è l'incompletezza della rosa. Arrivato Edjouma, di fatto per sostituire nel ruolo e nelle caratteristiche Folorunsho (non la più agevole delle missioni), e con il greco Koutsoupias ormai ai dettagli, all'appello mancano ancora un terzino sinistro alternativo a Ricci e - soprattutto - un attaccante da doppia cifra assicurata. Con l'addio di Cheddira, ufficializzato dal marocchino sui suoi social, serve assolutamente un finalizzatore che dia alla squadra quella concretezza in area mancata con il Palermo.

Saranno, quindi, giorni di fuoco fino al 1 settembre per il diesse Polito, alla febbrile ricerca delle carte giuste per fare all-in sul mercato e creare un Bari competitivo nella lotta promozione, al di là del diplomatico «Obiettivo playoff» indicato dal presidente De Laurentiis. Serve, in definitiva, qualcosa che scaldi ancor di più la piazza, che però ha già risposto: 8.028 abbonati (la campagna riprenderà lunedì) e quasi 23mila spettatori per una partita di agosto confermano come i destini del Bari siano a doppio filo legati all'entusiasmo della Bari nei confronti della squadra. Un patrimonio da coccolare e da accrescere: questa è la strada da cui passano tutte quelle gioie sportive che lo scorso 11 giugno Bari ha visto sfuggire all'ultimo secondo.
  • ssc bari
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