Calcio
Un goal che vale 3 punti. Il Bari sa anche vincere 1-0
La rete di Floriano basta per battere il Città di Messina, ma a spiccare è una difesa imperforabile
Bari - lunedì 12 novembre 2018
9.14
Tra i tanti spunti offerti da questo Bari in avvio della stagione di Serie D, adesso arriva anche la capacità della squadra biancorossa di portare a casa la posta intera con uno sforzo minimo. Al San Nicola basta la rete di Floriano poco dopo la mezz'ora per piegare la resistenza del Città di Messina, vincere 1-0 e partire con il piede giusto in questo trittico di impegni ravvicinati, in appena 8 giorni.
Un inedito assoluto per i biancorossi di Cornacchini nel campionati dilettantistico, lì dove - finora - ogni vittoria è stata contrassegnata da un tabellino marcatori ben nutrito (minimo tre goal segnati). Contro i siciliani i biancorossi (ieri in total-black) hanno dato valida dimostrazione di saper vincere con il minimo scarto, mettendo in campo le sole energie necessarie a realizzare la rete che dà un vantaggio portato saldamente avanti fino alla fine.
Tre gli aspetti più interessanti da sottolineare della gara del San Nicola, il cui unico dato non proprio positivo è il calo delle presenza (1969 tichet staccati che, sommati ai poco meno di 8.000 abbonati portano il computo totale sotto i 10.000). Tornando al campo, c'è innanzitutto da evidenziare la capacità di Cornacchini nel saper leggere le partite a operazioni in corso. Il tecnico marchigiano, infatti, non si sta dimostrando esclusivamente un validissimo gestore del patrimonio tecnico decisamente fuori concorso per la categoria, ma anche un abile stratega. La mossa-chiave a metà del primo tempo, quando per scardinare l'attenta difesa messa in piedi da Furnari per il suo Città di Messina l'allenatore biancorosso decide di accentrare la posizione di Floriano, portandolo più vicino alla punta Simeri per togliere riferimenti alla terza linea ospite. Ecco servita, dunque, la mossa vincente: al 33' un Brienza - al solito - maestoso offre una palla visionaria a Simeri oltre la difesa messinese, premiando lo scatto in profondità della punta che è abile a servire a Floriano un pallone solo da spingere alle spalle di Paterniti.
La seconda nota di merito per questo Bari in versione "sparagnina" concerne la capacità di gestione. Sbloccato il punteggio arrivando in porta con due passaggi, i biancorossi hanno controllato il match con scioltezza, affidandosi a un possesso palla prolungato ma mai fine a sé stesso, facilitati certamente nel compito dalla visione di gioco di Brienza e dall'estrema concretezza in mediana offerta dalla coppia, rocciosa ma allo stesso tempo di grande qualità, Bolzoni-Hamlili. «Abbiamo sofferto, ma relativamente», commenterà Cornacchini nel post gara. Analisi telegrafica e lucida, che spiega la bravura del suo Bari a congelare la palla e a giocare col cronometro, lasciando agli avversari solo la pia illusione di poter rientrare in partita e conservando una buona scorta di energie in vista dei prossimi impegni a strettissimo giro.
Terzo dato, forse il più importante, è l'ancora una volta perfetta fase difensiva. Tre soli goal al passivo (uno su rigore) raccontano meglio di ogni parola l'ordine con cui il Bari gestisce i - pochi, a dire il vero - momenti di non possesso. A cominciare dalla prima pressione esercitata dagli attaccanti sui portatori avversari, arrivando fino alla solidità estrema della coppia centrale, che vede Di Cesare come interprete fisso, con Cacioli e Mattera (ancora un turno di squalifica da scontare per l'esperto difensore) a fare la staffetta per una maglia. Contro il Città di Messina il primo, vero, brivido arriva ben oltre l'80', con un'uscita avventurosa di Marfella che fa correre sulla schiena non più di un fugace sudore freddo. «Abbiamo sfruttato un episodio, gli altri no», ha detto Cornacchini in sala stampa, facendo riferimento a un po' di mancanza di cinismo sotto porta nella ripresa. Poco male, però, se per una volta gli avanti si limitano - nei pressi dell'area avversaria - a fare il compitino; tanto basta per portare a casa i 3 punti, mettere a segno la terza vittoria consecutiva, conservare un po' di benzina nel serbatoio e offrire spazio sotto i riflettori ai difensori (bene Nannini dopo qualche incertezza di troppo ad Acireale), inevitabilmente finiti in secondo piano al cospetto di un attacco semplicemente sovradimensionato rispetto agli standard della categoria.
A Cornacchini, quindi, motivi per sorridere non mancano: il suo Bari sa vincere anche quando la prestazione resta così così e gli sbadigli a un certo punto prendono il sopravvento sui sussulti. Col Città di Messina non è stata una bella partita, che è valsa soprattutto come memento delle difficoltà disseminate lungo il percorso. «Quelli che pensavano che fosse tutto facile sbagliavano, la realtà è che se non sei sul pezzo si fa fatica anche in quelle partite che sulla carta sembrano facili», ha ricordato Cornacchini, ponendo l'accento sull'abilità del Bari a portare a casa un successo importante pur senza brillare contro un avversario che si aggira nei bassifondi della graduatoria.
Tempo per festeggiare, però, non ce n'è: mercoledì (nell'inusuale orario delle 14:30, almeno per l'impegno infrasettimanale) si ritorna in campo per far visita al Castrovillari. Una trasferta calabrese che arriva al momento giusto, per testare una volta di più l'abilità di un Bari maggiormente consapevole delle sue forze e delle sue qualità, e per - chissà - provare a vedere qualcosa di nuovo a livello di formazione e di modulo, ma non di mentalità di squadra forte e cangiante, che quando serve sa anche accontentarsi dell'1-0.
Un inedito assoluto per i biancorossi di Cornacchini nel campionati dilettantistico, lì dove - finora - ogni vittoria è stata contrassegnata da un tabellino marcatori ben nutrito (minimo tre goal segnati). Contro i siciliani i biancorossi (ieri in total-black) hanno dato valida dimostrazione di saper vincere con il minimo scarto, mettendo in campo le sole energie necessarie a realizzare la rete che dà un vantaggio portato saldamente avanti fino alla fine.
Tre gli aspetti più interessanti da sottolineare della gara del San Nicola, il cui unico dato non proprio positivo è il calo delle presenza (1969 tichet staccati che, sommati ai poco meno di 8.000 abbonati portano il computo totale sotto i 10.000). Tornando al campo, c'è innanzitutto da evidenziare la capacità di Cornacchini nel saper leggere le partite a operazioni in corso. Il tecnico marchigiano, infatti, non si sta dimostrando esclusivamente un validissimo gestore del patrimonio tecnico decisamente fuori concorso per la categoria, ma anche un abile stratega. La mossa-chiave a metà del primo tempo, quando per scardinare l'attenta difesa messa in piedi da Furnari per il suo Città di Messina l'allenatore biancorosso decide di accentrare la posizione di Floriano, portandolo più vicino alla punta Simeri per togliere riferimenti alla terza linea ospite. Ecco servita, dunque, la mossa vincente: al 33' un Brienza - al solito - maestoso offre una palla visionaria a Simeri oltre la difesa messinese, premiando lo scatto in profondità della punta che è abile a servire a Floriano un pallone solo da spingere alle spalle di Paterniti.
La seconda nota di merito per questo Bari in versione "sparagnina" concerne la capacità di gestione. Sbloccato il punteggio arrivando in porta con due passaggi, i biancorossi hanno controllato il match con scioltezza, affidandosi a un possesso palla prolungato ma mai fine a sé stesso, facilitati certamente nel compito dalla visione di gioco di Brienza e dall'estrema concretezza in mediana offerta dalla coppia, rocciosa ma allo stesso tempo di grande qualità, Bolzoni-Hamlili. «Abbiamo sofferto, ma relativamente», commenterà Cornacchini nel post gara. Analisi telegrafica e lucida, che spiega la bravura del suo Bari a congelare la palla e a giocare col cronometro, lasciando agli avversari solo la pia illusione di poter rientrare in partita e conservando una buona scorta di energie in vista dei prossimi impegni a strettissimo giro.
Terzo dato, forse il più importante, è l'ancora una volta perfetta fase difensiva. Tre soli goal al passivo (uno su rigore) raccontano meglio di ogni parola l'ordine con cui il Bari gestisce i - pochi, a dire il vero - momenti di non possesso. A cominciare dalla prima pressione esercitata dagli attaccanti sui portatori avversari, arrivando fino alla solidità estrema della coppia centrale, che vede Di Cesare come interprete fisso, con Cacioli e Mattera (ancora un turno di squalifica da scontare per l'esperto difensore) a fare la staffetta per una maglia. Contro il Città di Messina il primo, vero, brivido arriva ben oltre l'80', con un'uscita avventurosa di Marfella che fa correre sulla schiena non più di un fugace sudore freddo. «Abbiamo sfruttato un episodio, gli altri no», ha detto Cornacchini in sala stampa, facendo riferimento a un po' di mancanza di cinismo sotto porta nella ripresa. Poco male, però, se per una volta gli avanti si limitano - nei pressi dell'area avversaria - a fare il compitino; tanto basta per portare a casa i 3 punti, mettere a segno la terza vittoria consecutiva, conservare un po' di benzina nel serbatoio e offrire spazio sotto i riflettori ai difensori (bene Nannini dopo qualche incertezza di troppo ad Acireale), inevitabilmente finiti in secondo piano al cospetto di un attacco semplicemente sovradimensionato rispetto agli standard della categoria.
A Cornacchini, quindi, motivi per sorridere non mancano: il suo Bari sa vincere anche quando la prestazione resta così così e gli sbadigli a un certo punto prendono il sopravvento sui sussulti. Col Città di Messina non è stata una bella partita, che è valsa soprattutto come memento delle difficoltà disseminate lungo il percorso. «Quelli che pensavano che fosse tutto facile sbagliavano, la realtà è che se non sei sul pezzo si fa fatica anche in quelle partite che sulla carta sembrano facili», ha ricordato Cornacchini, ponendo l'accento sull'abilità del Bari a portare a casa un successo importante pur senza brillare contro un avversario che si aggira nei bassifondi della graduatoria.
Tempo per festeggiare, però, non ce n'è: mercoledì (nell'inusuale orario delle 14:30, almeno per l'impegno infrasettimanale) si ritorna in campo per far visita al Castrovillari. Una trasferta calabrese che arriva al momento giusto, per testare una volta di più l'abilità di un Bari maggiormente consapevole delle sue forze e delle sue qualità, e per - chissà - provare a vedere qualcosa di nuovo a livello di formazione e di modulo, ma non di mentalità di squadra forte e cangiante, che quando serve sa anche accontentarsi dell'1-0.