Calcio
Un pareggio di nervi e fortuna. Il Bari resta in corsa, ma con tanti dubbi
La rete di Perrotta nel finale permette di riagguantare la Reggina dopo una prestazione più che opaca dei biancorossi
Bari - lunedì 27 gennaio 2020
Doveva essere la giornata più importante del campionato, e invece il quarto turno di ritorno della serie C girone C si trasforma in un clamoroso nulla di fatto. Reggina e Bari impattano sul pari per 1-1, fra Monopoli e Ternana non si va oltre lo 0-0: in vetta resta tutto uguale e tutto aperto, con la Reggina che conserva i, +6 su Bari (18 risultati utili di fila) e Ternana ma non ritrova molte di quelle certezze perdute in un avvio di 2020 contraddistinto da tanti passi falsi e 4 punti persi sulle inseguitrici.
Almeno al Granillo, però, non è stata una partita banale quella fra Reggina e Bari. Poco calcio e tanti calci (ben sei gli ammoniti), ma era prevedibile che i contenuti agonistici sarebbero stati sensibilmente maggiori rispetto a quelli tecnici. Al netto delle dichiarazioni di circostanza da entrambe le parti («Partita non decisiva, il campionato è lungo», il refrain costante nelle ore di avvicinamento al big match), la posta in gioco era altissima, e in caso di vittoria una delle due avrebbe visto clamorosamente impennarsi le proprie quotazioni in chiave promozione diretta. Così non è stato, e per vedere una reale svolta nei destini di questo campionato toccherà aspettare ancora un po', o forse non la vedremo affatto (la Reggina continua ad avere tutto nelle sue mani).
Restano, però, tanti punti interrogativi aperti per entrambe le squadre. Gli amaranto proprio non ingranano in questo nuovo anno, dopo un girone d'andata ai limiti della perfezione; i biancorossi continuano a palesare più di un limite, tecnico e caratteriale. Di fatto, la rete di Perrotta nelle immediate vicinanze del 90', fra rimpalli e presunti fuorigiochi, rimette in corsa un Bari che - dopo la bella girata di Denis per l'1-0 - era con le spalle al muro. I biancorossi la riprendono di nervi e non senza una buona dose di fortuna, al termine di una partita giocata più per distruggere le iniziative degli avversari che per creare pericoli alla porta dell'ex Guarna, come ha ammesso lo stesso Vivarini a fine gara.
Se proprio non si può vincere, allora è importante non perdere, soprattutto in una partita così delicata. Troppa tensione e poca lucidità, però, in un Bari che affronta il match potenzialmente decisivo con il "braccino": bastano gli unici due tiri in porta della partita per fissare un risultato tutto sommato giusto, considerato quel poco che si è visto. La Reggina dopo questa partita continua a fare meno paura rispetto a un mese e mezzo fa; il Bari torna a casa con un punto e tante domande ancora aperte.
Poche, pochissime le idee messe in campo dalla squadra di Vivarini, che riportando Bianco davanti alla difesa e preferendo Scavone a Schiavone praticamente rinuncia a gran parte della qualità di cui dispone a centrocampo. I risultati si vedono: a Simeri e Antenucci lì davanti i palloni giocabili arrivano col contagocce, Laribi deve andarsi a prendere il pallone lontano dalla porta, arrivando poco lucido sulla trequarti offensiva per innescare le bocche da fuoco. Discontinuo anche il gioco sulle fasce, dove Costa e Berra devono tenere a bada le iniziative di Blondett e Rolando, finendo per pagare in fase di spinta, poco aiutati anche da Maita e Scavone in posizione di incursori.
Insomma, sono ancora tanti i nodi da sciogliere per mister Vivarini, che nell'ultima settimana di mercato aspetta altri - a questo punto fondamentali - rinforzi per completare la rosa: un trequartista che consenta di portare Laribi a centrocampo, un difensore che dia fiato ai tre titolari (assenza di capitan Di Cesare pesante contro la Reggina), un attaccante con caratteristiche diverse dai due bomber, vista anche l'esclusione di Ferrari che lascia presagire una partenza a breve del "loco".
Per ora può anche andar bene così: limitare i danni e aspettare tempi migliori per sferrare l'attacco al vertice. In vetta è ancora tutto aperto, e questa è una buona notizia.
Almeno al Granillo, però, non è stata una partita banale quella fra Reggina e Bari. Poco calcio e tanti calci (ben sei gli ammoniti), ma era prevedibile che i contenuti agonistici sarebbero stati sensibilmente maggiori rispetto a quelli tecnici. Al netto delle dichiarazioni di circostanza da entrambe le parti («Partita non decisiva, il campionato è lungo», il refrain costante nelle ore di avvicinamento al big match), la posta in gioco era altissima, e in caso di vittoria una delle due avrebbe visto clamorosamente impennarsi le proprie quotazioni in chiave promozione diretta. Così non è stato, e per vedere una reale svolta nei destini di questo campionato toccherà aspettare ancora un po', o forse non la vedremo affatto (la Reggina continua ad avere tutto nelle sue mani).
Restano, però, tanti punti interrogativi aperti per entrambe le squadre. Gli amaranto proprio non ingranano in questo nuovo anno, dopo un girone d'andata ai limiti della perfezione; i biancorossi continuano a palesare più di un limite, tecnico e caratteriale. Di fatto, la rete di Perrotta nelle immediate vicinanze del 90', fra rimpalli e presunti fuorigiochi, rimette in corsa un Bari che - dopo la bella girata di Denis per l'1-0 - era con le spalle al muro. I biancorossi la riprendono di nervi e non senza una buona dose di fortuna, al termine di una partita giocata più per distruggere le iniziative degli avversari che per creare pericoli alla porta dell'ex Guarna, come ha ammesso lo stesso Vivarini a fine gara.
Se proprio non si può vincere, allora è importante non perdere, soprattutto in una partita così delicata. Troppa tensione e poca lucidità, però, in un Bari che affronta il match potenzialmente decisivo con il "braccino": bastano gli unici due tiri in porta della partita per fissare un risultato tutto sommato giusto, considerato quel poco che si è visto. La Reggina dopo questa partita continua a fare meno paura rispetto a un mese e mezzo fa; il Bari torna a casa con un punto e tante domande ancora aperte.
Poche, pochissime le idee messe in campo dalla squadra di Vivarini, che riportando Bianco davanti alla difesa e preferendo Scavone a Schiavone praticamente rinuncia a gran parte della qualità di cui dispone a centrocampo. I risultati si vedono: a Simeri e Antenucci lì davanti i palloni giocabili arrivano col contagocce, Laribi deve andarsi a prendere il pallone lontano dalla porta, arrivando poco lucido sulla trequarti offensiva per innescare le bocche da fuoco. Discontinuo anche il gioco sulle fasce, dove Costa e Berra devono tenere a bada le iniziative di Blondett e Rolando, finendo per pagare in fase di spinta, poco aiutati anche da Maita e Scavone in posizione di incursori.
Insomma, sono ancora tanti i nodi da sciogliere per mister Vivarini, che nell'ultima settimana di mercato aspetta altri - a questo punto fondamentali - rinforzi per completare la rosa: un trequartista che consenta di portare Laribi a centrocampo, un difensore che dia fiato ai tre titolari (assenza di capitan Di Cesare pesante contro la Reggina), un attaccante con caratteristiche diverse dai due bomber, vista anche l'esclusione di Ferrari che lascia presagire una partenza a breve del "loco".
Per ora può anche andar bene così: limitare i danni e aspettare tempi migliori per sferrare l'attacco al vertice. In vetta è ancora tutto aperto, e questa è una buona notizia.