Calcio
Una torta senza ciliegina, ma ora Bari merita di sognare in grande
I biancorossi non centrano la vittoria contro il Genoa, però i 48.877 chiedono di continuare a essere protagonisti
Bari - martedì 27 dicembre 2022
1.21
«Una grande tifoseria che merita la serie A, subito». L'imperioso parere arriva dalle pagine social di Pietro Petruzzelli, assessore allo Sport del Comune di Bari. Un'opinione qualificata, che porta la voce dell'amministrazione comunale all'orecchio della SSC Bari: questa piazza merita di avere una squadra che, almeno, sia protagonista nella lotta per la promozione nella massima categoria del calcio italiano. Da qui a riuscire nell'impresa, poi, ce ne passa; ma, quantomeno, l'obbligo morale è provarci. Può andare bene come male, ma il Bari non può non essere lì, nella mischia, quando il gioco si farà duro.
L'ha dimostrato la città, anzi l'intera area metropolitana, portando 48.877 spettatori per Bari-Genoa del boxing day di serie B (un dato che perfeziona i record già appartenenti al Bari e al San Nicola, il teatro dei sogni del calcio italiano in tutte le categorie). E l'ha dimostrato anche la squadra, con un 2022 da incorniciare: un campionato di serie C controllato con freddezza, fino alla promozione in serie B, e poi un girone d'andata nel campionato cadetto al di là di ogni più rosea previsione. È mancato solo l'acuto finale, il regalo di Natale che avrebbe reso perfetta la cornice, ma davanti ai 50mila del San Nicola al Bari, stavolta, è mancata la fortuna.
Un goal preso appena al 2', contro quella che è e rimane la favorita numero uno per la promozione diretta, avrebbe potuto significare il prodromo di una disfatta colossale; e invece la squadra di Mignani, al cospetto di quella di Gilardino, non si è disunita, ha continuato a sviluppare il suo gioco con il grande spirito di resilienza che ha sempre contraddistinto la gestione del tecnico ligure. Al netto di una sconfitta immeritata, le buone notizie non mancano. A cominciare dal ritorno di Cheddira, che rientra dal mondiale e segna il suo decimo goal in campionato, confermandosi l'elemento più sorprendente di una squadra che, quanto a sorprese, non ha di certo lesinato. Nel nuovo 4-3-2-1 "Walino" si trova a suo agio: può fare da sponda per Botta e Folorunsho, può lavorare per gli inserimenti delle mezze ali, può andarsi a cercare la posizione migliore per liberare la sua devastante potenza fisica. C'è ancora da lavorare su qualche limatura tecnica, ma la straordinaria esperienza (sua e del Marocco) fatta lì giù in Qatar riconsegna a Bari un giocatore ancora più a fuoco e consapevole delle sue capacità.
Ma, in generale, è tutta la squadra che gira bene; ci troviamo a commentare una sconfitta semplicemente perché il Genoa è stato più bravo a sfruttare gli episodi e a uscire vincitore da quelle due o tre situazioni sporche che, invece, non hanno arriso ai biancorossi. Nel concreto, però, Caprile sporca i guantoni solo per raccogliere due volte il pallone dal fondo della sua porta, mentre il collega Martinez si deve impegnare in un paio di interventi belli complicati; l'ultimo, in ordine di tempo, su Salcedo in pieno recupero, quando il portiere genoano inchioda sulla linea il pallone che avrebbe dato al Bari un pareggio più che meritato.
«La sconfitta non fa crescere, è una bugia che faccia crescere. La sconfitta ti abbatte», ha commentato Mignani nel post gara. E c'è del vero: perdere una partita del genere fa rabbia, perché il Bari avrebbe meritato di dare una soddisfazione al colossale pubblico del San Nicola. Rimangono, però, spirito e prestazione: tutte cose da cui bisognerà ripartire dal 14 gennaio, quando si rimetterà in moto il campionato di serie B dopo la pausa invernale.
Per il momento, però, è giusto godersi questa ottima torta; pazienza che in cima non si troverà la ciliegina. Il girone d'andata del Bari è stato di quelli tosti: nessuna delle 19 avversarie affrontate ha messo sotto la squadra di Mignani, che ha perso appena tre volte (una contro la capolista Frosinone, al 93' dopo aver giocato un tempo e mezzo in 10) e che ha saputo portare a casa punti anche nei momenti difficili (i cinque pareggi consecutivi, quanto sono tornati utili alla fine). Ma, soprattutto, i galletti si sono resi autori di grandi imprese: dal 6-2 al Brescia al 4-1 contro il Modena, passando per le vittorie in casa di Perugia, Cagliari, Venezia e Cittadella, fino ai pareggi contro Como, Benevento, Reggina e Ternana, partita in cui il Bari avrebbe meritato maggior fortuna. Insomma, un percorso che ha portato i galletti al quarto posto con 30 punti, appena dieci in meno rispetto all'obiettivo stagionale della salvezza. Un traguardo che, a ora, sembra ampiamente alla portata, tanto da far sembrare più che legittima l'idea di alzare (e di parecchio l'asticella).
Ritornando alle parole dell'assessore Petruzzelli, Bari merita la serie a fin da da subito. Non sarà facile, in un campionato equilibratissimo e con compagini (il Genoa su tutte) attrezzate per una stagione di vertice. Però il Bari è lì, al quarto posto, e non provarci sarebbe un delitto. Il pienone del San Nicola è un messaggio chiarissimo direttamente alla società, che dovrebbe fare un piccolo sforzo per garantire alla rosa un paio di puntelli adeguati a gennaio. La squadra non ha bisogno di titolari, ma "solo" di qualche pedina giusta al posto giusto. C'è da sfoltire la rosa e compensare con la qualità quello che, invece, in estate si era pensato di colmare con la quantità. Galano, Ceter e Cangiano (per motivi diversi) non hanno convinto; al Bari servirebbe una prima punta di valore che possa affiancare Cheddira, Salcedo, Scheidler e Antenucci per completare quello che - comunque - rimane uno dei reparti migliori del campionato. Un piccolo intervento anche sulle fasce difensive (dove, però, Mazzotta si è rivelato una risorsa più che all'altezza della situazione) non guasterebbe, anche per affiancare il sorprendente Dorval nel suo percorso di crescita.
Insomma, Bari merita che venga fatto il possibile almeno per lottare fino in fondo con le big e contendere l'obiettivo più grande. E, soprattutto, merita che alla questione multiproprietà venga trovata una soluzione, iniziando a lavorarci seriamente fin da ora. Il caso Salernitana ha creato un precedente che, nei fatti, è favorevole al Bari e ai De Laurentiis, ma non si può indugiare troppo. Natale non avrà portato la ciliegina sulla torta, ma ha portato 48.877 buoni motivi per credere alla possibilità di riavere - finalmente - un grande Bari, di sognare in grande come non accade da troppi anni. Deve essere il primo dei buoni propositi nella lista da consegnare al 2023 che sta per iniziare.
L'ha dimostrato la città, anzi l'intera area metropolitana, portando 48.877 spettatori per Bari-Genoa del boxing day di serie B (un dato che perfeziona i record già appartenenti al Bari e al San Nicola, il teatro dei sogni del calcio italiano in tutte le categorie). E l'ha dimostrato anche la squadra, con un 2022 da incorniciare: un campionato di serie C controllato con freddezza, fino alla promozione in serie B, e poi un girone d'andata nel campionato cadetto al di là di ogni più rosea previsione. È mancato solo l'acuto finale, il regalo di Natale che avrebbe reso perfetta la cornice, ma davanti ai 50mila del San Nicola al Bari, stavolta, è mancata la fortuna.
Un goal preso appena al 2', contro quella che è e rimane la favorita numero uno per la promozione diretta, avrebbe potuto significare il prodromo di una disfatta colossale; e invece la squadra di Mignani, al cospetto di quella di Gilardino, non si è disunita, ha continuato a sviluppare il suo gioco con il grande spirito di resilienza che ha sempre contraddistinto la gestione del tecnico ligure. Al netto di una sconfitta immeritata, le buone notizie non mancano. A cominciare dal ritorno di Cheddira, che rientra dal mondiale e segna il suo decimo goal in campionato, confermandosi l'elemento più sorprendente di una squadra che, quanto a sorprese, non ha di certo lesinato. Nel nuovo 4-3-2-1 "Walino" si trova a suo agio: può fare da sponda per Botta e Folorunsho, può lavorare per gli inserimenti delle mezze ali, può andarsi a cercare la posizione migliore per liberare la sua devastante potenza fisica. C'è ancora da lavorare su qualche limatura tecnica, ma la straordinaria esperienza (sua e del Marocco) fatta lì giù in Qatar riconsegna a Bari un giocatore ancora più a fuoco e consapevole delle sue capacità.
Ma, in generale, è tutta la squadra che gira bene; ci troviamo a commentare una sconfitta semplicemente perché il Genoa è stato più bravo a sfruttare gli episodi e a uscire vincitore da quelle due o tre situazioni sporche che, invece, non hanno arriso ai biancorossi. Nel concreto, però, Caprile sporca i guantoni solo per raccogliere due volte il pallone dal fondo della sua porta, mentre il collega Martinez si deve impegnare in un paio di interventi belli complicati; l'ultimo, in ordine di tempo, su Salcedo in pieno recupero, quando il portiere genoano inchioda sulla linea il pallone che avrebbe dato al Bari un pareggio più che meritato.
«La sconfitta non fa crescere, è una bugia che faccia crescere. La sconfitta ti abbatte», ha commentato Mignani nel post gara. E c'è del vero: perdere una partita del genere fa rabbia, perché il Bari avrebbe meritato di dare una soddisfazione al colossale pubblico del San Nicola. Rimangono, però, spirito e prestazione: tutte cose da cui bisognerà ripartire dal 14 gennaio, quando si rimetterà in moto il campionato di serie B dopo la pausa invernale.
Per il momento, però, è giusto godersi questa ottima torta; pazienza che in cima non si troverà la ciliegina. Il girone d'andata del Bari è stato di quelli tosti: nessuna delle 19 avversarie affrontate ha messo sotto la squadra di Mignani, che ha perso appena tre volte (una contro la capolista Frosinone, al 93' dopo aver giocato un tempo e mezzo in 10) e che ha saputo portare a casa punti anche nei momenti difficili (i cinque pareggi consecutivi, quanto sono tornati utili alla fine). Ma, soprattutto, i galletti si sono resi autori di grandi imprese: dal 6-2 al Brescia al 4-1 contro il Modena, passando per le vittorie in casa di Perugia, Cagliari, Venezia e Cittadella, fino ai pareggi contro Como, Benevento, Reggina e Ternana, partita in cui il Bari avrebbe meritato maggior fortuna. Insomma, un percorso che ha portato i galletti al quarto posto con 30 punti, appena dieci in meno rispetto all'obiettivo stagionale della salvezza. Un traguardo che, a ora, sembra ampiamente alla portata, tanto da far sembrare più che legittima l'idea di alzare (e di parecchio l'asticella).
Ritornando alle parole dell'assessore Petruzzelli, Bari merita la serie a fin da da subito. Non sarà facile, in un campionato equilibratissimo e con compagini (il Genoa su tutte) attrezzate per una stagione di vertice. Però il Bari è lì, al quarto posto, e non provarci sarebbe un delitto. Il pienone del San Nicola è un messaggio chiarissimo direttamente alla società, che dovrebbe fare un piccolo sforzo per garantire alla rosa un paio di puntelli adeguati a gennaio. La squadra non ha bisogno di titolari, ma "solo" di qualche pedina giusta al posto giusto. C'è da sfoltire la rosa e compensare con la qualità quello che, invece, in estate si era pensato di colmare con la quantità. Galano, Ceter e Cangiano (per motivi diversi) non hanno convinto; al Bari servirebbe una prima punta di valore che possa affiancare Cheddira, Salcedo, Scheidler e Antenucci per completare quello che - comunque - rimane uno dei reparti migliori del campionato. Un piccolo intervento anche sulle fasce difensive (dove, però, Mazzotta si è rivelato una risorsa più che all'altezza della situazione) non guasterebbe, anche per affiancare il sorprendente Dorval nel suo percorso di crescita.
Insomma, Bari merita che venga fatto il possibile almeno per lottare fino in fondo con le big e contendere l'obiettivo più grande. E, soprattutto, merita che alla questione multiproprietà venga trovata una soluzione, iniziando a lavorarci seriamente fin da ora. Il caso Salernitana ha creato un precedente che, nei fatti, è favorevole al Bari e ai De Laurentiis, ma non si può indugiare troppo. Natale non avrà portato la ciliegina sulla torta, ma ha portato 48.877 buoni motivi per credere alla possibilità di riavere - finalmente - un grande Bari, di sognare in grande come non accade da troppi anni. Deve essere il primo dei buoni propositi nella lista da consegnare al 2023 che sta per iniziare.