Calcio
Uno shock salutare. Ci vorrà il miglior Bari per raggiungere l'obiettivo
La prima sconfitta in campionato fa vacillare qualche certezza. Cornacchini alla ricerca di riscatto
Bari - lunedì 21 gennaio 2019
1.35
Tanto tuonò che piovve. Dopo 20 giornate il Bari conosce la prima sconfitta in campionato, arrendendosi 3-2 in casa della Cittanovese. Più di qualche avvisaglia era arrivata già nell'ultimo mese e mezzo: dopo le vittorie contro Nocerina e Portici, i biancorossi hanno subito un lento ma inesorabile calo, fisico e psicologico, fino al capitombolo calabrese. Già, perché se contro Troina, Rotonda, Messina e Sancataldese lo spunto del singolo era riuscito a portare vittorie stiracchiate, gli ardenti spiriti dei giallorossi hanno messo la museruola a un Bari semplicemente troppo brutto per essere vero.
E dire che le cose si erano anche messe per il verso giusto nelle battute iniziali con il goal di Langella, premiato da caparbietà e fortuna già al 13'. Poi il blackout: il Bari ha risentito degli effetti negativi delle ultime vittorie stentate ma rassicuranti, provando a vivacchiare sul vantaggio e affidandosi allo spunto del singolo per cercare il goal. Stavolta, però, è andata male in casa di una squadra di buona qualità (Napolitano, calciatore da monitorare) che a un certo punto ha fiutato la possibilità di fare l'impresa e non se l'è fatta sfuggire. Preoccupa una difesa che aveva subito soli 7 goal nel girone d'andata, e che già 4 ne ha presi nelle prime 3 di ritorno. La rete di Abayan nel recupero del primo tempo, con Napolitano lasciato libero di seminare scompiglio nell'area biancorossa, è stato il primo segnale di una domenica storta, diventata nera fra il 69' e il 72' con l'uno-due di Crucitti (Marfella da rivedere sulle punizioni) e Cataldi, entrato come il coltello nel burro della retroguardia barese. La rete di Nannini è servita solo ad aggiungere un marcatore nel tabellino stagionale dei biancorossi e ad alimentare una flebile ma inutile speranza finale.
Molto del suo ce l'ha messo Cornacchini. Sul banco degli imputati finiscono le scelte: l'assenza contemporanea di Piovanello (squalifica) e di Brienza e Simeri (scelta tecnica) hanno portato il mister a rivedere gli equilibri nel gioco degli under e gli assetti tattici. Il 4-3-3 non ha convinto, non tanto per il modulo in sé quanto per gli interpreti. La scelta di Iadaresta impone un ventaglio limitato di soluzioni: palla lunga a scavalcare il centrocampo o cross dalle fasce. Ma gli esterni biancorossi (Floriano e Neglia su tutti) per caratteristiche prediligono partire larghi per entrare verso l'area e provare il tiro o il dialogo stretto. L'assenza di un vero geometra di centrocampo che sappia lanciare con il contagiri, poi, acuisce le difficoltà di una punta che sembra ancora avulsa dagli schemi migliori della squadra. L'impiego forzato di Langella poteva servire per far tirare il fiato a Bolzoni, ormai da settimane lontano dai suoi livelli. Se l'ingresso di Simeri ha portato un po' più di profondità alle pur nevrotiche iniziative del Bari, l'uscita di Hamlili ha definitivamente sbilanciato una squadra spenta e confusa.
«Ho dovuto prendere un rischio per provare a vincerla», ha spiegato il tecnico nel post convincendo poco la platea biancorossa. Negli agorà fisici e virtuali dei baresi la sconfitta-shock di Cittanova ha scoperchiato il vaso di Pandora: la sensazione è che in tanti aspettassero mister e squadra al varco per presentargli il conto per un gioco che, obiettivamente, latita. «Preferisco i risultati», aveva liquidato la faccenda Cornacchini nel pre gara, ribadendo che nella sua idea di calcio «La differenza la fanno i singoli». Affermazioni che hanno indispettito una piazza impaziente, anche se in Serie D la concretezza paga spesso più dell'estetica.
Ecco perché i mugugni contro il tecnico suonano esagerati. Per Cornacchini parla lo score prima della finora unica sconfitta, che dalla sua porta un'opportunità importante. Già da martedì tecnico e squadra dovranno ricompattarsi, analizzare a fondo quello che non è andato negli ultimi 40 giorni e ritrovare una buona condizione mentale ancorché fisica per battere la non irresistibile Igea Virtus in casa e presentarsi a Torre del Greco con un confortante vantaggio. Questa battuta d'arresto ha insegnato qualcosa: servirà il miglior Bari di qui alla fine della stagione per mettere in ghiaccio il discorso primo posto ed evitare altre indigeste sorprese lungo la via verso il ritorno fra i professionisti.
E dire che le cose si erano anche messe per il verso giusto nelle battute iniziali con il goal di Langella, premiato da caparbietà e fortuna già al 13'. Poi il blackout: il Bari ha risentito degli effetti negativi delle ultime vittorie stentate ma rassicuranti, provando a vivacchiare sul vantaggio e affidandosi allo spunto del singolo per cercare il goal. Stavolta, però, è andata male in casa di una squadra di buona qualità (Napolitano, calciatore da monitorare) che a un certo punto ha fiutato la possibilità di fare l'impresa e non se l'è fatta sfuggire. Preoccupa una difesa che aveva subito soli 7 goal nel girone d'andata, e che già 4 ne ha presi nelle prime 3 di ritorno. La rete di Abayan nel recupero del primo tempo, con Napolitano lasciato libero di seminare scompiglio nell'area biancorossa, è stato il primo segnale di una domenica storta, diventata nera fra il 69' e il 72' con l'uno-due di Crucitti (Marfella da rivedere sulle punizioni) e Cataldi, entrato come il coltello nel burro della retroguardia barese. La rete di Nannini è servita solo ad aggiungere un marcatore nel tabellino stagionale dei biancorossi e ad alimentare una flebile ma inutile speranza finale.
Molto del suo ce l'ha messo Cornacchini. Sul banco degli imputati finiscono le scelte: l'assenza contemporanea di Piovanello (squalifica) e di Brienza e Simeri (scelta tecnica) hanno portato il mister a rivedere gli equilibri nel gioco degli under e gli assetti tattici. Il 4-3-3 non ha convinto, non tanto per il modulo in sé quanto per gli interpreti. La scelta di Iadaresta impone un ventaglio limitato di soluzioni: palla lunga a scavalcare il centrocampo o cross dalle fasce. Ma gli esterni biancorossi (Floriano e Neglia su tutti) per caratteristiche prediligono partire larghi per entrare verso l'area e provare il tiro o il dialogo stretto. L'assenza di un vero geometra di centrocampo che sappia lanciare con il contagiri, poi, acuisce le difficoltà di una punta che sembra ancora avulsa dagli schemi migliori della squadra. L'impiego forzato di Langella poteva servire per far tirare il fiato a Bolzoni, ormai da settimane lontano dai suoi livelli. Se l'ingresso di Simeri ha portato un po' più di profondità alle pur nevrotiche iniziative del Bari, l'uscita di Hamlili ha definitivamente sbilanciato una squadra spenta e confusa.
«Ho dovuto prendere un rischio per provare a vincerla», ha spiegato il tecnico nel post convincendo poco la platea biancorossa. Negli agorà fisici e virtuali dei baresi la sconfitta-shock di Cittanova ha scoperchiato il vaso di Pandora: la sensazione è che in tanti aspettassero mister e squadra al varco per presentargli il conto per un gioco che, obiettivamente, latita. «Preferisco i risultati», aveva liquidato la faccenda Cornacchini nel pre gara, ribadendo che nella sua idea di calcio «La differenza la fanno i singoli». Affermazioni che hanno indispettito una piazza impaziente, anche se in Serie D la concretezza paga spesso più dell'estetica.
Ecco perché i mugugni contro il tecnico suonano esagerati. Per Cornacchini parla lo score prima della finora unica sconfitta, che dalla sua porta un'opportunità importante. Già da martedì tecnico e squadra dovranno ricompattarsi, analizzare a fondo quello che non è andato negli ultimi 40 giorni e ritrovare una buona condizione mentale ancorché fisica per battere la non irresistibile Igea Virtus in casa e presentarsi a Torre del Greco con un confortante vantaggio. Questa battuta d'arresto ha insegnato qualcosa: servirà il miglior Bari di qui alla fine della stagione per mettere in ghiaccio il discorso primo posto ed evitare altre indigeste sorprese lungo la via verso il ritorno fra i professionisti.